COSE CHE SI TROVANO IN GIRO

Per esempio, sempre a proposito di Will Eisner, lo speciale che gli dedica I Miserabili, da pochi giorni in versione rinnovata. Anche Dario Voltolini, su Nazione Indiana, lo ricorda segnalando una delle sue opere sull’arte del racconto.
Carla Benedetti, Cristina Savettieri e Lucio Lugnani hanno invece curato una raccolta di saggi critici su Gadda: il titolo è Gadda. Meditazione e racconto ed è stata pubblicata da ETS Edizioni. Obiettivo, leggo dalla scheda, restituire "alla Meditazione milanese, spesso tacciata di dilettantismo, un orizzonte filosofico e epistemologico di grande ampiezza, e alle complesse partiture narrative gaddiane una prospettiva di lettura più vasta, che smonti l’icona depotenziata di un Gadda stilista e puro prosatore".
Poi. Mi ha colpito, sull’Almanacco dei Libri, la recensione di Concita De Gregorio di H.P.L’ultimo autista di Lady Diana di Beppe Sebaste (Quiritta). Non l’ho letto (voi sì?), ma me lo procuro.
Quindi. Da fumatrice, leggo con curiosità (ma anche con non poco divertimento: mi aspettavo il fiorire di cronache e interviste sull’argomento) del count down che fra poche ore interdirà ogni pubblico luogo a noi tossici. E mentre Filippo Facci, su Macchianera, esorta alla disobbedienza civile (anche su Dagospia l’annuncio dell’iniziativa), quelli di Carmilla  sono sull’argomento da diversi giorni, a loro modo.
Cosa ne penso io? Che già prima della legge Sirchia mi sentivo clandestina, e che da anni ho imparato a fumare sui balconi.

28 pensieri su “COSE CHE SI TROVANO IN GIRO

  1. Ho sempre fumato per essere un clandestino e non “come un” o per “farmi mettere nella condizione di essere un”. Ma soprattutto per piacere, senza eccedere: il fumo è un piacere, e l’eccedenza guasta.
    Gli articoli pro-fumo su Carmilla li trovo allarmanti per diversi motivi: diciamo pure tranquillamente che non incontrano affatto il mio favore, e per dirla tutta li trovo da irresponsabili. Ma non ho voglia di essere (forse) trascinato in una polemica di fumo negli occhi, quindi qui smetto.
    “I Miserabili” se ha cambiato veste grafica non avrà cambiato i contenuti: solita rassegna stampa. E’ uno dei motivi precipui per cui non m’interessa e preferisco leggermi, al limite, la Repubblica come sto facendo ora, ma preferisco di gran lunga leggere i giornali on line di un po’ tutte le parti, di un po’ tutti gli schieramenti politici. Evito come la peste incarnata quelli che sono fatti di rassegne stampe selvagge. OT ma non troppo, questa settimana con La Repubblica, Edward Bunker, “Come una bestia”. Perché non segnalarlo? Con 5 euro e 90 centesimi un bellissimo libro da quello che è forse autore più forte e genuino di James Ellroy.
    Will Eisner, dispiace e molto, e la notizia della sua scomparsa, una delle prime date, non è ad opera dei succitati, bensì del Corriere della Fantascienza. Onore a Will Eisner e grazie per l’arte che ci hai dato.
    Lady Diana è stata eletta a mito e a simbolo come fu per Marilyn Monroe. E stesso trattamento le è stato riservato dopo la morte. Tutti si sentono in diritto di scriverne e storpiarne la vita, sia quella reale, sia quella inventata. E’ un libro che non mi interessa: ne ho già un paio, e possono bastare. Tanto ognuno ha cominciato ad inventarsi la sua “verità”.
    Cari saluti.
    Iannox

  2. Ehm, Iannox, credo proprio che il libro di Sebaste non sia il canonico volumetto sulla principessa, ma qualcosa di assai diverso (almeno così mi inducono a credere la recensione e soprattutto l’editore, Quiritta non pubblica, abitualmente, libri da pollastrelle).
    Concordo per il Bunker. Ma, attenzione, la settimana prossima, se non erro, arriva un grandissimo Scerbanenco (Venere privata)…

