COME VOLEVASI DIMOSTRARE

Maurizio Bono su Repubblica, oggi.
Che correrà allo Strega, l´esordiente quasi ventiseienne Silvia Avallone di Acciaio lo ha saputo due giorni fa, appena la Rizzoli ha deciso di dare l´ultimo tocco alla rinfrescata che quest´anno trasforma in buona parte l´antico e più ambito premio letterario italiano in una gara di debuttanti.
Con Avallone, a una settimana dalla chiusura dei termini per le candidature, sono sei in lizza: il regista Paolo Sorrentino con Hanno tutti ragione (Feltrinelli), il quarantenne Matteo Nucci di Sono comuni le cose degli amici (Ponte alle Grazie), Giacomo Lopez col thriller d´esordio Non resterà la notte (Marsilio), il cinquantenne sceneggiatore Vito Bruschini con The father. Il padrino dei padrini (Newton Compton) e la più giovane di tutti, la ventunenne Angela Bubba con l´arcaizzante La casa (Elliot). Che in un certo senso chiude il cerchio vantando tra i presentatori Paolo Giordano, premio Strega 2008 con La solitudine dei numeri primi, il bestseller che ha sdoganato i debutti da ogni sospetto.
Così, se prima di lui un esordiente a un premio maggiore era un´eccezione, ora fa eccezione proprio la Mondadori, casa editrice di Giordano, puntando sull´epico e collaudato “fasciocomunista” Antonio Pennacchi di Canale Mussolini. Ma siccome siamo all´inizio di una gara complicata, va tenuta in conto anche la strategia. Il gruppo Mondadori, che ha vinto per tre anni di fila (l´anno scorso con Tiziano Scarpa, Einaudi), corre sulla carta in salita: ragione di più per staccarsi dal gruppo delle opere prime, non rischiando di mandare l´esordiente Alessandro D´Avenia a un confronto diretto con Avallone. Mentre rivendica al “nuovo genere” delle primizie d´autore Hanno tutti ragione di Sorrentino il direttore letterario di Feltrinelli Alberto Rollo: «Non è un romanzo del regista Sorrentino, ma la prima prova narrativa del Sorrentino scrittore. Come ci sono brillanti esordi di avvocati, magistrati e altri mestieri. Del resto è normale che i premi fotografino la realtà di un´annata in cui le opere prime italiane hanno avuto la ricezione migliore, e hanno fatto il mercato».
Lo Strega specchio della realtà? Accusata di essere prima specchio di una società letteraria chiusa, poi pascolo degli appetiti editoriali, la gara un tempo arbitrata con mano ferrea da Maria Bellonci e Anna Maria Rimoaldi e oggi condotta con guanto vellutato da Tullio De Mauro ha intanto ritoccato la formula dei 400 votanti per cercare di riflettere il mondo dei libri in modo meno deformato dagli interessi editoriali prevalenti: all´elenco dei giurati perlopiù critici, consulenti, funzionari e amici di case editrici si aggiungono quest´anno trenta “lettori puri”, selezionati chiedendo ad altrettante librerie indipendenti di segnalare ciascuna un cliente “lettore forte” cooptato nei 400.
Più delle cautele di trasparenza, aumentano però le richieste di ammissione al premio: se l´anno scorso le candidature eccedevano la dozzina, quest´anno sono finora già 18: uno su tre, a giudizio del comitato direttivo del premio che si riunirà il 12 aprile, non scenderà neppure in campo. Le polemiche, quest´anno partiranno di lì.

12 pensieri su “COME VOLEVASI DIMOSTRARE

  1. Rollo è una garanzia, sempre attento com’è a cogliere ‘lo spirito del tempo’.
    Nel 2003 caldeggiò ‘ Di questa vita menzognera’ ( un capolavoro, se non altro per il titolo: tra i più belli della narrativa italiana). Non è un caso che Montesano poi vinse il Viareggio (credo ci fosse ancora Garboli).
    Ora, se ho ben capito, l’editor milanese ripropone per lo Strega un testo su Napoli – e quindi sull’Italia – di un nuovo artista partenopeo. Non l’ho letto, dicono che Sorrentino abbia usato una lingua contaminata dal dialetto, o viceversa, molto originale ( e qui di nuovo si rintraccia il gusto di Rollo).
    Ecco, dovessi individuare un limite dell’operazione, secondo me una buona operazione editoriale, direi la lingua, che potrebbe rivelarsi un po’ ostica per il lettore, come forse accaduto con il romanzo di Montesano. Intanto Fazio a Che tempo che fa ne era entusiasta.

