“Fra cento anni, d’altronde, pensavo giunta sulla soglia di casa, le donne non saranno più il sesso protetto. Logicamente condivideranno tutte le attività e tutti gli sforzi che una volta erano stati loro negati. La balia scaricherà il carbone. La fruttivendola guiderà la macchina. Ogni presupposto basato sui fatti osservati quando le donne erano il sesso protetto sarà scomparso; ad esempio (in strada stava passando un plotone di soldati) l’idea che le donne, i preti e i giardinieri vivano più a lungo. Togliete questa protezione, esponete le donne agli stessi sforzi e alle stesse attività, lasciatele diventare soldati, marinari, camionisti e scaricatori di porto, e vi accorgerete che le donne muoiono assai più giovani e assai più presto degli uomini; cosicché si dirà: “Oggi ho visto una donna”, come si diceva “Oggi ho visto un aereo”. Può accadere qualunque cosa quando la femminilità cesserà di essere un’occupazione protetta, pensavo, aprendo la porta”.
Fin qui Virginia Woolf, Una stanza tutta per sé. Adesso, aprite la porta.
Embè, so’ capolavori.
(applauso)
urge versione audio-book ClioMakeUp
“Una stanza tutta per sé” è una delle ripubblicazioni economiche che più ho apprezzato nella versione zeronovantanove di newton compton, insieme con quel minigioiello di perfidia che è “Lady Susan”. In barba alle copertine orride e alla polpa di cartaccia all’interno. Anzi, i libri così fatti incutono ancora più desiderio di studiare, sottolineare, trasportare, scomporre e ricomporre. Quanto alla scomparsa della femminilità protetta: long live Virginia.
Questa edizione Newton Compton dev’essere uno di quei libri che si sono tradotti da soli.
Virginia esprime al meglio ciò che altri intuiscono vagamente. Pensieri fastidiosi. E’ sempre con noi.
Faccina (di nuovo?) sei un genio 🙂
Faccina?
Il commentatore con i due asterischi. Prima aveva due chiocciole 🙂
🙂
Sì, anche a me piacciono parecchio le riedizioni economiche in carta da cesso tradotte alla meno peggio da poveretti sottopagati che rendono possibili certi prezzi di copertina. E la copertina da Sophie Kinsella farà sentire le sciampiste molto à la page, non ne dubito. Evviva!
caro giovanni, stavo ragionando su una questione di puro piacere personale, senza considerare questioni sociologiche o estetiche. e non avrei nulla in contrario se qualche sciampista, attratta dalla copertina da sciampista, aprisse il libro e ne traesse gusto.
Cara Anna, sarebbe bello se le considerazioni personali ogni tanto -solo ogni tanto, eh, per carità divina- tenessero in considerazione l’aspetto d’insieme. Ma non importa. In quanto alla sciampista, era chiaramente una battuta. Però continuo a non credere che una copertina alla Sophie Kinsella faccia bene a quel libro e quell’autrice in particolare. Boh, ma chi se ne frega, giusto? Buon scomponimento e ricomponimento e tante, tante cose.
nostalgia emo. poi bisogna ampliare l’offerta sentimentale del corriere.it