PICCOLO GRANDE UOMO

Sono alle prese con due cose da scrivere entro stasera, fra loro piuttosto lontane: un articolo su Poe e un intervento per il Maggio Musicale Fiorentino su…Sigfrido e la rete (adoro mettermi nei guai da sola, come si nota).
Nel frattempo ho letto, in ritardo, l’intervento di Francesco Piccolo su L’Unità a proposito della prostituzione: noto che l’argomento sta comprensibilmente scatenando reazioni su reazioni.  Purtroppo l’articolo di Piccolo non è on line: se non per una piccolissima parte che, suppongo, è quella destinata a suscitare, come si suol dire, dibattito. Ovvero:

(…) Se vedo per strada una donna seminuda, procace, di qualsiasi colore e di qualsiasi età, con l’aggiunta psicologica che con alcuni euro posso toccarla e farci sesso, io mi eccito. Posso vergognarmene, ma mi eccito. Se non sono solo, la guardo con uno sguardo veloce e fintamente distratto; se sono solo rallento e guardo più a lungo. Sono una persona colta, civile, consapevole. E infatti rinuncio al passaggio successivo, al mettere in atto ciò che il mio istinto bestiale mi suggerisce (…). Mi sono rassegnato a comprendere la seguente cosa: che la ragione civile e l’istinto bestiale convivono serenamente, non si curano l’un l’altro e se ne stanno insieme fino alla dipartita del contenitore (…).

 Provando a sintetizzare il seguito, Piccolo sostiene che non è possibile limitarsi, per quel che riguarda la prostituzione,  alla facile indignazione:  ignorando così la propria “parte oscura”, le percentuali di “fascismo, bestialità, imbecillità” che sono dentro ogni uomo (ogni maschio, mi par di capire). Le quali vanno invece comprese per essere eventualmente distrutte, o quanto meno tenute a bada. Il legislatore, dunque, dovrebbe comprendere “lo stato delle cose” per poi “regolarlo al meglio”: e lo stato delle cose, dice ancora Piccolo (cui chiedo perdono per il riassunto, certamente impreciso) è che il nostro Paese, e non solo, è ancora abitato da una grande quantità “di maschi involuti, a prescindere dalla volontà che hanno di evolversi. Me compreso”.
Filerebbe, il discorso: ma alla vostra eccetera sorge un dubbio. Non occorrerebbe allora che quel legislatore lavorasse, sia pure sui tempi lunghi, per favorire quella evoluzione? Mi ripeto, e lo so bene: ma i maschi involuti di cui parla Piccolo non sono tali per natura, ma per cultura. Le conseguenze tiratele voi.

33 pensieri su “PICCOLO GRANDE UOMO

  1. Ma basta con sta storia dei maschi involuti che devono, sempre, fare conto con il loro lato oscuro. Accettarlo.
    Più che una questione culturale, sono ormai persuasa sia un’invenzione letteraria nutrita della sua estensione cinematografica.
    In questo periodo mi è capitato di leggere parecchi libri di autori americani, pieni, zuppi di “ste fregnacce”.
    Forse la sessualità maschile è un pochetto più complessa, considerando solo che un maschio può essere gay, tras, transgender.
    E, magari, la sessualità di alcune donne e assai più semplice di come la descrivono le riviste di moda. Molto probabilmente quando una signorina vede un bel tipo al bar, il suo primo pensiero è fargli scivolare la manina nelle mutande.
    E molte mamme non ci crederanno, sicuramente neanche i papà, ma quando le figliolette adolescenti guardano rapite il poster della rockstar o dell’attore figo, appeso nella loro cameretta, non stanno pensando all’ammmmoreee della loro vita.

