CHI HA PAURA DEGLI EBOOK?

Leggo con molto interesse il blog di Tombolini: soprattutto negli ultimi tempi, quando l’argomento ebook rimbalza qua e là senza trovare ancora una definizione precisa. Tombolini, invece, è ben certo del loro ruolo: non futuro, ma presente. E in uno degli ultimi post lancia un preciso invito agli editori.  Leggete, meditate e ricordate che su Amazon l’ultimo romanzo di Dan Brown è stato più venduto in versione che scaricabile che in formato cartaceo.
E’ molto interessante accostare a questo l’intervento di Gian Arturo Ferrari, direttore generale della divisione libri Mondadori, così come è stato riportato da Luca De Biase:
“Per Ferrari, la distinzione fondamentale del mercato è tra i libri a progetto e i libri d’autore. I primi sono progettati industrialmente dagli editori e sono prevedibili nei loro sviluppi economici, i secondi nascono spontaneamente per volontà degli autori e sono totalmente imprevedibili.
La rivoluzione fondamentale dei prossimi anni è l’ebook, per Ferrari. Abbasserà i costi, abbasserà i rischi, cambierà i rapporti tra autori ed editori. Ma avverrà prima di tutto sui libri a progetto, soprattutto quelli scolastici. Poi si svilupperà sui libri d’autore.
Per gli editori sarà un grande cambiamento. E il loro valore si concentrerà sul possesso del marchio. E’ possibile, dice Ferrari, che con la fine del rischio imprenditoriale di stampare i libri, gli editori non saranno più quelli che pagano gli autori, ma saranno gli autori a pagare gli editori per poter usare il loro marchio.
In tutto questo si inserisce, dice Ferrari, la variabile impazzita di internet. Un’ideologia dell’uguaglianza, del peer-to-peer, inconsapevole che non tiene conto dell’economia che sta dietro i libri e che tende semplicemente a diffondere libri senza pagamento.
Un po’ a sorpresa, però, Ferrari dichiara che il problema principale dell’editoria italiana è che è troppo elitaria. Pochi lettori e un’idea di libro che non va nella direzione della sua popolarizzazione. “Nessuno aiuta i poveri”. Ricetta? L’ebook abbasserà i costi, dunque i prezzi, e dunque aumenterà il numero di lettori”.
Sintesi: “Tra vent’anni tutto sarà completamente diverso. Ma io lavorerò ancora per 15 anni. E dunque non me ne importa nulla”.”

21 pensieri su “CHI HA PAURA DEGLI EBOOK?

  1. Posso linkarmi?
    http://francescodimitri.wordpress.com/2009/10/26/my-kindle-love-story/
    Sintesi, per chi non ha voglia di andare a vedere: anche io credo che non sia il futuro, ma il presente. O meglio, non è che lo creda, lo so – uso il Kindle e non tornerei indietro per tutto l’oro del mondo (il che non significa che smetta di comprare cartaceo, per niente).
    Sono convinto che dopo Natale i tempi si misureranno in mesi, non in anni. E l’editoria italiana dovrà affrontare una questione dura.
    Che, per come la vedo io, è: molto del venduto, in Italia, si fa su libri comprati, non su libri letti. Il libro è prima di tutto un oggetto di arredamento. Eco fa cifre da urlo, ma quanti hanno letto da cima a fondo il Pendolo di Foucaoult? Pochissimi, niente me lo toglie dalla testa. Quando Repubblica iniziò ad allegare libri (operazione meritoria, intendiamoci), fece venduti enormi su titoli pesantissimi. Quanti hanno letto i libri di Repubblica che tengono impilati in salotto?
    E gli ebook reader hanno senso solo per chi compra il libro prima di tutto per l’esperienza che dà, e poi (anche) per l’oggetto. Che in alcuni casi resta, siamo d’accordo tutti, un gran bell’oggetto.
    Il mio sogno da autore? Avere, da qui a cinque anni, una piccola tiratura ultralussuosa, illustrata, di ogni mio libro, e poi la sua versione elettronica a un costo il più basso possibile. Ci guadagno di più io, ci guadagnano di più i lettori, tutti sono contenti.
    E la pirateria, la logica del ‘tutto gratis’, non sarà un problema, se si faranno politiche di prezzi ragionevoli. Tutto sta a non far diffondere una cultura della pirateria, tutto sta nell’intervenire per tempo, non con leggi e leggine, ma con politiche sensate. Per millenni le persone sono state disposte a pagare il giusto per le storie che gli venivano raccontate – non smetteranno ora.
    Ma io sono uno scrittore di fantastico – uno di quelli che scrivono per farsi leggere, senza altre pretese nè difese. Ho il sospetto che il panico che c’è in Italia venga da altri ambienti: se togli l’oggetto-libro, l’aura del gesto da Kulturr dell’acquisto, a un vincitore medio del Premio Strega, che resta?
    Se affonderanno (e non è detto: non credo troppo al potere delle tecnologie in sè), affondino pure. Ballerò su un barile di rum.
    L’ebook è già arrivato – tutte le maggiori librerie negli UK le vendono. Tutte.
    Come i Cyloni, è già tra noi. Quindi il punto è: ora che si fa? La guerra o l’amore? Quale sia la mia risposta, mi pare chiaro…

