DETTAGLI

A proposito del libro cui accennavo ieri: qualche dato tratto dal medesimo, tanto per iniziare bene la settimana (sono di corsa, lo so: e lo sarò sempre più di questi tempi. Poi passa):

Il nostro
paese ha il più basso livello di partecipazione femminile al mercato del lavoro
tra tutti i 25 stati membri dell’Unione europea, e figura al terzultimo
posto tra i 30 paesi aderenti all’Organizzazione per la cooperazione e lo
sviluppo economico (Ocse).

 Le donne
che lavorano a tempo pieno sono 6 milioni e mezzo, pari al 74,4%
dell’occupazione femminile; gli uomini sono invece 13 milioni, pari al 95,4% di
quella maschile.

Le donne
che lavorano a tempo parziale sono quasi il 26%, contro appena il 4,6% degli
uomini.

In
Italia, in media, tra le donne di età compresa tra i 30 e i 50 anni il tasso di
occupazione sfiora l’84% se sono nubili, scende al 71% se coniugate e si riduce
al 50% se sono madri.

Ps. Per altre cronache: su Nazione Indiana, Gianni Biondillo a proposito di "Chinatown".

27 pensieri su “DETTAGLI

  1. Gentile Sig.ra Lipperini,
    pochi giorni fa mi sono permessa di dare una mia personale valutazione su due parole dall’enorme valenza “pari opportunità”, e sull’anno che dovrebbe celebrarle a livello europeo. Inutile dire lo sconforto, la tristezza che provo di fronte alla realtà. Sono una mamma-lavoratrice, ma per seguire da vicino la mia famiglia ho dovuto rinunciare alla crescita nella professione. Non rimpiango la scelta e mi ritengo fortunata di avere un lavoro.
    Solo, non venitemi a parlare di “pari opportunità”!!

  2. Cara Pat, presto sarà la festa della mamma. Le sembra poco? Una festa tutta per lei, a compenso di tanti sacrifici…
    Però, se aveva le idee così poco chiare sui suoi desiderata, perché non ha scelto il nubilato?
    E’ ovvio che nessun uomo potrà mai partorire e allattare al posto della donna: questo tipo di opportunità è loro negato ed è tutto a favore delle donne.

  3. Sig.ra Guendalina,
    chiedo venia perchè forse non mi sono espressa bene.
    Spiace che lei non abbia compreso il mio commento. Fa niente.
    Mi godrò appieno la festa della mamma, così come ogni giorno apprezzo i miei sacrifici nel mondo del lavoro. La mia vita è piena e completa e ne sono orgogliosa.
    E la sua?

  4. Forse lei voleva capra e cavoli. Figli-casa-marito (di cui non occuparsi) più un lavoro in cui essere libera di far carriera. Ma la vita è fatta di scelte. I figli, una volta fatti, hanno a lungo bisogno della mamma. Poiché non è scritto da nessuna parte che ci si debba sposare per forza, ripeto: perché non ha scelto il nubilato?
    O un marito progressista disposto a condividere al 50% i carichi domestici? Ce ne sono, sa?

  5. Sig.ra Guendalina,
    mi permetto di rispondere alla sua arroganza e forse alle sue frustrazioni con una domanda:
    Com’è la sua vita? Se fosse piena e serena come la mia (e di tante altre donne come me) i suoi toni sarebbero diversi.
    Non è mai troppo tardi. O si?
    Chiedo scusa alla sig.ra Lipperini. Questo è il mio ultimo commento. Non mi piacciono le polemiche; tanto meno quelle sterili.
    Scusi ancora.

  6. Molto interessante il commento di Guendalina, mostra il vero male del nostro paese.
    Le donne devono “scegliere” fra lavoro e famiglia e se pretendono entrambe le cose sbagliano. I figli sono una faccenda delle donne (e non della famiglia e della società, come nei paesi un pochino più progrediti),e le donne devono “scegliere” fra l’autonomiia (perchè il lavoro è innanzi tutto autonomia), la soddisfazione (come ci permettiamo a volerne troppa!)… pare che se vogliamo un po’ di soddisfazione lavorativa dobbiamo pagare un prezzo sulla famiglia (neanche i figli si facessero per se stesse).
    Questa arretratezza culturale ci sta portando ad essere un paese privo di bambini.

