ECCO NOI PER ESEMPIO

Le Donnepensanti hanno realizzato un video.
Vitadastreghe ha intervistato il presidente dell’Art Directors Club Italiano.
Le Donneinquota hanno scritto allo IAP, a proposito della pubblicità Pirelli spalmata sugli autobus.
Se qualcuno vi chiede: “ma perché le donne non reagiscono?”, ditegli pure che tutto questo è avvenuto nel giro di poche ore, e che accade quasi tutti i giorni.

26 pensieri su “ECCO NOI PER ESEMPIO

  1. Non mi piacciono i calendari Pirelli – né i calendari in genere. A quanto mi consta – e chiedo se qualcuno ha informazioni più aggiornate – il famigerato Pirelli non è in vendita ma è omaggiato a una “selezionata” clientela. Se così fosse la pubblicità è diretta non alla vendita dell’oggetto ma al rafforzamento del marchio. Per questo credo sarebbe più incisivo chiedere ai “selezionati clienti” – alcuni dei quali uomini e donne attenti – di rispedirlo al mittente. Senza alcuna critica verso chi ha promosso un’azione, eh -)))

  2. @barbara, Non è la pubblicità del calendario, è quella dei materassi pirelli, esageratamente costosi ed obsoleti, da quì la necessità di metterci il culo

  3. @elisabetta
    Grazie per aver postato l’articolo.
    Io, sinceramente, sono allibito. Neanche le persone più ignoranti che conoscono hanno il coraggio di appiccicare le colpe in modo così sciatto e volgare; neanche le persone che non sanno nulla e non notano affatto le differenze di genere hanno il coraggio di fregarsene del proprio contributo mancato. Ci provano, a capire. O al peggio continuano ad ignorare.
    Questa intervista rivela il pensiero di un cafone, di un idiota, di una mente volgare. Credo che Oliviero Toscani abbia sufficienti strumenti per comprendere, eppure … Che rabbia.

  4. Chi ha sentito lo spot radiofonico di interflora? sto cercando di ritrovarlo su internet, è andato in onda su Radio3 stamattina intorno alle 8.45 (mi pare). Forse l’ho sognato (lo spero). Fa rabbrividire. Io mi sento circondata, e l’idea di donna che ha descritto Loredana Lipperini in AdPdB è ormai il modello imperante e (presumo) accettato. Ed io non me ne ero accorta…

  5. loredana volevo sottolineare un fatto positivo (va beh sì, l’ho appreso dal grillo fasullo che va su striscia ma la cosa mi rincuora) e lo sto diffondendo un po’ sui blog forse perché dopo questa cosa sono diventata fan del fatto quotidiano. insomma si sottolinea come il fatto campa bene, paga gli stipendi senza avere nemmeno una pubblicità che sfrutta il corpo delle donne per vendere. vuol dire che è un modello che può funzionare, no?

  6. Salve Vanessa, o ufficio stampa di Striscia (scusami, ma il tuo commento è arrivato contemporaneamente alla mail dell’ufficio stampa di Striscia: naturalmente tu sei Vanessa, e mi perdonerai il giochino).
    Dicevo: ho visto il filmato, cortesemente inviatomi via mail con la dicitura “non abbiamo mai sostenuto che tutti sono uguali e che per questo nessuno è colpevole” (ciao ragazzi, mi fa piacere che siate lettori del blog). Ma il finto Grillo che sfoglia Il Fatto dimentica di sfogliare tutti gli altri quotidiani italiani, che ospitano le stesse pubblicità. Il che non assolve: nè i quotidiani, nè i pubblicitari, nè gli art director, nè le aziende. Ma, sorpresa, neanche i programmi televisivi di Ricci 🙂
    Poi, che un altro mondo sia possibile, e che un’altra pubblicità sia possibile (vedi il caso di Dove), siam tutti d’accordissimo.
    Meno d’accordo nel fare un uso banditesco del documentario di Lorella Zanardo: pensi che oggi, vedendoli confrontati uno dopo l’altro, non pochi studenti si chiedevano come sia possibile che nessuno abbia ancora denunciato gli autori de Il corpo delle donne 2. Misteri italiani.

