CIAO, CASALINGA LECCESE

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Che si legga, e con attenzione, SpotPolitik di Giovanna Cosenza. Che lo meditino i politici e i giornalisti. Che lo mediti, magari, questo sindaco uscente la cui campagna  sul web è stata commentata da Irene Strazzeri.  Quanto alle donne cui è richiesto il voto, consultino prima un altro saggio Laterza, Dove batte il cuore delle donne di Assunta Sarlo e Francesca Zajczvik. Laddove si ricorda fra l’altro che l’Italia repubblicana cominciò con un passo falso nei confronti delle donne:  un decreto luogotenenziale del 1 febbraio 1945 concesse loro il voto, dimenticando, però, di menzionare  il loro diritto a essere elette (e provvedendo a riparare solo un anno dopo, il 10 marzo 1946).

26 pensieri su “CIAO, CASALINGA LECCESE

  1. Non ho giudizi acuti da dare. Tuttavia secondo me questo manifesto si inscrive nella grande famiglia dei manifesti assurdi delle campagne elettorali amministrative. Qualche anni fa Repubblica invitata i lettori a mandare le foto, e ce n’erano veramente di notevoli: da una parte si rideva per la stupidità o l’assurdità del manifesto, dall’altra ci si preoccupava del fatto che la comunicazione politica fosse arrivata a certi livelli.
    Chi offende, questo sindaco leccese? Secondo me non offende la casalinga leccese (non più di quanto offendano i soliti manifesti della lega che prendono gli elettori per dei decerebrati in preda ai loro bassi istinti). Secondo me fa una figura molto triste di chi cerca di essere simpatico, ma non lo risulta. Inoltre si propone lui come “uomo oggetto”, cioè “votatemi perché sono figo, non perché so governare”.
    Infatti pare che la sfidante gli abbia risposto per le rime, riportando appunto il discorso sulla politica e su (alcune delle) qualità che deve avere un sindaco:
    http://www.ilpost.it/2012/03/29/manifesti-sindaco-lecce-casalinga-perrone/

  2. ma come mai l’Italia non fa assolutamente nulla per risollevare le proprie sorti? perché rimaniamo talmente indietro nell’evoluzione socio culturale? perché questa foto mi lascia cotanta amarezza nel cuore? (il perché, è ovviamente retorico… ) 🙁

  3. Grazie Loredana. Eh già, questa campagna è un perfetto esempio di quella che chiamo SpotPolitik: vacuità trash, con l’idea di fare qualcosa di originale e acchiappone.
    Avete visto come ha risposto alla campagna del sindaco uscente la candidata del centrosinistra? in modo perfetto secondo me (sono i ragazzi di Proforma a farle da consulenti):
    http://bari.repubblica.it/cronaca/2012/03/23/foto/il_sindaco_di_lecce-32051767/1/?ref=HRESS-2

  4. almeno non è uno dei soliti slogan ritriti che infestano l’aria delle campagne elettorali da 50 anni in cui si promettono poli intermodali,sviluppo&giustizia,uguaglianza sostanziale,cose che puntualmente restano lettera morta,e cattedrali nel deserto travestite da apparizioni mariane.Certo,ci vuole un po di fantasia per interpretarlo nell’ottica corretta,ma credo che vada contro il sessismo e il machismo.E ciò è buono,o perlomeno così parrebbe d’acchito
    http://www.popboks.com/media/Cocorosie_-_By_Your_Side.mp3

  5. Io non sono troppo sicuro che il manifesto del sindaco uscente sia inefficace.
    Del resto se lo fosse o fosse addirittura un autogol non sarebbe nemmeno necessaria una risposta, andrebbe invece incoraggiato, per calcolo politico, a continuare su questa strada.
    Naturalmente non penso che le casalinghe siano particolarmente sensibili a simili campagne, lo sono però allo stesso modo in cui lo sono gli operai, le operaie, ecc… Chi la “pensa” come il sindaco troverà il suo manifesto simpatico e la risposta antipatica.
    Insomma, io non vorrei che ci si ritrovi ancora a sbeffeggiare la poca “intelligenza e cultura” dell’avversario, venendo però capiti solo da chi ha un’ “intelligenza e cultura” pari alla nostra. Giusto dunque il suggerimento alle donne di leggersi il saggio citato. Io credo che dobbiamo avere il coraggio e la volontà di intervenire sugli elettori non solo con un contro-spot, ma sempre e comunque con un intervento sul territorio. Le casalinghe, e vale anche per le altre categorie, vanno contattate e coinvolte nella politica, di persona. Ma capisco che ormai di attivisti e militanti nei partiti ne siano rimasti molto pochi. 🙁

  6. Io però contesto proprio la definizione “casalinga”, nell’accezione che evidentemente ha in questo contesto. Torniamo al vecchio discorso della “casalinga di Voghera!” tanto cara al precedente governo. Le casalinghe sono persone esattamente come le imprenditrici. E come tali si trovano coinvolte nelle consultazioni elettorali in quanto cittadine di questo paese. Chiamarle in causa con un annuncio da agenzia matrimoniale la considero un’offesa all’intelligenza che, di sicuro, hanno in misura superiore a quella espressa dagli ideatori di questo manifesto.

