Buongiorno.
Una cosa seria, e molto. In genere i quotidiani amano i cinquantenari. Stavolta, mi sembra, meno. Si provvede in rete. 7 luglio 1960. Qui.
Questione pdf. E’ disponibile qui una versione ampliata con inserimento di altre centinaia di commenti. Se ne parla anche in questo articolo di Carmilla. Ad ogni modo, chiederò ai tecnici di Kataweb di provvedere per una funzione che renda stampabili i post, come nella stragrande maggioranza dei casi già avviene in rete, senza che vengano alzati polveroni di alcun genere.
Felice giornata.
Brava, Lipperini.
Inimitabile Peperina!
Cara Lipperini, se domani metto la versione pdf del suo ultimo libro sul mio blog o la spedisco via mail a mezzo mondo, lei e il suo editore mi portate in tribunale. I commenti del blog – a meno che non sia specificato chiaramente – sono di chi li ha scritti. Per farne un altro uso credo ci sia bisogno di un’autorizzazione. Se il il pdf è in un blog di una giornalista e la versione pdf “curata” da scrittori, il dubbio di un futuro uso editoriale viene automatico.
Senta, Barbara, a me pare di essere piuttosto chiara: stiamo AI FATTI, non alle sue contorte visioni del futuro. Il Pdf NON VERRA’ USATO per altri scopi se non per quelli, PERSONALI, di chi volesse leggerselo stampato anzichè su schermo. Si faccia passare i dubbi, per cortesia.
Un ricordo doveroso.
La Dc comunque ci aveva già provato nel 57 grazie all’iniziativa che fu definita del tutto personale di Adone Zoli. Il quale, si disse, stipulò un tacito accordo col Mis per il trasporto della salma di Mussolini a Predappio (zoli era di Predappio) in cambio dei suoi voti. Il quasi trionfo alle politiche del 58 fece mettere da parte le tentazioni, anche se poi, puntuali, nel 60 rinacquero le faide democristiane.
Si provvede anche a Roma a commemorare le giornate del luglio 1960, a suon di manganellate sui terremotati aquilani.
Chissà se stasera, in quei salotti dove s’incontrano critici, editori e noti giornalisti sarà argomento di conversazione, giusto per passare dalle olive nel martini all’Affaire Pdf con un filo di soluzione di continuità.
È incredibile come alcuni post scatenino centinaia di commenti (che sconfinano nella follia e nell’onanismo) e altri scatenino un silenzio quasi perfetto…
Nei salotti letterari non ci si sporcano le mani con oggetti così poco spitzeriani. Però domani faranno raffinate analisi barthesiane delle cronache degli eventi, si scambieranno lettere d’incoraggiamento e andranno a bere una coca e un martini.
Grazie anche da me, Loredana e Girolamo, per questo ricordo.
Sono un vecchio rincoglionito e pure sentimentale, ma è tutto il pomeriggio che mi torna in mente una canzone che si cantava nei Settanta (io la suonavo alla chitarra), in un circolo operaio che frequentavo allora (oggi è un posto radical chic e leccatissimo).
“Compagno Ovidio Franchi, compagno Afro Tondelli
e voi Marino Serri, Reverberi e Farioli
Vorremmo tutti quanti
aver d’ora in avanti
voialtri al nostro fianco
per non sentirci soli…”
Ho le lacrime agli occhi, per come mi credevo di avere cuore e mani da fare un’altra Italia.
Ma cosa ci è successo, cazzo?
Dove siamo poi finiti?
signora barbara, perchè mai ha trasportato su questa discussione un commento che avrebbe avuto ampio spazio sull’altra discussione? Mi viene il sospetto che lei abbia voluto una visibilità che altrimenti, nelle centinaia di commenti, non avrebbe avuto.
A volte il silenzio è d’oro!
E, Valter Biraghi, grazie per il tuo poetico ‘mi credevo di avere cuore mani da fare un’altra Italia’. Coraggio, anch’io credevo che l’Italia del poi sarebbe stata ….. tutto quello che non è adesso. Ed ho una pena e anche una vergogna e mi chiedo troppo spesso dove la strada si è biforcata prendendo sentieri sulfurei.