  2. Uh sono super d’accordo con questa cosa, che però si riallaccia pure con quello che dicevo ieri. Magari a te non ti importa – ma te ne sono grata.
    Aggiungo: c’è anche un femminile che nella simbolica della prostituzione trova il suo lato oscuro rappresentato. Non è solo il meccanismo economico che porta alla prostituzione ma dei modi psichici del soggetto che ci si abbinano. Non sempre, ma non così di rado. E se questi modi psichici non sono all’origine della scelta possono essere il veicolo di un adattamento alla scelta, non chè paradossalmente i motivi per cui quando certe donne parlano di prostituzione cominciano a dire cattiverie e volgarità fin troppo viscerali. Allora sarebbe bello che lo stato anzichè i belletti inoltrasse dei provvedimenti come dici tu che facciano evolvere culturalmente e psichicamente tutti i suoi cittadini.
    Stante la situazione culturale e la percezione collettiva della psicologia mi perdonerete un certo pessimismo.

  3. Anni fa mi è capitato di fare un reportage sul mondo della prostituzione e dei peep show a Amsterdam per il mensile Max.
    L’operatrice del sesso, così si definiva, la ragazza che mi faceva da guida nell’impero Casa Rosso, mi ha detto, testuali parole: “L’unica cosa che devono capire i maschi è che noi stiamo fornendo un servizio”.
    Naturalmente, essendo l’Olanda un paese evoluto, lei guadagnavo molto, aveva la previdenza sociale, i giorni di ferie. Vista in quest’ottica, il tutto si risolve in una mera transizione commerciale.
    La visione mi era piaciuta molto perché spogliava di moltissime sovrastrutture, sia cultuali che psicologiche, il rapporto tra professionista e cliente.

  4. Francesco Piccolo gioca un ruolo prezioso, che gli è particolarmente congeniale (vedi l’Italia spensierata): provocare i presunti intellettuali (intellettualizzati e intellettualizzandi), per indurli ad abbandonare lo snobismo a cui tanto sono affezionati e ammettere l’infimo che è (anche) in loro. Giusto.
    Questo abbandono con relativa ammissione dei propri peccati, tuttavia, può portare le persone a fare passi successivi, oppure no. Se ci si blocca lì, si resta impiccati al palo degli stereotipi, come giustamente osserva Alessandra C. (D’altra parte, Piccolo fa proprio questo: mette a nudo gli stereotipi e, soprattutto, il piacere che se ne ricava. Il che è già moltissimo.)
    Se non si resta al palo ma ci si muove in modo miope, allora si prendono misure repressive, punto e basta. Tipo le multe ai clienti delle prostitute.
    Occorrerebbe guardare lontano, invece, come giustamente dice Loredana. Con leggi e normative varie, ma non solo: con mille altri interventi sulle scuole, le università, i media e chi più ne ha più ne metta. Interventi su tutte le fabbriche di stereotipi, insomma.
    Ma per fare questo occorrono persone che sappiano *anche* (non solo) guardare la bestia che è in loro, in noi e in tutti gli esseri umani: donne, uomini e generi sessuali vari. Per dare pari opportunità a tutti nel difendersi da tutte le bestie, mi viene da dire.
    Il che equivale a dire che occorrono persone acute, lungimiranti e libere da stereotipi, lo so. Ma di queste persone, nella classe politica italiana, non vedo l’ombra.

  5. Un mese fa ero in un rifugio dell’appennino, e al tavolo vicino al nostro c’erano dei cercatori di funghi sulla sessantina di ritorno dalla loro passeggiata, tutti uomini e montanari. Parlavano di donne, uno di loro diceva pressappoco così: “Io quando vado al mare e vedo una donna che prende il sole con tutte ‘ste tette di fuori, be’, non mi dice niente, non mi fa nessun effetto. Ma se sto in montagna, e poco poco vedo una sottana che svolazza da lontano, allora sì che m’appiccio [mi infiammo]”. Per dire che la cultura incide parecchio sul desiderio sessuale, persino quello maschile! e che la cosa – come si diceva – è molto complessa e non riducibile agli innati istinti bestiali come fa l’articolo dell’unità. Fermo restando che la sedimentazione culturale e materiale ha creato un’egemonia e dei meccanismi duri da smantellare. Che però, temo, non verranno certo giù a colpi di essenzialismo.

