Nota conduttrice radiotelevisiva: “Buongiorno”.
La sottoscritta: “Buongiorno”
NCR: “Mi dispiace chiamarla solo a pochi minuti dall’intervista in diretta, ma volevo puntualizzare”.
LS: “Cosa?”
NCR: “Naturalmente non ho letto il suo libro, ma ho letto la sua intervista al Giorno. Ecco, ci tenevo a dirle che il nostro è un programma, leggero, festivo…”
LS: “E…?”
NCR: “Dunque lei non dovrebbe in alcun modo toccare argomenti a carattere sociale, ma mantenersi sull’intrattenimento”.
LS: “Cosa intende esattamente con intrattenimento?”
NCR: “Nessun riferimento sociale alla vecchiaia”.
LS: “E secondo lei cosa dovrei dire?”
NCR: “Oggi è la Befana e anche se siamo circondate da donne giovani è bello dire per un giorno viva le vecchie”.
LS: “Credo che non sia il caso”.
NCR: “Sa, abbiamo dei limiti molto precisi. Noi facciamo intrattenimento”.
LS: “Arrivederci”.
NCR: “Arrivederci, e la tengo presente, sa? Lei di cosa si occupa esattamente?”
LS: “Arrivederci”.
PS. Buona Befana!
A Bologna si dice: “Va ban a fèr dal pugnatt…”
Esatto Wu Ming, dalle nostre parti si dice così e anche “Brîsa ciapér pr al cûl”
Sono morta dal ridere!
Ci riflettevo ieri: il nostro non è più un Paese democratico. Da tempo ormai è evidente che solo un apcicola parte della popolazione ha i mezzi culturali ed economici per approfondire la realtà. Per tutti gli altri, la maggioranza, c’è la televisione che si propone spessissimo come un luna park spensierato ed idiota, che non offre alcuna possibilità di approfondimento. Non è un problema da poco: per chi ha la tv come unico mezzo di informazione, la maggioranza, non esistedunque altro luogo di elaborazione per le difficoltà della realtà. Trovo che la tv stia commettendo un grossolano errore anche da un punto di vista biecamente di mercato: ci si affeziona e si è grati a quelle trasmissioni, a quei conduttori che ci potrebbero fornire strumenti per affrontare meglio la vita. Non dimentichiamoci, ed è la realtà che incontro giornalmente in giro per l’Italia, che moltissismi italiani hanno solo la tv come strumento informativo/formativo.
E allora? Loredana: andiamo avanti così, con i nostri blog, con i nostri dibattiti, con le nostre poche forze .Andiamo avanti.
Sì, Lorella, è giusto il discorso che fai, ma è anche vero che solo una piccola parte della popolazione ha la volontà da staccarsi da una certa mentalità: molti subiscono senza farsi domande e riflettere. Avranno solo la televisione come mezzo d’informazione, ma il dubbio non s’insinua mai in loro? Il punto, il vero problema è che non si vuole riflettere; molti vogliono illudersi che va tutto bene.
E invece non c’è niente che va bene.
Ci proviamo, Lorella. Anche se, come vedi, il frame resta il “dalli alle femministe” 🙂
e non solo la televisione.
guardavo qualche giorno fa una puntata di Avere ventanni e c’era questa ragazzina carina che diceva che scriveva tanto e poi leggeva anche un sacco e allora le hanno chiesto cosa leggeva e lei ha detto “riviste”.
ieri ero dal parrucchiere per la mia volta annuale e pensavo che dovrei andarci di più: mi hanno dato delle riviste, Chi, Diva e Donna (?), Di Più, e io ci pensavo a questa cosa, a quello che legge la maggior parte delle donne e mi è venuta la pelle d’oca: vestiti, bambini, cucina, bellezza. penso non ci sia alcuna differenza rispetto a sessanta anni fa, ecco, quando le donne (ne vedevo una ieri in un’intervista d’antan su Rai Storia) dicevano che stavano a casa e si sforzavano di capire cosa raccontavano i mariti del lavoro e preparavano il bagnetto per i bambini e cercavano di essere sempre disponibili.
