CONTENUTI EXTRA 2. CHIARA PALAZZOLO

Noto che sul Riformista
di oggi Luca Mastrantonio dedica mezzo Punteruolo a Dennis Cooper perché avrebbe
attribuito a Bush le colpe dello scandalo Leroy. In realtà, come da post
precedente, Cooper ha tirato in ballo il Presidente per motivare il gusto
americano per lo sbugiardamento, che è cosa leggermente diversa. Tant’è.
Intanto vi offro altri Extra. Sull’ultimo Venerdì, la sottoscritta si è
dilettata nel parlare di vampire, con intervista finale ad una delle mie
scrittrici predilette, Chiara Palazzolo.. Posto qui la prima metà dell’articolo
e l’integrale inedito dell’intervista medesima.

La chiamano Età Gothica: gli
studiosi Arianna Conti e Franco Pezzini (autori, tempo fa, del saggio Le
vampire
per Castelvecchi), ne datano l’ennesimo ritorno a partire dagli
anni Novanta, con la nuova ondata di non-morti al centro di film (dal Dracula
di Coppola fino al recente Underworld), libri, giochi di ruolo, serie
televisive, spettacoli teatrali.
Il motivo? La reazione fantastica e a-ideologica al conformismo
buonista e neo-con. La novità? Presto detta: sempre più spesso, sulla scia
dell’ottocentesca Carmilla di Sheridan Le Fanu, i ritornanti sono
femmine, o nascono a vita letteraria per mano femminile, e alle ragazze, per lo
più giovanissime, piacciono (appunto) da morire. Un paio di esempi: per una
Anne Rice, celebrata autrice di Intervista col vampiro, che abbandona la
via delle tenebre per la religione (l’ultimo libro si intitola Christ the
Lord
), c’è una Laurell K.Hamilton la cui stella brilla più fulgida che mai
per stuoli di fan. Di Hamilton, Editrice Nord ha recentemente tradotto Il ballo della morte,
quinto di una serie di quattordici libri dedicati ad Anita Blake, negromante,
ammazzavampiri e –viva la contraddizione – amante di in fascinoso zannuto di
nome Jean-Claude.
Non solo: in questi giorni approda nelle librerie italiane,
grazie alla casa editrice Gargoyle, un’altra americana, Chelsea Quinn Yarbro,
con Il Palazzo, seconda puntata dalla saga del conte di Saint-Germain,
alchimista, gentiluomo e naturalmente vampiro. Infine,dal 16 marzo, torna con Strappami
il cuore
, per i tipi di Piemme una delle più amate eroine dark degli ultimi
tempi: Mirta, ventenne umbra morta per amore e per lo stesso motivo
risvegliatasi dalla tomba. Con un’imprevista fame di carne umana.
 Mirta è una
vampira (o meglio, sopramorta) tutta italiana: nasce dalla penna della
scrittrice siciliana Chiara Palazzolo, rivelatasi con il romanzo I bambini
sono tornati
, ispirato a Giro di vite di Henry James, ed esplosa nel
mondo dei lettori horror un anno fa con Non mi uccidere, primo libro
della trilogia dedicata a Mirta.

In Strappami il cuore la storia di Mirta, sopramorta per
amore, giunge al secondo capitolo: conservando le caratteristiche che hanno
decretato la fortuna del primo libro. Vado citando: la riconoscibilità della
protagonista come ventenne di oggi, la "vicinanza" dei luoghi e delle
situazioni descritte, e soprattutto la sua densità di personaggio letterario.
Eppure qui Mirta cambia, anche nel nome. Perché?

La trasformazione di Mirta in Luna era già delineata in
“Non mi uccidere”, ma in “Strappami il cuore” diventa più netta. Perché Mirta
paga un prezzo altissimo per sopravvivere alla morte, vale a dire quello di
annientare se stessa. La ragazzina Mirta, ingenua, innamorata, non è in grado
di affrontare il trauma della morte, e del ritorno dalla morte. Per farlo, è
costretta a creare un “doppio”: lucido, freddo, spietato. Luna, appunto. Una
personalità dell’emergenza che balza fuori dal suo inconscio, dalla parte più
oscura e profonda di se stessa.

La cosa che mi ha colpito molto, nei due libri, è che il fronte del Bene e
quello del Male sono tutt’altro che definiti e separati. Una scelta precisa?

Una scelta di campo, senz’altro. Che non è pregiudiziale
però, ma nasce dall’osservazione. So che può suonare strano, detto da
un’autrice di romanzi dark, ma io sono a favore di un realismo assoluto nella
scrittura. E non c’è nulla di meno realistico di una narrativa rassicurante,
consolatoria, “buonista”. A chi vogliamo darla a bere? Il mondo che ci circonda
è talmente caotico. Attraversato da segnali inquietanti. Irrorato dalla melassa
dell’ipocrisia, della retorica menzognera. Ma è questo il mondo con cui gli
scrittori devono confrontarsi. Per
scandagliarne i lati oscuri. E coglierne gli inaspettati lampi di grazia. Per
questo nei miei libri è impossibile trovare una netta demarcazione tra Bene e
Male. Nella realtà, non esiste. Siamo tutti in bilico. Come Mirta-Luna è
sospesa tra due identità, tra la vita e la morte, tra la salvezza e
l’orrore. 

