DALL'AMERICA, SULL'INDIA

Uno.
Parlano di noi. Noi italiane, su The Daily Beast di Tina Brown. Se ne parlerà anche alla Conferenza di New York che si apre oggi.  L’Italia è sotto osservazione per quanto riguarda la parità di genere, da ogni punto di vista. Qui sotto, il servizio di Federico Rampini.
“L´occasione è solenne: “Women in the World 2011”, una grande conferenza internazionale sulla condizione femminile nel mondo, con particolare attenzione ai paesi dove le donne sono più oppresse. L´Onu e la Casa Bianca hanno dato il loro patrocinio, ad aprire l´evento domani qui a New York ci saranno Bill Clinton e il sindaco Michael Bloomberg. E´ attesa anche la First Lady, Michelle Obama, con un intervento “a sorpresa”.
Ma di sorpresa ce n´è anche un´altra. Insieme all´Iran, all´Arabia saudita, alla Cambogia, l´Italia figura tra i “casi” da analizzare e discutere. Gli organizzatori di “Women in the World 2011” hanno voluto invitare la vicepresidente del Senato Emma Bonino a spiegare perché in un paese occidentale, membro del G8 e dell´Unione europea, la condizione femminile è così arretrata. E´ un segnale di come viene percepito negli Stati Uniti lo status della donna italiana, l´aver messo questo tema all´ordine del giorno, a fianco a un dibattito moderato da Christiane Amanpour con tre donne di paesi islamici: un´egiziana, un´iraniana e una saudita.
«E´ vero – osserva la Bonino – al summit di New York non ci sarà un dibattito sulla Francia né su altre liberaldemocrazie occidentali. Gli organizzatori hanno voluto occuparsi dell´Italia anche per l´eco che ha avuto nel mondo intero la manifestazione di protesta del 13 febbraio, quel milione di donne in piazza. Un seguito, naturalmente, dell´eco avuta nel mondo intero dalle prodezze del nostro presidente del Consiglio».
Una delle organizzatrici di “Women in the World” è Tina Brown, grande firma del giornalismo americano, fondatrice del blog The Daily Beast e oggi direttrice della nuova edizione di Newsweek. Proprio il celebre settimanale all´esordio della sua nuova formula ha dedicato la copertina alle “150 donne che hanno scosso il mondo”. Nel caso dei paesi occidentali si tratta di donne ai posti di comando: in copertina c´è Hillary Clinton. Per i paesi del Terzo mondo invece la scelta di Newsweek è caduta su “donne combattenti” in situazioni di oppressione.
La scelta della Bonino rientra piuttosto nella seconda categoria. «Io a New York – anticipa la vicepresidente del Senato – dirò che la protesta del 13 febbraio è stata un´esplosione, frutto di un´accumulazione di fattori. La situazione arretrata della donna in Italia, il familismo ipocrita, viene esasperato dal ricorso costante agli stereotipi e alla volgarità. In America e in tutto l´Occidente c´è sconcerto, tra chi ricorda la grande stagione delle nostre conquiste degli anni Settanta: il divorzio, l´aborto, il nuovo diritto di famiglia: tutto in un decennio. Poi il lungo sonno degli anni Ottanta e Novanta. Che altri hanno riempito, fino all´esplosione di volgarità. Ricacciata in casa, privata delle infrastrutture sociali più elementari, la donna italiana è l´ultima dell´Unione europea sotto tutti i criteri, in tutte le classifiche».
Nel lanciare il summit di domani, Newsweek pubblica una foto della manifestazione del 13 febbraio con la didascalia: «L´affluenza ha superato le attese, le italiane sono scese in piazza contro il premier Silvio Berlusconi e la cultura sessista creata dal suo impero mediatico. Dopo mesi di scandali sulle avventure sessuali di Berlusconi, e anni di stallo in una nazione dove il 90% degli uomini non ha mai usato una lavatrice, le italiane dicono Basta».”
Due.
A proposito di roghi di libri. Lui è Rohinton Mistry. I suoi libri sono stati messi all’indice. Come testimonia la lettera del presidente dell’International Pen, John Ralston Saul, a Rejan Welukar dell’Università di Mumbai. La trovate qui. Fate girare.