  2. Ne sono convinta anche io, Francesco. Il migliore dei mondi sarebbe quello dove tutti gli scrittori, non solo quelli di fantastico, scrivessero per farsi leggere. Magari il Kindle ci aiuta. 🙂

  3. Forse sarà un caso, senz’altro sarà un caso, che sta roba “io lavorerò per 15 anni e mi salverò le chiappe prima dell’alluvione”, l’ho sentita dire paro paro in rai e mediaset quando si proponevano cose nuove, idee nuove che andavano nella direzione di un cambiamento radicale…

  4. Ah, certo, l’editoria italiana è troppo elitaria… perché sentendo il GAF che afferma ciò mi vengono in mente i prezzi degli Strade Blu Mondadori?

  5. Quel che è certo è che le piccole e medie librerie stanno già morendo, da tempo(la mia, nata ad aprile, chiuderà fra pochi mesi). Prima ancora degli ebook, le ha uccise la politica degli sconti praticati dai supermercati.
    Ma quel che ucciderà tutti, alla fine, sarà la mancanza di lettori: il vero guaio è che in Italia non si legge. Una buona metà dei (pochi)libri che vendo, sono libri per bambini(che non hanno scelta: i libri gli vengono comprati)o libri da regalare ad altri. Poi, ovviamente, ci sono i libri che si comprano per studio, per necessità professionali.
    Di libri acquistati per LEGGERLI, se ne vendono pochissimi, in Italia. Penso, perciò, che gli ebook non potranno che fare del bene agli scrittori poco conosciuti, alle piccole case editrici, a chi lavora sulle nicchie del mercato.
    Ovviamente sarà una rivoluzione devastante per i bestseller e per chi campa su questi: essere costretti a vendere “Il simbolo perduto”, come ebook, a 7-8 € al massimo, anzichè a 24 €, significa per le grandi case editrici rinunciare una grossa fetta del proprio profitto.

  6. tolto il costo della carta, della stampa, della distribuzione, etc. inevitabilmente ciò che resta costerà di meno. Poi se verrà acquistato o scambiato peer to peer, tipo mp3, gratis, io sinceramente questo non lo so.

  7. @Ferrazzi: le statistiche sui lettori italiani esistono e sono chiare: citando una ricerca Eurisko del 2008, ma ne esistono altre simili, “* il 37% degli italiani over 14 anni ha letto almeno un libro (esclusi i libri scolastici) negli ultimi dodici mesi: circa 18.153.000 persone di questi, il 46% ha letto 1-2 libri, il 30% ne ha letti 3-5, il 14% ha letto 6-10 libri, e il 10% più di undici libri.”
    Ovvero, solo 1,8 milioni di persone in Italia leggono almeno 1 libro al mese: circa il 3% degli italiani over 14.
    Non so, a voi sembrano tante?

  8. Paolo, io non credo affatto che il profitto degli editori diminuirà, con gli ebook. Sicuramente ci sarà un problema per le librerie: ma ho anche fiducia che si possano trovare forme nuove per le medesime. Sicuramente ci sarà un problema per i distributori. Ma non per gli editori nè tanto meno per gli autori. O per i lettori. Però qui ha ragione Tombolini: la questione va affrontata, e anche subito.

  9. Gli ebooks circolano e basta andare su emule per trovarne anche di recenti gratis, in se non penso siano un male ma va regolamentato il fenomeno se no per la piccola e media editoria, per i librai e per molti scrittori la vedo dura, poi statistiche o non statistiche non ci credo tanto che la gente non legga, anzi sono convinta che i lettori stiano aumentando, e stiano diventando sempre più esigenti e sempre più informati, peccherò di ottimismo ma mi ritengo abbastanza fiduciosa….