Mirta-Luna non è una super-eroina canonica da videogioco, a dispetto degli
straordinari poteri che va perfezionando: i due romanzi sembrano anzi delineare
un percorso di formazione pieno di incertezze e paure. E’ così?

Ma certo. Mirta-Luna non è Lara Croft. E’ una ragazza del
Duemila insieme inerme e aggressiva. Una ragazza angosciata, come tutte le
donne di oggi. Ma che trova la forza di reagire alla sua situazione di
“diversa”, di vampira, di mostro in una parola. E’ questo il vero tema di
fondo: la condizione di alterità, di sradicamento della protagonista, che è poi
la condizione comune della giovinezza. La difficoltà di crescere in un contesto
ostile. Ma attenzione, anche qui non ci sono sconti per nessuno. Il percorso di
formazione di Mirta-Luna è ambiguo. Quasi a delineare quella
formazione-sformazione che prelude all’ingresso in un mondo adulto opaco, privo
di sogni.

Il personaggio di Sara serve anche a raccontare l’incontro fra due
generazioni?

Mi intrigava molto l’idea di un incontro “impossibile” tra
una ragazza del Duemila e una ragazza degli anni Settanta-Ottanta. Accomunate
dalla loro condizioni di vampire eternamente giovani ma distanti anni luce per
formazione. Mirta è figlia di questo gelido Duemila. Vive immersa
nell’apparenza. Divora le sue vittime badando a non sporcare i suoi giubbotti
firmati. Beve solo acqua Evian. Sara, invece, è figlia del calore dei Settanta.
Delle sue confuse utopie, ma anche di quel rigoroso senso etico che ha
caratterizzato tutta una generazione. La mia generazione. Anche Sara uccide, ha
bisogno di cibarsi di carne umana per sopravvivere. Ma trova un criterio.
Sceglie le sue prede. Ha una coscienza. Ed è questa coscienza che cerca di
trasmettere a Luna. Non è un incontro facile, il loro. Anzi, a momenti è teso
come uno scontro. Appassionato, duro. Ma è attraverso questo incontro-scontro
che Luna cresce.

Si è detto spesso che in Italia era difficile l’affermazione di autori
horror-fantasy. Nel tuo caso, cosa ha determinato la smentita del luogo comune?

Ma è la libertà del postmoderno, bellezza! Smettiamola di
stracciarci le vesti e di urlare: il romanzo è morto. Non è vero. Il romanzo si
è trasformato. Come un sopramorto si è tirato fuori dalla sua supposta tomba ed
è sopravvissuto, vampirizzando i generi più disparati, dal noir all’horror alla
narrativa d’anticipazione, e trasformandosi in “pastiche” letterario. E i
lettori l’hanno capito per primi. Ricevo molte e-mail di giovani lettori,
lettrici soprattutto, che si sono identificate nel personaggio di Mirta-Luna.
Nella sua visione della vita, della morte, dell’amore. E questa è la ricompensa
più grande, per uno scrittore. 

Autori/trici prediletti nel settore?

Dire Stephen King è lapalissiano. E’ un genio, e un vero
maestro di scrittura. E come trascurare Peter Strauss o Shirley Jackson? Ma i
debiti narrativi sono tanti. Tagliando all’osso, in area classici: senz’altro i
ghost tales di Henry James. “Giro di vite” ha ispirato addirittura un mio
romanzo precedente, “I bambini sono tornati”. E poi, “Carmilla” di Sheridan Le
Fanu. Un testo perturbante, cui la trilogia di Mirta-Luna deve moltissimo. Quel
gioco ambiguo, quel gioco sporco tra la “buonissima” Laura e la “cattivissima”
Carmilla… che ci lascia un dubbio di fondo, anzi due: quanto spenta sarà la
vita adulta di Laura, senza Carmilla? e, viceversa, quanto dolore si annida
nella apparentemente inumana Carmilla Karnstein? 

Ci sarà un terzo libro: anticipazioni possibili?
Il terzo volume è in corso d’opera, e non parlo mai dei miei lavori finché
non finisco. Ho paura di consumarli anzitempo. Comunque, posso dire che le
avventure di Luna nel mondo dei sopramorti proseguiranno. Che ci sarà forse
un’incursione a sorpresa nel campo nemico, quello dei Benandanti. E l’entrata
in scena di un nuovo personaggio che cambierà le carte in tavola, costringendo
Luna a una spietata resa dei conti. 
 

4 pensieri su “CONTENUTI EXTRA 2. CHIARA PALAZZOLO

  1. Senza nulla togliere a Pantera o Eymerich, la saga di Mirta (da come ne parli) sembra meglio delle storie di Evangelisti…

  2. io credo che nn è finita qui…ho letto l ultimo della trilogia…e nn può finire cosi…..amo questa scrittrice e questa trilogia(per ora)…ma le avventure di mirtina nn devono finire…dai possibile che sia finita cosi con sara???

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna in alto