DOMANDE E RISPOSTE

Su L’Unità c’è una dichiarazione importante di Francesca Izzo, che annuncia l’obiettivo «di formare un’associazione unitaria nazionale di donne». «Ci chiedono cosa fare dopo un risveglio come quello del 13 febbraio, questo obbliga ad aprire un dibattito nazionale per corrispondere alle domande e alle attese che sono scaturite, ecco perché gli Stati Generali ». Ma, avverte Izzo, «se questi “Stati” non dovessero essere la risposta giusta allora discutiamo tutti, non possiamo lasciare un bisogno di questo tipo senza indicazione, discutiamo di come intercettare questa esigenza. Noi vogliamo arrivare agli Stati Generali in maniera condivisa, attraverso un processo di coinvolgimento di tante realtà non solo nelle grandi città ma soprattutto di quelle che si muovono nel profondo dell’Italia»
L’idea degli Stati Generali è giusta e condivisibile, a mio parere. Ed è fondamentale convogliare quello che si muove da anni nella rete. Che è stata, ed è, la nostra forza. Non è casuale che gli attacchi che vengono da altri media abbiano come obiettivo le donne che lavorano nel web, e che il web medesimo, come potete dedurre dai commenti al post di ieri, sia sotto monitoraggio. Anche per questo motivo, per ragionare su come il movimento delle donne abbia ripreso forza grazie a  Internet, parteciperò domenica mattina a un evento organizzato da L’Unità. Si chiama L’Italia (unita?) vista dai blogger, si svolgerà tra le 11 e le 13. Oltre alla sottoscritta, partecipano fra gli altri Concita De Gregorio, Nazione Indiana, Leonardo, Piovonorane, Scenedigitali. Ci sarà una diretta streaming sul sito unita.it. Potete inviare domande su unisciti@unita.it e sugli account Facebook e Twitter, del giornale. Aspettiamo.

23 pensieri su “DOMANDE E RISPOSTE

  1. Io come blogger attualmente mi considero già parte di un movimento così come mi consideravo anche prima di senonoraquando, che cmq ho sempre sostenuto e appoggiato in tutti i modi possibili.
    Oggi secondo me abbiamo bisogno di chi sia disposto a fare l’enorme sforzo di raccogliere e convogliare tutte le varie realtà sul web canalizzandole in obiettivi concreti comuni mettendo a frutto le specificità, le iniziative e i punti di forza di chi si sta impegnano e garantendo, nel contempo, il mantenimento di indipendenza e diversità reciproche. Abbiamo, insomma, bisogno di chi offra un servizio. Non abbiamo bisogno – ma non credo di avere neanche bisogno di dirlo – di qualcuno che metta la sua “etichetta” sopra tutto questo.
    Domanda pratica 1: esiste già un’idea di come convogliare e condividere le azioni con blogger e movimento delle rete? Io ho tentato più volte un contatto via web con l’organizzazione segnalando alcune ns iniziative ma la cosa al momento si è conclusa con un niente di fatto. Comprensibile, ma mi chiedo: che cosa dovremmo fare per essere incluse e considerate? Questo lo dico perché molte, come me, non sempre possono partecipare agli incontri fisici.
    Altra domanda pratica 2: che cosa mi garantisce l’assoluta libertà di questi stati generali dai partiti, sindacati e da chi comunque ha, di fatto, più potere e visibilità di noi, soprattutto sui media?

  2. mi spiace molto non poter venire: sembra una cosa molto interessante e che mi tocca da vicino. Concordo in pieno sul fatto che in rete il movimento delle donne è più che attivo da molto prima del 13 febbraio, solo che noi, “gente dal basso” non abbiamo rilievo sui Media. Ma è un peccato che in Italia ci sia sempre bisogno del “nomone” per svegliarsi, perché come sempre questo atteggiamento perpetua una brutta abitudine nazionale, quella di demandare. Credo che se la normalità delle vite delle tante donne che dal web fanno ogni giorno resistenza attiva ai modelli stereotipati di femminile emergesse, molte più persone si sentirebbero investite del loro, necessario, ruolo sociale. speriamo! francesca sanzo

  3. Giorgia vezzoli, poni delle domande pratiche che penso molt* si pongano.
    Qualcuno l’etichetta la metterà subito probabilmente…finchè non si riuscirà a far emergere una cultura diversa, prima di tutto nei confronti della rete!
    La rete continuerà a far partire varie questioni, come ha sempre fatto: è talmente importante nell’allargare la discussione, stimolare il dibattito e permettere la pluralità di opinioni. Soprattutto la rete potrebbe allargare se stessa, coinvolgendo e diffondendosi ben più di ora, a quelle realtà che ancora non hanno accesso – per tanti motivi, digital divide compreso.

