ALBUM DI FAMIGLIA

Ciclicamente, capita di leggere cronache dove il vero centro del discorso è straordinariamente fuori fuoco.  Mi perdoni la collega de La Stampa, ma l’incipit di questo articolo fa rabbrividire. Non è leggendo Lovecraft che si diventa razzisti. Lovecraft è stato letto e omaggiato da plotoni di scrittori che dell’antirazzismo hanno fatto la loro bandiera (una ricerchina almeno su Wikipedia, qualora non si conoscesse l’argomento? Note incluse?). Il problema non è Lovecraft, non è Tolkien (semmai, potrebbe esserlo la distorsione critica delle loro opere, come si accennava ieri su Giap!). Il problema non è neanche la follia individuale, quanto l’humus dove la medesima attecchisce (rete inclusa: mi piacerebbe tornare a scambiare due chiacchiere con quanti sono intervenuti nell’affaire Nonciclopedia, difendendone il diritto a pubblicare pagine antisemite su Anna Frank e Primo Levi, per esempio).
C’è un’inchiesta di Carlo Bonini su Repubblica, oggi, che vi invito a leggere. Riguarda Casa Pound, Forza Nuova, Militia. Ve ne riporto la parte iniziale, ma sulla vicenda dell’album di famiglia, specie telematico, vorrei tornare con una serie di post, la settimana prossima:
“Le mazze dei giustizieri nel campo Rom di Torino, il sangue senegalese innocente di Firenze, il culto osceno di “Militia” e il suo nazional-socialismo antisemita che dovrebbe farsi “avanguardia rivoluzionaria”. In quattro giorni, il vulcano di risentimento e odio sociale su cui è seduto il Paese torna a dare segni di sé. E interpella innanzitutto una “diaspora” neofascista e neo-nazista che, negli ultimi dieci anni, è stata “cultura egemone”, perché diventata “senso comune” nelle cinture urbane delle grandi aree metropolitane. «Purtroppo, temo che si sia arrivati oltre la soglia – dice Ugo Maria Tassinari, uno dei più acuti osservatori da sinistra della storia della destra in Italia dal dopo-guerra ad oggi – Perché nella radicalità della nostra crisi sociale ed economica, i codici di impazzimento dei singoli, come delle piccole comunità, si moltiplicano. Si rischia di non riuscire più a ricacciare il genio dalla lampada da cui è uscito». Un´urgenza di cui ora diventa in qualche modo indizio anche una voce a lungo silente come quella del neofascista Franco “Giorgio” Freda, imputato assolto in via definitiva per la strage di piazza Fontana. Ieri, con una lunga e-mail indirizzata anche a “Repubblica”, ha difeso “CasaPound”, da quello che definisce «un affronto grave», figlio della «menzogna antifascista». «In questa Napoli assoluta (intendo per l´immondizia a cielo aperto) che è il nostro Sistema – scrive – non è follia tentare ancora di nascondere il marcio che inquina l´aria, abbarbicarsi ancora sul fronte della Resistenza che fu?». Torino, Firenze, Roma riaprono un «album di famiglia» che, oggi, è rilegato in nero. Le “tribù” neofasciste d´Italia, la «fascisteria del Terzo Millennio» raccontano un pezzo del nostro presente, ma sono figlie legittime del nostro passato, da cui non hanno mai reciso le radici”.
Ps. Per quanto riguarda le liste degli editori a pagamento, segnalo che anche Michela Murgia e Uomoinpolvere le hanno pubblicate. E che Luisa Capelli ha scritto un importantissimo post su quanto avviene in ambito saggistico.

24 pensieri su “ALBUM DI FAMIGLIA

  1. L’humus, si’. Perche’ non so come e non so quiando, ma tra le nuove generazioni si e’ fatta spazio l’idea che l’altro, il diverso, il colorato, sia il nemico. Lo prova anche l’assurda vicenda di Torino, con la ragazzina che si inventa lo stupro da parte di due zingari. Colpevoli perfetti, a prescindere dalla verita’. Fermare quel raid sarebbe stato impossibile, perche’ era esattamente quello che la gente del posto voleva. Quello di cui aveva bisogno. Ecco, ci hanno spinto ad aver bisogno di un nemico contro il quale lanciare le frustrazioni cui siamo sottoposti da un sistema sociale ingiusto. E dove l’ingiustizia nasce dalle iniziative di gente che e’ assolutamente bianca, cristiana, cattolica e detentrice dello jus sanguinis cui tanto tengono i detrattori di Napolitano. L’orrore vero e’ che se anche si prova (e io ci provo) a parlare con chi lancia anatemi contro neri, zingari, cinesi e quant’altro, il muro appare ed e’ invalicabile. La chiusura alla comprensione e alla tolleranza, netta e totale.