  6. Di preciso, che tipo di interventi del legislatore si auspicherebbero, in merito alla prostituzione, per portare a una evoluzione dei meccanismi del desiderio sessuale maschile (quello femminile mi pare il grande assente da questo dibattito)?

  7. Scusate la domanda banale, ma cosa potrebbe mai fare il legislatore, dal punto di vista culturale, quando l’intero universo mediatico gli rema contro?
    Basta guardarci attorno per capire l’impossibilità d’intervento.
    Se si accetta che la sessualità è orientata soprattutto culturalmente, bisogna analizzare l’insieme di informazioni che edificano il sistema “desiderio”.
    Meglio non farlo altrimenti non se ne esce, perché bisognerebbe parlare di libri (compresi i testi scolastici), televisione, cinema, videogiochi, riviste, siti internet e blog, il percorso formativo di un giovin moderno.
    Un legislatore mon può intervenire in questo percorso, e anche questo percorso è sottoposto alla dura legge della domanda-offerta.
    Faccio un esempio cretino, ma che mi ha dato da riflettere, un articolo su una rivista femminile, la trasformazione del maschio metrosesual a metrosesual. Un capolavoro di marketing, con tanto di saggio appena uscito negli USA, che indicava chiaramente come il richiamo erotico fosse assoggettato alla moda. Mode che devono cambiare, possibilmente in fretta, per essere sempre spendibili.
    In questo momento ci troviamo nel periodo machismo di ritorno, più che un regresso cultural-legislativo, mi sembra un brutto riflusso del mercato.
    Probabilmente alle femmine hanno già venduto di tutto, dal femminismo patinato alla crema per-sempre-giovani.

  8. Mi pare che qualcosa di simile era gia’ riportato in Allegro Occidentale.
    E poi se non sbaglio tempo fa su questo blog non ci fu un serrato dibattito “libertario” sulla pornografia. E adesso dove sarebbe lo scandalo? Accettando il porno necessariamente si tollera la prostituzione. Ovviamente non e’ la mia idea

  9. Sono d’accordo con te, Alessandra C, l’impresa è immane e forse disperata. Ma qualcosina, il legisatore, nel suo piccolo, potrebbe/dovrebbe fare. Certo, poi si alzeranno alcuni a dire che non basta, altri a dire che non si può reprimere la libertà di espressione. Ma intanto.
    Prendi il recente rapporto dell’Europarlamento (su iniziativa della svedese Eva-Britt Svensson), di cui si parlava una decina di dieci giorni fa (e lunedì 8 settembre anche su questo blog) – rapporto che chissà mai se verrà tradotto in una direttiva europea, per inciso.
    Il rapporto prevede che si evitino stereotipi sessisti in pubblicità: casalinghe da un lato, maschiacci dall’altro per intenderci. Al che qualcuno dice: ma la pubblicità rispecchia il mondo. Altri invece: vietato vietare, perché altrimenti dove si va a finire.
    Io mi limito a dire: ma non sarebbe meglio di niente?

  10. E in effetti Piccolo, all’inizio del suo articolo (inizio che forse non è in rete, io l’ho letto sul cartaceo) sottolinea proprio ciò che dice Loredana, e cioè che i maschi involuti lo sono per cultura. Anche se mi riesce difficile pensare a un cambiamento culturale (di questa portata) imposto per via legislativa… la legge Merlin ci è riuscita solo a metà: quello che era normale per un ventenne a metà degli anni 50 (case di tolleranza ecc.) era fuori dal mondo per chi, come me, era ventenne a metà degli anni 80. Evidentemente però molti ventenni degli anni 80, ora quarantenni, devono aver avuto un ripensamento, vista la situazione di oggi.

