DUE DETTAGLI E UNA QUESTIONE DELICATA

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Per cominciare, il solito dettaglio, con domanda: ma chi è il genio della comunicazione di Sinistra e libertà a Roma? Perché, dopo il manifesto a lutto per Steve Jobs, sconfessato da Nichi Vendola, adesso arriva quello per la manifestazione di domani. Con coscia.
Seconda questione. E’ in corso una discussione delicata, e proprio per questo importante e che va svolta con animo sereno. Riguarda la scelta di Se non ora quando di non partecipare, come sigla, alla manifestazione di domani.
Terza questione. Il consulente del Ministro della Gioventù difende Nonciclopedia. Son cose.

77 pensieri su “DUE DETTAGLI E UNA QUESTIONE DELICATA

  1. Cascan le braccia. 🙁
    Dopo tutto quel gran parlare della gonna svolazzante.
    Che *dignità* ha quella foto, dov’è il senso della misura?
    Chi difende?

  2. Se devo essere sincera, a me questo manifesto piace (e dice) molto. L’immagine è storica, fa riferimento a un avvenimento recente molto noto sui media e evoca una differenza di atteggiamento nella “difesa” delle proprie posizioni tra chi anche nella lotta mantiene dolcezza e attenzione e chi conosce solo la freddezza del manganello e del lacrimogeno. Mi sembra un messaggio bellissimo. La coscia si vede perché in quel momento c’era, non perché – come nel manifesto del vento che cambiava – ce l’hanno messa come esca per guardoni. E’ un’immagine che è già presente come simbolo nel nostro immaginario; bastava apporvi sopra un bello slogan e quello che hanno scelto mi sembra adattissimo. Non lo so, a me questa immagine commuove profondamente.

  3. Io la trovo fuori contesto, Michela: e non riesco a vederci dolcezza, quanto l’astuzia. Ad ogni modo, interpretazioni libere: però, quel che si auspica è un momento di riflessione in più quando si sceglie un’immagine che va a testimoniare la presenza a un appuntamento importante come quello di domani. Mi sembra che si agisca, ultimamente, in automatico.

  4. L’episodio a cui si riferisce Michela Murgia lo ricordo appena.
    Me lo può rammentare, gentilmente?Non è entrato nel mio immaginario.
    Appena ho visto la foto, la mia reazione è stata di profonda delusione. Come donna, in questo preciso momento storico e politico, non mi sento difesa da una comunicazione come questa.
    A pelle la percepisco profondamente sessista.

  5. Grazie Loredà, a volte a furia di ricevere parolacce mi viene il dubbio anche a me di essere “estremista” o esagerato. Oggi un po’ di conforto mi serviva proprio. Dàje sempre così.

  6. Credo che la politica dovrebbe essere adesione consapevole a un’ideologia. Bello o non bello, tutto ciò dimostra, a mio modesto avviso, il vuoto di contenuti che è nei partiti e che, l’assenza totale di centri di aggregazione e discussione, ha provocato.

  7. anch’io sono perplessa, veramente….non ricordo nulla e non capisco il nesso con la manifestazione. visto che sono socialmente attiva e mi informo quotidianamente temo quindi che il nesso possa sfuggire a molti…grazie, se possibile, per una spiegazione!

  8. anni fa girava un cartellone pubblicitario con una sventolona in tanga e sguardo ammiccante che simulava una sorta di estasi erotica. sotto, una scritta a caratteri di corpo ridotto che diceva “la foto della ragazza è solo per attirare la vostra attenzione, in realtà siamo una ditta che vende articoli da ferramenta”. dunque la foto, a parte evocare le seghe, non aveva nulla a che fare con la ferramenta. una furbata, diciamo. come l’immagine del manifesto in questione.