  2. Il mio commento e’ più che altro una notazione: tra i molti incontri fissati in calendario nei 4 giorni della fiera della piccola e media editoria,Più Libri Più Liberi, ce n’era uno curato da CasaPound dedicato al fascismo nel Terzo Millennio – in tutta franchezza sono rimasta basita! Oltre al fatto che Roma nord e’ flagellata, specie nelle scuole superiori, dagli infiltrati di questa ‘associazione’ non poi così fantomatica che predispone veri e propri (ancorché subdoli) presidi. Non c’è da stare allegri.

  3. La genesi del pensiero razzista, xenofobo e antisemita è sempre complessa da analizzare. Certo, più dannosa – ma si trova in circolazione – “l’enciclopedia del razzista” di Freda o le “bagattelle per un massacro” del buon Celine (pure ho amato moltissimo il suo “viaggio al termine della notte”) rispetto agli autori citati. Non credo sia possibile analizzare i motivi per cui X o Y sono razzisti e agiscono violenza analizzandone a posteriori il contenuto delle biblioteche.
    Sono molto infastidita, da studiosa, da alcune semplificazioni sia da parte dei giornali sia da parte di blogger. Ieri da Giovanna Cosenza si sosteneva che no, non siamo razzisti, siamo ignoranti. L’ignoranza pesa? Dipende… Le grandi teorie sono state elaborate da fior di intellettuali: vogliamo parlare di Papini e Pende? L’equazione rom – nomadi (smentita da tutti coloro che si occupano della materia) ha ampia circolazione nelle università e tra la classe dirigente, intesa in senso più lato.
    In questo sconfortante panorama attaccare la letteratura fantastica (se mi passi l’espressione) è una sciocchezza colossale: se non altro perché la letteratura ha lo splendido pregio di essere multi interpretabile.
    Sorry se l’intervento appare troppo polemico.

  4. L’Italia è un paese razzista (di ANNA CURCIO)
    L’Italia è un paese razzista. È inutile girarci intorno. Non bastano le dichiarazioni di Napolitano sulla necessità di concedere la cittadinanza ai figli e alle figlie dei migranti nati in Italia per metterlo in discussione; né può farlo il ministero per l’integrazione che Monti si è affrettato ad istituire per addolcire, almeno a sinistra e nell’area cattolica, la pillola amara dei sacrifici e dell’austerity. Benvenuti nel deserto del reale, ieri a Firenze è andata in scena l’Italia. E Casseri, tutt’altro che pazzo depresso, è prima di tutto un italiano, nel senso che riflette pienamente l’identità razzista di questo paese. È tutta la storia del paese, la sua identità e la costruzione della sua narrazione ad essere intrisa di violenza razzista. Ed è una storia lunga che affonda le radici nella costruzione unitaria di cui stiamo festeggiando il centociquantesimo anniversario. Una storia fatta di linciaggi ed esecuzioni sommarie: prima i “meridionali” poi l’”altro” coloniale, gli ebrei, oggi i rom e i migranti internazionali. Una storia che ci parla di sopraffazione e sfruttamento, di marginalizzazione e violenza. Una violenza cieca, brutale ma ahimè assolutamente reale, che ho già visto andare in scena ormai troppe volte. (continua qui)

