CATTIVI PENSIERI

Non che l’umore della vostra eccetera sia alle stelle, tanto per essere chiari. Per essere ancora più chiari, la metafora riportata nei commenti da Girolamo  mi trova completamente d’accordo. E’ questa, per chi l’avesse persa:
Ho sentito Salvatore Niffoi affermare, con certezza assoluta, che «la grande letteratura cambia le persone. Chi ha letto La morte di Ivan Ilic non tira dritto se si imbatte in un incidente stradale, si ferma a soccorrere i feriti». Purtroppo no, Niffoi non ha ragione: lo pensavo mente lo ascoltavo, e lo penso oggi scorrendo questi post. C’è al mondo gente che legge grandi libri, e quando si imbatte in un incidente si ferma per sputarci sopra.
Di più: gli sputazzanti mi fanno anche chiedere se abbia ancora senso insistere nell’atteggiamento di chi non se la prende e fa spallucce davanti al fiorire di fotomontaggi dove la mia testa si trova, per dire, sul corpo di Eva Braun, o davanti agli epiteti di Somma Censora avanzati da ciarlatani che ti insultano pubblicamente per settimane e poi, in privato, ti mandano Sms chiedendoti dove possono farti avere una copia del loro ultimo libro.
Sfogo terminato, si va avanti.
Comincio oggi a leggere un romanzo di Roberto Tiraboschi che si chiama Sonno. Vi saprò dire. Ho già detto e scritto, invece, sul ritorno di Gianfranco Manfredi all’horror per Gargoyle: il libro si chiama Ho freddo. Nel sito trovate la prefazione, qualora interessati.
Per quanto riguarda il disegno Carfagna sulla prostituzione, leggo stamattina un intervento su Repubblica a firma di Luce Irigaray. Ve lo riporto, mi sembra che ci sia parecchio su cui discutere. Buona giornata.
Cercando nel dizionario Robert l´etimologia della parola “prostituire” o “prostituirsi”, ho scoperto che il suo primo senso è: esporre in pubblico cose che richiedono un po´ di riservatezza, un po´ di discrezione. Il significato della parola anzitutto conosciuto da noi oggi è, infatti, più tardo, cioè il suo riferimento alla prostituzione del corpo per rapporti sessuali con una, o generalmente parecchie persone, in cambio di denaro. Stranamente, il primo senso della parola dovrebbe svanire quando si tratta di sessualità. Anche se è per natura pubblica, la prostituzione dovrebbe allora rimanere invisibile. Ma come una cosa pubblica può esercitarsi in modo nascosto? Questo è il paradosso legato alla prostituzione: esiste a condizione che non si sappia e che non si veda che esiste. Di conseguenza, è cacciata da tutti i luoghi pubblici in cui si potrebbe sapere o vedere che si esercita: le case di tolleranza, le strade, eccetera.
Non c´è nulla di strano in tale contraddizione. La prostituzione partecipa della sorte riservata alla sessualità nella nostra cultura: esiste a patto che non si sappia, che non si manifesti in quanto tale. Nulla nei programmi scolastici tiene conto della necessaria educazione sessuale dei bambini, dei ragazzi e adolescenti. I programmi scolastici si fermano a insegnamenti relativi agli organi di riproduzione senza abbordare la questione dell´attrazione sessuale e delle vie per condividere il desiderio a un livello corporeo. L´istruzione si limita a descrizioni naturaliste degli organi sessuali da una parte, e dall´altra all´esposizione delle sventure amorose vissute dai personaggi della nostra letteratura.
Si può capire che i ragazzi cerchino presso le prostitute un´educazione un po´ più adeguata a ciò che provano.
Sfortunatamente, visto il disprezzo della sessualità nella nostra tradizione, e pure l´etica della stessa prostituzione, questi maschi in cerca di educazione sessuale ricadono in rapporti sessuali piuttosto naturalisti, senza desiderio né amore, che si svolgono in luoghi spesso sordidi e in cambio di denaro. Una simile iniziazione alla sessualità non favorisce gli abbracci amorosi futuri fra amanti; è piuttosto incitamento a mostrare le proprie capacità in un rapporto venale fondato su una certa schiavitù. Questo non contribuisce allo sviluppo della personalità del ragazzo, in particolare nella sua dimensione affettiva e relazionale, per la quale ha tanto bisogno di un´istruzione appropriata. La ragazza, da parte sua, non ha quasi mai l´opportunità di un´iniziazione sessuale scelta da lei. Diviene il più delle volte una sorta di prostituta involontaria, anche nello stesso matrimonio, e l´attrazione sessuale che prova si fa sogno sentimentale in attesa di qualche principe o signore, forse estraneo alla nostra vita terrena.
Si possono immaginare i problemi e le delusioni dei primi abbracci amorosi. Ora l´attrazione sessuale è ciò che ci può facilitare il passaggio dai bisogni individuali legati alla sopravvivenza a una condivisione con l´altro. È ciò che ci può aiutare a trascendere il nostro corpo come materia attraverso il desiderio, un desiderio che fa da ponte e mediazione tra corpo e anima, e anche fra l´altro e noi stessi. Questa spiritualizzazione del corpo e dell´amore carnale è resa impossibile per mancanza di una cultura della sessualità, per la sua repressione e riduzione a un bisogno, sessuale e perfino procreativo, che non ha più nulla di propriamente umano.
Troppo spesso, la nostra tradizione, specialmente la nostra tradizione morale, incoraggia questa decadenza dell´attrazione amorosa che fa nascere nella stessa anima ogni sorta di fantasmi e desideri sostituitivi. Da allora, non è più soltanto il corpo che è prostituito o si prostituisce, ma l´anima che si vende per ottenere soldi, potere o gloria. Cosa banalissima nella nostra cultura ma che suscita meno disprezzo e condanna di una prostituzione del corpo, tuttavia resa necessaria per mancanza di considerazione dell´importanza della condivisione carnale per lo sviluppo dell´umanità.
Uno dei contributi che la tradizione occidentale può apportare a una cultura mondiale è indubbiamente legato al messaggio cristiano. Ma, come nel tempo del primo cristianesimo, certi cristiani si confrontano oggi con persecuzioni, più sottili e diversamente dolorose rispetto a quelle del passato. Vivono in altre catacombe la loro fede in un amore che non esclude la condivisione della carne ma ne fa la condizione di una possibile divinizzazione dell´umanità. Saranno forse loro a promuovere la rinascita e la trasmissione di una tradizione d´amore che ci può rendere più pienamente e razionalmente umani?