@Nicoletta e Girolamo.
Con tutto il rispetto secondo me sbagliate, e di uno sbaglio anche abbastanza grave.
Le due cose non sono per niente scollegate: vi siete mai chiesti come mai in un paese dove i lavoratori sono la stragrande maggioranza B. si ritrova con un potere mai visto prima?
La risposta sta anche nel progressivo rimbecillirsi della gente a forza di pane, maria de filippi e pupe e secchioni. Il problema di come tornare ad educare il gusto del cittadino comune alle cose importanti, di come allenare le menti addormentate dalla televisione a pensieri di maggior valore, secondo me al gorno d’oggi è primario.
Come mai il messaggio letterario di alto livello (che, vuoi non vuoi, è anche messaggio rivoluzionario) non arrivi alle masse, è stato uno degli elementi più interessanti di StroOok, anche se magari non il
più dibattuto.
Se ci accaloriamo con frasi da presa della bastiglia ma poi alla sera ci affrettiamo perchè c’è la partita o amici di maria de filippi, poi dopo non ci meravigliamo se il nostro paese va come va; non venitemi a raccontare che Cristo è morto di freddo.
In sintesi, un radicale cambiamento delle cose non passa solo dal doveroso ricordo di gloriose lotte passate ma che purtroppo appartengono ad una italia diversa, ma anche e soprattutto attraverso una rieducazione delle menti e delle coscienze a pensieri forti ed indipendenti: ed in questo la comunicazione letteraria svolge un ruolo insostituibile.
Che poi StroOok sia stato ospite anche di critici (una in particolare) parrucconi, snob, polemici, strombazzanti visioni monarchico-medievaleggianti della cultura bhe anche questo è vero. Quello che è incredibile è che stiamo parlando di gente che si autodefinisce di sinistra.
Veramente uno dei tag del post è la questione del pdf. Non sono in cerca di alcuna visibilità – direi che ne ho abbastanza di mio. Per quanto riguarda l’anniversario di Porta San Paolo, preferisco commentare altrove. Se ho offeso involontariamente qualcuno, me ne scuso.
La questione pdf si’/pdf no dimostra che non e’ solo Berlusconi a non capire niente di cosa sia e come funzioni la rete. Il “gogol” e’ pane comune, in Italia.
Dicevo altrove, che – prima addirittura di leggere tutti i commenti della discussione incriminata, e quindi prima di leggere la diatriba pdf si’/pdf no – ho fatto da solo un taglia e incolla di tutti i commenti che erano apparsi fino a quel momento, li ho inseriti in un documento, l’ho convertito in formato epub, e mi sono caricato il tutto sul mio Kindle, leggendo i commenti in spiaggia. Non solo: ho anche inviato il file in questione a parecchi amici e conoscenti. Il tutto senza Wu Ming (anche se avevo appena finito di leggere Altai, sempre su Kindle…magari sono stato inconsciamente influenzato, boh).
Poi: so di arrivare molto a babbo morto, ma possibile che in una discussione su come salvare i libri dall’oblio non si sia fatta menzione alcuna di Google Books? E su tutto il casino che sta succedendo in America e non (accordi con biblioteche, autori, editori, sentenze…), e che plasmera’ – volenti o nolenti – anche la periferia dell’Impero (se ci va bene l’Italia e’ periferia. Se ci va male siamo periferia senza neanche un trasporto pubblico…non e’ un caso che Amazon se ne stia alla larga dal nostro mercato…ma qui vado OT).
@V.Binaghi: Valter, la tua commozione mi ha commosso.
Valter, pensa me che quasi (quasi!) mi dimernticavo di aver scritto questo testo qualche anno fa.
Però: cosa cazzo ci è successo non siamo noi che ricordiamo a dovercelo chiedere. Noi non abbiamo da chiedere scusa. Noi.
@ Paolo E.