“Naturalmente non ho letto il suo libro, ma ho letto la sua intervista al Giorno.”
Basterebbe anche solo questa…
Io propongo di allargare il frame, la cornice, e di inserirci un quadro più ampio. Ero all’università di Utrecht ed erano tutte/i interessatissimi al nostro lavoro. I giornalisti stranieri, maschi, sono entusiasti del lavoro che donne come noi stanno facendo: nessuno si permette di parlare di invidia tra donne per culi e tette più sodi: qui da noi su questi temi è il quarto mondo.
Andiamo avanti, prima o poi anche noi entreremo in Europa e sarà anche per merito di chi, come noi, combatte. Io credo Loredana che le donne come noi, coraggiose, che rischiano, e si prendono la responsabilità di mettere in discussione, e subiscono critiche e, diciamolo, senza lauti ritorni economici, stiano svolgendo un ruolo sociale fondamentale in questo momento storico. Siamo in molte, alcune visibili, come il nostro caso, altre silenziose ma attive. Io sono certa che questo ruloo ci verrà in futuro riconosciuto e so per certo che è un ruolo indispensabile: mi viene confermato dalle centinaia di ragazzine nelle scuole che chiedono adultità e modelli alternativi.
a me mi avete risvegliato.
Sto ancora ridendo. cmq non sei sola. Prima di natale. Conduttrice tv al telefono alla sottoscritta: “buongiorno, lei ha scritto un libro sulle mamme” “si, beh, non proprio sulle mamme, sono storie vere di persone che raccontano la loro esperienza personale..” “Si insomma quella roba li. Siccome e’ natale ci piaceva parlarne, sa, le mamme, la famiglia..” “……” “lei e’ anche mamma no? Si identifica con l’essere mamma no?” “No veramente sono mamma ma non mi identifico, non credo ci sia una categoria con la quale identificarsi.. ma, scusi che c’entra?” “Beh. puo’dare dei consigli” “no, non ci siamo. Io ho scritto un libro di inchiesta non do consigli a nessuno” “ma su, non sia timida..” “No, non sono timida, forse c’e’ un equivoco, forse e’ meglio che lasciamo perdere” “ma non ha scritto un libro sulla maternita’” “si, ma non e’ se uno ha scritto un libro sulla mafia si identifica con la mafia” “ahahha, bella questa! Ma lei per sua figlia teme l’effetto avetrana?” “Arrivederci”
Spesso mi trovo dalla parte di chi queste telefonate le fa. Non sono una nota conduttrice televisiva, sono una semplice giornalista che lavora in televisione. E capisco lo sconcerto di chi questo ambiente non lo frequenta quotidianamente e non tocca con mano la pochezza culturale e la scarsa preparazione di chi realizza le interviste preliminari e le schede per far si’ che la nota conduttrice televisiva di turno possa parlare con un minimo di cognizione di causa. La premessa “naturalmente non ho letto il suo libro” e’ realistica e, al tempo stesso, imbarazzante perche’ tutti coloro che scrivono libri per mestiere (e non perche’ devono cavalcare l’onda del momento) vengono guardati con estremo sospetto da chi lavora in televisione. Si da’ per scontato che chi scrive non buchi lo schermo, sia necessariamente un pedante, uno che la tira per le lunghe, una persona noiosa che non sa intrattenere il pubblico. Ho provato per anni a proporre persone di alto livello culturale per interviste e interventi in studio. Ma ho sempre ricevuto un bel due di picche oltre che la nomea di intellettualoide (una di quelle che veste di cachemire, tanto per cavalcare l’attualita’).
E mi colpisce questo trovarmi tra l’incudine e il martello, perche’ non posso che condividere il divertito sconcerto di Loredana e degli altri commentatori, ma al tempo stesso vorrei poter dimostrare che il vuoto pneumatico nel cranio non accomuna tutti quelli che lavorano in televisione, che vorrebbero una televisione diversa, che ci provano e che, regolarmente, ci sbattono il grugno.
sembra una conversazione surreale, ma purtroppo …
Panem et circenses: non sia mai che ci si risvegli il neurone…..!