  10. Non so. Io al cartaceo non rinuncerei e se penso a tutto quello che non riesco a leggere bene su un video per questioni di luce (in treno, per esempio, all’aperto) e che riesco benissimo su carta.
    Poi se penso che del mio unico libro uscito, chi sa come scrivo si è dilungato in primo luogo su come fosse curato, come fosse morbida la copertina e che bella carta ecc. ecc. che gli ho dovuto chiedere: cosa state cercando di dirmi?, non so, so solo che per un e-book non avrebbero potuto dirmelo.
    Ripeto, non so. La cosa di cui dovremmo preoccuparci, invece, è se non è che tutto quello che non è d’autore alla fine non venga molto meglio in un PowerPoint? Che a me la svolta del futuro sembra questa, la cultura dello zapping e del riassunto. Meglio se multimediale.

  11. Mi piacerebbe tanto credere nel presente degli ebook, ma come si può, visto che attualmente vengono venduti a prezzi spesso maggiori del corrispondente cartaceo in versione economica?
    Dovrò aspettare ancora molto per veder realizzato il mio sogno di poter avere comodamente libri ora introvabili perché fuori catalogo..

  12. Secondo me (polemiche a parte) i lettori di ebook non sono una tecnologia matura abbastanza per sostituire in toto il libro; anzi, a differenza di Tondolini penso che per un bel po’ gli ebook resteranno la nicchia.
    Vedo molte reazioni entusiastiche per dispositivi francamente modesti, anche se immagino alcune tipologie di prodotti o di lettori che possono sposare l’ebook reader con gran vantaggio.
    Vedo ancora incertezze sui formati, limitazioni sulle tipologie e soprattutto una possibile riorganizzazione totale dei ruoli e delle fette di mercato.
    Vedo enormi problemi di copyright e bozze di leggi che potrebbero distruggere internet quale spazio di libertà come oggi lo conosciamo…
    Vedo all’orizzonte una battaglia di proporzioni colossali, ma comunque un po’ di ottimismo me lo voglio concedere… speriamo bene!

  13. Ri-dico la mia.
    Primo. Neanche io penso che gli editori guadagneranno di meno. Un ebook non richiede meno cura di un libro cartaceo, anzi. E la funzione di filtro editoriale è impagabile (non perfetta, certo: un sacco di porcherie sono edite e qualche capolavoro forse no. Comunque, di massima, una funzione di filtro ha un senso).
    Poi. Gli ebook reader sono device dedicati proprio perchè lo schermo NON dà problemi. Difficile da spiegare a chi non l’ha visto – anche perchè ci sono differenze tra reader e reader (l’ultimo della Sony, quello con il touch screen, è una mezza porcheria, per dire). Ma in linea di massima uno schermo eink NON stanca di più della carta. Ed è diverso dallo schermo luminoso di un computer, un iPod o quel che sia quanto un pero lo è da, boh, una scarpa. E si legge benissimo anche in pieno sole, sulla spiaggia o dove sia.
    Poi. Non è vero che gli ebook vengono venduti a prezzi più alti delle versioni cartacee. Sono SEMPRE venduti a meno. Non ancora ad ‘abbastanza meno’, sono d’accordo: i prezzi devono calare. Ma, per chi ama anche cose un po’ vecchie, è una manna invereconda. Lord Dunsany? Gratis. Shakespeare? Idem. Melville? Certo. Poe? Anche in versione annotata e commentata. Eccetera. E Sandokan, cacchio, Sandokan! E parlo di cose gratis. Poi, se vuoi The Hunger (Miriam si sveglia a mezzanotte), fuori catalogo da un bel po’ e da qualche tempo non ristampato neanche qui, lo trovi a sei dollari. Che non è questa cifra proibita, bisogna ammettere.
    Senza contare un’altra cosa. Io, da lettore, a parità di prezzo tra un paperback e una versione elettronica, compro senza dubbio la versione elettronica. La mancanza di carta non è un servizio in meno: la mancanza di peso e ingombro, il poterlo avere sempre con me, la ricercabilità di parole chiave, sono tutti servizi IN PIU’, per chi come me legge moltissimo e non può permettersi un maniero di campagna. Le cose cambiano con edizioni belle o particolari (faccio l’esempio di Abarat: non lo comprerei mai in ebook). Ma per alcuni tipi di edizioni, la versione elettronica è migliore, non c’è trippa per gatti. Ancora una volta: bisogna provarlo. Se qualcuno me lo avesse detto tre settimane fa, non ci avrei creduto.
    Quindi, Silvia: il tuo sogno è già realizzabile, a costo zero dopo l’acquisto del reader. Il mio, almeno, lo è stato.
    Infine. Paolo (senza polemica!), ma lo hai usato, un reader avanzato come il Kindle? Non è modesto neanche per niente. Non è a colori, ma di solito non leggo romanzi a colori. E’ rapidissimo, consuma pochissima batteria, è resistente, ci posso prendere note e sottolineare, posso fare ricerche, e se me lo perdo o lo rubano, ci metto un istante a caricare tutti i libri su un altro reader. Ah, e posso comprare parecchia roba (nonostante le resistenza che hanno imposto gli editori alle vendite internazionali) letteralmente con un click. Cosa ha di rozzo, di preciso?
    Le incertezze sui formati sono un problema che sembra molto grande finchè non hai un reader. Ancora la situazione non è perfetta, vero. E io spero che non si risolva in una situazione stile-iTunes store. Ma ci sono software (legali) che convertono tutto in tutto, e il problema si risolve in poco. Sul copyright (e su molte altre cose!) c’è da discutere, certo. Ma non siamo dalle parti del ‘è troppo presto’, siamo già in terreno ‘ragioniamo prima che sia tardi’.
    Non voglio dire che i reader siano perfetti: non lo sono neanche i PC, in fondo. Voglio solo dire che chi non li usa ha spesso una percezione di un gap tra reader e libro ‘tradizionale’ molto superiore rispetto a quella che già c’è. Io non ho smesso di comprare cartaceo – ma ho quasi smesso di comprare paperback, e appena Amazon aprirà un kindle store UK smetterò del tutto. Perchè mi trovo meglio così, non per altro: mai stato un tecnofilo. Adesso, se sono in treno e un libro mi annoia, posso tornare con un click a rileggere The Raven. E questo sì, per me è entusiasmante.
    E, ripeto, qui gli ebook sono _già_ usciti dalla nicchia. Non sono ancora pane quotidiano, ma qualsiasi Waterstone’s ha uno spazio espositivo per il reader Sony, e anche un libraio indipendente come Foyles si è messo a spedire mail ai clienti pubblicizzando i reader che vende. Natale 2009 farà la differenza.
    Quanto al resto, io ne sono convinto: a questo punto parliamo di mesi, non di anni.