Fai caso a chi, nel dibattito sulla letterarietà, in questi anni (diciamo: negli ultimi 15) si è sbattuto nelle piazze come nei libri, senza differenza, e chi si è dedicato solo al livello letterario, beandosi del proprio ruolo di professoress@: e vedrai che c’è coerenza tra questo e quello (che è stato deto sulla letterarietà). Ti dò un indizio: chi ha praticato, oltre che teorizzato, il fatto che nel sapere omnia sunt communia e chi si è abbarbicato al proprio ego, alla proprietà privatissima delle proprie comunicazioni, e al loro valore di scambio.
Grazie per la memoria!
Oooh, che bello, è stato tolto il marchio “Carmilla” dal pdf ma sono riusciti comunque a renderlo “carmilliano”, dato che ora il link – che, ci era stato ripetuto mille volte, era su Lipperatura proprio “come se fosse una printable version” – ora è anche su Carmilla. Perfetto. Scema io a pensar male, eh.
Noto con piacere che Irene esce dall’armadio e si avventura da queste parti o similari solo quando c’è da attaccare i Wu Ming o la sottoscritta, come agli indimenticati tempi di Babsi Jones. Ma sarebbe il caso che leggesse prima di postare: il pdf qui linkato è stato realizzato da un secondo utente, che ha utilizzato il codice aperto messo a disposizione da Wu Ming.
Dopodiche, non si sente la mancanza dell’acrimonia individuale dopo centinaia di commenti dove, mi pare, si è arrivati a conclusioni non solo pacate ma, come mi auguro, foriere di altri e costruttivi confronti.
Sì, è un congedo.
@irene
sono io l’utente che ha fatto quel pdf e tanto per scansare ogni dubbio/equivoco non ho neanche utilizzato il codice aperto di WUM1 ma l’ho fatto da zero di sana pianta. Dunque son io la birbante. Che ha speso si e no mezz’ora del proprio tempo con un solo fine, lo spirito di rete alla quale fieramente appartiene: la diffusione, lo scambio e la condivisione. E credo sia per questo stesso spirito che sta anche su Carmilla e chiunque altro lo vorrà linkare,
@irene:
Ma quindi se io metto sul mio sito un link a un file gratuito di un racconto di Murakami che si trova gia’ in rete posso poi dire che e’ roba mia? O creo comunque confusione tra i possibili lettori? Ma che cosa sta dicendo?
Guardate io chiudo qui perché in una manciata di giorni mi sono beccata accuse di stronzaggine, malizia, frustrazione, acrimonia e non so che altro.
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Continuo a sostenere che l’operazione di “fermare” una discussione, che non ha nulla di illeggibile rispetto a tutte le altre qui condotte (spesso con fin maggiore lunghezza, tipo quelle su Tolkien…), in un pdf, oltretutto troncandola, non sia né molto intelligente né rivelatrice di chissà quale “senso della rete” che manca agli altri che sono bacchettoni reazionari e non sanno più cos’è l’amor. Penso che creare un pdf non abbia nulla a che fare con un bottone “versione stampabile”, perché si tratta di un artefatto ulteriore, esterno. Penso che la differenza di supporti – e il pdf non è un formato ma un supporto, perché si tratta di un file, un file è un contenitore di informazioni quindi un supporto per le stesse – sia molto, molto importante per il messaggio. Penso che la provenienza del messaggio sia importante quanto la fruizione, se decenni di sociologia dei media non mi vengono meno qui e ora. Penso che il fatto che la creazione di questo pdf sia stata decisa in un luogo terzo, che però è “schierato” con una delle fazioni chiaramente rappresentate qui, invece che dalla comunità partecipativa che qui ha discusso, sia un atto impositivo; che il solo pensare di porre il marchio Wu Ming e un’introduzione siano stati bruttissimi scivoloni; e che, dopo commenti su commenti in cui si spergiurava che, in quanto sostituto di una printable version, il documento si sarebbe potuto scaricare *solo* da Lipperatura, il fatto che sia ora disponibile dentro Carmilla in un post taggato “New Italian Epic”, sia così sfacciato da essere ormai al di là del ridicolo.
