TRANS-AGE

Transeuropa
lancia un’idea interessante. In sostanza, riprende l’antica idea delle antologie di esordienti “Under 25” curate da  Pier
Vittorio Tondelli
, ma ribaltandola e invitando a scrivere gli “Over 65".
Cito dal comunicato:

 “Sono, questi nostri
vecchi, i deprecabili, sacrificabili detentori del potere di cui scrivono i
giornali, gli inamovibili boss a capo di ogni settore economico, politico e
sociale del nostro paese? Esiste solo questa tipologia di anziano?

Cosa sappiamo di
“loro”? Li dobbiamo odiare, li dobbiamo amare, dobbiamo prendere atto di
qualcosa che riguarda o riguarderà anche noi? E poi: come sono cambiati gli
anziani di oggi rispetto a quelli di una volta? Quali sono i loro miti, i loro
ideali? Sperano ancora nel futuro? Guardano al passato? Come vivono? Come
scrivono? Come amano? Cosa possono raccontarci “di nuovo”? È vero che molti
aspettano l’età della pensione per coltivare le proprie passioni letterarie?
Cos’hanno, allora, nel cassetto? “

Quelli di
Transeuropa, annunciando di essere in cerca di un curatore (“qualcuno che abbia
determinate caratteristiche, tra le quali per esempio l’aver raggiunto il
successo in tarda età e una buona dose di autoironia e autorevolezza”),
invitano gli interessati a partecipare al progetto, qui. Entro il 31
ottobre.  “I generi ammessi (in forma di racconto o parti di narrazioni
spendibili come racconti autonomi) sono: narrativa, diari, memorie,
testimonianze, reportage narrativi, narrazioni epistolari – il tutto
rigorosamente in prosa”.

   A corollario,
mi viene in mente un testo di Giovanna
Cosenza
che parla di Trans-Age: nulla a che vedere con il rifiuto dell’invecchiamento
che riguarda la manipolazione del corpo attraverso la chirurgia estetica, ma la
“consonanza” fra il corpo medesimo, la mente e il cuore. Scrive Cosenza:

 “Troviamo ritratti
memorabili di questa consonanza nelle grandi narrative sudamericane, da García
Márquez a Isabelle Allende, popolate da bimbe che nel corpo sono già vecchie e
donne anziane che nella fisionomia sono bimbe. La donna Trans-Age può infatti
sembrare vecchissima da giovane e giovanissima da vecchia, a seconda di ciò che
vive, pensa, sente.  Nella Casa degli spiriti ad esempio,
Allende descrive una fase dell’infanzia di Blanca con queste parole:

 
A un’età in cui la maggior parte dei
bambini va in giro con pannolini e a quattro gambe, balbettando incoerenze e
perdendo bave, Blanca sembrava una nana saggia, camminava a balzelli, ma sulle
due gambe, parlava correttamente e mangiava da sola, a causa dell’abitudine di
sua madre di trattarla come una persona adulta. Aveva tutti i denti e
cominciava ad aprire armadi per buttarne all’aria il contenuto…

Un’altra protagonista,
Clara, fra i sessanta e settant’anni è dipinta così:

 Clara era ancora giovane, ma
a sua nipote sembrava molto vecchia, perché non aveva i denti. Non aveva
nemmeno rughe e, quando se ne stava con la bocca chiusa, dava l’impressione di
un’estrema giovinezza, dovuta all’espressione innocente del suo volto.

Come si vede, in certi
personaggi della narrativa latino-americana la mescolanza di tratti somatici
delle più diverse età è così spiccata che prescinde non solo da questioni
anagrafiche ma dalla stessa verosimiglianza.

Ma se nella cultura
sudamericana questi esempi sono frequenti, perché invece da noi il Trans-Age è
ancora un problema? La mia opinione è che, nonostante le apparenze, nei paesi
ricchi e avanzati del mondo le barriere d’età siano ancora fra le più difficili
da abbattere, assieme alle barriere legate alla provenienza geografica e al
genere sessuale”.

Questione tutt’altro
che marginale, dico.

10 pensieri su “TRANS-AGE

  1. Molto divertente l’idea di Transeuropa. Poiché, malgrado non sia più di primissimo pelo, non ho ancora varcato la soglia dei 60, e ancora meno quella dei 65, non mi resta che propormi come curatore della raccolta… non fosse che anche lì mi manca un requisito: aver raggiunto il successo in tarda età. Prometto di rimediare attraverso la raccolta stessa:- /

  2. Effectivement.
    Speriamo che a qualcuno venga in mente in fretta di resuscitare anche i post-giovani.
    Ho pronto il titolo: “Romanzo di formazione tardivo”.

  3. Per mia fortuna non ho mai visto i Teletubbies, se no chissà che tendenze avrei sviluppato. Leggo in Wikipedia: “Il linguaggio dei teletubbies è estremamente semplificato, lento e ripetitivo, ogni cosa viene ripetuta svariate volte fino alla noia. Tra le frasi standard, Tante Coccole e Ciao Ciao”.
    Qui ci vedo tanto Andrea Barbieri:- )

  4. Grazie Loredana, credo che tu abbia trovato il nome adatto per l’antologia: Trans-Age. Molto buono davvero… Ci sto pensando sul serio.

  5. @ Giulio Milani
    Mi permetto di precisare che il nome “Trans-Age”
    l’ho proposto io (se mai si può proporre qualcosa di nuovo a questo mondo, cosa di cui dubito) a fine 2004, durante un convegno organizzato a Rimini dal Comune di Rimini e dall’Università di Bologna, sul tema della “Donna difficile”.
    Era il titolo del mio intervento (“La donna Trans-Age”), da cui è tratto il saggio che Loredana cita.
    Ti ringrazio per il “molto buona” e mi scuso con Loredana e con te per la debolezza di cui do prova nel fare questa precisazione, ma a quel nome sono, per ragioni personali, molto affezionata.
    🙂
    Ciao,
    GC

  6. @ Lucio Angelini
    …infatti in quell’occasione, nel proporre l’etichetta “Trans-Age”, giocai anche su questo equivoco.
    Era una piccolissima provocazione, per introdurre e stimolare una riflessione su alcune affinità fra Trans-Gender, Trans-Age, Trans-Location.
    Avendo conosciuto Loredana a distanza di qualche anno – grazie a un comune amico e a questo blog – ho voluto condividere con lei questi spunti.
    E Loredana, che come sempre ringrazio, li ha raccolti.

  7. La terza età,che comincia credo a 65 anni,non é l’ultima età.
    Per quanto mi riguarda ho cominciato a 60 anni a fare tutte quelle cose che avevo fermato per crescere i figli .
    Ora a 72 anni sono presidente di un’associazione della terza età,scrivo poesie e racconti, ho imparato una nuova lingua straniera ed ho una voglia di vivere meravigliosa.
    No ho l’ossessione di guardare la carta di identità. Vivo e basta.

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