CONCATENAZIONI: DAL MASSACRO DEL G8 ALLA MAESTRINA

G8 di Genova: “La più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale” (Amnesty International).
Giovanni De Gennaro: capo della polizia all’epoca del G8. Assolto nel 2011 perché “i fatti non sussistono”. Oggi è presidente di Finmeccanica.
Roberto Settembre: autore del libro “Gridavano e piangevano”. Giudice a latere della Corte d’Appello nel processo a 43 pubblici ufficiali, accusati di aver commesso piú di cento reati contro oltre duecento parti offese. Dice chiaramente che i reati commessi non sarebbero caduti in prescrizione se li avessimo chiamati con il loro nome: torture.
Adriano Prosperi: storico. Considera il G8 come un capitolo drammatico della storia sulla tortura (qui).
Convenzione europea per la prevenzione della tortura e delle pene o dei trattamenti inumani e degradanti: entra in vigore nel 1987, l’Italia la sottoscrive nel 2012, ma  non l’ha ancora ratificata.
Disegno di legge per l’introduzione del reato di tortura: approvato al Senato nel 2014. Attualmente fermo.
Sap: Sindacato autonomo di polizia. Tra le sigle sindacali, si oppone al disegno di legge in quanto lo ritene “antipolizia” (sito)
Laura Boldrini: presidente della Camera. Nel 2001 è portavoce dell’Alto Commissariato per i Rifugiati dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Laura Boldrini/2: viene attaccata sui social network per aver annunciato la discussione alla Camera del ddl sulla tortura il 7 aprile 2015. La motivazione ricorrente è “maestrina”.
Maestrina dalla penna rossa: personaggio di “Cuore” di De Amicis. Appellativo allegorico per “donna pedante”.
Pedante: che ostenta il proprio sapere.
Maria Zambrano: filosofa, sapiente, dunque maestrina. Fra le sue affermazioni, “una vita senza attenzione non è vita”.
Deficit di attenzione: clinicamente disturbo del comportamento. Socialmente incapacità di indirizzare indignazione e richiesta di giustizia. Può condurre a stallo.
Stallo: negli scacchi indica l’impossibilità del giocatore di effettuare una mossa. Se riferito a un aereo, può provocare la caduta a vite. Anche una comunità di cittadini in stallo corre lo stesso rischio.

7 pensieri su “CONCATENAZIONI: DAL MASSACRO DEL G8 ALLA MAESTRINA

  1. A questa analisi, chiara e stringata, manca la figura del singolo poliziotto, disposto a picchiare ferocemente persone disarmate, impaurite, inermi. Qui non si è trattato di menare le mani e mi chiedo come venga addestrato un poliziotto, se sa quando deve fermarai e se è in grado di non perdere il lume della ragione, in certe situazioni.

  2. Comunque vorrei specificare che, a quanto risulta dagli atti, le peggiori violenze, quelle alla Diaz e quelle a Bolzaneto, furono commesse da corpi speciali appositamente giunti, non dai ‘normali’ poliziotti genovesi che in quei giorni convulsi (un po’ per tutti, eh) ebbero certo le loro colpe ma non in quelle specifiche circostanze.