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Le cose sono state dette, non è servito a niente, voi andate avanti come se io non esistessi. Dire che sono animata da intenzioni malevole esterne a questa discussione è semplicemente un tentativo di screditare la mia posizione. Voi fatene quello che volete, tanto a me personalmente non me ne cala, non ho partecipato a quella discussione e giuro (ma davvero) che non passerò mai più di qui, per non incorrere a ulteriori manipolazioni.
Carmilla può linkare quello che vuole.
Anzi, *chiunque* può linkare quello che vuole.
Qualcuno può impedirmi di linkare quello che voglio?
No.
E’ incredibile dover ribadire un assunto banale come questo.
Di questo passo dove andremo a finire?
@ WM1:
Non si parla (solo) di linkare.
Avete ospitato il secondo pdf su wumingnation quando lo si poteva uploadare, con zero sforzo, su un un sito di file sharing neutro, tipo Box.net.
Esistevano soluzioni neutre gratuite, avete preferito adottare soluzioni non neutre.
In più anche il secondo pdf è già obsoleto e parziale e NON rappresenta la discussione nella sua integrità, ma solo una parte scelta in modo arbitrario: è di nuovo escluso un bell’intervento di Ottonieri e un interessante stralcio di intervista a DFW. Altri interventi interessanti potrebbero accumularsi ancora e rendere ancora meno rappresentativa ed efficace la vostra operazione, che noi ci siamo limitati a subire.
Vero, chiunque può linkare, ma scegliere di mettere un file che appartiene a Lipperatura/Espresso sul vostro sito invece che su un qualsiasi servizio di filesharing privo di connotazione denota o malizia o scarsa conoscenza della Rete e dei suoi servizi gratuiti, fate voi…
Se incompletezza e diversa natura del pdf (che è un supporto, mi auguro che sia chiaro almeno questo) rispetto alla discussione per voi non sono fatti evidenti, non sono dati conclamati, non sono problemi e il vostro unico modulo di risposta è dire “signora mia dove andremo a finire, arrivano i nuovi barbari” in effetti diventa difficile continuare un non-dialogo che non ha mai centrato i nodi più importanti.
Diventa difficile scrivere in un sito che non tutela la proprietà intellettuale di chi partecipa. Io non mi sognerei mai di fare quel che mi pare dei commenti dei miei lettori sul mio sito ma non posso certo pretendere che sia così ovunque, prendo solo atto della situazione.
Credo di essermi sempre rapportato con la massima civiltà ma mi trovo purtroppo costretto ad ammettere di non trovarmi più a mio agio a discutere in un ambito ove non sono tutelate dignità e volontà dei singoli. In più non ho davvero ulteriori argomenti per farvi notare che avete agito in modo quantomeno leggero e in piena e libera ignoranza delle dignità altrui e che ci sono differenze di supporto e contenuto che non possono essere negate.
Non farei altro che ripetermi, sarebbe stupido per me e umiliante per la vostra intelligenza.
Interverrò su Buoni Presagi per cercare di dimostrate, se possibile anche con l’aiuto di matematica e logica, l’insensatezza di questa operazione pdf sulla quale sembrate esservi intestarditi, qui non lo ritengo più possibile.
Rimangono intatti (non sarebbe possibile altrimenti, ci vuol altro che singoli thread, hai voglia) rispetto e stima per una parte del vostro muovervi in Rete, buon lavoro.