  9. Michela: mah, considera che l’immagine è stata assai contestata perchè non mostra ciò che è veramente accaduto. Se non vado errato la ragazza era svenuta e il ragazzo la stava soccorrendo in tutta fretta prima dell’arrivo dei poliziotti, non si baciavano. Personalmente il manifesto mi da fastidio, ma non tanto per la carne scoperta quanto perchè suggerisce che nel momento della lotta c’è chi rimane dolce e sensibile. Purtroppo così non è.

  10. Ricordo l’episodio riportato da Michela Murgia, ricordo anche le polemiche seguite alla foto, le interviste ai due giovani, diventati per qualche giorno personaggi sui media. non riesco però a cogliere il legame con lo slogan scelto e con la manifestazione di domani, probabilmente si tratta di un mio limite.
    Non capisco neppure come il comitato si SNOQ possa dedicare sul proprio blog articoli alle lavoratrici di barletta e poi non aderire alla manifestazione di domani, le due cose mi sembrano in contraddizione. personalmente credo che manifestare per volere un mondo più equo e per far rispettare i propri diritti, possa scongiurare il rischio che qualcuno/a sia costretto a lavorare per 4 euro l’ora in uno stabile pericolante. la non adesione mi lascia molto delusa.

  11. La foto è stata scattata durante le proteste giovanili dello scorso giugno a Vancouver. Il ragazzo della foto si chiama Scott Jones e quella per terra è la sua ragazza Alex Thomas, travolta dalla fuga negli scontri con la polizia e rimasta indietro per terra, terrorizzata. Lui è tornato indietro e anziché sollevarla da terra le si è sdraiato accanto, rassicurandola in mezzo alla guerriglia urbana con un atteggiamento di struggente dolcezza del tutto incongruente con il resto della situazione.
    L’immagine, molto famosa, è di Getty Images ed è destinata a restare come uno degli scatti più significativi nella storia delle proteste civili di questi ultimi anni. http://www.theaustralian.com.au/news/world/scott-jones-kiss-of-comfort-in-vancouvers-riot/story-e6frg6so-1226077501160

  12. Michela mi ha preceduta. Però la comunicazione deve essere immediata: chi non conosce quella storia coglie ben altro. Per questo il manifesto è irrimediabilmente sbagliato, come testimonia la maggior parte delle reazioni.

  13. Sono d’accordo con te Michela (mi permetto di darti del tu) è il simbolo che resta e a mio parere in questo caso si tratta del simbolo sbagliato, in questo momento non mi sembra il messaggio giusto, mi sembra totalmente slegato dai problemi concreti del paese e come dice sara se qualcuno non conosce la storia sembra pure sessista o al massimo una mossa di puro marketing, ripeto sarà un mio limite ma non colgo la poesia che tu riesci a scorgere in quest’immagine

  14. Se non ricordo comunque gli scontri di Vancouver riguardavano banali partite di Hockey, e non erano in alcun modo legati a proteste di natura sociale e o economica.
    Penso che la presunta efficacia della foto si basi sul fatto che non sono in molti a ricordarne il contesto. Messa cosi` sembra voler dire che qualcosa del tipo “i giovani che si ribellano sono romantici e giusti”. Questa lettura muore se uno ricorda l’origine degli scontri.
    Quello che mi secca e` voler goffamente appiccicare una natura eroica che inevitabilmente risulta ridicola. Specialmente se lo si fa raccogliendo qui e la immagini e simboli che hanno pochissimo a che vedere con la sostanza delle cose.

  15. Grazie per la precisazione Michela.
    Proverò a far girare la foto tra amici e famigliari e pur non avendo valore statistico vorrei capire quanti ricordano l’evento canadese oppure pensano al solito specchietto per le allodole.

