FIRENZE, DUE VOLTE

Quello che è avvenuto ieri a Firenze è orribile. Ancora più orribile il legame dell’assassino con alcuni ambienti letterari. Ne parlano i Wu Ming su Giap. Leggete e diffondete.
Ancora Firenze. Venerdì scorso ho pubblicato il comunicato sulla libreria Edison. Oggi ricevo e pubblico la risposta di Effe. com, che trovate qui sotto.
Nota: i commenti restano ancora in moderazione finché non sarà possibile ripristinare una discussione normale, senza reiterati invii di dozzine di commenti spesso violenti e minatori.

Merita grande rispetto ed attenzione il comunicato delle lavoratrici e dei lavoratori della Libreria Edison ripreso da loredanalipperini.blog.

Però, come Effe.com, società che gestisce le proprietà immobiliari commerciali del Gruppo Feltrinelli, tra cui lo stabile di Piazza della Repubblica a Firenze, riteniamo utile informare i lettori su alcuni fatti. Così ognuno può farsi una propria libera opinione.

Effe.com acquista e gestisce spazi commerciali in tutta Italia e ha come affittuari profumerie, banche, negozi di ottica e di abbigliamento, bar, ristoranti e molte altre attività tra cui alcune Librerie Feltrinelli quando occupano gli spazi di Effe.com e, comunque, non solo di librerie.

Effe.com acquistò nel 2004 una società immobiliare (Repubblica s.r.l.) che, tra altre cose, conteneva l’immobile dove è sita la Libreria Edison. La libreria aveva sottoscritto nel 1999 un contratto di locazione con la precedente proprietà che, come la gran parte dei contratti commerciali, dopo dodici anni di durata scade definitivamente: in questo caso il 31 marzo 2012.

Edison contesta quell’acquisto, effettuato a suo dire in aggiramento del diritto di prelazione per l’affittuario. Però, il Tribunale di Firenze ha dato per due volte ragione a Effe.com; ora si attende, con rispetto e fiducia, il pronunciamento definitivo della Corte di Cassazione.

Proprio per evitare che la fine del contratto d’affitto con Edison apparisse come un atto unilaterale, Effe.com ha chiesto al Tribunale di Firenze di verificare la situazione e, con sentenza del 22 settembre 2011, è stato confermato il buon diritto della proprietà a riavere la disponibilità dei locali.

Va detto che, come previsto dalla legge, Edison riceverà l’indennizzo per finita locazione (non meno di 18 mesi di affitto) e ha avuto dal Tribunale la possibilità di rimanere in Piazza della Repubblica per altri sei mesi, sino a fine settembre 2012, cosa comune nella prassi, utili anche per ricercare locazioni alternative. Una libreria infatti è una attività economica, e può essere svolta in posti diversi.

Tra le ragioni che hanno indotto Effe.com al non rinnovo del contratto di affitto, va anche ricordato che, allo stato attuale, Edison ha seri problemi di affidabilità finanziaria tanto da avere debiti ormai da tempo scaduti e non onorati nei confronti di altre società del Gruppo Feltrinelli, nonché di aver visto interrompere le forniture, a varie riprese e a singhiozzo, da tutti i principali gruppi editoriali italiani.

L’inaffidabilità del Gruppo Bellentani, cui fa capo la libreria Edison, sembrano confermate indirettamente anche dalla assoluta assenza di opposizione allo sfratto della loro libreria Martelli che, infatti, ha recentemente chiuso. Un’altra vicenda in cui Effe.com non ha avuto alcun ruolo e che, al di là dei proclami, forse potrebbe rivelare le reali condizioni del Gruppo Bellentani-Edison sulla piazza di Firenze.

Infine, e proprio per il rispetto che abbiamo verso le lavoratrici e i lavoratori della Libreria Edison per la situazione che stanno attraversando, ci spiace, e molto, che tutto questo possa essere considerato una “guerra tra aziende”.

Invece ci chiediamo se quanto sta avvenendo loro sia una responsabilità di chi ha gestito gli affari della libreria evitando di cercare un luogo alternativo in cui trasferire le attività e i dipendenti, nonostante la evidente disponibilità di spazi commerciali liberi ovunque a Firenze e l’interessamento pubblico e istituzionale alla vicenda di Edison. O, al contrario, se la responsabilità di tutto questo sia di chi chiede solo di rientrare, per buon diritto, nell’utilizzo dei propri locali tra quasi un anno.

Effe.com

6 pensieri su “FIRENZE, DUE VOLTE

  1. Io se non vedo i numeri, sinceramente dell’inaffidabilità del gruppo Bellentani non è che ci faccio molto. Citare lo stato degli affari di Edison verso fornitori e varie non è molto probante – è probante solo il caso in cui Edison non sia stata in grado di provvedere al proprio affitto. Poi come se lo paga si vede.
    Ma a parte questo. Io capisco serenamente che a Effe.com non gliene possa fregà de meno nè di Francia nè di Spagna, purchè se magna. Lo capisco è l’economia non la festa della parrocchia. Posso anche trascurare di acclarare la posizione di Edison rispetto a Feltrinelli, anche qui mi servirebbero numeri, non dichiarazioni generiche – ce le abbiamo ma anche no, so carucci ma ci piacciono anche i profumi. Rimane il fatto che ci sono delle persone che rischiano di perdere il lavoro, molte mi pare, persone che hanno una competenza professionale solidificata- la stessa che potrebbe essere utile in una libreria feltrinelli: quando nei vertici delle aziende ci sono delle persone per bene, o almeno delle persone in grado di farsi certi calcoli, ci si mette d’accordo tra imprenditore che cede e imprenditore che acquista, e non si sta a dire il brutto sei te, io non so brutto, faccia da cipolla, faccia da zucchina. Che è, sostanzialmente la sgradevole parte conclusiva di questa lettera.

  2. su Firenze: vorrei dire che la cosa più grave sono certi (molti) commenti che si stanno susseguendo in rete, per avere un’idea basta andare sulla bacheca FB del Sindaco. Oppure ascoltarne alcuni nei bar.
    Fino a ieri credevo di stare in un’altra città.

  3. Segnalo un link a dis.amb.iguando, il blog di Giovanna Cosenza, dove troverete un’intervista realizzata da crossingtv sulla conoscenza, o meglio non conoscenza, che i bolognosi hanno dei rom. E, a mio avviso, si potrebbe anche parlare della non conoscenza del popolo italiano di senegalesi, indiani, albanesi, sì, insomma, di tutti coloro che vengono accomunati indistintamente con il nome di extracomunitari. E’ da tempo che mi sono resa conto di questa nostra ignoranza di ciò che semplicemente percepiamo come altro da noi. Forse dovremmo farcene tutt* un po’ carico.
    http://giovannacosenza.wordpress.com/
    Questa mi sembra poi la sede adatta per consigliare anche un agile e bel romanzo di Amara Lakhous, Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio. Agile, veloce, allegro…ma dà molto di che meditare.

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