  7. Nubilato! Nubilato! Questa è la nuova frontiera. Che i figli li facciano le donne all’antica, se proprio ne hanno voglia. Alle donne moderne non può fregare di meno di accollarsi simili intralci alla carriera. Ha scritto di recente Galimberti: “Sarebbe davvero interessante sapere quante donne e quante femmine animali resterebbero gravide senza la mediazione del piacere sessuale, dal momento che la prole può vivere unicamente grazie al sacrificio degli individui che l’hanno generata, come ogni madre sa sul suo stesso corpo e come ogni padre oggi, sia pure con grave ritardo, incomincia a percepire.”

  8. Guendalino, smettila, togliti la parrucca e le scarpe di mamma, se vuoi sperimentare del sano travestitismo ci sono ottimi locali in cui puoi essera addirittura la Carrà (Carrà per una notte, wow!).
    Ghega

  9. Mmm sarebbe meglio evitare gli insulti però… anche se Guendalina dimostra di non aver letto gli interventi di Liber, se dice “i figli li facciano le donne all’antica”, quando Liber ha detto proprio il contrario

  10. Ghega, vedo che ha dimestichezza con certi locali. Forse li frequenta lei. La lettera di Pat era chiarissima: “Inutile dire lo sconforto, la tristezza che provo di fronte alla realtà. Sono una mamma-lavoratrice, ma per seguire da vicino la mia famiglia ho dovuto rinunciare alla crescita nella professione.”
    Ripeto: “Nubilato! Nubilato!” E’ il solo rimedio allo sconforto e alla tristezza di fronte alla realtà dei sacrifici professionali comportati dalla prole.

  11. Nubilato, Nubilato… il solo rimedio?… mha… invece di fare un serio tentativo di far valere i diritti delle donne affinchè siano considerate TOTALMENTE pari agli uomini… le donne si difendono così… proponendo un nubilato… Va ben, se le donne non sono le prime a far valere i propri diritti,… la nostra situazione non cambierà mai.

  12. Ultimo intervento: le nostre nonne erano allevate nel terrore di restare “zitelle”, per cui si affrettavano a “sistemarsi” il più in fretta possibile e a farsi trombare “non per amor mio ma per amor di Dio”. La rivoluzione consisterà nello scegliere, guarda caso, lo status un tempo così abborrito. Nubilato! Nubilato! Carrierà! Carriera! Volete mettere la soddisfazione di avanzare senza intralci nella carriera anziché occuparsi di fagotti urlanti, spisciolanti e scagazzanti?

  13. Quindi riassumiamo alcuni stereotipi:
    STEREOTIPO DONNA 1 Donna=sposa=madre=allattare=crescerefigli=casa=pulizie=donna classica casalinga,o moglie, che sta a casa a preparare la cena al marito e a crescere i figli, nonchè a fare le pulizie con i bigodini in testa.
    STEREOTIPO DONNA 2 Donna=carriera=zittella=nietefigli= donna isterica perchè zittella= lavoratrice ma mai pari agli uomini=
    finchè in questa società ci sono tante donne che criticano le amancipate, che criticano le donne in carriera, che criticano chi si è ralizzato (invidia?), ci sarà sempre discriminazione.
    Non dico che necessariamente una donna deve anche lavorare, ma è un DIRITTO SACROSANTO il poter scegliere di lavorare ed avere figli, o di lavorare non avere figli, o di avere figli e stare a casa.
    Non riduciamo le nostre scelte a ciò che è meglio per l’uomo, perchè i figli si fano in 2!!!

