E DUE!

A proposito di stress da rientro. Doppia razione di post, oggi: non solo perchè domani non posso accedere alla piattaforma causa definitivo rinnovo. Ma anche perchè mi sono imbattuta in un ulteriore articolo basta-con-la-letteratura. Lo firma Filippo La Porta, lo trovate su Origine e vi anticipo qui sintesi e conclusioni dell’autore medesimo.

1) La cultura autentica, e vieppiù  la letteratura, non ama esibirsi, non sbandiera rumorosamente se stessa, non si mette al centro della scena, non è in sé spettacolare (può esserlo, accidentalmente, se si traduce in altro, se  diventa un film di successo, se il titolo di un romanzo viene usato in uno slogan pubblicitario). Non appare totalmente a suo agio con maxischermi, amplificazioni da discoteca. Chiede anzi di sparire, di annullarsi e trasformarsi in  altro – comportamento, gesti, sensibilità, esistenza.

2) Nel momento in cui la cultura (e in particolare la letteratura) diventa un consumo ambito e uno status symbol  richiesto, allora vuol dire che il mondo   non ha più veramente bisogno della cultura, avendola ridotta a mero ornamento. Singolare   destino poi quello  della letteratura nell’epoca digitale: al tempo stesso emarginata, considerata “postuma”, e ipocritamente  venerata,  circondata di aura, ridotta a luccicante paillette e dunque, secondo la lucida diagnosi adorniana, separata dalle cose umane e  vicina  alla barbarie. Ad esempio la  nostra classe politica – evento credo unico in Occidente – gioca continuamente con la letteratura e da essa ama estrarre le sue lucenti metafore: un premier che pure ama ostentare un certo spirito spavaldamente naif non rinuncia a scrivere l’introduzione ad Erasmo da Rotterdam, un combattivo leader sindacale  ci tiene a firmare  le raffinate introduzioni ad un autore apocalittico come Philip  K. Dick…

3) Di solito  a questo tipo di obiezioni si replica: “Sì, va bene, ma meglio i festival e le maratone letterarie  che il  nulla!”. Ne siamo sicuri? Lo scrittore James G. Ballard nota come proprio Hitler rappresenti “uno degli eredi legittimi del XX secolo: l’epitome dell’uomo mezzo colto” in lotta con “il torrente di informazioni che minacciava di travolgerlo”, e “con la testa piena di velleità artistiche e di sproloqui tratti da riviste popolari” (Fine millennio: istruzioni per l’uso, Baldini & Castoldi 1999). Non intendo dimostrare che i festival letterari coltivano il neonazismo, ma certo la “mezza cultura” diffusa risulta  pericolosissima poiché alimenta  l’idea che la creatività sia un diritto e, come abbiamo detto, dà l’illusione di sentirsi problematici, informati, consapevoli di sé, senza peraltro esserlo affatto.

I rimedi

Qual è l’alternativa? Il ritorno alla cultura d’élite  No, la contrapposizione non è tra élite e massa, ma semplicemente tra  individuo e uomo-massa. E soltanto l’individuo può davvero “fare cultura”, ricreando un itinerario  conoscitivo personale e trasformando incessantemente la propria esperienza in qualcosa di significativo e di comunicabile agli altri,  tutto ciò in modo lento, accidentato, non garantito. Lo snobismo è  invece di chi ha il terrore di essere “up to date” e  non si perde un evento, una presentazione di libro, una mostra alla moda  o un  paginone di “Repubblica” , di chi tutto riduce a consumo chic e a citazione multiuso. Non propongo dunque l’appello demagogico agli analfabeti di tutto il mondo per unirsi contro una figura di intellettuale-mandarino ormai anacronistica (vedi Abruzzese). Si potrebbe invece dire: il dandy “comune” (anonimo, un po’ appartato e sparso nella folla), con  la sua cultura divenuta interamente esperienza di vita (e dunque invisibile), contro  l’uomo-massa ripieno di idee di avanguardia, tronfiamente mezzo colto e incline a esibire la sua mezza cultura…

35 pensieri su “E DUE!

  1. Che ci volete fare, è per questo che non sarò mai nel gotha…
    io fra “l’individuo” e “l’uomo massa”, per istinto mi metto con il vituperato “uomo massa”.
    Sarà per il mio peso, non so…

  2. Piena sintonia. i Tromboni che hanno saturato di sgangherati suoni gli angoli di storia e cultura mantovani, più che cultura hanno prodotto gargarismi ironico-retorici. Hanno marciato sulla lettura.

