RIPASSO

Codice di deontologia relativo al trattamento di dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica.
Art. 6 (Essenzialità dell’informazione)

La divulgazione di notizie di rilevante interesse pubblico o sociale non contrasta con il rispetto della sfera privata quando l’informazione, anche dettagliata, sia indispensabile in ragione dell’originalità del fatto o della relativa descrizione dei modi particolari in cui è avvenuto, nonché della qualificazione dei protagonisti.
La sfera privata delle persone note o che esercitano funzioni pubbliche deve essere rispettata se le notizie o i dati non hanno alcun rilievo sul loro ruolo o sulla loro vita pubblica.
Commenti e opinioni del giornalista appartengono alla libertà di informazione nonché alla libertà di parola e di pensiero costituzionalmente garantita a tutti.

Ancora.
Federazione Nazionale della Stampa Italiana CARTA DEI DOVERI DEL GIORNALISTA
La responsabilità del giornalista verso i cittadini prevale sempre nei confronti di qualsiasi altra. Il giornalista non può mai subordinarla ad interessi di altri e particolarmente a quelli dell’editore, del governo o di altri organismi dello Stato.
Il giornalista ha il dovere fondamentale di rispettare la persona, la sua dignità e il suo diritto alla riservatezza e non discrimina mai nessuno per la sua razza, religione, sesso, condizioni fisiche o mentali, opinioni politiche.

Accade di essere distratti, per questo fornisco qualche nozione, certamente già conosciuta dagli interessati.  Accade, però. Ieri Francesco Borgonovo, responsabile delle pagine culturali di Libero,  scrive un lungo articolo che riguarda la libertà di Paolo Nori e Tiziano Scarpa di collaborare con la loro testata (libertà non messa in discussione qui, mi sembra), attacca Nazione Indiana e riserva alla sottoscritta l’onore dell’occhiello. Testualmente: “Ma la Lipperini invoca l’intervento dell’Ordine: siete volgari e discriminatori”.
Nell’articolo Borgonovo scrive infatti: “Perché per alcuni intellettuali, tutti sono liberi di dire quello che vogliono, ma solo in teoria. Prendiamo per esempio Loredana Lipperini, firma di Repubblica, la quale sul suo blog ha paragonato la collaborazione di Nori con Libero a una sua esperienza personale: da giovane scrisse sulla rivista porno-soft Abc. Lei trovava quel giornale ripugnante, ma si turò il naso e fece tacere la coscienza dicendosi che forse avrebbe potuto portare al suo interno idee diverse. A parte la grazia di paragonare Libero a una rivista osé (più o meno questo è il livello intellettuale consentito a chi si schiera col centrodestra), la Lipperini sostiene che “ognuno è libero (senza doppi sensi) di fare quel che crede”. Poi, subito dopo, invoca la censura. O, meglio, l’intervento dell’Ordine dei giornalisti per sanzionarci, visto che le nostre prime pagine sono troppo volgari e discriminatorie”.
Forse la distratta sono io: ho usato esattamente questi due aggettivi nel post in questione? Mi pare di no, anche se mi sembra che la scelta fatta  da Borgonovo  possa essere pertinente, se ha messo in relazione  questi due aggettivi con la prima pagina che evita accuratamente di nominare: Veronica velina ingrata.
Peraltro,  il fatto che Borgonovo riferisca a metà quel che qui si è sostenuto,  risponde in pieno alla domanda posta nel commentarium nel post a cui si fa riferimento: chi scrive su Libero è libero di criticare Libero? La risposta è no.
Peraltro ancora, nell’articolo mi sembra contenuta una frase significativa “Questo è il livello intellettuale consentito a chi si schiera col centrodestra”. O è un lapsus, o significa che chi scrive sulle pagine di Libero viene ritenuto dal medesimo “schierato col centrodestra”.
Problema, comunque, non mio.
“Io  non sono altro che un critico”, rispondeva Iago a Desdemona. Io non sono neanche questo:  sono soltanto una persona che scrive  e a cui le parole, e la loro correttezza (oso dire: la loro etica) stanno particolarmente a cuore.
Ps. Peraltro, approfitto per dare una notizia di due giorni fa: l’Ordine dei giornalisti  ha notificato a Vittorio Feltri, attualmente direttore del Giornale e, all’epoca di quella copertina, direttore di Libero, “l´atto d´incolpazione”, dove gli si addebita di aver adottato comportamenti “non conformi alla dignità professionale per avere falsamente attestato la presenza della cosiddetta “informativa” all´interno del fascicolo processuale relativo ad un procedimento penale nei confronti di Dino Boffo, direttore di Avvenire, pubblicando senza adeguata verifica una ricostruzione della vicenda rivelatasi non corrispondente alla verità processuale”. Nonchè di aver fatto scrivere Renato Farina  (parlamentare Pdl, radiato dall’Ordine nel 2007, dopo l´accertamento di un suo legame con il Sismi) prima su Libero e poi sul Giornale.
Pps. Dopodiche, per coloro che muoiono dalla voglia di sapere come va a finire la polemica squisitamente letteraria, qui c’è un articolo di Tiziano Scarpa per La Stampa.