  11. Il discorso non è vietato vietare, ma attenzione a mettersi a vietare comportamenti privati fatti tra adulti consenzienti. Anche parlare di approccio pedagogico del legislatore ha dei rischi secondo me. Se per esempio io pensassi che l’aborto è il frutto di una cultura materialista che disprezza la vita e porta alla cancellazione del senso morale, e dicessi, sì lo so, è lo stato delle cose, ma se il legislatore facesse qualcosa per promuovere un’evoluzione verso il superamento di questa cultura materialista le cose andrebbero meglio, in che cosa il mio ragionamento differirebbe da quello che si sta facendo sulla prostituzione? Tra l’altro questa è la posizione di diverse persone che attaccano la 194 e il diritto di scelta sancito per legge in generale.
    Però per parlare in modo meno astratto, io credo che sarebbe interessante proporre dei modelli di legge (anche a grandi linee, certo, non credo che nessuno sia un giurista, o se sì, anche meglio) pratici. Nel caso della prostituzione, ripeto, chi in buona fede ha questa posizione, quale tipo di legge vedrebbe favorevolmente?

  12. Le leggi possono aiutare, certo. Sì, ma…
    Una legge ha aperto una discussione “intellettuale” sugli “Istinti bestiali” dei maschi.
    “Istinto bestiale?!”, la sola l’associazione di queste due parole dovrebbe far sbellicare il lettore dalle risate.
    Quelli che dovrebbero essere i rappresentanti culturali, parlano di istinti bestiali e, vivono in città, si spostano in macchina, usano il cellulare… con buona probabilità non hanno mai visto un toro montare una vacca (la mucca è un’invenzione letteraria).
    Dopo la filosofia, la sociologia, la psicologia, a random, i nostri intellettuali, colpiti da un’epifania nel loro lato oscuro, riscoprono gli istinti bestiali.
    Scusatemi, ma a me l’articolo proposto dall’Unità mi sembra uno scherzo. Nel senso che mi fa ridere.

  13. Io non penso che qualcuno si debba scandalizzare, né tantomeno vergognarsi se mentre cammini per strada una bella ragazza semi ignuda ti addita con esplicite rivendicazioni sessuali e tu (bel maschione) senti un certo languorino.
    Ma stiamo scherzando?
    Allora madre natura cosa doveva installarci nel DNA per farci eccitare?
    Addirittura “istinto bestiale, se non fascista” lo definisce Piccolo. Io starei più tranquillo e lo definirei “istinto” senza coloriture.
    Detto questo, su cento di quei passanti se ne fermeranno due. Facciamo tre.
    Perché gli altri 97 tirano a dritto? Perché un nanosecondo dopo la scannerizzazione delle cosce e delle tette della giovane fanciulla, nella tua mente si profilano nell’ordine le seguenti parole: “puttana”, “pagare”, “se mi sgamano sono finito”, “io non lo farei mai”. In sostanza una evidente censura culturale ed economica (provate a pensare nel caso fosse gratis se e come cambierebbe la statistica) stoppa il nostro bel maschione.
    Dice: senza quei tre allucciolati, che almeno numericamente sono una stretta minoranza, i magnaccia sarebbero per le strade.
    Premesso che non so se senza i magnaccia il fenomeno della prostituzione si autocancellerebbe, la causa di tutti i mali del suddetto fenomeno sono davvero questi tre che hanno prestato ascolto al lato oscuro e in cui evidentemente i filtri culturali vanno un po’ a ramengo nella loro capoccia?
    Io non penso.
    Come non penso che uno stato possa vietare qualsiasi tipo di prostituzione. Nel senso descritto dal topic precedente.
    Ciò che lo stato deve – nel modo più assoluto – fare è “severamente punire” gli sfruttatori e gli incitatori alla prostituzione (che sono dei veri criminali, lucidi e razionalmente involuti).
    E a livello utopistico favorire un’idea di società in cui le donne non hanno bisogno di vendersi per denaro per realizzarsi, e non parlo solo del corpo come oggetto sessuale: ci sono vari livelli di mercificazione. E su questo argomento ci sono delle bellissime teste nel blog in grado di chiarirmi le idee e lascio volentieri la palla a loro.
    A livello pratico come chiedeva “Fata”, la prima cosa che penso quando il 10 Gennaio, con fuori meno dieci gradi, vedo delle ragazze in minigonna che muoiono di freddo è: non sarebbe meglio per loro starsene al calduccio in una stanza?
    Ma da quanto ho capito l’idea del “bordello” è un salto all’indietro culturale…
    Per tornare all’articolo di Piccolo. Io spero che quel languorino di cui sopra possa continuare ad esistere in qualsiasi tipo di società futura o futuribile. Perché se davvero esistesse un’educazione in grado di reprimerlo, credo che la cura Ludovico al confronto sarebbe una giacchettata.
    E chissà con “Second life” e le nuove virtualità come andrà a finire la questione…