@ Elvezio,
cosa vuoi che ti dica? Nel thread “Parliamo di formato” la questione è stata sviscerata. Tutti le possibili obiezioni, tutte le possibili valutazioni a favore. Sono stanco, non ho più voglia di ripetermi. La natura pubblica di quello scambio, l’intenzionalità della partecipazione a quello scambio, l’insensatezza della pretesa di ritirare una parola già scritta e resa pubblica e virtualmente riprodotta all’infinito, la possibilità per chiunque di aggiornare il pdf, l’assenza di manipolazioni del testo, la libertà da parte di chiunque di prendere quel *materiale pubblico*, caricarlo dove vuole, linkarlo dove vuole, spedirlo in allegato a chi vuole, il fatto che un commento lasciato su un blog ha peculiarità che non sono del tutto assimilabili a quelle di un’opera dell’ingegno protetta da copyright (come ha spiegato Aldrovandi)… Non ho voglia di rientrare nel dettaglio in nessuno di questi punti (e altri ce ne sono ma non ho nemmeno voglia di elencarli tutti). Qualcuno – non parlo di te – si è incaponito assurdamente contro la conversione in pdf di un testo html, ha introdotto questioni angustamente proprietarie in un discorso che dovrebbe trascenderle, è passato nel giro di pochi scambi a una concezione di comunicazione chiusa che contraddice le stesse basi della rete. Per me questo è grave. Ben più grave del salvare un thread in pdf. Basta. Mi fermo.
Un avviso
L’ultimo “argomento” sembra essere la presenza del famigerato pdf sul server wumingfoundation.
La copia di un documento pubblico dovrebbe poter circolare dappertutto, e chissà in quanti altri computer e su quanti altri server si trova già, ma intendo togliere anche quest’ultimo appiglio a chi ha trasformato quel documento in un affare di stato, un complotto da sventare, un attentato non si sa bene a chi.
Di concerto coi Wu Ming e con Carmilla, il file è stato rimosso da wumingfoundation e una copia per il download è stata messa in una cartella pubblica sul sito di condivisione documenti Dropbox. Il vecchio link è stato rimpiazzato (o, mentre scrivo, sta per essere rimpiazzato) sia su Lipperatura sia su Carmilla. Ecco il nuovo link:
http://dl.dropbox.com/u/8820520/StroOokk.pdf
E anche il pdf più lungo è su dropbox:
http://dl.dropbox.com/u/8820520/letterarieta_769_commenti.pdf
Chiedo venia, studiata velocemente la questione ci tenevo a correggere il mio pensiero in merito alla questione. Provo a sintetizzare il risultato.
Esiste, nella Legge sui Diritti d’Autore, una regola che riserva i diritti di riproduzione all’autore, però esistono anche le eccezioni. Chiunque, ad esempio, può riprodurre qualsiasi scritto, anche integralmente, se l’utilizzazione o la riproduzione non sono state esplicitamente riservate, a patto, ovviamente, che si citi l’autore. Non è chiaro se la riservatezza può essere aggiunta ex-post, ma non parrebbe. In ogni caso, se si tratta di un “discorso pubblico” (il commentare in blog rientra in questa categoria), lo scritto può essere liberamente riprodotto o comunicato “nei limiti giustificati dallo scopo informativo”, e citando sempre nome, luogo della discussione, data. Mi pare che quest’ultimo passo (Art 66 della Legge) taglia definitivamente la testa alla Juve: non c’è niente di illecito nel trasformare la discussione in un file pdf, e proprio perché è evidente lo scopo informativo dell’operazione.
Detto ciò, pur non rilevando nessuna malizia, una gestione più “trasparente” della questione avrebbe giovato a tutti. Si poteva, ad esempio, evitare fin da subito l’appoggio del file nel server dei WM, o semplicemente aspettare che sulla questione si esprimessero gli interessati. I rilievi di Irene e di Elvezio non sono del tutto campati in aria. La questione non è più, a questo punto, tecnico-giuridica, ma di etica comportamentale (è politica, insomma).
Ritorno nel mio loculo.
ng
@Elvezio:
“ci sono differenze di supporto e contenuto che non possono essere negate.”
Se può servire a qualcosa, nel contesto del blog di Ibridamenti, uno strumento collettivo che indaga esattamente queste tematiche, ho lasciato molti mesi fa un commento che è stato copiato, incollato su una slide – quindi decontestualizzato – e ricontestualizzato in un discorso più ampio. Poi la presentazione è stata mostrata a svariate conferenze. Tutto ciò senza che mi fosse stato chiesto alcun consenso e con tanto di mio nome e cognome. Sono venuta a saperlo solo due giorni fa. Ora, quella è una differenza non solo di formato, ma di supporto, di contenuto, di contesto. Non ritengo che questa operazione abbia in alcun modo offeso la mia dignità né snaturato il contenuto del mio commento, né mi passa per la testa di pensare a quel commento in termini di “proprietà intellettuale”, e quindi di chiedere a chi l’ha fatto di citare correttamente il luogo di provenienza della mia frase. Queste operazioni sono lecite (ovvero non sono illeciti, in quanto non si vìola alcuna norma); costituiscono un utilizzo per nulla improprio di frammenti di pensiero liberamente diffusi in Rete, e sono anche ciò di cui si nutre la cultura partecipativa.