  5. La strage fascista di Firenze mi ha dato l’occasione (diciamo così) di leggere il libretto di Casseri sui Protocolli dei Savi di Sion. E di ripassare alcune letture d’epoca (combinazione, per ragioni di lavoro la scorsa settimana avevo ripescato “La difesa della razza” di Nello Quilici del 1938, e stavo sfogliando gli scritti di Preziosi su “Vita italiana”): ad esempio, le due edizioni italiane dei Protocolli, quella del 1921 (anonima, ma di Giovanni Preziosi), e quella “ufficiale” del 1937, introdotta da Evola. E trovare una nuova conferma dell’assoluta continuità della tesi di fondo (i Protocolli sono un “falso verosimile”, scritto per mettere in guardia dal complotto giudo-mondialista), tra la premessa anonima di Preziosi, l’intro di Evola e l’opuscolo di Casseri. Continuità rafforzata dalla pubblicistica intermedia tra i figuri di tanti anni fa (per dirla con De Filippo) e quelli attuali: ad esempio, dagli opuscoli di Franco Freda.

  6. Che ci aspettavamo? Sono decenni che i partiti politici e i movimenti politici sono finiti, e con essi le forme organizzate di associazionismo e di partecipazione politica diffusa. Le uniche forme organizzate rimaste ad attrarre chi voleva essere “contro” sono stati i fascisti, spesso figli e nipoti dei fascisti. Ci siamo chieste/i perché i giovani che volevano essere “contro” ma, a senso, e anche non, rifiutavano il fascismo, si sono riconosciuti e si riconoscono in una rispolverata “Anarchia”? Perché non c’è altro. Il sonno della politica ha rigenerato l fascismo.

  7. Certo che lo diventi! E se leggi Tolkien dopo vai a fare i raduni fasci nei campi Hobbit, se tocchi Wilde sicuro diventi gay, con Virginia Woolf ti apri la strada per essere una femminista, acida e pure lesbica. E se dai in mano Dick a un adolescente lo trasformi in paranoico drogato. Non parliamo poi di Céline prima della sua redenzione letteraria… nazi, nazi, nazi, a un passo da ballare “Cinghiamattanza”.
    E a proposito di Lovecraft, “Neonomicom” di Alan Noore reo di aver scritto anche “Watchmen”

  8. se non avessimo preso in prestito,limitandoci purtroppo spesso soltanto a scimmiottarle, le idee dei movimenti civili nati negli usa sulla scorta del movimenti gandhiani a quest’ora saremmo ancora presi dal dibattito se il negro è da considerarsi essere pensante.Invece siamo tutti impegnati a valutare se un nucleo organizzato che propaga una pericolosa diffidenza attiva verso il diverso e una modernissima autarchia,possa rientrare nel novero dei liberi rappresentanti di pensiero confuso abbandonati alla propria chiusura mentale.L’importante è che nessuno mi tolga il gusto rimandato da troppo tempo di assaporare le storie di lovercraft senza pensare,come sto scoprendo in queste ore,che si tratti di un autore che magari passando troppo tempo al gabinetto nutrisse la stessa paranoia che sta alla base del problema dei soggetti menzionati nel precedente capoverso
    http://danielbautista.com/music/bautista/clasicos/sable.mp3

  9. L’Italia è un paese fascista, razzista, classista. Ma questa è solo una constatazione amara, che non spiega niente. Ormai da un paio di decenni, ma anche più, una poderosa campagna di comunicazione ha riabilitato e addirittura reso di senso comune idee che c’erano anche prima, ma venivano almeno tenute nascoste per timore dello stigma sociale. Ora che la società invece di stigmatizzare applaude, ogni ritegno è saltato. Qualcuno che non ricordo ha detto che in Italia, dopo l’unità politica, l’unico vero momento di unificazione emotiva e culturale è stato il fascismo. Sarebbe quindi questa la causa di tanto arcaismo, altro che Lovecraft! Tra i rimedi ci sarebbe ovviamente la scuola, oltre che politiche sociali intelligenti e capillari. Tutte cose di lungo periodo, purtroppo. Nell’immediato, però, un po’ di sana repressione secondo me non guasterebbe. Basta con questa tolleranza rassegnata di atti e linguaggi del tutto osceni: il cosiddetto parlamento padano va chiuso e vanno arrestati tutti i suoi esponenti, perché è palesemente illegale ed equiparabile a un atto terroristico; lo stesso vale per Casa Pound e tutte le organizzazioni che inneggiano più o meno apertamente al fascismo e al nazismo. Questa gente deve finalmente avere paura, deve tornare a nascondersi e ogni diritto di cittadinanza deve essere revocato al loro gretto modo di stare al mondo.