  3. Cara Loredana,
    sì, in effetti Quiritta è un buon editore, non mi sembra di trovare nel suo catalogo libelli o libretti. Ho letto anch’io alcune recensioni in giro, e parrebbe un libro vero, quindi credo che lo prenderò: un terzo libro per approfondire potrebbe tornarmi utile. Poi magari saprò dire la mia con maggior giudizio critico.
    Grande Scerbanenco: non mancherò l’appuntamento con la Venere privata. In genere, gli allegati a Repubblica sono tutti buoni a parte un Grishman che proprio non riesco a digerire. Ne “Le strade del giallo” c’è comunque sempre un ottimo libro a un buon prezzo e in un’edizione di tutto rispetto (molto ma molto uguale a Strade Blu… sì, lo so… sempre Mondadori c’è di mezzo ^___^)
    Cari saluti,
    Iannox

  4. E’ da più di un anno che si sa di questa legge anti-fumo, ragion per cui i locali pubblici hanno avuto tutto il tempo a disposizione per adeguarsi! Ci fu il panico anche quando si proibì di fumare nei cinema e si sostenne che sarebbe crollato il cinema! Ma così non è stato!
    In ogni caso, non voglio respirare il vizio di un altro! Mi chiedo inoltre se trovandoci in una società culturale di tipo liberale, dove ognuno ha anche il diritto, che io difendo, di farsi del male da solo, io debba pagare le tasse per le spese sanitarie della sue bronchiti, tumori e via dicendo! Stabilito che il fumo fa male, che cmq posso farmi male se lo voglio, dovrebbe essere anche stabilito che quando mi ammalo mi pago le spese sanitarie interamente di tasca mia e non chieda denaro alla comunità pubblica. Inoltre, mi chiedo, dove è stata la civiltà del rispetto in tutti questi anni nei locali pubblici? Chi impediva a un gestore di locale di adibire spazi per (non) fumatori? Occorre una legge per costruire una mentalità? una civiltà? In tutti questi anni dove erano tutti questi personaggi famosi che protestano e che parlano di diritto alla libertà? Non mi sembra abbiano mai difeso la libertà di chi vuole respirare aria non viziata! idem gli esercenti!

  5. luminamenti, a fare schifo è una legge che limita la libertà personale, e oggi è il fumo e domani chissà. leggi bene, ti pare normale che un cittadino si debba trasformare in sceriffo per denunciare un altro che infrange le norme e se non lo fa viene denunciato a sua volta? ma che siamo a nottingham? io non fumo, ma sono disgustata.

  6. “chiamando gli sceriffi”??? Luminamenti, ti rendi conto di quel che scrivi? sostituisci alla parola fumo qualsiasi altra, ti rendi conto che così è come essere sotto stalin? ci sta passando sulle teste qualosa di gravissimo, mascherato dietro l’isteria igienista che impera oggi.

  7. caro luminamenti. scusa la franchezza, ma ne ho le palle piene della gente che si rifà ai paesi nordici nel momento di difendere leggi liberticide. nei paesi nordici, preservativi, pillole etc sono pressochè gratuiti. in italia no. però amiamo la famiglia. nei paesi nordici si può dare del tu al capo, nei paesi nordici scrittori e intellettuali sono cardine del sistema e garanzia di libertà. già. noi siamo un popolo di vigliacchi, sempre pronti ad osannare il DUCE (che cambi nome è altro discorso). in italia ad esempio non sono vietati gli smart drink. ma odiamo l’alcolismo giovanile. e poi, hai ragione, è giusto che i fumatori si paghino da sè le spese sanitarie. e anche i malati di aids (avessero scopato meno…) e anche quelli che fanno gli incidenti stradali. e delle vittime da “pallottola vagante” che ne dici? potevano starsene a casa a guardare iva zanicchi, giusto? ma perchè fermarsi a questo? perchè non smettere di dare contributi alle madri single (tutte troie) e che dire degli immigrati? o i lavoratori in nero. se cadono dalle impalcature e poi vanno al pronto soccorso, perchè gli devo pagare le spese mediche? truffano il fisco e poi pretendono anche.
    il bello dell’Italia è che su queste leggi siamo tutti intransigenti e coraggiosi (belle le ronde dei non-fumatori). consigli ai “rondinisti” di fare la stessa cosa contro il pizzo o lo sfruttamento minorile. un giretto a scampia, così, per capire…

  8. Cara Serena è più che giusto che ogni cittadino si adoperi in ogni caso a fare rispettare qualsiasi legge senza che debba fare lo sceriffo, ma chiamandoli gli sceriffi. E’ quello che accade con grande senso di civiltà in tanti paesi del nord europa e nei paesi anglossassoni. La libertà è libertà sempre e solo se è limitata dalla libertà altrui. Il gestore di un ristorante ha il dovere civico di invitare un proprio cliente a smettere di fumare e questo dovere avrebbe dovuto averlo anche prima che la legge entrasse in vigore. Tutte le persone che hanno fumato per anni nei locali pubblici non hanno mostrato con il loro comportamento un alto senso di civiltà nei confronti della libertà altrui di non respirare aria viziata. Non vedo proprio a quali ragioni possano attaccarsi i fumatori, che per altro potranno tranquillamente fumare all’aperto e continuare liberamente ad avvelenarsi! E vedrai che continueranno ad andare nei locali pubblici come vanno a cinema senza fumare per quell’arco di tempo. Imparino ad aspettare!