  3. suonerà male, ma io la pensavo così al secondo anno del liceo, ‘meglio il nulla!’, ‘eco è solo uno alla moda che poi ci straccia le palle perchè a napoli gli hanno fregato il cappotto di cammello!’ (è vero, il fatto del cappotto), ‘camminare nell’ombra, per il sentiero meno battuto’…
    non la penso più così, e il discorso è lungo, ma mi viene in mente una scena del film dei monty python ‘alla ricerca del sacro graal’ (la cui versione in dvd sarà pronta appena il filone giallo-storico-medioevale-esoterico-simbolico-codificato-davinciano-in cui si scopre che gesù alla fine una pelle se l’era fatta pure lui-che fa incazzare l’opus dei sarà esaurito e per grattare il fondo della botte subirà il suo rovesciamento parodico…dicevo…ah, sì, la scena del film in cui dei servi della gleba ed eruditi marxisti lavorano la merda e spiegano che “siccome tutto è merda, noi lavoriamo direttamente la merda”. ecco, mi viene in mente questo, perchè, volendo di molto semplificare la questione, se uno ha come riferimento un immaginario così astratto finisce che poi perde di vista l’oggetto di cui parla e soprattutto il linguaggio per poterne parlare con un’altro essere umano.

  4. > al lettore disperso, privo di rappresentanza, poco amante di quiz culturali radiofonici, scarso frequentatore di inserti-libri dei quotidiani, che sa a malapena dei festival letterari, ma che legge un discreto numero di romanzi e di saggi, e qualche volta se ne fa modificare l’esistenza.
    Onestamente in questo ritratto mi ritrovo un pochino. Solo non ho capito se questa volta la passo liscia oppure, tanto per cambiare, è tutta colpa mia.
    Ciao

  5. Dei bei momenti, oggi, in rete.
    Candida da Mantova:
    Ho esaurito tutte le copie di Zio Demostene – che a parte la storia dello zio di Moresco, suggerisce anche l’imprecazione che si faceva all’oratorio al posto di “Porco zio” e “Zio porco”.
    La Porta contro Mantova:
    “Basta con quella letteratura, confortevole e spettacolare, che riempie i programmi dei festival e attira schiere di hooligan alfabetizzati, ma che non provoca mai alcun jet-lag”.
    Credo di stare con il Biondillo-massa, se non altro per la stazza: in caso di linciaggio mi sento più protetta ;P

  6. Veramente divertente La Porta, quanto può essere divertente uno che pubblichi un “manuale di scrittura creativa”. Anzi, adesso lo compro, lo sistemo accanto alle barzellette di Totti (che non ho, ma comprerò insieme al manuale). Era da tempo che non leggevo un tale concentrato di sentenze pseudofilosofiche dense e insignificanti (considerata l’esperienza passata, vedrò di giustificare la mia affermazione; anzi, se ben ricordo ho dimenticato per strada una recensione di Moresco)

  7. ATTENZIONE Sig.ra Lipperini approfittando del fatto che solo stasera possiamo postare questo avvertimento su di lei qui, abbiamo anticipato la pubblicazione dell’incredibile contributo TERRAGNO e LINGUISTICAMENTE NON-CONCILIATO che un Innominato ha composto in lode al FONOAUTORE TIZIANO SCARPA, un poema sperimentale dedicato all’animale enigmatico d’eccellenza, L’ORNITORINCO (qui: LU ‘RNITURINCHIA) a cui anche il celebre UNBERTO ECO dedicò anni fa un libro intitolato KANT E L’ORNITORINCO al cui titolo questo poemetto si ispira per proseguire il lavoro OSTETRICO di SCARPA che mette al mondo una lingua ancora sporca di placenta!!!!
    Il poema da noi ricevuto e volentieri pubblicato (TERRAGNO!) si chiama:
    LU KANTU DE LU ‘RNITURINCHIA:
    http://vmo.splinder.com/post/5714478
    Invitiamo tutti quanti possibile a continuare il lavoro di sperimentazione sul solco dei GROPPI D’AMORE NELLA SCURAGGIA e del nostro FRANZA O SPAGNA che presto sarà recitato su SKY dal noto attore MASSIMO GHINI!!!!!!!!! GRANDE!!!!!!!!!!!
    BASILE (che ha scritto) e VINCENZO (che ha stretto la mano a Moresco!!!!!!!)
    P.S. Ci ha scritto la poetessa Anna Lamberti Bocconi scambiandoci per qualcun altro ma siamo ONORATI lo stesso ora che abbiamo saputo che è una poetessa!!!!!!