  14. Pur non possedendo ancora un kindle o qualcosa di equivalente, non posso che concordare con Francesco.
    Soprattutto su un punto: definire e intervenire ora. E non rimandare il problema a quando sarà troppo tardi.

  15. Io di solito dai dibattiti mi tengo lontano (per mancanza di tempo in questo periodo della mia vita, non per snobismo), ma nello specifico, sono apertissimo a qualsiasi discussione, riflessione, intervento… e anche da autore, sto provando a muovermi in quella direzione.

  16. Credo anch’io negli e-book. D’accordo con il mio editore cartaceo, ho organizzato da un paio d’anni in proprio la vendita dei miei libri in e-book e in pdf sul mio sito.
    Ma un’altra grande rivoluzione sarà quella non solo di avere l’e-book in casa, ma, se uno vuole, di poterselo stampare come un libro cartaceo, scegliendosi i disegni di copertina, la dedica e così via, per farne un regalo. Prima o poi qualcuno progetterà una stampante ad hoc, magari sul principio – come sempre accade – costerà un po’, ma poi si arriverà a prezzi accessibili.

  17. Scusate il gap. Fracesco: provato brevemente in Italia. Trovo l’aggeggio ingombrante, la tastiera scomoda. Trovo frustrantissimo avere una “pseudo-connessione internet”, soprattutto.
    Io credo nelle one-machines, non nei dispositivi troppo dedicati. Sennò finisce che giro con troppa roba elettronica in borsa… Vorrei qualcosa di diverso per leggere ebook, ma poi finirà che chi produce la macchina che ho in mente seguirà un modello di business che non mi piace per nulla…
    Altra domanda: ma te lo hanno venduto con la garanzia contro il furto? Quando dici che basta caricare i tuoi ebook in un altro lettore, mi manca un pezzo della storia…

  18. Paolo: Amazon tiene in serbo nota dei tuoi acquisti. Se risincronizzi un altro lettore, li scarichi al volo (gratis) nel nuovo. E quanto a libri vecchi, magari scaricati dal progetto Gutenberg o similari, tenerli in archivio nel PC costa davvero pochissimo spazio.
    Poi, siamo nel campo dei gusti personali, per uanto riguarda gli strumenti: io nelle one-machines non credo per niente… mi piace l’idea di avere (poche) macchine dedicate a compiti diversi. Ma che ciascuna faccia bene quel che deve. Però, davvero, qui credo che una risposta univoca non ci sia…

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