85 pensieri su “RIPASSO

  1. il fascismo è anche una questione di comportamenti. E’ sui comportamenti, non su una metafisica che si gioca la questione. A me pare che non riescono a uscire dallo schema destra/sinistra proprio quelli che dicono di prenderne le distanze.

  2. A me repellono i fascisti dalla nascita, ma ultimamente cominciano a repellermi fortemente anche i radical chic di estrema sinistra che fanno i duri e puri dall’alto dei loro culi parati. Chi è un intellettuale figlio di nessuno magari ha bisogno di lavorare per mangiare, e mi risulta che i quotidiani di estrema sinistra non paghino i collaboratori… Come la mettiamo? Solo i ricchi possono scrivere?

  3. Sarebbe molto utile se pubblicaste un elenco di testate sulle quali si può pubblicare e uno di quelle, come dite voi, fasciste, compreso se possibile il periodo di tempo necessario per un possibile passaggio dal secondo gruppo al primo, almeno uno si regola sia su cosa leggere sia su dove pubblicare…

  4. @giulio
    Di nuovo, ognuno è libero di scegliere dove scrivere: scelga liberamente, se ne assuma la responsabilità, e senza inutili lamenti se poi altri, per argomentati motivi, esprimono perplessità, riserve e critiche (che sono altra cosa rispetto al “costì no, costà sì): si può ancora farlo, no? Ognuno è libero di scegliersi i suoi maestri, e, con la propria firma, di avallare i giornali che vuole.
    La discussione è molto chiara, e a questo punto chi ancora vi “gira attorno”, sembra far lo gnorri.
    Scriva dove vuole, salti da qua a là come e quando le pare: non spetta mica ad altri indicare a lei, uomo libero, dove metter la sua penna.

  5. luca, perchè il comunismo e certe declinazioni staliniste sono state elaborate, approfondite e davvero storicizzate in questo paese? A me sembra proprio di no. Si scrive tutti i giorni, giustamente, dei sei milioni di ebrei uccisi dai folli nazisti, raramente, quasi mai, si ricordano i milioni di uomini, donne, bambini massacrati e uccisi in Unione Sovietica, quelli in indocina ecc. Perchè i lager debbono appartenere alla memoria delle nuove generazioni e i gulag no? Certe forme ispirate alla cultura e ideologia comunista non si riverberano nel nostro paese? Tantissimi uomini politici e di cultura che inneggiavano al comunismo (anche in epoca stalinista) dopo il crollo del muro, non hanno sviluppato un’analisi profonda ed autocritica delle idee sostenitrici del totalitarismo rosso. Sono sati ambigui (inevitabilmente) anche nel periodo tremendo delle brigate rosse. Elevare, dunque, a categoria assuluta del male il fascismo è un errore principalmente culturale e storico. Non è semanticamente corretto usare la parola “fascismo” per rappresentare tutto ciò che appartiene alla barbarie, all’inciviltà e alla oppressione.
    Chiarisco, che rigetto radicalmente l’ideologia fascista, considero la storia del ventennio drammatica e triste per l’Italia. Ritengo lo stragismo nero un tentativo forte e brutale d’inquinamento della nostra democrazia.

