Ci torno.
Su Cuori di pietra, intendo: che è
in libreria, da due giorni (Tiziana Ferrario ne ha scritto qui). Ovviamente è difficile parlare di un libro a cui si è
partecipato: se non per dire tre cose.
La prima
è una constatazione: e riguarda la gamma di variazioni possibili sul tema dato,
che è stato declinato praticamente in tutti i toni (dal dark al
personale-politico, passando per la rivisitazione dei classici).
La
seconda è una sbirciata nel mio personale backstage: quel che è venuto in
mente alla vostra eccetera è il più classico dei what
if. Cosa sarebbe successo, ovvero, se il proprietario di un cuore letteralmente di pietra non fosse al
posto che gli spetta?
A dire la verità,
c’erano stati illustrissimi e non comparabili precedenti che avevano messo in dubbio la santità
dell’illustre Commendatore di Ulloa (l’antagonista di Don Giovanni: ogni tanto qui si torna ai vecchi amori). Per
esempio, lo ha fatto George Bernard Shaw
in Man and Superman: nel terzo atto,
Don Juan in Hell, i due irriducibili nemici si scambiano i
ruoli. Il Commendatore lascia, annoiato, il Paradiso per l’Inferno, e Don
Giovanni ascende al Cielo in cerca di un luogo gelidamente perfetto dove poter,
finalmente, abbandonarsi al pensiero astratto.
THE STATUE. I can’t complain. I was a hypocrite; and
it served me right to be sent to heaven.
THE DEVIL. Why, sir, do you not join us, and leave a
sphere for which your temperament is too sympathetic, your heart too
warm, your capacity for enjoyment too generous?
THE STATUE. I have this day resolved to do so. In
future, excellent Son of the Morning, I am yours. I have left Heaven for
ever.
THE DEVIL. [again grasping his hand] Ah, what an honor
for me! What a triumph for our cause! Thank you, thank you. And now,
my friend–I may call you so at last–could you not persuade HIM to
take the place you have left
vacant above?
Per farla
breve, ho giocato con questa idea: complice un episodio accaduto davvero, dieci
anni fa, nei giardini di piazza Vittorio, a Roma. Per farla ancora più breve:
mi sono divertita come non mi succedeva da un pezzo.
Per farla
brevissima: quel che conta, però, è lo scopo del libro, e dunque il progetto dell’Unicef
per il Malawi. Lo trovate qui.
Quanto
alle autrici: saranno in parte a Milano il 29 maggio, allo Spazio Krizia alle
18, e in parte a Roma, il 6 giugno, all’Auditorium dell’Unicef,
sempre alle 18. Siateci.
Ps. Ho
letto una bella “non-recensione” di
Tiziano Scarpa sul libro di Laura Pugno, Sirene.
…Cara Loredana,
la sua scrittura è incantevole
come sempre…
Lo leggerò con piacere:*
Mitsu
http://mitsu.splinder.com
sig.ra Lipperini brava lei brave le altre se mi capita rinasco donna.