NON SIAMO IN SVEZIA

La vostra eccetera è nei guai: un articolo da consegnare, un piccolo programma per bambini in partenza (a proposito, il Gran Concerto ha concluso il suo ciclo domenica scorsa: ed è andato benissimo. Grazie a chi lo ha seguito), la “cosa” che prende  forma, quanto meno nella mia testa, la solita pila traballante di libri che attende pazientemente sul tavolo.
Oggi, dunque, il menù prevede segnalazioni: per esempio, una curiosa recensione di Remo Bassetti sul libro di Francesco Piccolo, definito (tenetevi forte) manifesto del separatismo (poetico, però).
A corollario, ci sarebbero da citare molti piccoli fatti: come la scatolina con dispositivo satellitare per signore. Il colore? Ma c’è da chiederlo?
Questi sono i casi in cui vorrei avere qui Liza Marklund, o almeno fare mia la sua franchezza nel demolire anche i luoghi comuni in apparenza più innocui, e il coraggio con cui, in quel di Courmayeur, ha iniziato il suo incontro con il pubblico dichiarando “Voglio cambiare il mondo”. Avercene.
In chiusura, però, almeno una nota positiva. Che ha un nome, Nemi Montoya, è nerovestita, metallara convinta, fan di Tolkien, ironica, filosofa, femminista. La pubblicano i benemeriti di Elliott. Ah, l’autrice si chiama  Lise Myhre. Scandinava pure lei, guarda caso.

6 pensieri su “NON SIAMO IN SVEZIA

  1. Ah il “montaggio come addestramento alla vita coniugale”
    🙂
    Ok faccio la seria.
    Io creco che il libro di Piccolo, che alla fine leggerò, possa avere qualcosa di interessante. Nel modo in cui è scritto, e perchè non credo che abbiamo a che fare con un imbecille. Però vorrei aggiungere un commento parziale, nel senso di parte in una prospettiva psicologica dunque non critica non letteraria e solo indirettamente politica. Ma spero che serva.
    Quando sentii Piccolo dalla Dandini, mi accorsi che era intriso di freudismo prima maniera. Questa cosa per cui il sesso viene investito di una serie di significati strutturanti e la riflessione affettiva viene completamente scotomizzata. Il nostro eroe cerca il sesso, propone questa idea del separatismo e – grande classico del settore – non ha sensi di colpa. La dialettica colpa non colpa, era un grande tema degli anni in cui la coppia era il baluardo della morale, quando in caso – ma non ci se ne accorgeva – era un baluardo della relazione. Eppure Piccolo questo tipo di prospettiva la considera attuale. Io sono curiosa del libro, e credo che abbia dei meriti estetici. Ma lo sento infarcito di pregiudizi e di una psicologia distorta, con un’idea arcaica e distorta delle dinamiche psichiche – tipiche di un certo modo di essere intellettuali – soprattutto in Italia. Prima che maschilista, o forse proprio per quel tipo di maschilismo, temo che sia un libro datato.

  2. Ieri, appena ho sentito la notizia al tg sulla scatolina rosa, la prima cosa che ho fatto è stato pensarti, Lippa!
    Questo imperante color confetto comincia a essere davvero fastidioso.

  3. Come ogni anno, ieri, il Time ha pubblicato i riassuntivi. I 10 top divisi per categorie
    Tra i Top 10 Fiction Books troviamo al quarto posto Anathem di Neal Stephenson (fantascienza), al nono posto he Graveyard Book di Neil Gaiman.
    Miglior film dell’anno Wall-E
    Miglior videogioco GTA IV
    Su certi eventi bisogna meditare.
    Non sarà che Piccolo, noi, lo meritiamo?

  4. @zaub
    ” Questa cosa per cui il sesso viene investito di una serie di significati strutturanti e la riflessione affettiva viene completamente scotomizzata”
    Scusa la mia ignoranza, ma non ho proprio capito che cosa intendi (anche se il libro l’ho letto…). Non è che me lo rispieghi con parole più semplici?

  5. Uh Andrea ci hai ragione! N’antro po’ non mi capisco manco io:)
    quello che intendo è
    1. La psicoanalisi di prima e seconda generazione descrive un uomo che forma le sue relazioni principalmente in base a significati e pulsioni sessuali. L’edipo è una trama sessuale del desiderio della madre, il sogno è la trasformazione inirica delle nostre segrete e censurate pulsioni sessuali, l’arte è una sublimazione dell’energia sessuale, e anche quando ci indistriamo a scrivere una cosa carina, in verità se scopavamo er meglio. Il sesso ci vive. Non come pulsione affettiva. Ma come pulsione sessuale ferina e animalesca. E aggiungo sempre secondo il Freud prima maniera è l’uomo molto di più orientato a questa faccenda del sesso, la donna puarettina all’inizio ancora ancora, poi se lo deve scordare, perchè così p scritto nel suo processo evolutivo.
    2. Ma la psicoanalisi successiva – la scuola delle relazioni oggetttuali fino alla recente ricerca sperimentale, toglie alla sessualità una parte di questa grande importanza. Il nuovo terreno su cui si costruisce il soggetto è la matrice relazionale. E’ la relazione con l’altro la materia su cui nasce la parola, su cui si struttura il nostro comportamento. Si studiano i modi dei genitori di essere con i loro figli molto piccoli, e si ragiona su come questo generi dei pattern esistenziali di lunga durata. L’affetto diventa importante. L’affetto diventa l’anteriore logico su cui si installa il sesso.
    3. Per cui ecco, che queste sono due prospettive culturali e psicologiche diverse con cui guardare un uomo che ha relazioni con molte donne.
    C’è poi il discorso del modo con cui la psicoanalisi di prima maniera leggeva il modo di vivere la sessualità secondo il genere, e credo che Piccolo risenta anche di questo modo. Io ci ho dedicato tempo fa un post (Lipperissima predonami la segnalazione, ma magari interessa pure a te!)
    http://zauberei.blog.kataweb.it/2008/11/18/psichico-50-archiviamo-una-vecchia-faccenda/
    Scusate se mi sono allargata

  6. Francesco Piccolo è un machista e un arrivista (ha il dono dell’ubiquità, è stato visto in vari salotti romani contemporaneamente).

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