  8. si, secondo me è il caso che ogni volta ci spieghi tutto TU. grazie.
    perchè io non ci ho capito una mazza, e quest’anno ho deciso non azzardare interpretazioni.
    chi sono gli insetti letterati?
    la cultura/letteratura è un albero (organismo che cresce in maniera armonica, con un umero costante di biforcazioni, o triforcazioni, dei rami, e le cui foglie sono ornate da venature che nascono dal centro seguendo intervalli calcolabili con la serie di fibonacci)?
    chi minchia sono ste galline?
    e il cane UBUaldo?

  9. E io sono per buone azioni e le azioni buone, quindi vi segnalo questa bella intervista a Simone Ciaruffoli con tanto di recensione da me firmata:
    http://www.biogiannozzi.splinder.com/1126643682#5715901
    Si parla di Stanley Kubrick, di Eyes Wide Shut, di critica cinematografica insieme a un giovane e talentuoso e già famoso critico cinematografico. Bene, io ve lo segnalato, quindi chi volesse accomodarsi è il benvenuto.
    Essendo che sono in OT, chiedo venia.
    Saluti a Tutti/e
    Giuseppe Iannozzi

  10. Caro Filippo, non me ne vorrai, spero, se mi rivolgo a te pubblicamente anziché in privato. Lo faccio perché quelle due o tre domande che ho da rivolgerti, potrebbero essere condivise anche da altri. Quindi, se così fosse, riterrei opportuno condividere la tua eventuale risposta.
    Ti chiedo: perché considerare il “lettore”, a differenza dello “spettatore” o dell'”ascoltatore” o dell’utente di una qualsivoglia espressione artistica, come una categoria sociologica a parte? Non sono, spesso, la stessa persona?
    Perché alle altre arti si consente il movimento, la dislocazione, e alla letteratura no?
    Perché il critico letterario, a differenza di quello teatrale o di quello cinematografico, tende ad interessarsi così spesso, oltre che dell’opera, anche del pubblico?
    Ti rivolgo queste domande con una voce serena. Sperando solo che esse contribuiscano ad alimentare il dibattito e a far conoscere meglio le tue idee.

  11. andrea c,
    buono là, non hai letto la mia risposta al precedente post di Lolip e non hai letto neanche il testo di Parente:-).
    Avevo chiuso dicendo che portavo da mangiare alle galline perchè mister Parente ne aveva parlato e mi ero immedesimata nell’ambiente bucolico dove (viste le condizioni pessime del mio Sapere) le mie braccia servivano l’Agricoltura.
    Da quì (da prati verdi, patate novelle e aie incontaminate)il parallelo tra alberi=cultura e tra insetti letterati=thrilleristirealisti e compagnia cantante (sempre per pregressse considerazioni legate all’intervento di MP).
    Il cane UBUaldo invece è casuale. Se avessi un cane lo chiamerei Ubaldo (nella speranza che non si offenda), ma UBU (da Jarry temo) mi veniva meglio di Ub.
    Perchè ho fatto dell’ironia su Parente credo sia chiaro. FLP e il manuale di come assumere le pillole culturali/letterarie per non essere i soliti fighetti da festival ha destato un mio -momentaneo si spera- delirio. Trovo ridicolo Parente quando dice che dopo aver letto Kafka si è vaccinati contro i germi del velinismo così come trovo pretenzioso colui che mi spiega come assumere la cultura (prima o dopo i pasti) per essere sicura di una crescita personale.
    Per questo mi sono rifatta ad altre avvertenze sulla gestione di momenti ….ehm, piu’ intimi. Il mantra ecclesiastico aveva anche qualche affinità ‘seriosa’ con i dettami di FLP e quindi, paf,l’ho riciclato.
    Tutto quì caro andrea c. Nessuna recondita trama dei templari….. per stavolta.
    ‘notte
    p.s: la frase : ma devo spiegarvi tutto IO – era, ovviamente, scherzosa, non rimandava al retro della gioconda 🙂

  12. mi dispiace, non avevo seguito lo spettatrice-pensiero in maniera filologica.
    però…
    a) UBUaldo, come temevo (ma non avevo osato interpretare) veniva da Jarry, e non, come speravo, da Tom e Jarry.
    b) non chiamarmi caro.