31 pensieri su “DALL'AMERICA, SULL'INDIA

  1. Rohinton Mistry è un grande scrittore contemporaneo, e il libro incriminato “Un lungo viaggio” è disponibile in edizione economica, da Fazi. Facendo parte di una minoranza – i parsi ossia gli zoroastriani indiani – ha raccontato nei suoi romanzi le tensioni fra indù e musulmani. Sono i primi, rappresentati dal partito fondamentalista Shiv Sena, ad averlo messo sull’indice. Qui un articolo che informa e riporta le sue prese di posizioni
    http://www.thehindu.com/news/national/article838537.ece

  2. Andrebbero approfondite le similitudini tra la prassi di Shiv Sena e Lega nord. Ho vissuto per un periodo a Mumbai (anzi: Bombay, il nome è stato cambiato su un progetto di onomastica reazionaria orchestrato appunto dal Shiv Sena) e sono rimasto colpito dalla capacità che avevano di fare campagna nel nome del localismo e dell’invenzione della tradizione più sfrenati. Hanno imposto di usare il marathi in una città cosmopolita e poliglotta da secoli, stanno trasformando l’induismo in una identità chiusa, essenziale, sull’onda del vento islamofobo. In questo mio articolo su Carmilla raccontavo dei tentativi di estensione di pratiche egemoniche realizzate mediaticamente con campagne strumentali contro alcune star di Bollywood (ovviamente viste come portatrici di virus xenofili): http://www.carmillaonline.com/archives/2010/02/003357.html#003357
    Va detto che ormai le uscite del grande boss Thackeray hanno stancato un po’ anche i giornalisti, che gli hanno lasciato fin troppo spazio: ormai grida al lupo ogni volta che passa una pecora. Anche da un punto di vista elettorale ultimamente sembrava in discesa il consenso dei mumbaiti verso lo Shiv Sena (almeno fino a allo scorso aprile, quando poi sono tornato in Italia)

  3. @helena
    Vorrei solo precisare una cosa su quello che ha scritto helena: per fortuna (sia lode al buon Ganesha, da parte di un miscredente come il sottoscritto) solo una piccola parte degli indù si riconosce nelle pratiche reazionarie e identitarie dello Shiv Sena (su questo punto si è dilungato Amartya Sen in molti dei suoi scritti)

  4. Oltre alla sua indiscussa bravura, il nostro ha un merito: tutte le religioni possono avere una deriva fondamentalista. E qui, in Italia, in genere la parola è associata in automatico all’Islam.
    Per quanto riguarda le donne e la patria matrigna, direi che un “commissionariamento” non sarebbe male. La discussione sulle fantomatiche quote rosa ha preso accenti deliranti o bizzarri come nell’articolo di Lucia Annunziata sulla Stampa di oggi.

  5. Il Presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia Letizia Gonzales giudica inaccettabile e vergognosa l’operazione di Striscia (Il simil-referendum alle giornaliste). Spero che qualcosa cominci a muoversi contro lo schifo che tutte le sere mandano in onda, vorrei anche sapere se è legale dal punto di vista giornalistico o pubblicitario che Greggio continui a dire frasi tipo “Professori, genitori e studenti vi ricordiamo che per completezza dovete (e sottolineo dovete) guardare anche il provocatorio documentario Il corpo delle donne2” Ma per completezza de che???!!possibile che questo inganno non si possa fermare?

  6. Se è per questo, Laura, hanno mandato quello stesso video a Napolitano. Credo che l’inganno si stia smascherando da solo. L’importante è andare avanti. Battersi per la piena attuazione della CEDAW, per esempio. E, naturalmente, continuare a fare informazione, in rete e dovunque sia possibile.

  7. Loredana, hai ragione, solo che quella frase ripetuta ogni sera a milioni di persone mi rende furente!!Che si rivolgano al mondo scolastico poi non fa che peggiorare la situazione!!Con tutta la fatica che si fa per fare del vero lavoro sociale nelle scuole che arrivi Greggio a dar suggerimenti inutili mi fa ribollire il sangue!!!

  8. Mi unisco alla protesta di Laura. Ho ascoltato la frase ieri sera. Secondo me, la Zanardo stessa potrebbe far bloccare questa cosa. Credo ci siano i termini della violazione di legge.

  9. Piccola nota: mi infastidisce un bel po’ che Emma Bonino si ostini a farsi baluardo dei diritti delle donne, mentre prosegue il suo appoggio più o meno velato (ricordate la “rivoluzione liberista”? O la difesa della parcondicio televisiva pre-elettorale?) a Berlusconi e al berlusconismo.
    E’ esilarate, poi, quando parla delle cause delle discriminazioni: mi ricorda l’avvocato/zio in Johnny Stecchino quando racconta i problemi della Sicilia…

  10. Stimo molto Emma Bonino, la considero una gran donna, ma capissi un’acca del perché del suo, e dei radicali, appoggio a singhiozzo a Berlusconi.
    Voglio anche capire il compromesso e le mediazioni, ma cosa c’è da mediare con questo governo?
    Comuque, grazie, Loredana degli ultimi post: la foto tua e di Lorella me la sono stampata e la guardo di tanto in tanto per trarne un po’ di ottimismo.