16 pensieri su “CATTIVI PENSIERI

  1. E’ bellissimo Loredana grazie. Mi trova in grande sintonia.
    Oggi ho scritto un post sulla sessualità femminile e l’occidente. Credo che in qualche modo si possa collegare a questo, perchè in tutto questo bailamme della prostituzione rimane invariata la secondarietà del femminile rispetto al maschile, la sua subordinazione. La scotomizzazione in merito ai modi del piacere femminile. Se ne sa molto meno infatti.
    Niente volevo segnalartelo a te e naturalmente a chi interessa.
    (Scusami se questa mi faccio pubblicità – però io credo che queste cose ti interessino davvero)

  2. Cara Loredana,
    tutta la mia solidarieta`.
    A proposito di secondarieta` del femminile rispetto al maschile, ma nessuno ha visto la umiliante farsa a cui a una nota campionessa sportiva si e` sottoposta a Porta a Porta ieri sera? Possibile che oggi nessuno ne parli?
    Possibile che siamo arrivati a tanto e nessuno, uomo o donna se ne senta offeso?

  3. Loredana, per quanto riguarda i cattivi pensieri, resisti resisti resisti: non sei sola, hai moltissime persone intorno: donne, uomini, tutti i generi del mondo (che, lo sai, sono almeno 14).
    🙂
    Vero quello che dice Girolamo, purtroppo: Niffoi sbaglia (eccesso di ottimismo?), perché non bastano i libri “alti” o “grandi” a cambiare le persone. Perché un libro (alto, basso, grande o piccolo che sia) cambi una persona, ci vuole un ben più ampio e complesso contesto formativo, o sociale, o comunitario o relazionale (a volte basta qualcuno di cui ci fidiamo, a cui vogliamo bene); è il contesto sociale (comunitario, relazionale e così via) che può indurre le persone a entrare in una relazione personale e profonda con quel libro, oppure no. A cogliere le occasioni che il libro offre (se le offre), o perderle per sempre.
    Per questo i contesti formativi (dal nido alle scuole di ogni ordine e grado, all’università) sono importanti e mai abbastanza curati, coltivati, pensati.
    Quanto all’articolo di Irigaray, ehm… ci sono un paio di cose che non mi convincono. Commento a parte fra un po’, se le pressioni della giornata me lo permettono.
    Un abbraccio a tutti,
    Giò