  6. X Anita: i nomi e i cognomi sotto i quali si annida il potere un po’ li sappiamo tutti, un po’ si possono immaginare. Per essere più precisi il potere in Italia si annida essenzialmente in quasi 60 anni di partitocrazia destra sinistra. Anche se noi piccoli pesci non siamo iscritti da nessuna parte, chi pilota la baracca lo è, eccome, e condiziona, gusti, tendenze, cultura, territorio ecc. ecc. Stare fuori da queste logiche è molto difficile, perché, come il conflitto di interessi berlusconiano, pervadono l’aria che si respira. Ci vuole coraggio, il coraggio di stare ai margini ma dare fastidio il più possibile.
    x Sascha: “Il nemico è sempre il potere” può essere una frase novecentesca, ma non è meno vera per questo. Le gabbie non sono metafisiche ma molto, molto concrete.
    Ancora x Anita: non c’è dubbio che ognuno è libero di scrivere dove vuole e se ne assume la responsabilità. Però dopo non si dovrebbe piagnucolare perché non si viene capiti. L’importante è essere in pace con la propria coscienza. Tanti strepiti non sono un segno di coscienza tranquilla. Per quanto mi riguarda la pagnotta non è un argomento sufficiente per lavorare per qualcuno che ha idee opposte alle mie. Non se faccio un lavoro dove le “idee” sono gli strumenti principali del lavoro stesso.

  7. Non ho mai parlato, nè pensato, di male assoluto. Il “male”, per me, è sempre relativo. agli uomini, ai contesti, alla storia. non sono interessato a dispute sui morti, ma dire che non si sia parlato abbastanza dei crimini del comunismo sovietico e annessi e connessi è davvero troppo.
    fino al punto, secondo la vulgata corrente, che l’italia nei 50 anni dal dopoguerra a berlusconi sia stata governata e sottomessa dal giogo comunista.
    ma mi faccia il piacere, diceva totò.

  8. A me pare che i comunisti italiani abbiano fatto lunghe, faticose e laceranti elaborazioni sul loro passato, non mi pare invece che lo stesso sia stato fatto dai fascisti, che si sono affidati ad acque depurative per espellere le loro scorie. Ognuno, evidentemente, ha i suoi metodi di purificazione.
    Ma non vorrei che questa mia riflessione fosse inscritta, circoscritta e incorniciata nel frame ‘destra-sinistra (=komunista)’ che, per quanto obsoleta venga dichiarata da destra (anzi no, dalla ‘non destra’, da quella ineffabile istanza-che-ormai-ha superato-tutte-le ideologie), viene rispolverata e buttata come una rete addosso a quei malcapitati (anche quelli che non solo non sono mai stati Komunisti, ma che non si considerano nemmeno di sinistra) che osano fare anche solo un vagito di critica nei confronti di suddetta ineffabile Istanza.
    Prima che irritante, è addirittura grottesco, una gag da avanspettacolo.
    Se poi vogliamo parlare di liste di proscrizioni, a me vengono in mente gli elenchi di giornalisti fatti in parlamenti subito dopo il souvenir lanciato addossso a Berlusconi e indicati come mandanti. Glisso sulla lista di scrittori fatta da G. P. Battista che avevano narrato in forma di fiction qualcosa di simile, che se non proprio mandanti, be’ istigatori di odio lo sono.
    Nessuna informazione, illazione o ipotesi, invece, sulle conseguenze che pagine come quelle di alcuni testate, di carta e televisive, nonché alcune trasmissione lanziane e consimili, possano provocare.
    Comunqe, linko qui per intero un capitolo fascismo eterno tratto da ‘Cinque scritti morali’ di Umberto Eco, già citato da Girolamo in un altro thread.
    Quello che dice Eco si può leggere o no, condividere o no, ma a me pare utile.
    Come molto utile pare leggere, meditare e approfondire, tutto ciò che di critico è stato scritto a proposito dei crimini avvenuti in Unione Sovietica.
    Ma piantiamola, una buona volta, con le freccette e i pentolini di pece.