  2. Sorrentino non si rivela uno scrittore, spiace, il talento non è quasi mai multiforme nell’eccellenza. Sorrentino non ha una lingua. Un ottimo regista che ha perso un’ottima occasione per evitare la debolezza di volersi definire scrittore a tutti i costi. Persino noioso. Per questo genere abbiamo scrittori eccelsi, se abbiamo bisogno di narrazione possiamo leggere i Wu Ming, almeno Wu Ming 1 scrive bene, Ammaniti, pure Erri De Luca. Non si sente bisogno di una scimmiottata della scrittura, della letteratura. A proposito di EDITOR, non l’hanno di certo aiutato come era necessario, la fretta (e si vanta pure di averci messo poco a scriverlo…), un po’ di Fabio Fazio, naturalmente, un piacere a Feltrinelli non si nega (ma Fazio non sembra capire molto di letteratura italiana e poi recita sempre lo stupore dell’ignorante, insopportabile). Fabio Fazio non è interessato alla letteratura italiana. Ha mai invitato Trevisan, Scarpa, i Wu Ming vabbè non ci andrebbero, Santacroce, Genna, Muratori, Falco, Vasta, Lagioia, Mozzi, Vinci, Sebaste etc. In un periodo in cui lo scrittore è meno di niente se non va in televisione, e non a caso non li invitano MAI, il potere alla parlantina Fazio e Serra sanno benissimo chi sono gli scrittori bravi ma non hanno nessuna intenzione di divulgare la notizia, e hai voglia a dire che non c’è pubblico televisivo adatto, tutti scemi? proviamo, no? Gli scrittori italiani hanno un po’ di spazio solo su Radio Tre. Sorrentino su RepubblicaTv (dopo aver scritto solo, e anche in questo caso, il soggetto di una sceneggiatura, modesto nella lingua come è giusto sia un soggetto da cui trarrà un bellissimo film, magari) ci dice quali sono gli scrittori meritevoli dal suo punto di vista di scrittore navigato. Con un tono saccente che non ho mai sentito a nessun “vero” scrittore. Neanche Saviano che è molto sicuro di sé ha mai un tono perentorio e sbruffone ma sempre rispettoso, nel rispetto del lavoro di tutti i bravi scrittori. Saviano crede nella forza della parola, non ho mai sentito fatico a trovare buone letture. Sì certo le tue pagine, caro Sorrentino è difficile trovarle buone. Prendo due pagine a caso (il libro l’ho tutto sottolineato, nelle incoerenze linguistica e stilistica). Non illumina, non descrive, non sente, non vuole fare fatica, ha fretta “in un buio infinito e allucinato” (cito da pag 40) Semplificatore. Giudica e ci giudica, si vede ovunque il banale “Sorrentino/Tony. “Ti fa uscire dal coma”. Banalità linguistiche “velocità demoniaca”, “schermo nero che puzza di lupo mannaro”, “occhietti rapaci”. “Un’alba mediterranea che ti restituisce alla vita”, “scrivere un romanzo, un’orgia di felicità”, “landa desolata”
    “colpi di pistola sordi e mortiferi”, “come un tarzan poliomelitico” e via così.
    La cosa più triste è, secondo me, che chiunque abbia dimestichezza con la buona letteratura italiana lo sa che questa è una schifezza, dopo di che non ci sarà nessuno scrittore che lo stroncherà, anzi, troverà pure qualcuno disposto, servilmente ad appoggiarlo. Essere amico di un regista, tra i più bravi, è così interessante. Vorrei solo dire che tanto non serve, Sorrentino ha la presunzione di sapere scrivere, e conosce le debolezze umane, troverà senza altro buoni amici scrittori disposti a fingere che lui sappia scrivere, ma non serve, non mentitegli all’italiana, per favore. Che faccia ottimi film, di lui abbiamo davvero bisogno lì.
    Ah, ma dai diteglielo che l’incipit con i testi delle canzonette lo si faceva, in Italia, negli anni ’80 e poi qualcuno che ritardava lo ha copiato fino agli anni novanta, quasi nessuno lo fa ora, esaurito il contesto!

  3. Alfredo, posso condividere parecchie delle cose che esprimi ( il libro di Sorrentino, ripeto, non l’ho letto e quindi devo per il momento attenermi ai giudizi altrui, e il tuo vale quello di Fazio) ma mi spieghi per favore che vuoi dire quando scrivi “si vede ovunque il banale “Sorrentino/Tony”? grazie

  4. Alfredo, che pettinata strepitosa. 🙂
    Su FazioFabbio, parole sante. Su Sorrentino, dopo averlo ascoltato in tv, non mi ha affatto spinto ad acquistare il libro. Su Saviano, grande verità.

