FAR PIANGERE I SASSI RIPETENDO LE SOLITE COSE SUL FANTASTICO

Cosa c’è di ineluttabilmente puntuale nella vostra vita?
Il guasto tecnico quotidiano della metropolitana di Roma, direte voi, e avete ragione, ma non mi riferisco a quello (anche oggi, grazie alla dea, ne abbiamo avuto uno: quando tutto funziona mi preoccupo moltissimo).
Mi riferisco, invece, a quello che capita a me, e che sicuramente riguarderà un numero insignificante di persone (o forse no): mi riferisco, insomma, a quegli incontri dopo gli incontri, quando tu hai passato un’ora a raccontare cosa significa letteratura fantastica, e perché il fantastico non coincide con la narrativa fantasy, ma semmai la include, e che è una parola ombrello che ne sottintende molte altre, e che il fantastico non si rivolge ai bambini e agli adolescenti, ma ai lettori tutti, e che la nostra storia, il nostro immaginario sono immersi nel fantastico da quando Dioniso entrò sotto altre sembianze a Tebe per distruggerla, e Venere donò a Giunone una cintura fatale, e Dante ascese nel cielo della Luna, e Astolfo volò fra le stelle cavalcando l’ippogrifo. E via così.
Ma puntuale come uno sciopero dell’AMA  a Roma ci sarà sempre qualcuno, come è accaduto a me, che alla fine della presentazione ti fermerà con le labbra piegate all’ingiù e uno sguardo di triste disapprovazione e ti dirà “ma mi ti metti a scrivere fantasy?”, con lo stesso tono della tua insegnante d’italiano quando diceva “troppi svolazzi, sei andata fuori tema”.
Eppure la letteratura fantastica si porta persino bene nei salotti, volendo: pensate che bello addentare una tartina raccontando della ciotola rotta su cui Shirley Jackson costruisce le sue storie, e magari rompendo pure voi la ciotola dei salatini per dimostrare la verità di quanto state affermando. Pensate la meraviglia del sorso di prosecco alternato alle lodi a Mariana Enrìquez, o un “sotto il suo occhio” buttato lì con una risatina mondana, certi che il vostro interlocutore avrà riconosciuto la citazione da Margaret Atwood.
Mi sto ripetendo. Mi sto noiosamente ripetendo. Ma dal momento che incontro persone che si ripetono, continuo a tentare di spiegare, certa che ormai anche i sassi, che conoscono questo discorso a memoria, si animino per implorare pietà, e dalla pietra sgorghino lacrime.
Ps. Non è un fantasy.

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