  4. Vero, d’accordo, secondarietà del femminile. Ma… la campionessa è stata obbligata a fare quel che ha fatto? Obbligata da un copione? O si è volontariamente atteggiata a tanto? Insomma, d’accordo che gli uomini ancora hanno un ruolo preminente e condizionante…, d’accordo che le donne speso devono fare i conti con una cultura che le relega ai soliti ruoli…, però… un po’ più di accento sulla responsabilità individuale di adulti capaci di intendere e di volere cii vorrebbe.
    La campionessa è stata forse obbligata ad andare alla trasmissione?
    Perché, uomo o donna che sia, io vedo in questo caso una persona – donna – che consenziente e non obbligata partecipa a scenette rivoltanti.

  5. Solidarietà anche da parte mia (a me arrivano sms solo di finanziarie che vogliono darmi prestiti a tassi usurai) Per quanto riguarda la campionessa (ma vale anche per tanti uomini) non è automatico che chi è un campione nello sport lo sia anche nella vita. Però io punterei il dito verso quell’uomo che negli ultimi vent’anni ha trasformato tutto in un teatrino di varietà (e certo non il migliore…)

  6. Trovato un briciolo di tempo.
    Irigaray, dunque.
    C’è un presupposto fondamentale, in quell’articolo, che non mi va giù. Cito:
    “Si può capire che i ragazzi cerchino presso le prostitute un’educazione un po´ più adeguata a ciò che provano.”
    Come? L’idea sarebbe quella che i maschi sono inclini a sfogarsi nella prostituzioneper natura, lo sono cioè se lasciati privi dell’educazione sessuale di cui avrebbero bisogno?
    A quanto pare, sì:
    “Sfortunatamente, visto il disprezzo della sessualità nella nostra tradizione, e pure l´etica della stessa prostituzione, questi maschi in cerca di educazione sessuale ricadono in rapporti sessuali piuttosto naturalisti, senza desiderio né amore, che si svolgono in luoghi spesso sordidi e in cambio di denaro.”
    E le donne, invece? Quale sarebbe la loro predisposizione “naturale”? Una capacità di relazionarsi all’altro, di mettere spirito nel loro corpo? Mhhm, mi pare molto culturale, cioè tramandata, appresa, inculcata, questa predisposizione. Quando c’è.
    Insomma, mentre trovo condivisibile la prima parte dell’articolo (sull’ipocrisia del nascondere la prostituzione, come tutto ciò che riguarda il sesso), mi pare che nella seconda parte Irigaray riproduca la ben nota faccenda della differenza presuntamente naturale fra uomini e donne, per cui i primi sarebbero cattivi perché (in questo caso) cercano sesso “naturalistico”, le seconde buone perché inclini ad amore, cura e attenzione all’altro.
    Che ci siano differenze, è ovvio. Che siano naturali, proprio no.
    Che poi le differenze stiano esattamente nei termini in cui le mette Irigaray, be’… anche su questo ci sarebbe molto da discutere. Ma è discussione vecchia, accidenti: e se viene qualche dubbio, basta rileggersi le opportune pagine del libro di Loredana.
    Scusate, so bene che la questione è molto più complessa e mi rendo conto di averla tagliata con l’accetta, ma davvero ho il tempo ridotto ai minimi termini… 🙁
    Ri-ciao.

  7. Sapevo che Giovanna ed io avevamo dei punti in comune: ma addirittura potrei virgolettare quello che ha scritto e ripeterlo.
    Era quel che desideravo leggere dopo aver postato l’intervento di Irigaray…:)

  8. Eh
    La questione della differenza Giovannissima;)
    1. I prostututi sono di meno
    2. La differenza nella struttura anatomica dei sessi fa si che l’organo maschile dipenda anche dal sistema nervoso simpatico ergo neurovegetativo, mentre quello della femmina manco un po’. L’eccitazione sessuale viaggia su binari parzialmente diversi che nel femminile coinvolgono molto di più la vita mentale della donna. L’uomo invece passa il tempo della sua evoluzione psicologica a ricucire una dicotomia di partenza. Co sto coso un po’ altro.
    Poi certamente, la cultura prende e rinforza.
    Credo che questo ci entri un po’ con il discorso di Irigaray – ma mi pare che parli nel testo anche delle poverette fanciulle che non hanno una “adeguata iniziazione sessuale”. Insomma il testo mi pare moderatamente sessista:)