Laura, ti capisco perfettamente. Tanto è vero che ho partecipato a molte trasmissioni televisive e non mi era mai capitata una cosa del genere. In questo caso, peraltro, era una diretta radiofonica, per un noto network. La surrealtà della vicenda, aggravata dall’aver ricevuto la telefonata non di una redattrice, ma della conduttrice, a pochi minuti dall’appuntamento, è stato il diktat su cosa avrei e non avrei dovuto dire.
Vogliamo dire, oltre che surreale, sgradevole? 🙂
Mbeh oh ma che sangue freddo sei stata braverrima!
Per il resto è anche vero quello che rispondi a Laura – (solidarietà Laura!) – mica vero che è sempre così. Ogni tanto – ci si fa a fare intereventi sensati. Una non riesce a dire tutto ma qualcosa può lasciare. Tipo l’ultima volta dalla Bignardi.
L’anno è il 2006, a ridosso dell’uscita del mio primo romanzo. Telefonata dalla redazione di un programma TV naz.-pop- ultraleggero.
Redattrice: “Dunque, lei ha scritto un libro sul mondo della pornografia.”
Io: “No. Magari mi confonde con un altro ospite della trasmissione.”
Redattrice: (un po’ seccata) “Il signor D’Attis è lei?”
Io: “Confermo.”
Redattrice: “E ha scritto un saggio sul mondo del porno…”
Io: “Un romanzo e…mi scusi, qualcuno lì da voi si è preso il disturbo di leggerlo? Anche solo qualche pagina, dico.”
Redattrice: (molto seccata) “Guardi che qui è un caos che lei neppure immagina. Nessuno ha il tempo per leggere qualcosa che non sia la scaletta della prossima registrazione.”
Io: “Ok. La saluto.”
anno 2007:
redattrice televisiva: «lei ha scritto un romanzo western, vero? Vorremmo parlarne in trasmissione assieme a Natalia Estrada…»
Io: «guardi che si tratta di un western contemporaneo, per di più ambientato in Puglia… e poi perché con la Estrada? Che c’entra lei?»
Redattrice: «Be’, la Estrada gestisce un maneggio nel milanese e ci piacerebbe incentrare il discorso sulla voglia di west e wilderness nella media borghesia italiana!»
Io: «ma io parlo di abusivismo, criminalità e questione meridionale oltre che di pistolettate… non credo sia in linea con…»
redattrice: «Oh, mi scusi, pensavo tutt’altro… quindi lei non se la sente di venire in studio a parlare con la Estrada di ‘fuga nel selvaggio’?»
Io: «magari meglio di no!»
Vorrei dire a Laura che anch’io sono stata dall’altra parte. Sono una giornalista radiofonica e spesso mi capita di intervistare persone che hanno scritto dei libri. A volte mi è pure capitato di sentirmi “l’idiota di turno” perchè magari in effetti non ero riuscita a leggere il libro completamente, o (purtroppo) ero stata costretta ad approfondire poco oppure anche perchè – diciamocelo – certi autori (non quelli grandi davvero, non quelli bravi davvero…) tendono a porsi in maniera arrogante con i redattori tv-radio, sempre un gradino sotto nella scala umana. Però non mi è mai capitato di approcciarmi a un autore con tanta stupidità (tipo:”ovviamente non ho letto il suo libro”) e credo neanche tu… il fatto è che da autrice di un piccolo libro, su cui ho speso tanto tempo, entusismo, energia, passione sono felice quando qualcuno mi chiama perchè vuole parlarne, ma poi è davvero sconfortante se scopro che il mio interlocutore in realtà sta solo cercando un “ospite purchessia che faccia interattenimento”. ecco, credo che sia quello che ha provato loredana. cmq facciamoci una risata, una risata li seppellirà
Sono imbarazzata, molto. Lo sapevo nel mio profondo che in tv, in radio, insomma nei mezzi d’informazione, ci fosse ignoranza e completa astinenza dalla cultura. Lo sapevo che le conduttrici/tori che inondano di parole vuote gli schermi televisivi e le onde della radio sono per la maggior parte degli emeriti ignoranti beceri e rozzi, ma che si proponessero in questo modo non solo non lo sapevo, ma non mi sfiorava neanche l’idea.