  9. @ Anita, grazie. Chiedevo però un elenco di quotidiani e pubblicazioni ritenute “fasciste”, non il suo permesso a scrivere o leggere dove mi pare…

  10. Lascio ad Anita la risposta, ma secondo me non si tratta di fare una lista di giornali fascisti, si tratta di osservare con attenzione il tipo di interventi, di stili e di linguaggi che vengono usati.
    Non lo so, poi, avrà ragione pure Sklovskij, citato da Nori, a dire che per i crociati ogni città sembra Gerusalemme, e sia, ma c’è pure chi arriva a Gerusalemme, ci si ferma, ci stanzia comodamente e non la riconosce.
    E pure questo è un rischio che si deve prendere in considerazione.

  11. @giulio ha scritto:
    “Sarebbe molto utile se pubblicaste un elenco di testate sulle quali si può pubblicare e uno di quelle, come dite voi, fasciste, compreso se possibile il periodo di tempo necessario per un possibile passaggio dal secondo gruppo al primo, almeno uno si regola sia su cosa leggere sia su dove pubblicare…”
    Alla mia risposta (che sintetizzo ora in un “inutile chiedere qua dove scrivere, ognuno è grandicello e deve capirlo da sé, trovandosi i suoi maestri”), risponde:
    “@ Anita, grazie. Chiedevo però un elenco di quotidiani e pubblicazioni ritenute “fasciste”, non il suo permesso a scrivere o leggere dove mi pare…”
    Che fa, Giulio, scaramucce verbali un po’ sgangherate?
    Alla sua prima domanda, che tale non è ma solo sarcasmo spicciolo (“un elenco di testate sulle quali SI PUO’ pubblicare… almeno uno si regola SIA SU COSA LEGGERE SIA SU DOVE PUBBLICARE…”), ho risposto, mi pare, con pertinenza. Lei cioè si dovrebbe, come tutti noi, autoregolare, non venga a chiedere ad altri dove pubblicare e cosa leggere né, men che meno, degli elenchi… Scelga lei, da uomo libero e consapevole.
    E nell’affermare questo, non dispenso permessi, come dice una sua battuta fuori luogo, perché nel dirle “Scriva dove vuole, salti da qua a là come e quando le pare: NON SPETTA MICA AD ALTRI INDICARE A LEI, uomo libero, dove metter la sua penna” c’era solo tanto di risposta a tanto di sua richiesta.

  12. «Io ho un concetto etico del giornalismo. Ritengo infatti che in una società democratica e libera quale dovrebbe essere quella italiana, il giornalismo rappresenti la forza essenziale della società. Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza della criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili, pretende il funzionamento dei servizi sociali, tiene continuamente allerta le forze dell’ordine, sollecita la costante attenzione della giustizia, impone ai politici il buon governo.» (Pippo Fava. Lo spirito di un giornale. 11 ottobre 1981)

  13. “Prendiamo per esempio Loredana Lipperini, firma di Repubblica, la quale sul suo blog ha paragonato la collaborazione di Nori con Libero a una sua esperienza personale: da giovane scrisse sulla rivista porno-soft Abc. Lei trovava quel giornale ripugnante, ma si turò il naso e fece tacere la coscienza dicendosi che forse avrebbe potuto portare al suo interno idee diverse”.
    Se la notizia di Borgonovo è vera,l’ineffabile Lipperini è meglio che vada anascondersi,non perchè abbia scritto su ABC,ma per l’ipocrita e poco credibile motivazione che ne dà.
    Qua si turano tutti il naso,(pubblicare per Mondadori….),ma non rinunciano però ad alzar il ditino su altri e ad incassare.
    Giusto far quel che si vuole,basta che poi la morale la facciano al loro gatto.
    johnny doe

  14. Ah, Internet, il regno della verità dove le informazioni zampillano ed il dibattito informato e approfondito può dispiegarsi liberamente!
    Scambio tipico: X, autore del blog, dice di aver fatto una cosa; la cosa viene riportato da Y, girandola al negativo; infine arriva W che riporta la cosa detta da Y (premettendo ‘se è vera’) convinto si tratti di una notizia originale e ne approfitta per un pistolotto politico-moralistico, cioè la principale moneta di scambio della Rete…
    E poi ci si chiede come mai in Italia la diffusione della Rete ha coinciso con il sempre crescente potere di B…

  15. Peccato che faccia ricordare uno dei movimenti politici più imbarazzanti degli ultimi anni…
    Imbarazzante soprattutto a ricordare quanti lo presero sul serio, immemori del vecchio proverbio ‘what happens on the Web stays on the Web’…