  14. Su quanto sia ridicolo l’intellettuale che parla di bestie e non ne ha mai viste… be’ 🙂 d’accordo con Alessandra C. Non metterei Piccolo in quel novero, anche se ammetto di non aver letto l’articolo per intero, ma solo nello stralcio e nella sintesi di Loredana (ma ho letto per intero e apprezzato il suo L’Italia spensierata).
    Quanto agli sconfinamenti di leggi leggine leggiuzze nelle vite private, la materia si fa delicatissima, è vero, cara fata. E pure a me piacerebbe discutere queste cose anche (non solo) con esperti e illuminati giuristi…

  15. Non sto dicendo che bisogna vergognarsi delle pulsioni, Ekerot. Anzi, nel primo post dico, addirittura, che non riguardano solo il genere maschile.
    Sono le pulsioni rielaborata intellettualmente per la bisogna nell’articolo di Piccolo che mi fanno ridere.
    Sono stereotipate, scorrette ma non troppo il “Se vedo per strada una donna seminuda, procace, di qualsiasi colore e di qualsiasi età, con l’aggiunta psicologica che con alcuni euro posso toccarla e farci sesso, io mi eccito”.
    Ma scusa, se invece non fosse una lavoratrice del sesso, il tuo istinto bestiale non entrerebbe in funzione?
    Allora è un istintino addomesticatino, che prevede tutta una serie di sovrastrutture complesse, tipo: il denaro, la contrattazione, la disponibilità della signora. In questa frase entra in gioco anche “l’aggiunta psicologica” del potere.
    Non so, sarò un po’ perversa ma l’istinto bestiale potrebbe essere “Se vedo per strada una donna seminuda, procace, di qualsiasi colore e di qualsiasi età, con l’aggiunta psicologica che posso piantarle una clavata in testa e farmela seduta… mi eccito”. Naturalmente la nostra società, che ribadisco a poco a che spartire con l’istinto, ti sbatte in galera.
    Per quanto riguarda la prostituzione sono fermamente convinta che gli unici che debbano essere perseguiti siano gli sfruttatori, a ogni livello.
    Per il resto ci saranno sempre, maschi e femmine, che eserciteranno. Sarò politicamente scorretta, ma io la vedo una evoluzione della clavata in testa, socialmente accettabile.
    Penso che la nostra società dovrebbe lavorare di più sulla libertà di scelta degli individui, su poi qualcuna vuole pagare il clone di Keanu Reeves per fare sesso, ma saranno affari suoi?

  16. Al concerto dei Radiohead pioveva. Dalla tribuna dove ero io vedevo alcuni ragazzi che scavalcavano la transenna che divideva la tribuna dal prato, per avvicinarsi al palco. Ovviamente era vietato, il biglietto che avevano acquistato non glielo permetteva. Al di là della transenna c’erano degli addetti della sicurezza, che, sotto la pioggia, dovevano inseguire (inutilmente) i ragazzi che scavalcano e fuggivano a gambe levate verso la massa al centro del prato.
    Era una scena assurda, ve lo assicuro. Ad un certo punto uno del servizio d’ordine, per cercare di placcare un ragazzo prese uno scivolone clamoroso e si ritrovò col culo per terra. L’intera curva rise, prendendolo in giro e facendo il tifo per il transfuga.
    Il mio primo pensiero, guardando l’uomo a terra, fu: “poveraccio, che lavoro di merda”.
    Sono stufo del luogo comune della bestialità ferina maschile. Quando vedo una prostituta il sesso è l’ultima cosa che mi viene in mente. La prima, istintiva, è sulla sua condizione lavorativa. E non la invidio.

