Negli ultimi tempi continuano ad apparirmi sulla home di Facebook i video di Fabiosa dal titolo La vita è bella. Non capivo di cosa si trattasse, e ne ho guardato uno. Poi, come in tutte le perversioni che si rispettino, ne ho guardati altri. Sono alquanto impressionanti, ma non nel senso che immaginate. Raccontano di situazioni familiari, quasi sempre: mogli tradite, madri ingrate o generosissime, amanti crudeli, situazioni estreme (bimbo malato a cui il padre rifiuta di donare un rene per sollazzarsi con una giovincella, madre nata con un rene solo che pure si sottopone a trapianto, padre pentito che infine dona il rene a lei). Con morale e un certo lieto fine d’ufficio. Sono cartoni, con dialoghi molto semplici e realizzazione grafica minimalissima.
Li vede una marea di gente.
Così mi sono incuriosita e sono andata a cercare notizie. Loro dicono di sé:
“Fabiosa Media è un editore globale che sviluppa e distribuisce contenuti virali su Internet. La nostra missione è quella di arricchire la vita delle persone fornendo loro contenuti stimolanti, positivi e utili.
I video di Fabiosa sono già stati visionati da oltre 2 miliardi di utenti su Facebook. Con oltre 124 milioni di visitatori unici al mese, il nostro sito continua ad attirare migliaia di nuovi lettori su base giornaliera.
Adattiamo i nostri contenuti ai lettori di Stati Uniti, Regno Unito e Australia. Inoltre, i nostri stimolanti contenuti vengono presentati anche in altre 4 lingue: francese, tedesco, italiano e spagnolo.
Ci piacerebbe che ci aiutassi a diffondere il nostro messaggio e la nostra visione di positività mettendo “Mi piace”, commentando e condividendo i nostri post!
Siamo qui per intrattenerti, in ogni momento!”
Intrattenerti, eh? Il problema non è tanto, come si dice qui, che Fabiosa si rivolge a “donne intellettualmente mediocri”: è la banalizzazione della tecnica narrativa, che non va affatto paragonata ai romanzi rosa, non a quelli contemporanei almeno, che hanno ben altra costruzione. Qui è come mettere in atto una favola consolatoria, in cui si dice alle donne che sono un po’ sceme, molto ingenue, che gli uomini sono cinici e pronti a scappare con una più giovane e bella. E’ l’asciugarsi del racconto fino alla didascalia, insomma. Se somiglia a qualcosa, somiglia ai video acchiappa-discepoli delle sette.
Chi se frega, direte voi, perché in fondo questa roba qua potrebbe passare per la versione soap opera dei creepypasta o dei racconti che si intrecciano sulla rete. A mio parere, un filo di pericolo, comunicativo soprattutto, c’è. Comunque studio, a dimostrazione che non tutte quelle che consideriamo insidie (e di contro le possibilità positive) vengono dai personaggi e dalle trasmissioni televisive. Anzi, sempre meno.
NB: Il blog si prende una settimana di pausa, poi torna, poi va in pausa per un mese, come sempre. E io con lui.