STRANIAMENTO

Dopo quattro mesi, ho ripreso le mie due metropolitane e sono passata – son qui – a via Asiago. Straniamento è la parola giusta.  I miei passi si sono adeguati immediatamente all’abitudine, sapevo quando alzarmi perché la mia fermata stava arrivando, il mio corpo ricordava che all’uscita da Lepanto dovevo girare l’angolo tenendomi larga, perché regolarmente ci si scontra con qualcuno che arriva dall’altra parte, riconoscevo le facce, i negozi, i punti sconnessi del marciapiede. Entrare in radio è come non esserne mai uscita, se non fosse per il termoscanner e la mascherina e i gel.
Eppure, sono qui e non sono qui. Non è malessere (il primo che commenta “forse sei di cattivo umore” lo mordo). E’ capire fino in fondo quanto la ferita sia ancora aperta, e quanto tempo dobbiamo darci, o forse, va bene vitalisti, d’accordo, sono io che devo darmi tempo. E ripensarlo.

2 pensieri su “STRANIAMENTO

  1. Cara Loredana , mi trovo nell’Altopiano di Renon tra boschi , prati e montagne , mi godo le bellezze della natura dopo mesi vissuti con la paura ( mio marito medico di famiglia ) “la ferita è aperta ” . Ho portato con me il libro _Tornare a galla di Margaret Atwood , ti ringrazio è molto bello.
    Annunziata

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna in alto