  7. Valberici,
    la sua osservazione è corretta: a quanto so della realtà locale, probabilmente quel manifesto rispecchia umori, atteggiamenti, gusti e sentimenti molto diffusi a Lecce. Ciò non toglie, dal mio punto di vista, che rientri nella mia definizione di SpotPolitik, che non è né di destra né di sinistra (nel libro faccio moltissimi esempi del Pd).
    Insomma, a volte la SpotPolitik può essere vincente, poveri noi: staremo a vedere cosa accadrà a Lecce.
    Concordo con lei anche sulla necessità di interventi sul territorio, che vadano ben oltre la questione delle immagini e dei manifesti. Il che vale sia a destra sia a sinistra, ancora una volta. E tuttavia si può fare SpotPolitik anche nelle strade e nelle piazze: non basta portare in giro un/a candidato/a a stringere mani e salutare il “gentile pubblico”. Mi spiego?

  8. Giovanna: si non basta stringere mani, occorre anche presentarsi con un programma e con una opportuna analisi politica, che andrà spiegata in una sede di partito a chi verrà e vorrà. Però ora credo che dovrò leggere il tuo (ti do del tu-internettiano se me lo consenti) libro, voglio ben capire cosa intendi per spotpolitik 🙂

  9. Se dovesse essere vincente lo spotpolitik non si può escludere che sia a favore del candidato lava stira e ammira, la risposta della candidata avversaria potrebbe essere non efficace sull’elettorato che subisce il fascino di questi spot.

  10. Io l’orto te lo vango Valter e i millepiedi di notte li colpisco a morte con una copia di “Sposati e sii sottomessa” 🙂

  11. Io scrivo romanzi rosa e faccio la salsa come quella di mia nonna.
    E non ho neanche la faccia da mandrillo (pirla è una parola grossa) del tizio là sopra. Votami, casalinga padana. 🙂

  12. Più seriamente, mi piacerebbe chiedere a Giovanna Cosenza (il cui libro mi riprometto di leggere), come si può superare la psot-politik nell’epoca della comunicazione ridotta alle due righe con faccina su social network. Io ho alunni e alunne che prendono 8 in storia e filosofia ma non leggono giornali nè libri, se non obbligati. M’immagino i genitori.
    Non è che la spotpolitik, più che frutto di paraculaggine semplificatoria, risulta l’unico cibo assimilabile degli ultimi dieci anni?

  13. Se Lecce andrà “più avanti” solo perchè il suo sindaco uscente ammica alle casalinghe, consentendogli di andare al Comune per parlare con lui di come cucina, lava, stira ed apparecchia, c’è di che andare indietro. E se qualche casalinga comunista, a nome delle altre, gli facesse notare che oggi esse sanno anche leggere e scrivere e, forse, finanche chiedergli conto del dissesto finanziario dell’ente che amministra?
    Della serie: “Casalinghe di tutto il mondo unitevi contro la squalificazione dell’intera categoria”!!!

  14. Valter: vero, potrebbe essere l’unico cibo non indigesto per molta parte della popolazione. Del resto nel suo libro Giovanna scrive che per comunicare efficacemente occorre “uscire da se stessi per mettersi nei panni degli altri”.

  15. Be’, volendo analizzare il messaggio sotto un profilo estetico, il personaggio con questa faccina da 899, nasconde non pochi difetti.
    Tennista: si sa che i tennisti hanno un braccio più sviluppato dell’altro, che per una semplice questione virile potrebbe anche avere il suo appeal, ma nella vita di tutti i giorni, magari a maniche corte, al letto, il piccolo “difetto” alla lunga stanca.
    Cucino, lavo, stiro, apparecchio: Mi chiedo come una casalinga leccese, ma qualsiasi casalinga/o anche la più distratta/o, non possa trovare la sequenza di queste operazioni quanto mai illogiche. Se non altro per una semplice questione di associazione contestuale.
    Secondo me un uovo in padella sarà capace a farlo…
    Spesso lo trovate in comune:
    Vuol dire che nel frattempo sta in qualche altro luogo, non necessariamente la propria casa, a cucinare, lavare, stirare, apparecchiare…
    Astenersi perditempo: E si sa che alcune casalinghe, sono delle perditempo…
    P.s Si accettano anche comuniste: Ciao casalinga (comunista) leccese… :):):):)

  16. Francamente, mi pare che la posizione di Valberici sia ben centrata. Come la mettiamo se poi questo bel tomo viene eletto? Forse faremmo bene a ricordare che in Italia c’è il suffragio universale e che i laureati con master a Cambridge sono una stretta minoranza. Dopodiché, chi vuole vincere le elezioni sceglie il suo target e la strategia corrispondente. E se la spunta, ha ragione lui.
    Ma forse questo è soltanto un candidato senza alcuna speranza, che si diverte a prendere in giro certe seriosità…

  17. Chiedo scusa, mi spiego meglio: Paolo Perrone è l’attuale sindaco di Lecce, in carica dal 2007. Dubito quindi che la scelta dello slogan sia dovuta all’inesperienza o che questo personaggio sia senza speranza di essere (ri)eletto.

  18. Se andate a vedere la pagina FB di questa persona vedrete che l’ha inserita “per scherzo” come uno dei poster che non avrebbe potuto appendere. Questo va detto altrimenti si farebbe una scorrettezza.
    Da aggiungere tuttavia che come si dice, “Bertoldo si confessa ridendo”, che vuol dire che a volte vieni a sapere quello che si pensa veramente di te proprio ascoltando le battute dette per scherzo.

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