  3. Alcune cose successe di recente e meno di recente danno la misura di cosa sia l’anima lercia di questo paese: la morte di Cucchi, di Uva, Di Federico Aldrovandi e gli insulti vergognosi contro la madre di Aldrovandi e la sorella di Cucchi da parte di sindacati di polizia che raccolgono fiumi di iscritti, oltre che di un politico di primo piano come Giovanardi; l’applauso con cui gli stessi sindacati hanno salutato, in assemblea, il reintegro dei colleghi condannati per aver ucciso Aldrovandi; le manganellate contro la CGIL e lo stesso Landini in occasioni di manifestazioni operaie e l’asimmetrica complicità con il movimento anarco-fascistoide dei forconi, nei confronti dei quali gli agenti si tolsero il casco in segno di solidarietà; la totale inerzia delle forze di polizia pochi mesi fa a Roma, a Tor Sapienza, quando un centro di accoglienza pieno di minori fu assaltato da forze dell’estrema destra romana, pronte a strumentalizzare il disagio di quella periferia; la tolleranza quando, pochi giorni dopo, in un’altra periferia romana, quelle stesse forze impedirono l’accesso a scuola ai bimbi rom sotto il naso di agenti immobili, fatto atroce che resterà per sempre inciso nell’anima di quei bambini; lo striscione di domenica scorsa all’Olimpico di Roma contro la madre di Ciro Esposito, ucciso da un ultras romanista, esposto in barba a tutti i (presunti) controlli di polizia; il livore manifestato da buona parte del paese (non solo quella di destra) contro due giovani cooperanti rapite in Siria e – fortunatamente – tornate a casa; le parole false più volte messe in bocca alle stesse cooperanti da una stampa fascistoide, con l’unico scopo di rinfocolare l’odio di cui erano già oggetto; l’identico livore riversato più di dieci anni fa su Giuliana Sgrena, giornalista rapita in Iraq, a fronte della commossa partecipazione popolare alla sorte di Quattrocchi (ucciso purtroppo), che in Iraq c’era andato da mercenario insieme ad altri tre, in violazione della legge italiana, per guadagnare sulle vicende di un paese in guerra; l’odio viscerale di una maggioranza del paese, composta in buona parte anche da donne, contro Laura Boldrini, “maestrina”, “oggettivamente antipatica” e mille altre cose che rimandano tutte a come è, e mai a quello che fa, che potrebbe anche essere sbagliato ma semplicemente non viene preso in considerazione; gli insulti di Calderoli a Cecile Kienge, definita “orango”; la maglietta anti Islam dello stesso Calderoli, parecchi anni fa, che causò tumulti in cui alcune persone morirono; le trasmissioni televisive in cui si stuzzica l’odio contro immigrati, rom e chiunque non si conformi al modello dominante nell’immaginario collettivo sviluppato in trenta e passa anni di TV commerciale; il tutti-contro-tutti che è diventata la principale dinamica sociale di un paese in cui chi sta bene o almeno discretamente si arrocca in difesa e non offre solidarietà, e chi sta male non ambisce più a stare meglio lui ma solo a tirare nel fango chi sta meno peggio. Questo è quanto mi viene in pochi minuti. C’è di certo molto altro, ma forse è meglio lasciarlo dov’è. E’ già deprimente così.

  4. E’ davvero solo una questione di dx o sn? Non so e soprattutto non vorrei rudurlo a questo, a una contrapposizione tra buoni e cattivi, tra bianchi e neri, tra noi e loro. Non va dimenticato, però, che l’uomo ha bisogno di punti di riferimento, di identità. Sapare chi siamo passa per sapere almeno chi non siamo. Oggi il nostro Paese è nuovamente posto dinanzi al fatto “compiuto” del G8 del 2001, una vicenda che come molte altre, in questa Nazione, non è stato possibile districare sino in fondo se non con l’azzeramento delle responsabilità e nella totale assenza delle Istituzioni che mai si sono messe in gioco riconoscendo che c’era stata ampia e sistematica violazione dei diritti fondamentali dell’uomo. L’Italia resta così un paese arretrato sul fronte dei diritti, della sicurezza, del senso civico e non solo sul fronte economico, che tantoè a cuore della classe dirigente. Oggi, comunque, tutti continuano a inorridire davanti a certi fatti recenti così raccapriccianti e dis-umani, ma commessi da altri, in altri paesi. Mi tornano utili in questa desolazione le parole di A. Arendt sulla banalità del male. Un aspetto dell’uomo sempre presente, che mai sarà estirpato definitivamente. Occorre presidiare constantemente queste derive e riconoscerle. Oggi non posso riconoscermi in uno Stato che non ha saputo fermarsi e riconoscere tanta barbarie.

  5. Italiani brava gente? Sarà, ma forse aveva ragione Malaparte quando, parlando di Stalin come di una persona fondamentalmente buona, soggiunse sardonico che solo i veramente buoni sono capaci delle peggiori cattiverie. Temo che in questo senso siamo davvero “bravissima gente” (insieme agli argentini, non a caso a maggioranza italiana)… 🙁

  6. P.S.: A proposito, non ho sentito levarsi cori di indignati insulti contro Scajola, l’allora Ministro dell’Interno… il quale, anzi, in una intervista al “Fatto” persiste e firma dichiarando di non doversi scusare (politicamente) di nulla. Sono forse i valori non negoziabili del nostro concepire la politica e la sicurezza pubblica.

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