  17. Assolutamente d’accordo, Alessandra. Infatti dicevo che all’inizio per il primo secondo vedi solo una bella ragazza ignuda.
    Poi certo pensi alla persona che sta lavorando lì. Ma almeno personalmente, per il primo secondo entra in modalità automatica lo scanner. E spero che dello scanner non cadano mai in prescrizione i drivers.
    [Per quello che dice Biondillo, se a cadere fosse stato il ragazzo l’effetto comico sarebbe svanito subito. Perché il 99% degli spettatori non era un poliziotto.]

  18. La ferinità è un fatto comune, e non crediate che io per dire non sia stanca dei luoghi comuni. Ma ancora più stanca sono del vedere addosso a posizioni articolate, o prima di appurare se lo sono o meno la responsabilità dei luoghi comuni, delle derive che un concetto può prendere.
    Arriva uno e dice: i neri ad Harlem hanno un basso livello di istruzione. Dice solo questa cosa: magari pensa un sacco di altre cose, sulle cause sulle sfumatorue sulle potenzialità, ma ha fatto un’indagine e ne riporta gli esiti. Non può essere responsabile del fatto che arriva un fascita e dice la stessa cosa con altro tono e altra ignoranza.
    Il discorso di come la rappresentazione sessuale giochi nel maschile e nel femminile e di come questo sia diverso è un fatto su cui si studia e si lavora da tanto tempo, e per quanto ne so mai abbastanza. Ora va bene arrabbiarsi con chi abusa di stereotipi, ma forse prendere sul serio certe riflessioni o quanto meno fare loro (sembra che mi riferisco a me, ma non mi riferisco a me, mi riferisco in generale a delle discipline a degli orientamenti) delle domande ulteriori sarebbe un po’ utile a tutti.

  19. bello leggere qui che il sesso afferisce al “lato oscuro”, che è ferino, eccetera.
    bello dover constatare che il ritorno alla cultura degli anni cinquanta pervade tutte le menti, anche quelle che non l’avresti mai detto.
    stupefacente Piccolo che “confessa” di arraparsi alla vista di una puttana discinta, anche se lui non vorrebbe, perché c’avrebbe un ego intriso di etica, ma un uomo è un uomo, signora mia.
    poi c’è “lo stato delle cose”, di cui “il legislatore” dovrebbe “tener conto”.

  20. Bello leggere, alla fine di una serie di commenti di notevole interesse, quello di un personaggio che non si è mai mosso dagli anni Cinquanta, e che nella sua immensa arroganza non ne è consapevole.

  21. Bello leggere (in generale, i libri, i giornali, ma anche nello specifico questo thread così interessante, e poi quest’ultima stoccata della Lippa, fenomenale).

  22. si vede che lipperini è più giovane di me (che son “arrogante personaggio”: la parola “personaggio”) e degli anni cinquanta non sa, non si ricorda, non può ricordare, nulla come del resto garufi (la parola “stoccata”.
    per cui sarà bene mettere in galera le puttane di strada e i loro clienti.
    e se si andrà al bordello, poco male: la legge saprà capire che la carne è debole.
    buon viaggio nel prossimo futuro, buon dibattito pre-consensuale.