Qui altro che ridere: io avrei spiattellato il nome della rubrica in prima pagina e il nome dell’esima conduttrice in foto.
Perchè, diciamoci la verità: i vespa, gli sposini, le durso, le manier, i giletti e animalame simile sono i veri cancri ignoranti dell’informazione.
Ahinoi! Forse si dovrebbero far conoscere le magagne che ci sono dietro tante prosopopee e arroganze. Forse, il pubblico addormentato – anche quello radiofonico – avrebbe gli strumenti per usare qualche neurone in più.
E magari la NCR pensa di averti tenuto in gran considerazione per averti telefonato personalmente…
Leggo ora sto dialogo surreale, e mi sembra sia anche un po’ un autogol – Loredana sa parlare in radio, è secca e precisa se deve, il suo libro è fitto di dati, statistiche e pure aneddoti. Sa far ragionare con garbo. Meglio mettersi d’accordo.
Quando la Zanardo o Loredana fanno riferimenti alle esperienze in altri paesi, mi viene invece in mente quanto queste siano il prodotto di un processo già giunto oltre la fase in cui noi siamo (tornat*) adesso.
Sembra di fare la corsa sul posto.
Leggo in giro per il web e riporto confessione di nota conduttrice tv: “Ho dato un’impronta, ho portato il pomeriggio di Canale 5 ad ascolti mai visti, circa 5 milioni. Ora lascio tanto cuore a chi viene dopo di me”.
Il bello è che non dice “non ho letto il libro”
Dice: “Naturalmente non ho letto il libro”
Ma è naturale, no? 🙂
Ah ah ah ah scusate ma le vostre esperienze con i vari redattori mi stanno facendo scompisciare dal ridere… Poi quando mi passa sicuramente mi verrà da piangere… Esilaranti…
Ma alla fine, Loredana, l’intervista l’hai fatta? Mi piacerebbe sentirla.
Ovviamente no. 😀
Viva le vecchie.
Ammiro il modo in cui hai gestito la conversazione. Non hai pensato nemmeno per un istante, però, ad accettare l’invito? Avrebbe potuto essere divertente giocare con l’intervista in diretta e mettere in difficoltà la NCR.
Plus, ma a me non interessava mettere in difficoltà nessuno: mi interessava poter discutere su un argomento che mi sta a cuore. Se non è possibile, meglio lasciare il tavolo.
Ecco, Loredana, noi che ti teniamo tanto presente, ma tu di cosa ti occupi esattamente? No, tanto per sapere se vale la pena di continuare a leggere questo blog.:-)
Invece io oggi ho un record: un’intervista inutile ma molto carina con una professionista (vivaddio, ne hanno per fortuna) di Rai international che mi ha ridato fiducia nei giornalisti Rai, come ci ricordano anche Laura e gli altri dall’altro lato della barricata. Fra un paio d’ore la ascolto e sento cosa è morto nel montaggio. Perché ammesso che ci siano giornalisti in gamba, questi, poveri, hanno anche un redattore capo.
non c’è niente da fare.Bisogna riscoprire lo spirito del Wilde che dicharava di venire sempre invitato nelle feste delle migliori famiglie della città.”Una volta sola”
http://files.realmusic.ru/download/126082/muzproject_-_Modjo_-_Lady.mp3
Spero che Laura Costantini e chi altro lavora in TV non se ne abbia a male ma qui come non mai appare evidente che “medium is message”.
Una televisione che non sia epidermica ma meditativa io la devo ancora vedere, e credo che che non la vedrò mai.