  13. …e poi, ancora, stamattina dopo il caffè…
    parente, che vuole bruciare, abolire, addirittura arrestare, secondo me non va nemmeno parodiato, perchè non è solo un imbecille in preda ad esaltazione, ma è proprio fascista, e secondo me va affrontato e combattuto.

  14. Giusto una precisazione sul commento di Ivan: non so se ne abba scritto un altro, ma il volume che Filippo La Porta ha pubblicato da minimum fax nel 1999 s’intitola “Manuale di scrittura *creatina*”, non “creativa”.

  15. salve…
    allora ho iniziato da poco a studiare la filosofia. la Prof vorrebbe che noi alunni ricavassimo delle informazioni sul festival della filosofia…
    Visto che loredana hai creato qst blog ti chiedo se mi puoi aiutare a capire cos’è qst festival, vorrei sapere qualcosa di piu…
    se non ti scoccia… eh eh
    grazie
    StudentessaPunk

  16. Ecco che ti hanno “migrata”. E come avevo annunciato, Typepad s’è mangiato tutti i link. Dovrai rimetterli, Lore: compreso quello di Angelini, così effimero ;P

  17. Oh caspita!
    Color carta da zucchero?
    D’accordo, domattina rimetto mano ai link. Vi avverto che chiederò molti consigli su come ravvivare la tappezzeria…

  18. Lore, qualunque consiglio sulla piattaforma che ora condividiamo, come già detto, a tua disposizione (dovresti avere un pannello con una funzione abbastanza semplice, verso destra, per aggiungere i link; in inglese la dicitura è “typelists”, non oso immaginare come l’abbiano tradotto:)…
    Lucio, “effimero” perché sei durato nella lista solo due giorni, quasi come una farfalla. Ma vedrai che ti rimette 🙂

  19. Angelini, niente da fare: sei di coccio. C’hai Roquentin piantato nella testa e nel cuore (ma scrivigli, Lucio, guarda che ti vuol bene, a suo modo!) e soprattutto non capisci come si mettono i link attivi (URL, URL, URL). E sia, persevera: perderai milioni di avidi lettori… 😉

  20. @ LUCIO
    Perché ti ostini, perché? Metti il link attivo, se vuoi, non quello lì, che io direi “morto”. Se continuerai così, ti perdi i lettori per strada: che le lasci a fare le mollichine per strada come Pollicino? Non serve se le lasci così. Metti i link attivi, non quelli morti – o passivi. 😉

  21. Iva(n), La Porta, Filippo non quell’altro, quello ultrapsichico che nel cuore della notte parla del sapienziale sapere dei sapienti, Filippo La Porta dicevo, non ha mai scritto nessuno manuale di scrittura creativa. Ha scritto però un libro che si intitola Manuale di scrittura creatiNa (minimum) che è tutt’altro da un manuale di scrittura creativa. Statemi bene, ragà!

  22. Ho visto La Porta in azione al salone del libro di Torino. Presentava Morreste-me di Peixoto. Si è dilungato sulla letteratura e sulla lingua spagnola, faceva anche esempi di classici. Noi in prima fila giravamo la testa per guardarci, per verificare se anche il vicino aveva lo stesso dubbio: ha davvero preso il portoghesissimo Peixoto per uno spagnolo? Ebbene sì, forse aveva preparato il discorso un po’ in fretta, forse andava a braccio, insomma ha parlato della bellezza della lingua spagnola. E Peixoto? Da vero signore gli ha fatto un complimento: sono contento che mi presenti tu, sai sempre dire cose che non mi aspetto.

  23. @ LUCIO
    Bravo, è così che si fa: si abbandona la strada difficile per quella facile, però non si sa “chi” si trova. ;-D Adesso niente più sofferenza, e forse non è più lo stesso, perché, dalla regia, mi suggeriscono che tutto ciò che è bello è di sofferto impegno. 🙂

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