  16. Ho mostrato la foto a mio marito e non si ricorda assolutamente a cosa faccia riferimento. Aggiunta alle statistiche di questo commentarium, la cosa mi dà torto. Mi ritiro in buon ordine: piace solo a me, quindi non è efficace. 😉

  17. Secondo me l’immagine è bellissima e poetica, ma non la trovo molto adatta a pubblicizzare una manifestazione, come non metterei il fotogramma del ragazzo davanti ai carrarmati a piazza tien ammen per dire un’altra immagine commovente e emblematica. Non per la coscia, ma perchè il punto della foto sta in bacio contro violenza, nel poetico eroismo della pelle indifesa contro tutti quei poliziotti in assetto antisommossa, ma comunque evoca una manifestazione degenerata, dove chi protesta sta subendo, se pure in modo coraggioso, una repressione violenta. Quindi ecco non mi sembra un messaggio centrato…

  18. purtroppo il manifesto risponde a esigenze verificate ampiamente nel libro dei riscontri di tutti i manuali segreti dell’advertising:stuzzicando l’ormone si vende meglio.Il sistema non l’ha inventato vendola,non prendetevela con lui che pure incontra molte delle mie riserve.Forse esigenze elettorali in situazioni che diversamente andrebbero verso il baratro esigono decisioni urgenti grevi e moderatamente incruente(certo,se le prime mosse di un governo con Sel in testa trovassero una corrispondenza con la prima mossa di Pisapia,quella cioè di aumentare del 50% il prezzo del biglietto per il trasporto pubblico,sarebbe il caso di tornare a richiamare la vecchia battuta del grande Altan in cui al suo personaggio storico fa commentare il clima politico che da anni permea i nostri media,in un contesto che si potrebbe definire da comizio permanente effettivo:”fanno la raccolta differenziata del consenso”)

  19. La fto è piaciuta moltissimo anche a me, ma la trovo fuori contesto – non tanto per questioni di genere, che come Michela penso che non intervengano, ma perchè sono un tantinello esasperata dalla retorica che sovrappone l’ammore, l’ammore colla mano naa mano, la relazione affettuosa e erotica con la politica. La foto era meravigliosa proprio per il suo potere antipolitico e anarchico, per il frantindimento che suggeriva (mica ci ha na flebbo lui, mica porge le bende suvvia, pare che fanno sesso)… ma io al momento di tutto ho bisogno che di cuoricini antipolitica e anarchia. Io voglio il poster di un po’ di persone sedute na vorta buona e che discutono con contenuto incazzamento.

    POi non ho capito perchè se non ora quando ha deciso di non partecipare. Potrei però anche essere d’accordo.

  20. Ora chi ha cuore le faccende femminili noterà l’esposizione della coscia. Chi ha cuore le questioni di genere noterà che la coppia è eterosessuale e la totale assenza di gay e transgender. Spike Lee farebbe forse notare la totale assenza di afroamericani, infatti i 2 soggetti sono pallidamente caucasici. Farei anche notare la giovane età ei 2 manifestanti: perchè giovani e non rappresentanti della terza età? Forse per aderire a degli irraggiungibili standard di giovinezza eterna imposti dalla pubblicità?
    Io ho a cuore principalmente le relazioni umane, siano esse con uomini o donne, gay o etero, afroamericani, latini o caucasici e ricorderò questa foto per la capacità della coppia di costruire una bolla di umanità, solidarietà e tenerezza all’interno di uno scenario di paura e violenza.

  21. Ricordo anch’io l’immagine che, per la verità piace molto anche a me, mi piace perché non è un set fotografico e come già detto la coscia è li perché c’era, se non fosse che…
    Il movimento che domani scenderà in piazza è un movimento nato dalla partecipazione dei cittadini e si basa, come concetti fondamentali e inviolabili (leggete gli eventi, post anche solo su FB, non c’è volta in cui non venga detto), sulla non violenza e sulla APARTITICITA’. Vietate da sempre le bandiere alle manifestazioni, e infatti…
    Come si permette un partito di usare una immagine riconducibile (anche se non lo è) ad una tendenza o un movimento che però ha in verità come premessa l’essere apartitico e strumentalizzarlo a propri fini propagandistici?
    Questo mi indigna moltissimo, è grave e assurdo, manca di rispetto e di attenzione.
    Ed è proprio da questo che i movimenti di piazza volevano prendere distanza, evidentemente come al solito, i cittadini rimangono inascoltati da qualsiasi parte la si guardi.