Valter, hai ragione 🙁
Solidarietà a Loredana, che centra il punto quando dice alla conduttrice “che cosa intende per intrattenimento”. Il fulcro è qui: don’t worry, be happy- and consume, please.
Non ho parole.
Grazie a Loredana, Lorella, Omar e a tutti quelli che ancora ci raccontano con sguardo personale questo paese alla sbando
Nicoletta Maldini
Il teorema Lipperini sulle “vecchie” è però intriso di retorica populista (non è un “insulto”, è critica, e mi si scuserà se non trovo parole più morbide). Tempo fa tentai di spiegare alle fans della Zanardo che quella cloaca di tv che ci ritroviamo non è frequentata solo da donne/veline ma anche da numerose donne/donne alle quali sono state affidate conduzioni di programmi, più o meno interessanti, più o meno raggiungibili – causa orari di palinsesto talvolta notturni – , quindi più o meno conosciuti. La negazione di queste presenze nella tv è parte di quella tecnica di propaganda che non tollero, perché nei fatti nega una realtà parallela, ripeto, numericamente consistente, ma che viene ignorata per meglio far rimbalzare l’idea di cloaca infinita ben rappresentata dal noto doc ilcorpodelledonne. Il discorso sulle “vecchie” è a suo modo analogo: donne di una certa età non saranno presenti come conduttrici (forse, non saprei, non ho mai setacciato i palinsesti in tal senso), ma non sono mai mancate come ospiti a 5 stelle. La tecnica di Lipperini è quindi analoga a quella di Zanardo. In questi casi mi si chiede un elenco di nomi, perché pare che nessuno si ricordi delle apparizioni televisive di una Merini, per fare un esempio di un recente passato ormai fattosi storia. E mi stupisce che, guardando io poco la tv abbia comunque avuto modo di incrociare volti come quelli di Rossana Rossanda, Gae Aulenti, Miriam Mafai, Natalia Aspesi, Margherita Hack, Lina Wertmuller, altre i cui nomi ora mi sfuggono (taccio sulle attrici perché poi mi dite che sono rifatte…); insomma le signore non saranno ancora centenarie come la Montalcini ma fanciulle non lo sono più da un pezzo. Come concludevo spesso con la questione Zanardo, sul suo blog intendo, anche qui chiudo con un: “evidentemente allora il problema è un altro”. Parliamone.
Luziferszorn. Non ho nulla da dire a una persona che vive appostata sui blog per sputare veleno. Quando rimodulerà la critica in altri toni, forse, ne parleremo.
Possibilmente, con i dati del numero di presenze delle donne che lei ha citato in rapporto alle presenze maschili della stessa fascia anagrafica.
Esprimo la mia solidarietà a Loredana per la situazione ridicola in cui si è trovata.
Eccone un’altra che dovrebbe far riflettere:
Conduttore al disabile vicentino: «Ma chi sta mejo de te». Bufera su Rete4
http://www.gazzettino.it/articolo.php?id=133506&sez=NORDEST
Luziferszorn: il problema è che lei non ha capito che “Non è un paese per vecchie”, parla di lotta di classe, non di tette rifatte.
per lotta di classe si intende una lotta raffinata?
Questa puoi venderla a Berlusconi.
Vai che paga bene e di barzellette è sempre in cerca.
@valter vinaghi
tu ti ci incazzi, sbagli, non trattasi di barzellettierie ma di cose serie. Se ci pensi, un attimo, ti accorgi che se avessero fatto una bella lotta di classe raffinata forse la gente sarebbe stata meglio in urss. si sono accontentati di tagliare qualche testa e mettersi al posto di chi c’era, rilasciando di nuovo l’incombenza della lotta al popolo… che si ritaglia qualche testa e sta bene, manco si trattasse di tranci di pizzetta. anche se devo dire che in parte sono d’accordo, uno qualche soddisfazione dovrà pure togliersela.
Daniz, la prossima volta firmati direttamente come tale e non come Ridens, per cortesia. Evitiamo i giochini di “oh quanti siamo a commentare”, visto che esiste una cosina chiamata IP.