  10. @diamonds
    Lovecraft sarà stato paranoico, di destra e quello che vuoi ma le sue storie dell’orrore rimangono stupende. Vorrei ricordare che Mark Chapman, assassino di Lennon, leggeva Il giovane Holden e il mago di Oz..vogliamo dare la colpa a Salinger? Charles Manson si era fissato sulle canzoni dei Beatles (tra cui Helter Skelter)..e che dovrebbe significare? A me pare più che evidente che non c’entrano nulla i gusti letterari, musicali e cinematografici

  11. Sì, ma questo vale solo per le cose che ci piacciono o vale per tutte? D’accordo che leggere o guardare o ascoltare certe cose non fa di noi degli assassini, dei razzisti o degli asociali; ma allora questo potrebbe valere anche per opere che ci danno fastidio e che, spesso, rimproveriamo di avere una cattiva influenza sulle persone e la società. Insomma, le opere influenzano o no? E’ una questione di qualità? O facciamo come ci pare e piace?

  12. Gli autori non sono responsabili della modalità con cui viene recepita la loro opera, tuttavia è ovvio che molto si gioca anche sull’ordine del discorso dell’opera in oggetto. Bagatelle per un massacro è un testo pericoloso e antisemita fino al midollo così come lo sono molti scritti di pregiatissimi intellettuali italiani che, nel ventennio ed oltre, hanno speso fatica e inchiostro per spiegare i concetti di “razza”,”pericolosità giudaica”, “incompatibilità del popolo rom” col resto del mondo. Chi ha avuto la pazienza di sfogliarsi le tre annate della “Difesa della razza” resterebbe sorpreso nel trovare brillanti docenti universitari (la cui carriera si è svolta senza interruzione anche in epoca repubblicana) tra i collaboratori assidui. Così per Primato. Gli italiani sono stati bravissimi ad assolversi da ogni responsabilità scaricandola tutta sullo scomodo alleato e ad inventarsi come “popolo di brava gente”. Siamo uguali agli altri ma abbiamo avuto meno attenzione degli altri a fare i conti con la nostra storia e a prenderci le nostre responsabilità per la catastrofe europea. La deportazione dei rom italiani nei lager è quasi del tutto ignorata al di fuori dei circoli specialisti.
    Il tappo della vergogna che impediva quanto meno di dire alcune cose – pur pensandole – è saltato da un pezzo. Stiamo chiudendo una stalla da cui sono scappati, se non tutti, molti buoi.
    Non è bello – temo solo sia vero

  13. Se uno è tarato può anche leggere, solo, la bibbia…
    anzi quel testo resta il responsabile primo d’aver ispirato tutti gli sciroccati di questo pianeta. Come la mettiano? Condanniamo Giovanni di promulgare e fomentare il fanatismo religioso?

  14. Segnalo questo: http://loredanalipperini.blog.kataweb.it/lipperatura/2009/12/14/pozzi/#comments .
    Vale la pena dare un’occhiata anche ai commenti.
    Per quanto mi riguarda, io sono dell’opinione di Baudelaire: Tutto in questo mondo, trasuda il delitto: il giornale, i muri e il volto dell’uomo.
    La vittima e il carnefice, il nemico e il giustiziere, possono essere chiunque. Studenti, infedeli, donne, bambini, ma anche poliziotti, funzionari di equitalia, politici, banchieri e anche i carcerati o i clandestini che stanno al gabbio come neanche i maiali. Questo significa che bisogna guardare molto più in là, non accontentarsi di visioni rassicuranti perché razionali, senza cercare di sgusciare via da ciò che interroga anche noi.

  15. Lovecraft, reazionario tutta la vita (per quanto condividesse la teoria economica marxista), nei suoi ultimi anni cambiò posizione, si accostò alla socialdemocrazia, rinnegò il razzismo e l’antisemitismo. Lo ripeto da oltre un decennio, ed è cosa nota a tutti. Solo in Italia stenta a passare, a causa dell’appropriazione del personaggio che hanno fatto Gianfranco De Turris e i suoi allievi.
    Quanto alla collocazione “a sinistra” di Ugo Maria Tassinari, sostenuta da Carlo Bonini, l’avrei ritenuta vera fino a cinque anni fa. Oggi non saprei. Mi pare tanto il caso di uno di quegli studiosi che finiscono per “innamorarsi” dell’oggetto delle loro ricerche.