  14. Guendalino, va bene, diamoci del Lei, ma questo non cambia le cose, Lei, secondo me, gioca con l’identità di sesso senza sporcarsi il nasino in brutti localacci (peccato!) per non essere accusato di veteromaschilismo, che non sta bene prendersi del veteromaschilista, con tutta la buona educazione che ci si sforza di impiegare. Nulla di male in questo, in realtà, se non costituisse un problema per Lei. Quando vorrà potrò accompagnarla volentieri nei posti oscuri del “trasformismo”, per come li vedo io sono luoghi a basso tasso di ipocrisia, sempre salutari. Ma la stessa proposta la faccio a Pat, potrebbe dimenticarsi, per una sera, della sua vita piena e felice e divertirsi. 🙂
    Ghega

  15. Valentina2, la invito ad aggiungere agli stereotipi 1 e 2 questa terza alternativa, da me additata a Pat: “Poiché non è scritto da nessuna parte che ci si debba sposare per forza, perché non ha scelto il nubilato o un marito progressista disposto a condividere al 50% i carichi domestici? Ce ne sono, sa?”
    Però, se fossi un bimbo in mano a dei genitori che anteponessero le loro carriere a me, li manderei dritti affanculo e ricorderei loro: “Chi vi ha chiesto di mettermi al mondo? Non certo io, che non c’ero ancora”.

  16. Corpi sospesi nel tenuo calore delle membra riposte in candidi giacigli piegati alla fervida luce dei penetranti e impavidi occhi.
    Strati di avido desiderio erosi dalle sottili pieghe del corpo della passione lungo il mare in fuga.
    Tenere e candide vesti schiacciate dal peso voluttuoso di nubi minacciose disperse lungo l’incauto sentiero.
    Struggenti visioni consumate da brandelli di vita al declinar del giorno tra richiami sommessi lungo le pareti della memoria sospesa al filo della rimembranza.
    Mentre le vestigia piatte del tempo ricoprono i tortuosi sentieri dell’anima contesa tra le tenebre lunghe della notte in fuga.

  17. Lei scrive:E io tuttora considero un citrullo chi non ha mai letto il più bel racconto della letteratura americana, ossia Accadde sul ponte di Owl Creek di Ambrose Bierce.Vorrei farle notare sarebbe più elegante scrivere:> In proposito Le consiglio di leggere se non lo ha fatto:Il Parnaso ambulante, C. Morley Sellerio, si accorgerà così che il bel libro è anche un vecchio almanacco un libro per le ricette e una favola per bambini, insomma il bel libro è quello dove dopo poche pagine tu sei lì, dentro la storia accanto ai personaggi e nessuno mai potrà strapparti da quella lettura come il grande Calvino scriveva: e ora mettetevi seduti comodi sulla poltrona, accendete la luce …

  18. Nunziante, ma leggere i post è un optional? Lei rimprovera me di non essere elegante: ma quelle parole sono di Kurt Vonnegut, io le ho riportate, come ho premesso subito prima. Oltretutto, il suo commento è sul post sbagliato…
    Scusi: ma prima di impartire lezioncine agli altri, bisognerebbe porre più attenzione a quel che si scrive.

  19. ehm…
    copio un paio di dati:
    Relazione tra offerta di asili e lavoro femminile: l’ammissione fa crescere la probabilità di lavoro delle madri dal 35 al 55%. (Lavoce.info, 6/2/03)
    Solo se la madre lavora molte famiglie possono permettersi il secondo figlio: una famiglia con un bambino di 6 anni ha bisogno del 42% in più del reddito. Con secondo figlio, del 72%. (Lavoce.info, 2/12/03).
    Donne cha lasciano il lavoro dopo la nascita di un figlio per incompatibilità di orari 18,4%. Che vengono obbligate a dimettersi: 5.6% (Istat, dati 2005)
    Sulle donne obbligate a firmare lettere di dimissioni in bianco, impiegate per cacciarle in caso di gravidanza, si legga Concita De Gregorio su Repubblica di oggi.
    La questione riguarda sia le madri nubili che quelle sposate. Il paradosso è questo:
    se fai figli non lavori, o se fai figli e lavori comunque guadagni meno.
    Ma…
    se non lavori o se guadagni meno non puoi permetterti di fare figli.
    Sembra Comma 22.

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