  22. Quelli di SeL sono maestri nella pura speculazione, veri parassiti dell’immagine e, in molti casi, delle scelte politiche prese “a tempo scaduto”.
    Rappresentano solo quella casta fuoriuscita dal PD dopo lo scioglimento dei DS e da Rinfonda ….. la fame è tanta e obnubila la mente …. mi ricorda qualcuno ….

  23. Ho guardato la foto originale e mi è piaciuta moltissimo. E’ un momento spiazzante, immagine di un frangente di dolce umanità, di quelli che però possono accadere. Raramente, perchè l’istinto del ragazzo ha lasciato il posto ad un gesto che non sembrava possibile. E invece sembra il simbolo di una lucida sospensione del tempo e delle circostanze, che permette un’alternativa. Ma questo è quel che ho elaborato io, è impossibile cogliere il messaggio se non si conosce l’episodio e quindi non si cambia immediatamente ‘registro’ per percepirlo nella maniera giusta.
    Ciò detto, rimango perplessa per la non adesione di snoq, cioè non capisco bene, mi sembra tutto molto complicato. Più complicato di quanto è la questione del manifesto…

  24. Anche a me la foto piace molto, ma senza i simboli di SEL. Già la conoscevo, e avevo già sentito altrove pareri negativi. Non ho capito, @Loredana Lipperini, non ti piace perché c’è la coscia scoperta o perché è associata all’evento di domani?

  25. Serena, perchè è fuori contesto in relazione all’evento di domani, in primo luogo. In secondo, perchè è elitaria e fa riferimento solo alle non moltissime persone in grado, appunto, di contestualizzarla. Terzo, perchè avverto anche io come “furba” la presenza femminile.

  26. Michela: ok, ma quello che volevo dire è che quel manifesto descrive, rappresenta, qualcosa di inesistente. il ragazzo, perdonami vado a memoria, disse che in quel momento ciò che provava era una grandissima paura. Anche nelle manifestazioni indiane quando arrivava la polizia con i bastoni c’era poco spazio per la dolcezza e i sentimenti, molto per la paura e il dolore. Insomma, mi pare che di questi tempi si rosa-romanzano un po’ troppo le narrazioni. 🙂

  27. Ho capito. Bè, sì, in questo senso sono d’accordo con te (mi permetto di darti del tu).Comunque, e ci tengo a precisarlo, _solo se usata in riferimento a domani_ (perché ripeto a me l’immagine piace estratta dal riferimento al 15), è anche escludente per chiunque non potrà partecipare domani per ragioni legate alla propria condizione psico-fisica, ma che comunque vorrebbe esserci ma non può (e sì, sto parlando anche di me). E’ come se dicesse che chi partecipa è bella, chi no è brutta. Questo pensiero binario m’ha un po’ rotto.

  28. Fa una certa impressione trovarsi citato e sforbiciato da un “Senatore della Goliardia del Piemonte” (leggo dal suo curriculum) nonché collaboratore del Ministro per la Gioventù. Che, sul suo curriculum, riporta una frase di Karl Kraus sui giornalisti che avrebbe bisogno di essergli spiegata, perché evidentemente non ne ha capito il senso (ma gli è sembrata figa): «”Non avere un’idea e saperla esprimere: è questo che fa di uno un giornalista”».