  5. Per stessa ammissione di Sorrentino/Tony (lo stesso Fazio lo ha smascherato un po’ prendendolo per i fondelli) ci dice cosa gli piace e cosa non gli piace. Un elenco che un qualsiasi dotato studente adolescente è in grado di fare. Elenco adolescenziale appunto, neanche da libro di esordio. Parlare attraverso i personaggi è cosa che fanno tutti, è la scrittura, non lo contesto per questo. Diversa è la faccenda della banalità.
    Insomma a meno che non mi trovo davanti a Tarantino (che non a caso lo fa al cinema con maestria comica) il giudizio su cosa mangio nei ristoranti potrebbe non interessarmi nella sua banalità meramente giudicativa del nuovo mondo piccolo borghese. Siccome nel caso specifico di Sorrentino non ha la maestria letteraria di farmi saltare dalla poltrona, le sue invettive, sono giudizi sagaci di un bravo parlatore, non di uno scrittore con una visione. Ecco Sorrentino è un raffinato parlatore da salotto cinico. Come la battuta sui napoletani da Fazio, uff!
    Se vuoi ti riporto le frasi, meglio faresti a dargli un’occhiata tu in librerie-centri commerciali senza comprarlo. A suo danno il fatto di avere fatto alcuni buoni film, quindi l’aspettativa era alta. Non ha la lingua di un vero scrittore. Non dico bravo o no, proprio non è uno scrittore. Manca la pagina. È parlantina. E Biondillo, se affronta una pagina si sentirebbe male, altro che veloce, uno la tiene nel cassetto due anni e poi ci ripensa ancora un po’, per iniziare a scriverla. Ecco potrei concedere a Sorrentino che ha scritto male il soggetto del suo prossimo film , un soggetto del resto non deve essere per forza scritto bene. Si tratta del soggetto che diventerà sceneggiatura.
    Non ho velleità letterarie, lavoro e guadagno bene, un privilegio in questa nazione. Posso coltivarmi con buone letture anche nelle ore di lavoro. Ma niente di più. Quindi i miei sono giudizi futili, però sono consapevole e ne approfitto per dire che mai trovo Rollo una garanzia di qualità. Ho capito per strategie aziendali riconoscibili che Fazio ha un contatto diretto con Feltrinelli e i libri che sono considerati libri commerciabili a grande getto passano da lui in preferenza. Infatti Sorrentino – aveva la fascetta con la frasetta di d’orrico, prima ancora che il libro fosse uscito, il primo e speriamo ultimo libro… ha venduto già un tot di copie in due settimane. La qualità non centra. Certo Sorrentino ci potrà dire e che me ne frega, vendo, ho pubblicato e ho un pubblico, ma questo lo dice pure Simona Ventura! L’unico che va da Fazio con imbarazzo, usa la forza delle sue vendite e pretende di non promuovere solo il libro ma anche dire qualcosa che in quel momento gli sta a cuore, solitamente un fatto di gravità sociale e civile, contro le malefatte del governo contro gli immigrati per esempio, quello è Erri De Luca. Non uno dei miei scrittori preferiti, ma uno scrittore! E anche per questo sono contento che in Italia ci siano gli scrittori e che Serra e Fazio pensino di fare una televisione di qualità è solo un loro problema e dei milioni di persone del cosiddetto centro sinistra che si consolano con troppo poco. Direi loro, provate ad andare ad una lettura di uno scrittore vero e capirete la differenza!

  6. Sugli scrittori veri ognuno ha i suoi convincimenti in perpetua revisione, per me in Italia sono notevoli il Cesare De Marchi de La furia del mondo, Diego Marani de L’amico delle donne e Ornela Vorpsi. Ovviamente Magris di Microcosmi e la Serena Vitale del Bottone di Puskin. All’estero gli splendidi racconti di William Trevor (Uomini d’Irlanda) e di Alice Munro (ci metterei anche Jhumpa Lahiri), e poi due uomini del nord come il mirabolante, unico Tunstrom e Nooteboom, aggiungo il McEwan di Chesil beach. Romanzieri puri (secondo l’accezione di Kundera) pochi, l’ultimo -forse- è stato proprio Kundera con quel gran libro che è l’Immortalità.
    Coetzee, Roth, Saramago ? Boh, forse si, forse no. Aspettiamo ancora.
    L’anno della morte di Ricardo Reis forse resterà.
    Buona giornata
    Domenico Fina

  7. Alfredo, perdona, non hai risposto alla mia domanda (dettata da pura curiosità): che significa Sorrentino/Tony (pettinate a parte)?

  8. Cari, quando si parla di libri vedo che parton dei treni pazzeschi!!!!! Meno male, va.
    Sul Sorrentino regista non mettete le mani, por favor, ma….poi, si sa, ci viene, a tutti questi giovani geniali la voglia di fare il “di più”, come si dice a Milano e via con le copertine sventolabili in tv, con le recensioni che sono tutte un fremito, sembra di esser ancora da Fulvia il sabato sera…. tutta roba che passa. Venderà un sacco? Vincerà lo Strega? Non sapremo cosa dire al prossimo sangria-party perchè saremo gli unici a non averlo almeno un po’ sbirciato? Pazienza. In libreria, a me non mi comanda nessuno. E nemmeno a voi.
    Non l’ho letto e non mi piace. Questo lo diceva Manganelli, non io.
    Mi ha sempre fatto ridere poterlo dire.

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