  9. Essenzialmente mi trovo d’accordo con Luminamenti: se proprio voglio avvelenarmi, posso farlo tranquillamente fuori. Non vedo perché debba avvelenare anche chi mi sta accanto. C’è bisogno di rispetto e responsabilità civile: nessuno limita niente e tutto questo dire fracassone intorno ai fumatori ghettizzati, ecco questo si che mi fa inalberare. I fumatori che fumino pure, ma non avvelenino il loro prossimo: il fumo passivo è quello peggiore. Non si è sceriffi, solo si tenta di dare un po’ di civiltà ad una civiltà barbara che per troppi anni ha abusato della pazienza e della salute di chi ci sta accanto. Era una legge che sarebbe dovuta entrare in vigore già molto tempo prima, giacché gli uomini sono ancora incapaci di gestirsi da sé senza portare danno a chi gli sta accanto.
    Cari saluti,
    Iannox

  10. Mi trova assolutamente d’accordo in pensiero di chi intravede nelle leggi sbandierate, strombazzate e “mediate” un sottile modo per preparare il terreno a far passare clamorose limitazioni di libertà e di diritti civili.
    Non fumo più da 13 anni, ma da quando so che andrà in vigore questa legge, per sana abitudine alla disobbedienza, mi prende una voglia incontenibile di andare fumando dappertutto, soprattutto in faccia ai rondinini (e non a quelli di pascoliana memoria).
    Quando mi passa resta la certezza che anche fumando sul balcone, in strada o in una valle delle Dolomiti, si intossicca il proprio vicino; e che in un paese civile dovrebbe imperare la buona educazione piuttosto che le leggi che impongono divieti.

  11. Ma quale isteria igenista? so benissimo che l’aria che respiro per strada è tossica come il cibo altamente inquinato! in attesa che si facciano riflessioni su questi temi e si veda come rimediare se si vuole rimediare, mi sembra più che giusto che quanto io entri in un locale non mi si debba costringere a fumarni il fumo degli altri. Il fumatore può mettersi in riva al mare e fumare per ore. Di libertà ne ha a disposizione a iosa!!!
    E’ stranoto che il fumo, al di là dei danni obiettivi che procura anche passivamente, dà fastidio, fa stare male chi non fuma. E’ quindi buona educazione da parte di un fumatore non dare fastidio, non fare stare male con il suo fumo chi gli sta accanto. Dato che sembra ancora difficile che le persone si comportino educatamente senza dare fastidio agli altri, questa legge trova rimedio. Tutti gli altri discorsi sul liberismo, sulla dittattura, sull’isteria nulla tolgono al mio diritto a non stare male in un locale pubblico. Il fumatore fumerà fuori!
    Tutti quelli che blaterano parlando di violazione delle libertà, chissà dove arriveremo di questo passo, mica si preoccupavano della mia libertà di non voler fumare il fumo altrui!

  12. Cara Serena chi collabora per il rispetto della legge non è un delatore, ma piuttosto un cittadino che si prende a cuore e con civiltà i diritti degli altri. E questo dovrebbe accadere sempre e ovunque!
    Mi sembra più che giusto che il gestore di un locale pubblico non sia compiacente con chi nel suo locale non rispetti il diritto degli altri presenti (tra l’altro sempre suoi clienti). E’ giusto che inviti il fumatore a spegnere la sigaretta. Il problema oltretutto è di ordine pratico! Non abbiamo a disposizione milioni di poliziotti che possano sostare nei locali in attesa dell’infrazione. E’ giusto quindi che il gestore del locale si prenda carico di questo per cambiare definitivamente questa mentalità di fumare al chiuso in presenza di non fumatori che non gradiscono! in ogni caso qualsiasi cittadino non fumatore può provvedere a chiamare un responsabile di ordine pubblico! Mi sembra evidente che per rendere il tutto meno spiacevole ai propri stessi clienti non fumatori, sia sopratutto il gestore del locale a prendersi carico di questo sicuramente ingrato compito. All’inizio potrà essere imbarazzante, potrà anche procurare la perdita di un cliente, dopo di che tutti si adegueranno e continueranno a fumarsi le sigarette come sempre! Ma fuori!
    I fumatori portino pazienza come per tanti anni hanno portato pazienza i non fumatori dell”inciviltà dei fumatori!
    Abbiano la pazienza di uscire del locale e farsi il carico di fumo!