  16. x lipperini,
    Lei dice nel suo post : “Conoscevo perfettamente la natura del giornale con cui ho collaborato per quell’unico pezzo, e per mettere a tacere quella che potremmo chiamare coscienza mi sono detta e ripetuta che la mia presenza poteva essere “virale e che era importante intervenire soprattutto nei media abissalmente lontani dal mio pensiero e dalla mia etica. Anzi, soprattutto in quelli.”
    Scusi sa,non ci trovo poi una gran differenza sostanziale,su quello che Borgonovo dice su questo punto : “Lei trovava quel giornale ripugnante, ma si turò il naso e fece tacere la coscienza dicendosi che forse avrebbe potuto portare al suo interno idee diverse”. (la polemica con l’ordine dei giornalisti non mi interessa,non l’ho nemmeno citata).
    Se poi ci vogliam prendere per i fondelli,allora è un’altra cosa.
    E questo vale pure per sascha.
    Inoltre,tanto per capire che tipo sarei secondo la sua alta moralità,lei ridicolmente ed infantilmente posta un’immagine satirica del mio blog ,peraltro tratta dalla rete ,dove ne circolano migliaia (chissà mai che tipi saranno!),tra le quali molte altre peggiori e riguardanti personaggi della parte avversa,e non mi risulta che lei abbia perso tempo a stigmatizzarle,a dar giudizi o ad indovinarne i tipi.
    A meno che non adotti lo sport nazionale dei due pesi e misure.
    Quanto al mandare affanculo e tanto per stare in linea con gli oxfordiani,è altrettanto facile mandarci AL e gb e senza nemmeno che si apra nessun chakra,tant’è indifferente e ovvia la cosa.

  17. Sig. Doe, la figura ridicola che lei ha fatto è quella di scambiare per una ‘rivelazione’ (ah, si scoprono gli altarini, si tirano fuori gli scheletri dall’armadio etc) del suo giornale di partito quella che invece era una ammissione/confessione della diretta interessata, cosa che l’ha squalificata immediatamente come cialtrone.
    Quanto al suo blog, in effetti è vero, ce n’è a migliaia come il suo, anche di quella che lei chiama la ‘parte avversa’ ma questo non l’assolve mica: lei è mucillagine internet esattamente come gli altri, fa mucchio e rumore. Se vuole le do il link di un blog di sinistra stupido esattamente come il suo…
    E, per favore, la smetta di infangare la memoria del povero Gary Cooper.

  18. @Johnny Doe:
    Loredana non ha bisogno di avvocati difensori, ma certo che se vieni qui a parlare di “due pesi e due misure” quando la titolare del blog ha pure polemizzato con commentatori di lungo corso per difendere la Carfagna (ne dico una tra tante) dagli attacchi basati solo sul suo passato o l’avvenenza, allora è proprio che vuoi ribadire che di questo blog non sai niente…

  19. x sascha,
    “what happens on the Web stays on the Web’.
    Già hai ragione.Dov’è che siamo tutti, qui? Alla camera dei lords,all’onu,nella sala della pallacorda…..?
    Peccato,stiamo all together(pure tu, così capisci bene), su un semplice blog,ergo….
    I movimenti politici imbarazzanti non stanno sul Web,magari…!
    C’è solo un’eccezione,ma riguarda più il cabaret che la politica.

  20. x skeight,
    sto discutendo di un singolo episodio riguardantie la titolare del blog in questa specifica circostanza ,e non di altre che effettivamente non conosco , frequentando solo sporadicamente questo blog.
    In altre occasioni avrà certamente dimostrato,come tu dici,posizioni diverse,cosa che andrà a suo onore e merito,ma che non sono qui in discussione.
    Io sono abituato a seguire la lezione che Sciascia ha dato in merito a non agire come certuni: “Scegliere una volta per tutte la parte del “bene” disinteressandosi poi della reale dinamica delle cose,mai cercando di capire caso per caso,situazione per situazione”