  29. In merito alla foto: esiste una foto di Tano D’Amico simile nel soggetto – due ragazzi che si baciano nel mezzo di una manifestazione, tra il fumo dei lacrimogeni – che purtroppo non si trova in rete (una simile, ma non la stessa, è qui). Le foto di Tano D’Amico, a distanza di trent’anni, sono diventate dei “classici” (cosa che non volevano essere negli anni Settanta), ma non hanno perso alcunché della loro forza comunicativa. Non è un caso che vengano ancora usate in manifesti, locndine, power point creati da chi a volte non sa neanche chi è Tano, e cosa raffiguravano quelle foto: e uno dei punti di forza dell asua quarantennale carriera è stata prorpio la capacità di ritrarre il femminile sfuggendo a qualsivoglia stereotipo (persino a quelli creati ex post)

  30. boh… in questo momento advvero non mi pare che ci siano dei geni della comunicazione in SeL a roma… però l’immagine mi sembra bella “nonostante loro”. nel senso che secondo me l’intenzione era la stessa del manifesto su jobs: trovare un’immagine “ganza”.
    per fortuna l’immagine parla “al di là delle loro intenzioni”.
    alla fine concordo con quanto scritto da Michela.
    Mi ha fatto anche un po’ pensare l’incipit del commento di Michele, lo trovo interessante perchè ci mette davanti all’eterno confine fra il politically correct vuoto di significato e il giusto sdegno per immagini svilenti. è un po’ come è successo con la questione nonciclopedia. criticare certi articoli è da democratici o da bigotti? e dove fermarsi? sia chiaro, so benissimo in quella questione dove fosse il confine, ma mi rendo conto anche da sola che trovo l’ironia anche cattiva sui cattolici (e mio marito lo è) meno grave di quella sugli ebrei, o se sento una barzelletta sugli stereotipi dei carabinieri rido, mentre se ne sento una sugli zingari mi arrabbio.
    forse il rubicone in questione è la debolezza della categoria presa di mira, un conto è prendere in giro una minoranza che ha sofferto i tormenti del 900 e un conto è prendere in giro una istituzione potente nel nostro paese come la chiesa cattolica. ma l’individuo è uno solo, quando lo si ferisce si ferisce un ebreo, come un cattolico, come un carabiniere o come uno zingaro.
    è lo stesso rovello che mi viene anche “sul corpo delle donne”:
    due cosce in bicicletta fischiate dai vecchi del paese mi fanno sorridere, due cosce messe su un manifesto pubblicitario mi fanno arrabbiare.

  31. OT. Altro che cosce. Se volete avere un’idea dell’osceno, pensate ai Radicali che sono entrati alla Camera e hanno votato (no) facendo salire il quorum.
    Del resto, negli anni Ottanta (quelli che contano) hanno mangiato alla stessa greppia craxiana con berlusconi, e questo prima o poi si vede.

  32. Sono molto d’accordo con quanto scrive Girolamo a proposito di Tano D’Amico: chi conosce le sue foto, che peraltro sono sempre state scattate nel mentre, anche in situazioni più che concitate, sa bene che l’attenzione che dedicava al femminile, sempre, non è paragonabile a quanto visibile e “sensibile” oggi.
    Poi, se vogliamo dire “altro che cosce”, per carità, liberissimi. Di “altro che” ne esistono a valanghe, volendo.

  33. Domanda provocatoria: se la ragazza della foto avesse avuto i pantaloni saremmo qui a parlarne? Insomma, in questo caso, non ci vedo nulla di “offensivo” nei confronti delle donne. Anzi mi sembra che il ragionamento della Murgia sia piuttosto corretto. Poi possiamo discutere sulle scelte “pubblicitarie” di SEL Roma. Io non conoscevo la storia della foto ma, vedendola, ho pensato a qualcosa di bello in mezzo a qualcosa di violento. Mi piacerebbe invece conoscere a fondo le scelte di Se non ora quando per capire il perché di tale scelta.
    Marino

  34. Però è anche qualcosa di casuale e privato in mezzo a qualcosa di voluto e pubblico. Cioè per me l’immagine mi fa un po’ come quando il non compianto Craxi invitava la gente ad andare al mare anzichè andare a votare

