ESIBIZIONISMI

Sono tornata.
Niente parapendio (si era in una nuvola degna di Fog), in compenso la
parte finale del Gay Pride in compagnia di Francesco Forlani.
Letture che giacciono in attesa sul tavolino romano: non calcolabili.
Prendo tempo leggendo l’ultimo numero di Pulp, e soprattutto il
prediletto Angolo della Sfinge di Daniele Brolli. Con apertura in
parte dedicata a blog e riviste letterarie on line. Spunto, Best Off 2006. Incipit
del pezzo:

“Fare una rivista letteraria è un po’ come masturbarsi in
pubblico. Condividete con un esibizionista lo stesso tipo di sfiga, e siete
commiserati in varia misura, solo che nel secondo caso magari rischiate che vi
mettano dentro (o anche di prendere qualche bastonata). Ma fare una rivista
letteraria è solo un gesto di autoerotismo? Pensare che le cose che scrivete
principalmente per soddisfare il proprio io passano essere importanti anche per
gli altri, non figura più come un gesto egocentrico ma soddisfa il bisogno di
sentirsi in sintonia con l’universo. Oserei ipotizzare che l’operazione sia
parte di un processo di finzionalizzazione della realtà, che attraverso una
rivista si cerchi di riprodurre un mondo ideale in cui vivere una forma ideale
di se stessi, un mondo interamente sotto controllo in cui sembra essersi spostato
tutto ciò che riteniamo importante e solo quale. Insomma fare una rivista,
scrivere su una rivista, diventa come organizzarsi un universo fittizio, fatto
a propria misura, in cui i conti tornano magicamente sempre”.

D’accordo, sarà anche una provocazione: ma non del tutto.
E dal momento che il ragionare attorno all’uso del letterario, anche e
soprattutto in rete, e in particolar modo in Italia (altrove le cose funzionano
diversamente), mi sembra cosa sana, accolgo e rilancio.
A proposito di uso del letterario in rete: non perdete
l’installazione in progress dell’Orfeo secondo Genna. Qui.

7 pensieri su “ESIBIZIONISMI

  1. Mica è sempre vero. Pensiamo a maltese, o a fabula: da lì sono nati tanti nuovi narratori. Io ho partecipato a pseudolo per molti anni: non era esibizionismo o narcisismo, ma l’occasione per crescere con altri autori.

  2. L’articolo di Brolli, oltre al brano citato, rivolge al Mozzi curatore del Best Off 2006 delle accuse molto pesanti, riconoscendo solo che Lipperatura, Vibrisse e Nazione Indiana sarebbero “il gotha delle riviste letterarie online” (!)

  3. forse mai come oggi, in un epoca di sveltine analitiche, o di facile giornalismo culturale, i luoghi di discussione circa letteratura, critica, poesia devono essere e rimanere blog, webzine, e riviste cartacee, che al di là, delle darwiniane lotte di gestione e contenimento costi per la sopravvivenza, consentono discussione e scambi prospettici tra persone che lungi dall’essere onanisti, credono in un progetto, lo amano, lo costruiscono numero dopo numero. Vorrei sapere se per Brolli,il termine militanza, esclusi gli usi che ne potrebbero fare possibili militonti, sia un termine da archeologia industriale,privo di alcun tipo di valore. Allora… mandiamo in pensione caporedattori, redattori, che chiudano riviste come Pulp (che Brolli non scriva più tanto che utilità potrebbe avere per lo stato delle lettere) Nazione Indiana,Carmilla, lipperatura, http://www.musicaos.it, Poesia della Crocetti,Atelier, Vertigine,Tabula Rasa e chi più ne ha più ne metta. Brolli,ripensi per un attimo agli esordi,a come un critico o uno scrittore o un poeta ( termine che oggi fa nascere sulla bocca di personaggi austeri,sorrisini poco raccomandabili) possano far conoscere il proprio percorso e crescere,in termini di acquisizione e interconnessioni di saperi, sia scritturalmente che culturalmente. Se ancora qualcuno come Brolli scrive pezzi come questi, in Italia c’è ancora molto da lavorare

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