Quando sostienti che “avete agito in modo quantomeno leggero e in piena e libera ignoranza delle dignità altrui”, esprimi un pensiero molto forte, purtroppo però non è la dignità dei partecipanti ad essere stata toccata qui, ma un nervo scoperto, cioè la mancata comprensione del fatto che esprimere liberamente il proprio pensiero in Rete significa contribuire ad una cultura partecipativa. Significa stimolare interlocuzione, far nascere nuovi interrogativi, produrre riflessioni, indipendentemente dalle dinamiche a volte difficili che si possono creare mentre tutto ciò avviene. Mi sembra che questo episodio abbia chiarito che commentare in un contesto che ha acquisito nel tempo una certa autorevolezza significa desiderare rendersi partecipi di una costruzione di senso collettiva. Non vi sono altre ragioni per commentare se non per partecipare ad una discussione. La questione della dignità, parola molto forte, mi sembra che sia estranea a questo discorso.
Non solo quoto Claudia, ma aggiungo che, da quel che ho potuto leggere e sommando esperienze precedenti (sì, quella su aNobii) è che c’è un altro nervo scoperto e si chiama Wu Ming. Mi sta venendo il sospetto che se non fossero stati loro a realizzare il pdf ma io, Claudia, la Lipperini stessa, non si sarebbe alzato questo polverone.
E questo va a dimostrazione che in rete (non solo, ovvio) esiste un pregiudizio sulle persone che prescinde dalle azioni delle persone stesse. Per me la rete è e resta circolazione dei saperi. Chiunque si metta in gioco su Internet deve sapere questo. Con i limiti del reciproco rispetto: e far sì che più persone leggano quanto è stato discusso su Internet non lede il rispetto. Continuare a discutere sulla liceità del comportamento lede, semmai, il diritto all’accessibilità dei contenuti. In my humble opinion.
E aggiungo: fare, come Gilda Policastro su Facebook, un “remix” a suo esclusivo vantaggio di quanto detto qui, è ben più lesivo. Perchè si può benissimo esprimere tutto il disaccordo del mondo, ma non forzare e falsare i contenuti di una discussione modificandoli, come è stato fatto. Questo è grave e questo, per me, è sanzionabile. E pure tanto.
Lara: il postmoderno li seppellirà. Anzi, li ha già seppelliti. Anzi: adesso lavorano per loro. Ma sai che soddisfazione che deve essere? Qualcuno chiami padre Karras…
G.L., sicuramente il povero padre Karras preferirebbe Pazuzu. Però ci scriverò un post: perchè se si pongono a confronto la discussione monca di aNobii privata (suppongo dopo richiesta al moderatore del gruppo, che qui ha fatto una scelta scellerata) di tutti i numerosissimi interventi polemici, il “divertissement” di Gilda Policastro sulla “strategia retorica” messa in atto su Lipperatura (da dove si evince che lei è stata vittima del gruppo), e la possibilità di leggere la discussione COMPLETA e priva di interventi terzi su pdf…bene, mi sembra chiarissimo quali sono i due concetti della Rete che si vengono a scontrare.
E c’è uno dei due che non mi piace affatto.
Ps. Se non ci fosse stato il pdf, ho come idea che ci saremmo dovuti basare sui “divertissement” per sapere com’è andata. Con questi risultati.
Oppure, mia cara, chi di divertissment ferisce… Sai come si dice no? lasciate fare ai professionisti 😉
Ho saltato una “e”. Ups. Divertissement.