Lipperini
Hai più che ragione, però pensavo di finire nei campi di moderazione col mio nome.
Buon Anno
Grande Lipperini! Tutta la stima possibile.
Lotta di classe è un vecchio stereotipo d’azione. C’è solo una retorica sui giovani e ora c’è anche una retorica sui vecchi (peraltro retoriche in conflitto). La verità è che in questo paese hanno ucciso la cultura, e tutti ne pagano il prezzo. Basta il discorso di fine anno nel presidente Napolitano per rendersi conto che della cultura di un paese fatto sostanzialmente di cultura non gliene frega nessuno. Una massa di trogloditi ormai abbandonati a sé stessi, che ovviamente di fronte ad un offerta televisiva (o cinematografica) puntano in massa verso il peggio. Hanno pure quasi distrutto Radio3 (che ascolto da trent’anni), dove infatti avvengono le stesse migrazioni di ebeti dell’ascolto. E con libri e giornali non è che la questione sia tanto diversa… Certe cose andrebbero dette. Ma per farlo occorre essere liberi. Voi chiamatelo veleno. Posso capire….
Luziferszorn. Lo chiamo veleno perchè lei posta compulsivamente, senza perdere un’occasione, su forum e blog (il mio, quello di Gad Lerner, il forum su Radio3) azzannando la mia persona. Posso comprendere il suo risentimento (anzi: non lo comprendo, ma sia). Posso comprendere persino che questo risentimento verso il presunto abbassamento del livello culturale di Radio3 la porti a una vera e propria ossessione nei miei confronti (e nei confronti di altre donne). Ci sta. Quello che non comprendo è un solo dato, una sola motivazione, un solo ragionamento completo in quello che lei dice.
Per tutti.
Ultimamente sono molto stanca. Stanca di essere attaccata per la mia persona. Stanca di venir travisata. Stanca di essere oggetto dei cachinni dello scrittore non recensito e dunque livoroso che sghignazza sul mio culo. Stanca, soprattutto, di veder semplificato un discorso complesso. Nel thread su Yamamay ci si mette in guardia (me, Lorella et coetera) contro il rischio del veder interpretato il nostro discorso come una proibizione, una vessazione verso la sessualità, la seduzione, il corpo. Non è mai stato così e i discorsi sono chiari. Sono nei nostri libri. Sono nei nostri blog.
Temo però che la politica del “cazzi tuoi”, “cazzi miei” cui accennava altrove Wu Ming 1 abbia portato a questi risultati: ogni discorso che riguarda la comunità viene preso come un’imposizione personale. Meglio, come una limitazione al “cazzi miei”. Se non si fosse capito, non è così. Ma sono stanca, e molto. L’unica cosa che mi aiuta è che sono le più giovani ad aver compreso in quale direzione ci stiamo muovendo: le adolescenti, le ventenni. Quelle che ancora ragionano in termini di “cazzi di tutti”, e non della propria collezione di giarrettiere, che nessuno ha mai messo in discussione è che è giusto e divertente e sacrosanto avviare. Quelle che non si sognerebbero mai di dire che chi fa questi discorsi è una povera vecchia sola e infelice, e per questo prescrittiva nei confronti delle donne allegre, seduttive e “cazzi miei”.
Scusate lo sfogo.
Scusi se mi sento chiamato in causa (so che non ce l’ha con me) però guardi Lipperini io comprendo la sua amarezza ma anche accusare chi dissente di pensare solo alle giarrettiere..è un po’ semplificante non le pare?
Zauberei e Regazzoni non mi sembrano pensare solo alle “giarrettiere” (che poi pensare anche alle giarrettiere sia legittimo, divertente e sacrosanto lo fa notare giustamente anche lei e me ne compiaccio).
ammesso che lei ce l’abbia con Zaub e Regazzoni, se non è così chiedo nuovamente scusa a li e a loro che, so bene, si difendono anche senza di me..
Per quel che vale, le rinnovo la mia stima.