  9. Zauberei, non fare così, su: le conseguenze del cosiddetto pensiero della differenza sul post-femminismo sono state mooolto più dannose di quanto trapela dall’articolo, ohinoi. E tu sai benissimo cosa intendo, anche se fai finta di no, perché giochi sempre a fare la provocatorella.
    😉
    Lippa, lo so, lo so… ti ho immaginata fare il saltino (hic!) sulla sedia mentre leggevi, proprio come l’ho fatto io. Ma so anche quante volte mi sento sola soletta a dire certe cosacce in pubblico… 🙂

  10. (non sempre faccio la provocatoriella giovanna (anche se è vero spesso:) alle volte sento proprio una differenza di prospettiva e il dover conciliare certe consapevolezze – tipo le famose conseguenze di cui parli con altre consapevolezze cioè le differenze che studio. Si tratta di pareri diversi. Ma appunto per questo – qui chiuderei)

  11. Anche a me l’intervento è piaciuto, ma colgo con apprezzamenti anche le varie critiche.
    Sono stradaccordo sul fatto che di sesso e sessualità (ma soprattutto di sesso) se ne parli a malapena, di striscio e controvoglia. Ed è un peccato. Nel senso cattolico del termine.
    In molte famiglie (compresa la mia, che è terrona ed è stata educata tra conventi e seminari) l’argomento sessuale è un tema evitato come la peste. Quando mia sorella parlò per la prima volta degli assorbenti interni si scatenò una tempesta multipla. Grazie ai suoi sforzi, credo e spero, la tensione si è allentata e mia madre ha fatto dei passi in avanti. Ma percepisco la sua lotta interna contro i precetti con cui è stata bombardata per anni.
    In questo tipo di ambientazione, il sesso non si lava in famiglia, per così dire.
    Mi auguro con la mia prole (se mai sarà) di essere un po’ più solidale e meno ermetico di quanto abbiano fatto i miei. Non so se servirà a risolvere il problema, ma almeno eviterò che come capitò a me, quando andai a 13 anni a vedere il museo d’Orsay, la vista de “L’origine del mondo” mi turbò per mesi. E a tutt’oggi, che non sono ancora riandato a Parigi, è l’unico quadro – tra tutto quel ben di Dio – che ricordi.
    Volevo aggiungere una cosa.
    Io credo che i libri possano cambiare le persone. A me lo hanno fatto. Non sono stati però né Fedor, né Proust, né Henry James.
    Sono stati Salgari, Verne, Molnar e Conan Doyle (più fiabe e miti vari), per il semplice motivo che li ho letti trai 7 e i 10 anni. Non so quanto il contesto attorno a me sia stato determinante. Probabile che se fossi stato figlio di un diplomatico in Giappone, l’impatto con Sandokan e il Corsaro Nero sarebbe stato diverso. Ma è anche grazie a loro se oggi non tiro avanti quando vedo un incidente…

  12. p.s. Avete sentito della ex concorrente del GF? Un milione di euro per la mia verginità. Non so se sia un genio rivoluzionario, o il monumento al fallimento di trenta di lotte femministe. Un maschio non riuscirebbe mai a fare una proposta del genere, questo senz’altro.
    Ma il punto è: perché si trova sulle pagine di tutti i giornali?

  13. C’è qualcosa che non mi quadra nel testo della Irigaray (oltre a quello che ha già detto molto bene Giovanna), ed è questa dicotomia amore/desiderio che mi sembra provenire dal baule degli stereotipi.

  14. Temo che tutto il discorso della Irigaray sia fuori tempo.
    “Si può capire che i ragazzi cerchino presso le prostitute un´educazione un po´ più adeguata a ciò che provano.” mi sembra una frase che può appiccicarsi a Stephen Dedalus, non ai teenagers di oggi.
    Luce Irigaray non tiene conto del cinema, di MTV, delle droghe ricreative, del porno ai tempi di internet… ma allora la sua non è un’analisi, è un commento.
    Augurarsi poi che il cristianesimo abbandoni la sua sessuofobia quasi originaria e diventi un vettore di liberazione in questi argomenti mi sembra un’ipotesi puramente controfattuale.

  15. la ex del Gf si chiama Fico. Un nome che è tutto un programma. Il problema è che La verginità non è per fortuna più un valore per nessuno e la dolce fanciulla se proprio vuole vendersi proponga qualcosa di diverso che un imene intatto

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