  35. @Michele, credo che tu non stia centrando il punto della discussione: l’esposizione del corpo femminile sui media per “vendere” in questo momento in italia è un’emergenza come poche. Per questo è facile pensare perché i grafici in questione abbiano scelto proprio questa immagine, indipendentemente dai fatti che ritrae. Se non lo hanno fatto con l’intento furbo, non sono comunque bravi grafici perché era facilissimo immaginare queste polemiche.
    Un manifesto come questo, per esempio, non credo che solleverebbe le varie critiche possibili che immagini, perché non sa di “furbo”: http://www.prcomunistalivorno.it/?m=201108&paged=2
    @letteredalucca, le cosce arrivano sui manifesti perché sono ancora troppo pochi i vecchi, e i giovani, che non trattano da stronzo il compagno di passeggiate che fischia alle cosce in bicicletta, facendogli notare che il suo gesto è inopportuno e violento (e che tra parentesi il suo desiderio irrefrenabile non è interessante per nessuno).

  36. La foto originale e’ stupenda, grazie per avermela fatta conoscere. Il manifesto… Capisco il punto di vista di Michela Murgia, ma la tenerezza istintiva si perde rendendomi conto che la coscia svia l’attenzione. Ecco, non mi sembra renda un buon servizio alla manifestazione di domani.

  37. @ Girolamo: Fa una certa impressione trovarsi citato e sforbiciato da un “Senatore della Goliardia del Piemonte” (leggo dal suo curriculum) nonché collaboratore del Ministro per la Gioventù.
    Hai dimenticato di citare che il soggetto in questione (leggo dal suo cursus honorum) è anche membro del Rotaract club Torino Nord Est. Meglio rammentarlo, magari salta su qualcuno a dire che pure tu sforbici…

  38. Prescindiamo dalle gambe (epperò…)
    Ma non possiamo prescindere dalle “scelte pubblicitarie di SEL a Roma”: quella foto, che è piuttosto nota (teniamone conto), è stata inserita all’interno di un preciso contesto comunicativo. Ora, a me quella foto non comunica più di tanto quella pulsione all’inpegno, quella passione per la politica che Vendola, con le sue caratteristiche forme retoriche, vorrebbe trasmettere. Per dire: il bacio appassionato in primo piano, e lo sfumato che trasforma in sfondo tutto il resto [un po’ come il contrasto tra il fermo-immagine del bacio e il movimento dei passanti nella celebre foto di Doisneau], crea un contrasto, una gerarchia di significati tra il centro e il contorno. Letta in un certo modo, quella foto potrebbe anche essere un messaggio di disimpegno (fate l’amore, non fate politica). E allora quelle gambe femminili assumerebbero lo stesso valore segnico di una famosa diva (modella, cantante, ecc.) vezzosamente agghindata in camicia maoista (o simili) negli anni in cui la contestazione, oltre che una pratica, era “anche” di moda.
    Se citavo le foto di Tano D’Amico (avendo, per inciso, presente proprio un power point realizzato da studentesse sul tema “Il corpo delle donne”, nel qual e le donne ritratte da Tano erano ben presenti), è perché in quella dannata foto che non trovo on line (proverò a reperirla, a scansionarla e inviarla a qualcuno), e in tutte le altre, i diversi soggetti dello scatto sono raffigurati sullo stesso piano, come facenti parte di un comune ordito. Sei costretto a problematizzare non lo sfondo, ma il contesto: e non come cornice, ma come “il reale” che contiene il particolare. Che mi sembra più coerente col messaggio che una forza politica come SEL dovrebbe comunicare. Mettiamoci anche il fatto che in questo manifesto, così come in quello della mela, si usa un’icona nota, quindi “rassicurante”, piuttosto che nuova, “spiazzante”: come se si volesse comunicare certezze. Fosse un manifesto del PD, non mi porrei neanche il problema. Fatto da SEL, mi viene da chiedere: è voluto (e quindi coerente con un linguaggio sempre meno “spiazzante”, nelle intenzioni, e sempre più “da politico su cui puoi contare”, nelle comunicazione di Vendola), o c’è da chiedersi (da parte di SEL) che cosa passa per la testa dei cuoi comunicatori romani?

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