  13. luminamenti, hai ragione quando dici che è un tuo preciso diritto non essere intossicato dagli altri. hanno ragione i fumatori o quelli come me che non fumano ma sono furiosi con la legge quando dicono che lo stato non può obbligare un cittadino a diventare un delatore. per me il punto è questo.

  14. “Adesso che son qui, ad analizzarmi, sono colto da un dubbio: che io forse abbia amato tanto la sigaretta per poter riversare su di essa la colpa della mia incapacità? Chissà se cessando di fumare io sarei divenuto l’uomo ideale e forte che m’aspettavo? Forse fu tale dubbio che mi legò al mio vizio perché è un modo comodo di vivere quello di credersi grande di una grandezza latente. Io avanzo tale ipotesi per spiegare la mia debolezza giovanile, ma senza una decisa convinzione. Adesso che sono vecchio e che nessuno esige qualche cosa da me, passo tuttavia da sigaretta a proposito, e da proposito a sigaretta. Che cosa significano oggi quei propositi? Come quell’igienista vecchio, descritto dal Goldoni, vorrei morire sano dopo di esser vissuto malato tutta la vita?”
    Italo Svevo, La coscienza di Zeno

  15. A Luminamenti, di cui stimo nick e identità reale, vorrei solo dire che, assolutamente sì, i non fumatori hanno pieno diritto di non essere intossicati. Ma non posso che dichiararmi in sintonia con la preoccupazione di Serena sul principio di delazione. Sono anni che la sottoscritta fuma all’aperto, o solo in presenza di altri fumanti, o al limite di non fumatori tolleranti. Così, sinceramente, mi pare un po’ troppo. C’è un articolo molto bello di Maurizio Ricci sul Domenicale di Repubblica, uscito ieri, sullo Stato-balia. E’ questo il punto che mi sembra contestabile di tutta la vicenda.

  16. Invece di incazzarvi per il fumo, fate come me, scrivete a Labrancas 11. Io l’ho fatto e sono felice come se mi fossi fumato un cannone, e gratis!
    Gli ho scritto:
    “Caro Tommaso Labranca,
    volevo dirti che il programma che state facendo in tv, quello dove cinque gay degli Eleven combattono il cattivo gusto dei maschi etero, è straordinariamente intenso.
    Siete 11 fuoriclasse!
    Ti porgo i miei più affettuosi saluti,
    tuo titonco”
    Fatelo anche voi, liberatevi di un peso: i Labranchia 11 sono lì apposta.
    Fateli(vi) contenti.

  17. Labranca mi ha tosto risposto:
    “Subject: Labranca’s Eleven
    Labranca’s Eleven fornirà qualche altra notizia dal 1° gennaio 2005.
    Stiamo ancora reclutando le 10 persone che faranno parte dell’iniziativa.
    Grazie.”
    Ma questa risposta non me l’aspettavo, Labranca è andato indietro nel tempo, e mi fa capire che gli eleven sono il frutto di una sottrazione! Non avevo capito che si trattasse di un numero negativo. Che sia una specie di trama tipo “La freccia del tempo” di Amis? Uhm.

  18. Scusa Loredana,
    il tuo Blog è inserito nella sezione “Arte e Cultura” di Kataweb.
    Lady Diana la mettiamo nell’arte o nella cultura ?
    Con simpatia.
    Lunar

  19. Continua il carteggio con Labranca che mi spiega la ragione del mio equivoco. Gli Eleven non hanno tra loro i cinque gay con la missione di salvare il mondo etero… ecc. ecc.. Quelli sono i Fantastici 5 e vanno in onda ogni mercoledì notte su non ricordo che rete. Mentre invece gli Eleven vanno in onda in orari più disparati e non vogliono salvare gli etero. Dunque tutto è stato originato, secondo Tommaso, dalla rottura del mio telecomando.
    Questa è stata la mia risposta:
    “Caro Tommaso Labranca, ma se a me si è rotto il telecomando – e può benissimo darsi – a te, con la tua “azione 001″ cosa ti si è rotto, il calendario dell’orologio? Non pensi che siano cose talmente straviste che sembra di essere sintonizzati sulla macchina del tempo di Cecchi Paone, e invece no, non è un documentario sugli anni sessanta-settanta, siete i creativi di oggi! Solo che non si capisce con la vostra creatività che cosa volete assaltare e perché. Forse non volete assaltare proprio niente. Forse sono cose che servono solo a movimentare un aperitivo.
    ciao”
    (Per vedere l’azione 001 occorre collegarsi al sito degli Eleven.)

