CONSOLARE LA TRISTEZZA CON LA TRISTEZZA PIU' GENTILE

Non l’ho ancora detto al mio giardino –
Per paura che mi possa soggiogare.
E non ho affatto la forza ora
Di rivelarlo all’Ape –
Non lo nominerò per strada
Perché le botteghe mi guarderebbero stupite –
Che una così timida – così ignorante
Abbia la sfacciataggine di morire.
I pendii delle colline non devono saperlo –
Dove ho tanto vagabondato –
Né dire alle amate foreste
Il giorno che me ne andrò –
Né mormorarlo a tavola –
Né sbadata per la via
Far capire che nel cuore dell’Enigma
M’incamminerò oggi –
Questa è Emily Dickinson. Da qui arriva il titolo di un libro bellissimo, Al giardino ancora non l’ho detto, di Pia Pera, pubblicato da Ponte alle Grazie. Susanna Tartaro ne parla con la grazia che le è propria qui.
Oggi, commentarium, sono triste e arrabbiata. Penso che sia difficilissimo andare avanti e mantenere intatte la passione e la speranza in un mondo così ostile, dove le persone sono pronte a triturare le altre, anche giovani, anche inesperte, e a bloccare loro la strada perché tanto un commento cattivo non costa niente, e non importa se le conseguenze saranno pesanti per quella persona (che ovviamente non sono io, perché non sono giovane, e peraltro la persona in questione manco so che faccia abbia: è il principio che mi ferisce nel profondo, e la disinvoltura con cui donne e uomini che hanno l’età per essere padri e madri e anche nonni e nonne non si fermano a pensare, non hanno comprensione nei confronti di chi andrebbe invece sostenuto. E mi chiedo perché).
Sono triste, e anche stanca, e ho davanti un week end pesante a Libri Come fra incontri e presentazioni e conduzioni. E mi sono anche presa un “vaffanculo” dall’addetta Atac del gabbiotto di Monti Tiburtini, davanti alla mia esasperazione perché passavano metropolitane vuote, e ormai erano venti minuti che si attendeva e dunque alla faccia della fascia di garanzia: ho dovuto prendere l’automobile, e via andare.
Allora, per tutti coloro che sono tristi come me, consiglio la dolcezza nella tristezza: leggete questo libro meraviglioso, amate la delicatezza con cui, appunto, l’autrice affida un addio ai luoghi che ama. E lasciate perdere tutto il resto, che infine non conta. A lunedì.

8 pensieri su “CONSOLARE LA TRISTEZZA CON LA TRISTEZZA PIU' GENTILE

  1. Grazie per questa Poesia e la relativa segnalazione del libro, ben coscienti che Tutto passa meno quegli Incanti di Bellezza che ognuno Si porta dentro quando si è in procinto per dare l’addio. Mirka

  2. In cuor mio non ho mai creduto esista una Addetta dell’ATAC ( ATM dalle mie parti ). Nemmeno quando non pagavo il biglietto come oggi il mio cucciolo che dorme sempre in filobus e finge sempre di guidare il treno della novissima linea lilla con Manovratore Remoto.
    Non può esistere una Signora che guarda impassibile i vagoni che passano vuoti, come sospettava Jack Leopardi che avrebbe preferito almeno ci mandasse un sanguigno, partecipe vaffa.
    Non esiste dolcezza nella tristezza del guardare qualcuno che fa ciao ciao alle strade in cui non cammina più da tempo. Purtroppo.

  3. Care persone gentili ed esauste che nonostante una vita infame, in una città competitiva e zozza, volete lo stesso essere brave persone per bene che non hanno bisogno di azzannare al collo il primo capro espiatorio che passa, grazie per essere così controllate eppure niente affatto indifferenti.

  4. Care persone che resistete, che credete che si debba essere cittadini con diritti e doveri che se vedete una persona che cade davanti a voi, invece di fotografarla e postare la foto, vi chinate e l’aiutate a rialzarsi; grazie di muovervi lentamente in città con i mezzi pubblici insieme a noi sfigati, pagate la tessera metrebus e non mettete le scarpe sul sedile di fronte anche quando il tablet richiederebbe oggettivamente una posizione reclinata, grazie

  5. Il libro l’ho comprato e poi subito regalato ad una giardiniera appassionata come me, intanto ho letto “l’orto di un perdigiorno”, sempre di Pia Pera, e mi sembrava in gran parte di averlo scritto io, certamente l’ho pensato quasi tutto negli anni passati. Suggerisco un altro libro, comprato ieri a “Giardini d’autore” e già quasi finito: Mal di fiori, di Didier Berruyer. Essenziale, bello. Ora devo ricomprare l’ultimo di Pia Pera . Per fortuna o per sfortuna qui dove sto non posso usare mezzi, ma solo l’auto, oltretutto lavoro molto di notte. Non incontro umani, solo bestie selvatiche, questa sì. spesso una fortuna.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna in alto