  21. @Johnny Doe:“non mi risulta che lei abbia perso tempo a stigmatizzarle…”
    Skeight ha ragione quando dice che di questo blog, lei, non sa un bel niente e all’esempio riportato relativo a Mara Carfagna, io aggiungo quello su Giorgia Meloni: mesi fa, Loredana Lipperini ha criticato aspramente il modo volgare in cui un noto fumetto satirico ritraeva il ministro Meloni.
    “Inoltre, tanto per capire che tipo sarei secondo la sua alta moralità, lei ridicolmente ed infantilmente posta un’immagine satirica del mio blog, peraltro tratta dalla rete, dove ne circolano migliaia (chissà mai che tipi saranno!), tra le quali molte altre peggiori e riguardanti personaggi della parte avversa…”
    Scusi, mi faccia capire, lei inserisce una foto sessista di dubbio gusto sul suo blog e si sente deresponsabilizzato per averlo fatto (incazzandosi pure se qualcuno fa notare la cosa) perché tanto in rete ne circolano a migliaia? É strutturata così la forma mentis del lettore medio di *Libero*?
    Bravo, stimati!

  22. x anna luisa
    Prima di tutto del termine sessista,che dev’essere un vostra fissazione,non me ne frega nulla,dato che non rientra nei miei schemi distinguere uomo,donna,trans,gay e persino animali,esseri sempre più dotati e apprezzabili degli umani. La foto è solo ridicola.
    Secondo,non m’incazzo assolutamente per queste minchiate.
    Terzo,il dubbio gusto c’è in molte cose,anche in molte da voi non ritenute tali.Ma poi,scusi,che c’è di così scandaloso in questa foto,forse solo perchè è una donna?,cos’è il festival delle anime belle?
    Sono molto più offensive le parole,per es. quella che anche lei evocava nei suoi precedenti commenti.
    Quarto,ho già detto che si stava discutendo di un episodio specifico e non del blog o della personalità generale della sua titolare.
    Per ultimo,se la titolare del blog ha stigmatizzato altre vignette simili,non ho nessuna difficoltà a ritirare quanto addebitatole incautamente,data la mia scarsa ed ammessa frequentazione del blog.

  23. x sascha,
    io non ho nessun giornale partito,non voto per nessuno e ho letto per caso quell’articolo su internet.Quanto al contenuto,è inutile che lei si produca in arrampicamenti vetrosi.Sia la titolare del blog che borgonovo dicono in pratica la stessa cosa.Rivelazione,ammissione,ma che minchia c’entra coi fatti! Sono o no le parole dei due praticamente eguali nel senso?Se poi,per lei l’italiano è una lingua incomprensibile,sono affari suoi.Non le ricambio il termine cialtrone solo perchè per il suo livello neurale sarebbe già elogiativo,e la battuta su Cooper lo dimostra.
    Quanto alla mucillagine web e alla stupidità,è un blob generale,dove anche lei riposa beatamente,anche se crede d’esser sveglio.

  24. Caro Johnny Doe e quelli come lui ecco il mio personale RECAP:
    Paolo Nori e L.Lipperini hanno in comune l’essere di sinistra e di aver scritto su pubblicazioni che ritengono/evano entrambi orride MA:
    – ABC era una rivista erotica condita con articoli pseudo-interessanti.
    – Libero è un quotidiano di destra con una malsana verve fascistoide e diffamatoria.
    – L’ordine dei giornalisti, secondo il proprio codice, avrebbe tutti gli elementi per prendere dei provvedimenti su Libero (opinione mia, che non invoco mica la censura, ma la fine dei suddetti atteggiamenti fascistoidi e diffamatori).
    – Se Abc esistesse ancora, l’ordine non sarebbe interessato minimamente a regolamentala come rivista.
    – Intermezzo: il mondo dell’erotismo (pornografia inclusa, ebbene sì), la società tutta e i media, sono cambiate moltissimo dagli anni di Abc a oggi. E a 18 anni allora si era sicuramente molto più ottimisti su tante cose.
    Inoltre Johnny Doe, dopo la virgola per favore mettici lo spazio, magari anche sul tuo blog; dai, fallo per la destra.

  25. Tutto quello che dici non ha nulla a che vedere col punto centrale della querelle, men che meno il contenuto di abc e l’ordine dei giornalisti che nemmeno ho citato.Va bene così ,la virgola?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna in alto