  20. Cazzarola, gli Elevens mi fanno rispondere dal risponditore fotonico setacciacretini, ecco il testo:
    “Grazie per aver scritto a Labranca’s Eleven.
    Se la vostra mail contiene una richiesta riceverete al più presto una risposta.
    Se invece avete usato una casella anonima per mandare i soliti insulti, magari con la pretesa di essere spiritosi, questa risposta automatica è sufficiente a farvi capire quanto siete imbecilli.”
    (la mia casella esiste da quattro anni, se per Labranca & Co è importante conoscere il mio nome cognome indirizzo codice fiscale e numero di cellulare, la cosa per me non costituisce in nessun modo un problema, non sono certo uno da criptobattute tipo “dal gruppo 63 alla P2”)

  21. Sono sempre stato un non fumatore tollerante, nonostante il fumo passivo mi faccia stare male. D’accordo sullo Stato-balia, non piace neanche a me che per operare nella vita sociale si rimedi con il diritto, che nella sua essenza e in generale ritengo una comica deformazione della vita psichica, ma non vedo al momento come si possa rimediare a un’insufficienza culturale e di mentalità sempre più diffusa.
    Lo Stato diventa forte lì dove trova spazio. Io sono per uno Stato debole. Ma siamo ancora molto lontani dall’utopia spinoziana di Toni Negri. Io sono contro una concezione giuridica del mondo, ma l’uomo è ancora molto arretrato! E del problema del fumo si sa da moltissimo tempo e non mi sembra che gli esercenti abbiano mai fatto nulla in passato per tutelare anche i diritti dei loro clienti non fumatori. Oggi pagano il prezzo di una disattenzione e mentalità economica gretta e di breve respiro. Ecco un esempio di mancanza di autocostituzione non-giuridica di moltitudine!

  22. Per Lunar che fa lo spiritoso, posto la recensione di Luca Sofri sul libro “su Lady Diana”:
    “L’ultimo autista di lady Diana
    Ho letto nel weekend un libro che si intitola “H.P., l’ultimo autista di lady Diana”. L’ha scritto Beppe Sebaste, con un editore piccolo che si chiama Quiritta. Non si può dire di cosa parli troppo sbrigativamente. Dire che si tratta di una biografia di Henry Paul, come suggerisce il titolo, sarebbe parziale. È il racconto di un periodo della vita dell’autore, durante il quale i suoi casini personali e sentimentali, le sue depressioni e le sue eccitazioni, si mescolano al progetto di scrivere un libro su Henry Paul, che morì una notte di agosto del 1997 guidando la macchina con cui lui, Dodi e Diana (e la guardia del corpo che sopravvisse) si schiantarono in un tunnel di Parigi. Sebaste si appassiona alla sua figura di “persona normale” in una storia di principesse e miliardari, e allo svelamento della maldestra e precipitosa costruzione degli investigatori e soprattutto della stampa che lo designano capro espiatorio della storia.
    Ma non sarei ancora soddisfatto di aver descritto la trama del libro senza dire che è imbottito di pensieri, considerazioni, e associazioni che spesso si allontanano dalla trama principale, in una dichiarata ambizione Benjaminiana dell’autore, affascinato dal mettere in relazione le cose più varie.
    A momenti il name-dropping e il book-dropping rischiano di essere un po’ ridondanti, come alcuni autocompiacimenti nel raccontare fatti propri un po’ inutili e impudichi: ma Sebaste si salva quasi sempre un passo prima del superfluo, dando una ragione, un racconto, un’idea, ai passaggi del suo diario.
    Non so se è un libro completo, o ben ruscito: ma è pieno di cose, dentro. E la storia di Henry Paul si legge di per sé”

  23. Caro AlbertoG,
    non volevo fare dell’ironia spicciola ma quando leggo Lady D da qualche parte scatta in me un fastidio forte direi quasi viscerale.
    Potevo fare a meno di postare ?
    Forse sarebbe stato meglio considerando che dietro ogni libro c’è il lavoro di molte persone.
    Se poi l’editore è piccolo la cosa mi tocca ancor di più.
    La prossima volta prima di scrivere conterò fino a dieci.

  24. Ma no, Lunar, se conti fino a dieci finisce il bello! Del resto anch’io ho segnalato il libro senza contare, ovvero senza averlo letto, suggestionata dalla recensione. Anzi, grazie ad Alberto, da due…

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