  11. Non so se sia gia’ stato segnalato ma io lo trovo interessante. Anche Aldo Grasso, che nelle scorse settimana non si e’ certo mostrato tenero nei confronti di Lorella Zanardo e della sua critica al CUN (Canone Unico Nazionale) di donna della tv italiana, denuncia il finto femminismo ipocrita di Ricci, Striscia La Notizia & Co nel suo forum
    http://forum.corriere.it/televisioni/10-03-2011/striscia-il-ridicolo-1744543.html
    Son cose! Segno dei tempi? 😀

  12. Seconda piccola nota (molto a margine, mi scuso se rubo spazio all’argomento principale del post): perdonatemi, ma qui ho l’impressione che si rivolga un po’ a sproposito “ammirazione” per le qualità intellettuali di alcuni soggetti. Emma Bonino una “gran donna”, Antonio Ricci e Gianluca Nicoletti “raffinati” e/o “molto intelligenti”: seriamente, tutta questa straordinarietà dove la vedete? Ricci come dimostrerebbe il suo essere “intelligente” o “di buone letture”? La Bonino per quali meriti andrebbe considerata una paladina dei diritti delle donne più, per dire, di una qualunque Mara Carfagna?
    Se questa è gente in gamba, allora, tanto per fare un esempio, Grant Morrison che è, un’ultra intelligenza aliena venuta dal futuro?

  13. Non so se come paladina delle donne, ma io la Bonino la ricordo bene come Alto commissario per i rifugiati all’epoca della guerra in Yugoslavia (e le interviste in inglese che rilasciava ai media mondiali, non ai giornalini parrocchiali che abbiamo noi) ed è una gran donna per questo, perché cose scomode non ha mai avuto paura di dirle, con estrema coerenza, anche quando al resto del coro faceva comodo non dirlo (o, ma gli stupri come strumento di guerra ce li siamo già scordati? È stata allora la prima volta che se ne è parlato chiaramente come crimine di guerra, prima facevano parte del folkore del soldato sotto adrenalina, cominciamo a mettere le cose in contesto).
    E in questo contesto mi piace ricordare anche “A fine balance”di Rohinton Mistry, che ci ricorda che in effetti tra noi e il terzo mondo tutta questa differenza non c’è più in certi settori.

  14. Ho avuto modo di parlare di Striscia ieri a Savona, durante un incontro organizzato dal locale Presidio dei libri, definendo quello in corso contro Loredana e Lorella “un linciaggio mediatico” e “un atto di bullismo giornalistico”, nello stesos senso in cui parlo di bullismo da parte di Mario Giordano contro un preside di provincia diffamato nel di lui (di Giordano) libro “sulla scuola”: una corazzata mediatica (Mediaset o Mondadori) armata a menzogne e trucchi di bassa lega scagliata contro un singolo individuo.
    @ The Daxman
    Sul presente e sui recenti passati di Emma Bonino si può discutere a lungo (e la mia valutazione non è positiva), ma Bonino ha una storia, magari lontana, che non può essere dimenticata. Come non può essere dimenticato il modo “altro” con cui la giovane Carfagna, diversamente dalla giovane Bonino, ha imposto la sua figura all’attenzione della politica.

  15. Sono rientrata adesso nel blog, e condivido completamente le cose dette da Mammesterdam e da girolamo.
    Sulla giovane Carfagna e i suoi modi ‘altri’ di imporsi all’attenzione della politica aggiungo solo che non critico tanto quei modi (anche), ma il fatto che la Carfagna non sia riuscita a smarcarsi non dall’immagine del calendario, ma da quel tailleur fisico e ideologico che le hanno cucito addosso e che la fa assomigliare, lei e le altre donne del pdl, a dei cloni eterocomandati.

  16. Con simpatia, Daxman, ma hai detto una stronzata. Accostare Emma Bonino a Ricci e Nicoletti mi fa orrore. Conosco Emma Bonino da quando avevo diciotto anni, e lei è finita in carcere durante la battaglia per diritti che altre generazioni si sono ritrovati già pronti e serviti senza aver mosso un mignolo. Parliamo di aborto, di divorzio, dell’abolizione del delitto d’onore, eccetera eccetera.
    Certo che è stata una paladina delle donne: basterebbe sforzarsi un po’ per informarsi prima di dire la prima fesseria che passa per la mente. I comportamenti del Partito Radicale attuali non li capisco neanche io. Ma Emma è sempre stata una persona coraggiosa che si è sempre esposta in prima persona. E’ ingiusto parlarne in questi termini tanto per fare una battutina.
    Girolamo, grazie. Va aggiunto il linciaggio contro le giornaliste. Quella di Associated Press definita “Americana ammuffita”. Quella di Newsweek mandata “affareunarticolo”. Natalia Aspesi dileggiata. La presidente dell’Ordine della Lombardia sbeffeggiata dal Gabibbo. E non è finita, probabilmente.

