CAMPAGNE

Chi ha letto i commenti, ieri notte, conosce gli ultimi sviluppi della vicenda che vede una delle trasmissioni televisive che è fra le principali responsabili dell’uso del corpo femminile come silente e svestito oggetto di arredamento, cercare di ribaltare la protesta delle donne a proprio uso e consumo. Chi ha letto quei commenti, dicevo, immagina giustamente che la campagna andrà avanti ancora, nel tentativo di far passare a milioni di spettatori il concetto che le manifestazioni del 13 febbraio sono state organizzate contro Repubblica, assolvendo tutti gli altri. Chi li ha letti, sa anche che sotto tiro c’è chi ha scritto articoli  contro “Il corpo delle donne 2”: nel caso, Natalia Aspesi. Sono stati consultati gli archivi alla ricerca di dichiarazioni che potessero essere usate contro di lei. Per chi volesse controllare di persona, ecco il link.
Su altri versanti, e sorvolando con reale pietà umana sulle dichiarazioni di Oliviero Toscani, mi sembra interessante riportarvi una chiacchierata con alcuni studenti di quarta e quinta liceo artistico, dopo aver visto, in sequenza, il documentario di Lorella Zanardo e il successivo plagio che ne è stato fatto.  Volti stupiti, meccanismo comunicativo smascherato senza bisogno di alcun commento.
E anche consapevolezza. Una delle ragazze ha citato l’esempio della Dove, che con un diverso progetto comunicativo ha incontrato l’assenso delle donne a cui si rivolge.
Gli esempi possono essere infiniti. Laura Albano ne propone uno che viene dal nostro passato, neanche così lontano: qui.
A me sembra che un ideale tavolo con chi si occupa di pubblicità si stia aprendo, per esempio.
Aggiornamento. Segnalerò qui le reazioni dalla rete. Grazie a chi ha tolto dalla pagina Wikipedia di Natalia Aspesi la sua dichiarazione sul “puttanone”, intanto.
Il post di Zauberei.

Il post di Skeight
Il post di Sabina Ambrogi

56 pensieri su “CAMPAGNE

  1. In televisione il giochino di dire tutto e il contrario di tutto, fraintendere, confondere per tirare acqua al proprio mulino e piegare qualsiasi argomentazione al raggiungimento di un dato obiettivo è abbastanza facile per tali professionisti che amano ricordarsi incensati da nomi importanti (in mancanza di argomentazioni valide, si cerca di dare valore alle parole presentando una qualche patente di nobiltà che dovrebbe trasformarle in verità), ma questa non è la tv e trollare diventa patetico e fastidioso visto l’argomento serio di cui si dovrebbe parlare, altrimenti sarebbe quasi divertente.
    Il dubbio rimane su chi considera ancora la tv il proprio media informativo di riferimento, ma per fortuna le piazze del 13 febbraio ci hanno dimostrato che le persone non sono così narcotizzate come qualcuno vorrebbe raccontarci.

  2. Fa bene la Sara a occuparsi solo di La Gioia. La Gioia ha fatto una critica condivisibile ma anche no – ma in questo blog e in questi giorni si è parlato di altro. La maggior parte del fango arriva da altro, e io sto ancora aspettando una argomentazione civile, ragionevole e attenta – sulle critiche ricevute anzichè l’alternanza di pianti scomposti intimidazioni da bambino cattivo all’asilo, allora anche a te piacciono le sise perchè te la prendi con me. Almeno la Sara parla seriamente qui – c’è speranza. Si cimentasse per il bene dei suoi, se non di se.

  3. A noi De Biase ha detto esattamente il contrario, che non esistono né appunti, né registrazioni. Se la cosa, come lei ha riportato con tanta sicumera, era così importante, perché De Biase non l’ha scritta nell’intervista dell’89?
    Comunque, ciò che lei non riuscirà mai a dimostrare, se non a chi non l’ha mai vista o non ricorda, è che “Drive in” non sia stata una trasmissione libera e libertaria, che ha fatto satira e comicità sugli anni del riflusso e dell’edonismo reaganiano. Che poi ci siano degli adepti di una setta che, per motivi religiosi, vogliono credere a qualcosa d’altro, facciano pure.
    Per quanto riguarda i troll, tenga presente che la nostra trasmissione ha milioni di telespettatori che la seguono ogni sera da oltre venti anni. Spettatori soprattutto di Sinistra, a meno che non voglia sostenere che tutti i “compagni” siano costretti a guardare la trasmissione dei pacchi su Raiuno.

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