  16. Poi me la pianto – qui si continuano a confondere livelli. Testi, più o meno discutibili da molti punti vista con scritti pensati appositamente per diffondere e fomentare razzismo, xenofobia e antisemitismo.
    Se non si prende ” di petto” l’argomento non se ne esce.

  17. Bene.E comunque ora devo darmi una qualche spiegazione sul fatto che da quando quell’idiota di von Trier ha fatto outing amettendo di essere un po nazi e di provare simpatia per il furher faccio molta fatica a considerarlo quel genio che mi era sempre sembrato essere

  18. @diamonds
    non so, forse per stimare qualcuno sul piano artistico hai bisogno di stimarlo politicamente e umanamente, io penso che sia opportuno distinguere i piani.
    Orwell diceva che Salvador Dalì era un grandissimo artista e al tempo stesso un disgustoso essere umano una cosa non esclude l’altra nè la implica, a quanto ne so potrebbe valere pure per Von Trier (ed è stata giusta la decisione presa a Cannes di espellere la persona e tenere in concorso il suo film)

  19. Paolo.Mi riferivo al fatto per esempio che dogville mi aveva folgorato perchè gli avevo dato una lettura,lettura che non mi sento più di mantenere alla luce delle dichiarazioni di lars .Forse si è più indulgenti con gli artisti che non ci sono più,probabilmente c’è una bella differenza tra peculiarità “negative” di un compositore e l’adesione dello stesso a una dottrina che sfiora il male assoluto(la stessa differenza che passa tra il macabro e il lugubre,per osare una metafora scalena),e non si può non tenerne conto

  20. @diamonds
    Non sono così certo che Von Trier abbia seriamente aderito al nazismo, ma lasciamo stare, le sue dichiarazioni rimangono intollerabili e bene hanno fatto a espellerlo da Cannes e a tenere in concorso Melancholia (si sanziona l’uomo non il regista nè la sua opera). Sì probabilmente è più facile essere “indulgenti” se l’artista è defunto e già “passato alla storia”, Nascita di una nazione (1915) di David Wark Griffith è sia una odiosa apologia del Ku Klux Klan sia una pietra miliare della storia del cinema sul piano tecnico ed estetico e anche artistico, tutti questi aspetti sono importanti ma vanno distinti, discorso analogo per Leni Riefenstahl (poi è ovvio che il critico cinematografico privilegia alcuni aspetti e lo storico altri)…penso si debba fare anche per autori vivi e vegeti: per me Dogville rimane un oggetto filmico interessante che fonde diversi linguaggi (cinema, letteratura, teatro) al di là delle interpretazione ideologiche (personalmente non ci ho visto nè nazismo nè razzismo ma solo un cupo, apocalittico pessimismo sugli esseri umani) o delle fesserie sparate da Von Trier a Cannes.
    Vorrei ricordare che Bertand Cantat (cantantautore sedicente “di estrema sinistra”) ha ucciso la sua compagna, ha fatto una cosa molto più orribile che sparare stupidaggini in conferenza stampa ma Le vent nous portera resta una bellissima canzone. Certe volte le opere valgono più dei loro autori

  21. Finalmente anche nel “mainstream” qualcuno inizia a occuparsi di De Turris e del suo ruolo:
    http://www.gadlerner.it/2011/12/18/il-killer-casseri-lintellettuale-de-turris-e-i-pazzi-di-destra.html
    Forse è anche un po’ merito del nostro pluriennale lavoro di controinformazione, aggiungo.
    E da giorni ci siamo impegnati a nominare De Turris ogni volta che nominiamo Casseri, e viceversa. Un legame occultato dai media, nonostante il primo sia una sorta di mentore letterario (e saggistico) dell’altro.
    Oltre a ciò che scrive Lerner, De Turris è il soggetto a cui Bompiani affida la “cura” dei libri di/su Tolkien.

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