  17. Loredana, hai fatto benissimo a dire queste cose della Bonino. Ogni tanto bisognerebbe rispolverare quel che è stato fatto. La Bonino e la Faccio a piazza Argentina me le ricordo bene, e ricordo la situazione di tante donne e ragazze prima di certe conquiste sacrosante: e lei sempre lì, ore e ore a parlare, ad ascoltare, a spiegare, ad aiutare a lottare. La strada era tutta in salita, per chi era molto giovane son cose che non si dimenticano. Penso sia molto adatta a parlare alla conferenza di New York, di sicuro sa di cosa parla!

  18. Sempre a proposito degli attacchi alle donne, e donne giornaliste.
    http://www.striscialanotizia.mediaset.it/puntata/ultimapuntata.shtml?2
    L’attacco alla Gonzales è veramente nauseante. L’espressione di Hunzinker quando ha pronunciato la parola “faccia” riferendosi alla presidente dell’ordine è quanto meno indecente (a dire il vero è indecente tutto il discorso sulle “serve”: come già detto, diventa sempre più evidente che l’operazione è nata per screditare il movimento tutto, giorno dopo giorno, puntata dopo puntata. Spero che il boomerang, tornando indietro, faccia male).

  19. La frase che recita “Ci si paga lo stipendio” ripetuta ossessivamente e con tanto di storpiatura della voce parlante mi fa venire in mente il discorso affrontato più di una volta qui e altrove: attraverso la ripetizione massiccia e massiva di frasi, motti e altro, ci impapocchiano, in qualche modo. Sbaglio? E’ un collegamento che ho fatto solo io?

  20. Insinuo, perché dei misfatti del nostro premier sono anche stanca e son certa che non sia tutta opera di un così piccolo uomo…
    E a mettere in relazione le difficoltà femminili del Bel Paese con la cultura cattolica, vera o più spesso presunta e strumentalizzata vicendevolmente col potere, che ci ha devastato non si azzarda proprio mai nessuno? Sembra davvero che la laicità ultimamente sia una bruttissima opinione sulla vita… Forse dovrebbero tener conto anche di questo, quando ci guardano dall’estero… o forse non conviene? o forse non è interessante? o forse non se ne sono accorti? o forse non si può nemmeno più dire?

  21. Appena letto, Ilaria 😀
    E’ interessante che stiano monitorando la rete, comunque. Hanno quanto meno capito che è dalla rete che il movimento è partito. Ci aspettiamo un attacco ai blog da un momento all’altro?

  22. A me non va giù che come al solito confondono le acque mettendo sullo stesso piano le foto pubblicitarie (senza una minima contestualizzazione, senza spiegare) con la bella (e non volgare, a mio avviso) foto di copertina di una giovane e brava attrice come Laura Chiatti. Anche il giochetto della ripetizione del “Ci si paga lo stipendio” messo poi in bcca alla Gonzales è penoso
    Cioè, hanno proprio stufato.

  23. Vedremo, Loredana. La capacità di rispondere non credo proprio manchi. A me dispiace solo di fargli aumentare l’audience in questi giorni, effettivamente ci vorrebbe uno strumento più sofisticato e corretto dell’Auditel, in grado di notare anche l’audience ostile.
    Gli spagnoli hanno una difensora dei diritti dello spettatore, sarebbe bello riuscire ad avere una figura del genere anche qui.

  24. @lalipperini, girolamo, e altri/e: nei fatti Bonino e Carfagna, al momento (lasciando perdere – e infatti nel mio post non ne ho parlato – il rispettivo passato), dicono praticamente le stesse cose. Entrambe sparano a pallini, mirano a bersagli generici che fanno comodo a tutti e lasciano intatti i veri agenti dell’involuzione culturale/sociale (avete sentito Bonino dire qualcosa sulle vicissitudini del premier?). Il percorso della Bonino, poi (senza nulla togliere all’importanza “per sé” delle conquiste) non mi sembra tanto diversa dai tanti incendiari invecchiati pompieri, che dalle lotte extraparlamentari sono passati alle coorti del Caimano: i principi individualistici dietro certe lotte erano strutturali al “sistema” liberista che, introiettandoli, li ha poi trasformati in quello che vediamo oggi. Se l’unico fine ultimo è la libertà individuale, perché stupirsi che questa, nel tempo, diventi libertà economica?

  25. A me non sembra affatto che dicano le stesse cose: stiamo parlando della questione femminile, The Daxman. E la medesima non si lega alle sorti del Premier, perchè resta, in tutta la sua gravità, quasi immutata negli ultimi anni. Carfagna è freddamente trionfalista. Bonino è durissima, e non mi sembra proprio che i suoi bersagli siano generici.
    Ribadisco che non comprendo e in nessun modo approvo il balletto radicale attorno al Pdl: ma scindiamo la questione dei diritti dalle incomprensibili strategie di Pannella, please.

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