  4. Sono molto d’accordo con quello che dice @Giorgia Vezzoli, sulla necessità di non lasciare disperse nel web tutte le voci che ci sono e di porsi un obiettivo comune che raggruppi le piccole forze di ognuna di queste esperienze in una forza più grande ed efficace.
    Parlo di esperienza personale, vivo in una piccola città di provincia dove la voce delle donne non si sente nella vita reale, dove non saprei che contattare per discutere di questi temi, non conoscendo nessuno che se ne occupa se non vecchi arnesi della politica che quando se ne occupano lo fanno solo pro domo sua.
    Eppure alla manifestazione del 13 febbraio in piazza c’era tanta, tante gente, e non le solite facce; io stessa, da isolata che sono, ho chiamato un paio di amiche, altrettanto isolate e fuori dalla politica, che hanno partecipato con entusiasmo.
    E questo grazie a quello che ho letto, qui e altrove, che mi ha fatto scoprire che la voce delle donne non era spenta ma solo nascosta, poco visibile, altrove: ora l’ho cercata e l’ho ritrovata.
    Per questo credo che sia importante fare una “massa critica” in internet che diventi tanto importante da strabordare fuori dal virtuale per raccogliere anche tutte quelle donne che vorrebbero fare qualcosa ma che nel reale attuale trovano che gli spazi della politica “ordinaria” non siano adatti.
    Grazie a tutt@ di quello che fate e scusate la lunghezza e la confusione.

  5. Giorgia, hai ragione, la rete si allarga, ma dipende, dalle realtà locali, che secondo me sono importanti. Mentre sarebbe importantissimo che la rete avesse un ruolo che ancora non ha, secondo me, qui da noi. E la visibilità, giusto – un problema. Devono emergere ‘visioni’ alternative, e come dice marina’tutte quelle donne che vorrebbero fare qualcosa ma che nel reale attuale trovano che gli spazi della politica “ordinaria” non siano adatti.’

  6. Anch’io vivo nella stessa realtà di Marina e non è facile trovare spazi e momenti di aggregazione e condivisione veri, anche da noi dopo l’incontro del 13, che aveva fatto ben sperare, le iniziative si sono un po’ disperse seguendo le varie “correnti politiche” a cui presenziavano le solite facce, domani parteciperò alla manifestazione in difesa della scuola pubblica e della Costituzione sperando che in essa si faccia anche il punto della situazione sulla realtà locale e su reali proposte di partecipazione al di là dell’impegno nei partiti

  7. Il mio appello al movimento delle Donne.
    Usate solo il buonsenso e la dignità per coinvolgere. Usate il partito delle donne in toto, eliminate le divisioni di colore politico tra di Voi, promulgate l’unione delle donne al rispetto del buon senso dettato dagli esperti, avvaletevi delle loro relazioni per convincere.Trascinate tutta la famiglia in piazza compresi gli uomini.Se riuscirete in questo sarete il 1° partito d’europa per numero, più nessuno potrà ignorarvi e detterete Voi le leggi, leggi del buon senso, le leggi delle madri, le leggi della solidarietà e dell’accoglienza.

  8. x angelini
    fantastico!!! volevo lasciare un commento lì, ma non ci sono riuscita. E’ perfetto, e volendo si poteva continuare perché nella testa di ognuno ci sono infiniti altri ognuno che fanno a cazzotti tra loro e si finiva in uno psicothriller tipo Inception. Lo metterei tra i contenuti speciali del dvd “Camicie verdi”.

  9. Inquietante ma comprensibile: questo signore – intendo l’editore – evidentemente cerca di seguire la scia e di mettersi in luce. Molte persone stanno cercando di sfruttare il momento. Per esempio, avete notato la pubblicità di Dolce e Gabbana, con donne incazzate e urlanti (anziché stuprate)? Un pizzico di notorietà in più e anche la divisa del bravo difensore delle donne: questo è quello che i furbetti cercano di fare. Ignorarli è la strategia migliore, al momento: almeno, finchè non esisterà un istituto in grado di agire altrimenti.

  10. Gina (o chiunque tu sia). Questo blog ha sempre difeso e sempre difenderà Saviano. Anche in forma privata, rispondendo alle mail che annunciano trionfalmente l’ennesimo “scoop” teso a denigrarlo. Semplicemente, mi fanno un po’ schifo anche quelli che per difendere Saviano promuovono se stessi. Tipo l’instancabile Dario Borso. Per questo, tolgo il link. Saluti.

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