BUONA INQUISIZIONE A TUTTI

Fra la Chiesa e i libri è sempre esistito qualche problema. Che si riteneva superato, evidentemente.
Anche se, secondo l’Odan (Opus Dei Awareness Network) i testi che la Chiesa metteva all’indice sino al 1948 sarebbero ancora proibiti dall’Opus Dei. Qualche esempio: le opere di Zola e di Benedetto Croce, la gran parte di Gabriele D’Annunzio e di Ugo Foscolo, La critica della ragion pura di Kant, e poi testi di Spinoza, Voltaire, Rousseau, Hugo, Stendhal.
Qualche anno fa, mi è capitato di parlare con Giuseppe Corigliano, portavoce dell’Opus Dei, che ha smentito: “Avendo la Chiesa abolito l’indice, l’Opera non potrebbe mai riproporlo. Solo, negli anni Settanta, Escrivà mise in guardia dai libri di influsso marxista. Da qui a parlare di lavaggio del cervello ce ne corre”.
Da più parti si ritiene però che se l’indice dei libri proibiti non esiste ufficialmente più, ci siano stati e ci siano autori fortemente sconsigliati: una sorta di “bibliografia”, insomma, a cura della stessa Opus Dei. Tra le opere considerate da evitare, quelle di  Simone de Beauvoir, André Gide, Jean-Paul Sartre, Alberto Moravia, Aldo Capitini. Secondo altri nella guida bibliografica come opere inadatte ai figli ci sarebbero anche  Milan Kundera, Asimov, Stephen King, Jack Kerouac, Bukowski, Camus, Philip K. Dick.
Se qualcuno dell’Opus Dei è all’ascolto, dovrebbe aggiornare la lista con E con Tango siamo in tre (edizioni Junior) di Peter Parnell e Justin Richardson, e Piccolo Uovo con testo di Francesca Pardi e illustrazioni di Altan (pubblicato da Lo Stampatello). Sono stati definiti “libri gender” dal nuovo sindaco di Venezia e in quanto tali dovranno essere ritirati dalle scuole.
Benvenuti, care e cari, nella nuova Inquisizione. Ci sono giorni, e questo è uno di quelli, in cui essere nata e vivere in questo paese mi disgusta profondamente.

9 pensieri su “BUONA INQUISIZIONE A TUTTI

  1. Ma il sindaco ha questo potere? Come diavolo è possibile? E la famosa autonomia didattica con cui i governi ci assillano da almeno vent’anni?

  2. Il sindaco di Venezia (così come il governatore della Liguria) farà molto parlare di sé, e credo sempre in negativo. Ma, proprio perché non parliamo di una città qualunque, io ricorderei (non certo a te, Loredana, che hai memoria lunghissima) che Venezia è stata per anni un luogo di sperimentazioni politiche e amministrative. Parlo delle giunte Cacciari-Bettin: l’uno, uno dei pochi a cercare, a volte trovandolo, un dialogo non ipocrita col movimento No Global, l’altro interno a quel movimento. Quando il partito che aveva di malavoglia accondisceso a un sindaco semi-indipendente e a un vice-sindaco ancor più indipendente ha deciso di riprendersi il boccino, cancellare quell’esperienza, rimettere Venezia in mano ai comitati d’affari – a partire dal MOSE –, ha messo in moto una deriva il cui punto di arrivo è questa Venezia, dove a votare PD sono rimasti solo i salotti veneziani, mentre i quartieri operai e popolari gli voltano le spalle. Se qualcosa c’è da imparare, è che certe ca***te – come quella, indegna e fascisteggiante, in corso oggi in un Senato che poco manca venga definito aula sorda e grigia – hanno conseguenze di lungo periodo, alle quali non puoi rimediare con qualche pollo d’allevamento o qualche telegenica ladylike.

  3. Ma la cosa più grave sono i kapò: tra donne e persone LGB (i/le trans hanno sempre mantenuto una linea dritta) sembra una gara a essere più mainstream e più politically correct possibile: ormai è il secondo anno che non c’è più neanche un Gay Pride nazionale e da quest’anno non si chiama più neppure “Gay Pride”, ma “Human Pride”!… Non ricordo chi, disse che quando non si nominano più le cose o le persone, queste scompaiono. Appunto. Buoni roghi a tutti, perché dopo l’Indice arrivarono quelli…

  4. E sì che Venezia, proprio ai tempi bui dell’Indice, era una città all’avanguardia, la capitale del libro in Italia.
    P.s
    Dove possiamo andare per non sentire più la parola gendere come la usano questi signori?

  5. …. e pensare che il padre, Ferruccio, è stato un grande sindacalista della CISL, delegato della Chatillon di Marghera, poeta e combattente per la causa dei lavoratori…. Che tristezza! Ricordo quando la Destra Nazionale propose in Consiglio Regionale di vietare il Saitta come testo di Storia nei Licei; facemmo una battaglia strenue e distribuii a tutti proprio Fharenait.

  6. certo che a leggere solo cose contemporanee si perde il senso del presente.
    Come si fa a sostenere che Fra la Chiesa e i libri è sempre esistito qualche problema. se poco e male si conosce la storia dell’età tardo antica e dell’età di mezzo si sa che che senza la mediazione della cultura ecclesiastica non avremmo nulla dei libri di scrittori che (in pochi) chiamiamo classici. Gli scriptoria non erano certo officine manografiche di laici. Quanto alla storia dei libri proibiti ancora una volta bisognerebbe sapere di storia prima di scrivere cose approssimative e solo d’effetto per lettori sprovveduti. A Venezia fu promulgato dal Vescovo (Giovanni della Casa, chissà chi era?) il primo indice dei libri proibiti molto prima di quello romano e poi di quello tridentino. ma fino al 1963 non ha mai ottenuto l’effetto desiderato. Croce diceva che, messo a l’indici, finalmente qualche lettore in più l’avrebbe conosciuto. NICOLA LONGO

  7. Viviamo nella fase avanzata de “La cultura del piagnisteo” come delineava lucidamente anni addietro Robert Hughes in questo splendido libro poco letto da noi http://www.adelphi.it/libro/9788845910937
    E’ solo un gioco delle parti tra lobby diverse (e non parlo solo della chiesa…) A me preoccupano più fenomeni come questo http://www.huffingtonpost.it/ombretta-frau/la-columbia-university-mette-all'indice-ovidio-gli-studenti-sono-impauriti_b_7291164.html
    As soon anche nelle nostre piccole accademie… quindi si, buona inquisizione a tutti… ad ognuno la propria, per vocazione o giusto contrappasso

  8. Caro Anonymous, onore al merito a quegli amanuensi che salvarono la cultura classica in tempi molto bui, tuttavia la Chiesa istituzionale ha comunque istituìto l’Indice, l’Inquisizione e i roghi. Che oggi qualcuno vorrebbe rispolverare in altra forma. Il fatto che tutte queste pratiche non abbiano infine ottenuto i risultati voluti non significa che non siano cose da deplorare ed evitare, visto che comunque hanno generato sofferenze a iosa. Dopodiché ha ragione anche Angus nel ricordarci che vanno condannate tutte le inquisizioni, da qualsiasi parte esse vengano.

  9. Persino “Piccolo blu e piccolo giallo”, ma ci rendiamo conto? Un capolavoro!
    Lippa, non so come fai ad andare avanti. Ti ammiro. Io sono mesi che ho tirato i remi in barca. Mi dichiaro pubblicamente sconfitto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto