SIATE COME PASSANTI (TEORIA DEL BLOOM)

"La fine di un’istituzione viene sempre vissuta come la fine di un’illusione. Appare allora il contenuto di verità in virtù del quale quella cosa passata è determinata come menzogna. Non a caso, solo recentemente, si è cominciato ad ammettere che i grandi libri, al di là della loro compiutezza, sono sempre stati quelli che riuscivano a creare una comunità, che cioé il Libro ha sempre avuto la propria esistenza fuori di sé".
Se non conoscete Tiqqun, dovreste. Tiqqun, per usare le parole di chi ha firmato ora Teoria del Bloom (in uscita per Bollati Boringhieri, che aveva già pubblicato Elementi per una storia della Jeune-Fille), non è un gruppo, e in particolare non è un gruppo di intellettuali parigini. Tiqqun è una rivista, un mezzo attraverso il quale passano idee e, se posso, situazioni e posizioni di pensiero che riguardano la politica nel senso più elevato che si possa dare a questo termine. Dalla postfazione all’edizione italiana: "Noi affermiamo che l’unità umana elementare non è il corpo-l’individuo, ma la forma di vita. E che di conseguenza la questione politica per eccellenza non è formare un corpo sociale a partire da una moltitudine di corpi individuali, bensì elaborare, affinare e arricchire il gioco tra molteplici forme-di-vita".
Il Bloom è una forma di vita? Il Bloom (da Joyce) è l’uomo massa, è il Nulla mascherato. E da un secolo a questa parte è l’eroe esclusivo della letteratura, da L’uomo senza qualità a Bartleby.  Emerge nella letteratura nel momento in cui "essa si sfascia come istituzione", ed è presente nei libri perchè lo è, potentemente, nella vita reale.
Bisogna combattere il Bloom, bisogna combattere la Jeune-Fille? Intanto, bisogna riconoscerli. Leggete, ne vale la pena. E se volete sapere qualcosa di più su Tiqqun, andate qui.

22 pensieri su “SIATE COME PASSANTI (TEORIA DEL BLOOM)

  1. Gran testo questo di Tiqqun (confraternita di agambeniani, peraltro). La Jeune-Fille, ovvero ‘l’individualità biopolitica elementare’. Aggiungerei anche queste mirabili citazioni, folgoranti illuminazioni profane: “La Jeune-Fille è una menzogna che culmina nel viso”; “La Jeune-Fille è la merce che esige a ogni istante di essere consumata, perchè a ogni istante scade”; “La Jeune-Fille assomiglia alla sua foto”.
    E mi permetto di consigliare anche il testo precedente, “La comunità terribile”, uscito per Derive Approdi. Un testo decisivo per la rivolta a venire…

  2. Loredana, mi viene in mente P. Restany e… hai presente quelle cose tipo il suo Manifesto del naturalismo integrale, no non lo puoi avere presente ma fa lo stesso. E’ un tipo di scrittura che detesto e che è lontanissima da quello che serve oggi. Mi spiace vedere che ancora la ripropongono altri autori dopo tanto tempo.
    Però ammetto che il tuo topic subito sotto, quello con la lista della spesa, è un po’ più arioso del solito. Che sia merito del divieto di fumare?
    ‘notte

  3. Andrea, per me Restany è solo un nome. Su Internet ho trovato il manifesto che citi. Ma non ho proprio capito che cosa abbia a che fare con Tiqqun, secondo te. Ad esempio, questo: Autocritique, dématérialisation, tentation idéaliste, parcours souterrains symbolistes et occultistes : cette apparente confusion s’ordonnera peut-être un jour à partir de la notion de naturalisme, expression de la conscience planétaire.
    E mi piacerebbe sapere su quale base dici che la scrittura di Tiqqun non è appropriata alle urgenze attuali. Per me i due libri di Tiqqun sono state tra le letture più belle dell’anno passato…

  4. Andrea, per me Restany è solo il nome di un critico – cioè, non lo conosco per nulla. Su Internet ho trovato il manifesto che citi. Ma non ho capito che cosa abbia a che fare con Tiqqun. Ad esempio, questo: Autocritique, dématérialisation, tentation idéaliste, parcours souterrains symbolistes et occultistes : cette apparente confusion s’ordonnera peut-être un jour à partir de la notion de naturalisme, expression de la conscience planétaire.
    E mi piacerebbe sapere per quali motivi dici che la scrittura di Tiqqun non risponda alle urgenze attuali. Per me, i loro due libri sono state tra le letture più belle dell’anno passato…

  5. Sono sempre stato un non fumatore tollerante, nonostante il fumo passivo mi faccia stare male. D’accordo sullo Stato-balia, non piace neanche a me che per operare nella vita sociale si rimedi con il diritto, che nella sua essenza e in generale ritengo una comica deformazione della vita psichica, ma non vedo al momento come si possa rimediare a un’insufficienza culturale e di mentalità sempre più diffusa.
    Lo Stato diventa forte lì dove trova spazio. Io sono per uno Stato debole. Ma siamo ancora molto lontani dall’utopia spinoziana di Toni Negri. Io sono contro una concezione giuridica del mondo, ma l’uomo è ancora molto arretrato! E del problema del fumo si sa da moltissimo tempo e non mi sembra che gli esercenti abbiano mai fatto nulla in passato per tutelare anche i diritti dei loro clienti non fumatori. Oggi pagano il prezzo di una disattenzione e mentalità economica gretta e di breve respiro. Ecco un esempio di mancanza di autocostituzione di moltitudine!

  6. Chiedo scusa, ho sbagliato sezione per il mio post precedente. In quanto a Tiqqun mi sembra riprendere in parte idee di Agamben, Deleuze e Castoriadis, ma conosco poco la rivista. Aspetterò questo saggio della Bollati Boringhieri

  7. Andrea, non fare citazioni a caso. Tiqqun è un fenomeno importante, anch’io consiglio la comunità terribile per capire di cosa parlano.

  8. Alderano in effetti non sono stato per niente chiaro, mi riferivo al link postato da Loredana, i due libri non li ho letti, ma se la scrittura è quella che si trova nel link non so se lo farò. Comunque la prima volta che vado a Bo ci guardo (sempre che alla Feltrinelli abbiano qualcosa di diverso dai gialli).

  9. Ora vado e leggo, ma in Italia c’è una rivista che si chiama Forme di vita, la fa Deriveapprodi e in redazione a De Carolis Cimatti Virno Agamben e qualche altro (non ho il tempo per cercare in rete). Hanno rapporti con Tiqqun?

  10. Non faccio citazioni a caso, il pezzo “Eh bien, la guerre!” mi ricorda il modo di scrivere francese, gli intellettuali francesi e in particolare Restany, perché ci sono cresciuto dentro. E siccome ci sono cresciuto dentro, e ora ho 36 anni, la mia prima impressione è che sia roba vecchia. Ma è un’impressione, magari approfondendo cambio idea. O forse sono ancora irritato da allora, perché sentivo tutto il giorno dei vaneggiamenti sul mondo e sulla critica d’arte, pronunciati da personaggi che si ritenevano molto carismatici (forse lo erano, in fondo sono collocati nella storia dell’arte, ma non lo erano per quel bambino di dieci anni e non lo sono nemmeno per l’adulto che è diventato). Tutto qui.

  11. Massimo, Tiqqun nasce a Parigi – dove ha ottime relazioni la ‘direzione’ di deriveapprodi, che, diciamo, fa da sponda.

  12. Ancora per Alderano (ma sei il catante degli Anachistes?), lo dico da lettore, frasi come questa:
    “La Jeune-Fille è l’individualità biopolitica elementare.”
    sono difficili da leggere, e mi sembra uno stile già sentito e inefficace. Non so come dirlo, sicuramente le intenzioni sono ottime ma dubito che qualcosa arrivi oltre il solito condensatissima grumo di superlettori che parlano un idioletto tutto loro. Cioè è la parte autoreferenziale di questi progetti che mi dà fastidio, e mi dà fastidio proprio perché intuisco che dietro ci sono persone valide.

  13. No che non vi conosco, cioè solo di nome attraverso il blog di Razgul (anche lui fa parte del gruppo?), insomma esistono dei cd? fate cose tipo i Têtes de Bois?

  14. Alderano, sarai dunque reclutato se si farà il concerto di scrittori che aveva preso forma qualche post fa 🙂
    Andrea, non nego che la scrittura di Tiqqun sia, a tratti, persino ostica. Ma vale la pena di leggere quel che vi si afferma.
    Azioneparallela, non so se i contatti ci siano effettivamente. Io ho appreso dell’esistenza di Tiqqun grazie a DeriveApprodi di Sergio Bianchi. Mi piacerebbe, confesso, intervistare qualcuno degli scriventi, prima o poi. Se ci riesco, glielo chiederò direttamente.

  15. Con i Tetesdebois ci siamo incontrati diverse volte, ormai, ci unisce la filiazione spuria da Ferrè, ma il nostro suono è più electro-rock, diciamo alla buona.
    Raz. l’ho conosciuto grazie a una sua recensione di un nostro concerto milanese al palamazda. tramite lui la blogosfera. poi ci siamo conosciuti di persona, ed è un amico non più solo di penna.
    Sono contento per l’apprezzamento di quel pezzo su Abdelali. E’ un brano di un racconto a venire in un libro di storie di reclusione che seguirà il prossimo cd, il secondo (a tema: la biopolitica, guarda caso) e uscirà per Stampa Alternativa. Il racconto principale mette in scena storie che ho raccolto incontrando ragazzi ‘scampati’ ai CPT – storie senza fiato e senza voce come quella di Abdelali.

  16. Loredana, quando c’è da cantare non mi tiro mai indietro. comunque saremo a suonare a roma il 27 gennaio allo zoo bar…
    PS ‘alla buona’ non era un’etichetta per la nostra musica..;)

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