Ci sono altri modi.
Perché il mondo della letteratura non è solo quello dove ci si detesta dietro grandi sorrisi, dove si cerca lo sgambetto o la pugnalata e dove, insomma, si porta in giro il proprio ego come una tiara.
Io l’ho visto, questo mondo altro, quando sono stata invitata da Lidia Ravera per la prima volta a Ventotene, per Gita al faro. Che a sua volta nasce dall’amore e la passione di altre donne, quattro amiche, Francesca Mancini, Laura Pesino, Marianna Morano, Vania Ribeca a cui si è unita, felicemente, Maria Galeano. Le Turbine, insomma, e chi altro?
L’ho visto, ne sono stata ospite nel 2013 e dallo scorso anno ne sono indegnamente direttrice artistica. E non posso che ripetere le parole che ho scritto per la prefazione al terzo libro che raccoglie i racconti nati sull’isola:
“La prima volta le ho dato le spalle. Quando, ed era giugno 2013, il traghetto si è staccato da Formia per iniziare il viaggio verso Ventotene, guardavo il porto che si allontanava, e la spuma che tracciava il percorso, e infine i delfini che giocavano, accompagnandoci. I delfini sarebbero finiti nel racconto scritto per l’edizione di Gita al faro in cui sono stata ospite felice: perché l’isola, che allora non conoscevo, si è rivelata luogo di incanti e, come mi avrebbe detto poi una donna che ho conosciuto, “un luogo di cura”.
E’ vero, Ventotene “cura”: non solo perché fa dimenticare le personali sofferenze, le incertezze, la malinconia della quotidianità. Cura chi scrive, soprattutto, perché allontana dalla trama sempre più esile e sempre più inutile dei rapporti editoriali, delle relazioni che è importante intraprendere o mantenere, e riporta all’essenza. Essere scrittori, essere insieme, restituire parole. Non attraverso il rito della presentazione del libro (che, va detto, a Ventotene è diverso, e ancora una volta è un merito del luogo ed è un merito di Fabio Masi, che è riuscito a essere il cuore del luogo con la sua libreria), ma soprattutto attraverso quello dell’osservazione, dell’ascolto, del pensiero che convogliano nella scrittura e culminano in quelle irripetibili letture notturne alla luce del faro, che per ogni partecipante, credo, sono la cosa più bella che gli possa capitare”.
Vi parlo di Ventotene perché ieri sera abbiamo festeggiato l’isola a distanza, presso Margana41, con video e musica e buon vino, e le letture di Lidia Ravera, Marco Lodoli, Antonella Lattanzi, Francesco Pacifico, Rosella Postorino, il pianoforte del mitico Valerio Vigliar. E con un desiderio: proporvi una quarta edizione degna di Ventotene e dei tanti che nell’isola ci aiutano e sostengono il Festival.
So che immaginate quello che sto per scrivere. Un altro crowdfunding?
Ebbene sì. Primo, perché da queste parti al crowdfunding si crede, e non poco. Secondo, perché il medesimo funziona, come dimostrano le tre libraie che grazie ai sostenitori stanno aprendo la Libreria delle Donne a Padova, per dire. Terzo, perché è anche un modo di invitarvi a vedere quello che facciamo, a passeggiare con noi fra gli orti, a riflettere visitando il carcere di Santo Stefano, a guardare i colori del mare e del tufo. A stare qualche giorno con noi, a giugno.
Dunque, ecco qui: questa è la pagina dove potete sostenerci. E, naturalmente, vi aspettiamo.
Che dire? E’ semplicemente stupendo!