  7. E’ perché se critichi sei moralista, se denunci sei giustizialista. E’ così semplice. E se mi dici che sono fascista, sei tu fascista. E se mi dici che voglio farmi pubblicità, sei tu che vuoi farti pubblicità, e così all’infinito: non m’hai fatto niente faccia di serpente (linguaccia, linguaccia, liinguaccia).

  8. Ricordo una meravigliosa intervista che Oliviero Toscani rilasciò a proposito della sua campagna con la modella anoressica: diceva che le donne non devono essere anoressiche perchè così magre mica piacciono agli uomini. Credo che nel famoso bar di qualche thread fa passi roba più sofisticata.

  9. Loredana brava per i linki del post! Cosa buona e giusta! Anche se le porette troppe ne hanno fatte di iniziative vero, mica che se so svegliate solo mo’…. ma la risposta alla Vanessa….uh la risposta alla Vanessa che carina 🙂

  10. Striscia la notizia è riuscita a montare le dichiarazioni delle donne in piazza il 13 febbraio incorniciandole con “Donne contro la Repubblica”. Ovvero, ha presentato lo sdegno delle manifestanti come se fosse rivolto a Repubblica. E ha minacciato, in chiusura, dicendo che chiunque si opponga a loro verrà sputtanato. Chiamasi squadrismo.

  11. Di più. Hanno riesumato un’intervista a Natalia Aspesi alle Invasioni Barbariche dove Natalia diceva “sognavo di essere un puttanone” e le hanno fatto rispondere dalle Veline (vestite). “Signora, noi abbiamo altri sogni”. Inoltre. Le dichiarazioni distorte (donne che dichiaravano contro l’immaginario sessista divenute “donne contro Repubblica”) sono di Anna FInocchiaro, Serena Dandini, Rosy Bindi, Lunetta Savino e tante altre. Credo che urga, oltre che mail bombing, denuncia penale.

  12. Credo anch’io, Loredana. E’ pervertimento, è un’operazione molto grave. Hanno fatto dire anche a Lorella frasi che non ha mai detto, inducendo tanti a credere che davvero le abbia dette lei. Ma quello che dici evidenzia come un’azione dovrebbe essre collettiva.

  13. Sì. Da quello che ho intuito da un loro…seguace informato, diciamo così, su Facebook, hanno mostrato alle donne intervistate una pubblicità che era apparsa su Repubblica chiedendo commenti. Quindi, si sono messi al riparo dal penale riuscendo a fare disinformazione e comunque a distorcere ugualmente le informazioni. L’azione collettiva va fatta. Anche una class action di tutte le donne che erano in piazza il 13. Ci pensiamo?

  14. Desidero aggiungere all’elenco “Ecco noi per esempio” il workshop “Dignitising – Comunicare fa rima, anche, con rispettare”, che io e Guia Cristiana Bellomo terremo presso IED Milano Comunicazione dal 21 Marzo al 20 Maggio.
    Docente con noi della prima lezione sarà l’artista sociale Ico Gasparri, che dal 1990 al 2010 ha sviluppato una ricerca artistica militante dedicata alle radici culturali della violenza sulla donna nelle affissioni stradali, intitolata “Chi è il maestro del lupo cattivo?” Il lavoro di Ico ha avuto anche il riconoscimento della Vicepresidente del Senato Emma Bonino, Presidente Onorario del Comitato Pari o Dispare.

  15. Ciao Lorendana vedo solo adesso la tua risposta 🙂 No, comunque non ho niente a che fare con l’ufficio stampa di striscia però ti confesso due cose: che lavoro nell’ambito della comunicazione (e marketing) per cui seguo con interessa il dibattito e che onenstamente il finto grillo mi piace, lo trovo provocatorio. detto questo non mi sono messa d’accordo con nessuno ma condivido e ripeto la mia idea a proposito del fatto quotidiano, non sono contro nessun giornale per me la repubblica, vanity fair e altri giornali del gruppo mondadori usano la stessa immagine della donna, se c’è un quotidiano (o altra rivista) che non lo fa sono contenta. Poi che i toni da più parti sembrano quelli di una guerra invece che di confronto mi trovi d’accordo.

  16. Cara Vanessa, benvenuta. Sarebbe molto interessante, allora, che chi lavora nella comunicazione e marketing riuscisse a trovare una via diversa rispetto alla “provocazione”. Temo che non se ne possa più.

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