  23. Bello leggere i post di Ekerot, con il quale sono completamente daccordo (scusate, ma volevo continuare l’anafora! eheh).
    E pure tashtego, IMHO fa una provocazione niente male.
    Per quanto mi riguarda, [modalità Savonarola] per fermare lo sfuttamento della prostituzione c’è poco da legalizzare, perché le ragazze di strada sono a basso costo e a quanto pare sono le più richieste.
    Io darei un bel po’ di anni di carcere, oltre che ai magnaccia, soprattutto ai clienti, l’unico motivo per cui esiste il fenomeno.[/modalità Savonarola]

  24. Non capisco. Si vuole eliminare il mestiere più vecchio del mondo… Se è così vecchio un motivo ci sarebbe. La prostituzine è nata con l’uomo in quanto essere umano. Si parla di ‘bestialità’ riguardo un desiderio sessuale per una prostituta, e perchè no per una donna ‘normale’? Non capisco. NOn può essere che in fondo per l’uomo e per la donna (si dimenticano i gigolò, che non sono leggenda) trovare sesso a pagamento costituisa un deterrente contro gli stupri e le violenze? dopo un atto sessuale (o più) ci si sente meglio, diciamo così…
    Biondillo dice che se vede una prostituta pensa a ‘eccetera eccetera’, magari succede, ma poi ci si va…

  25. Coda di paglia, Gianni? Io no, non ci sono stato… ma amici miei ci sono stati e ci vanno. Non sono mostri, belve feroci, o gente che ha dei lati oscuramente perversi: la stragrande maggioranza di quelli che sono andati o vanno a prostitute è gente che preferisce andare con donne a pagamento, al posto di praticare l’arte di Onan. E’ gente sola, magari timida, insicura di sè: umanamente uomini.
    Del resto tu le chiami ‘puttane’, e questo putroppo mi dice molto su come la pensi su queste DONNE (e forse in generale), che sono quanto di più umano ci possa essere, credimi. Edith Piaf è stata una di loro, e io non usarei mai il termine ‘ex puttana’, nè per lei, nè per altre che lo sono state….

  26. Non meno umani di coloro che tengono a dire che non vanno da queste donne.
    Magari uno di questi giorni o sera tardi ci andrò: per vedere ‘l’effetto che fà’… magari dopo un pò che sarò uscito dalla tana (della cosiddetta lupa, qualche millennio fa) mi trasformerò in un mostro, e coglierò pure l’occasione di descrivere la mia metamorfosi, come nelle saghe letterarie di cui sai…
    Ironia a parte: può essere che dopo averle come dici tu ‘scopate’, dopo aver spento in chi va da loro- temporaneamente – i normali ardori sessuali come avviene in realtà, si trovi occasione interessante di dialogo più con una donna che fa sesso a pagamento (scusa non è plitically correct, non mi riesce di essere sprezzante con loro) che con le rispettabili signore o signorine di normale frequentazione…
    C’è gente che ha sperimentato di persona questa situazione. Ragion per cui il tipo si è sentito meglio non solo dal punto di vista fisico, quando ne è uscito. Una prostituta psicologa, insomma… te la senti di escuderlo?…

  27. Nelle storie scritte dai masculi, la prostituta ha sempre dei bellissimi ruoli, non solo di riscatto.
    Pensavo all’immaginario del Cinema senza questo mestiere. Che avrebbe fatto la diligenza di “Ombre Rosse” senza Dallas?

  28. è su questo mito (quello di Pretty woman e di Cenerentola, leggete “Economia canaglia” di Loretta Napoleoni) che si fonda l’illusione delle nuove prostitute schiave dell’est e molta della pelosa autoindulgenza di molti maschi che non vanno a puttane ma a “donne-che-fanno-sesso-a-pagamento”.

  29. Ma quale autoindulgenza: è una indulgenza plenaria: per coloro che fanno sesso pagando, perchè non possono altro, per vari motivi. E per le donne che ne approfittano (da profitto). Entrambe le categorie non rientrano in quelle ‘mostruose’, ‘belluine’, ‘bestiali’ ecc.
    Questo eccesso di condanna di chi va con le prostitute mi sembra patetico e ridicolo. E dannatamente ipocrita…
    un saluto a tutti.

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