FRANCE SOIR ANCH'IO

Francesoir

Qui la notizia.
Qui l’articolo di Jean Daniel.
Qui sotto una delle vignette pubblicate dal quotidiano danese Jyllands-Posten.

Chargesdoprofetamaome4

Update: su Wikipedia aggiornamenti e collegamenti a siti che ospitano le vignette danesi.

115 pensieri su “FRANCE SOIR ANCH'IO

  1. Se la Religione è sacra, così sacra che la satira deve fermarsi davanti ad essa, ripeto una domanda: la mia Religione è, è sempre stata e sempre sarà, una sola, e cioè, LA PROPRIETA’ E’ UN FURTO. Ora, chiedo, perchè io vengo costretta dallo Stato (il mutuo costa meno di un affitto, parlo sempre di buchi, e anche neri, non di appartamenti!) con sistemi blandi certo, ma perchè devo rinunciare alla mia religione? Non ho diritto come gli altri a praticarla? Perchè la MIA religione non viene protetta da nessuno ( qualcuno che abbia visibilità dico;, e poi, che ne so, da pochi, tipo Liberazione e L’Unione Inquilini)? Tanto più che è una religione civile, che mette avanti i bisogni non solo miei, a favore della società tutta. Ho l’impressione che pur di farci abbandonare determinate religioni (LA PROPRIETA’ E’ UN FURTO, IL CORPO E’ MIO E LO GESTISCO IO) il Vaticano ci preferirebbe Islamici. Anzi non ho l’impressione. E’ così.

  2. il problema è la percezione. ed il rispetto per essa. libertà di stampa deve coniugarsi, sempre, con la coscienza del giornalista. il problema vero che “coscienza del giornalista” è qualcosa di troppo relativo.
    va bene tutto, andrebbe bene anche una vignetta cattiva sul Che? magari sì, ma dipende dal momento storico.
    lo so: ho detto un cavolo. ma non ho convinzioni in merito (pur essendo, almeno un po’, del mestiere). saluti

  3. Mi ero dimenticato di dire che il maestro buddhista zen Shengai fece altre caricature del Buddha Sakyamuni, una in forma di melanzana ed un’altra in forma di zucca.
    Tutte si possono vedere in un libro edito da Guanda, alcuni anni fa, fornito pure di belle poesie.
    Io sono in procinto di fare una caricatura del qui presente papa in forma di avvoltoio, ecco, o forse gufo rapace o di Varano di Komodo, non so, o tutte.
    MarioB.

  4. @ lisa
    la chiesa non ha spontaneamente imparato a sopportare, è stata costretta a farlo perchè la società occidentale si è scristianizzata e secolarizzata. e infatti adesso manda avanti i suoi intllettuali a dire che la secolarizzazione è male. Ma se non vivessimo in una società secolarizzata la chiesa avrebbe ancora quei tratti (e anche peggio) che rimprovera alla religiosità islamica (e non sempre fondatamente). Il problema è dunque: come far sì che anche l’islam si secolarizzi?
    A margine, faccio notare che l’altra sera Socci (=CL) ha iniziato la sua predica da Ferrara attaccando Eco (perché evidentemente Voltaire non sa chi è), la cui colpa sarebbe, dall’elogio di Franti a Il nome della rosa, di averci insegnato che si può ridere di tutto.

  5. Valerio Evangelisti su Carmilla:
    Piovono da più parti inviti a moltiplicare nei siti web le vignette danesi su Maometto, in nome della libertà di stampa.
    Questa testata è gestita da vari soggetti, e io parlo per me stesso.
    Personalmente non credo in nessuna delle divinità proprie delle religioni monoteistiche. Mi sembrano rozze caricature delle regole ancora sconosciute dell’universo. Guardo con interesse entomologico, ma anche con una leggera compassione, chi ha “fede”. Per me credono in un’ancestrale proiezione nel presente del fulmine o del sole. Le loro festività sono transitate senza traumi dal paganesimo alle varie religioni organizzate.
    Fosse per me, raderei al suolo chiese, sinagoghe e moschee (risparmiando gli edifici di interesse artistico, da trasformare in musei). Dato che molta gente – per fortuna oggi meno numerosa che in passato – pare credere in una versione semplificata del cosmo, e a divinità colleriche e brutali modellate sugli uomini, ho deciso di sopportare. Anche se la loro teologia infantile, tra tappetini da preghiera, candele accese davanti a effigi di santi (veri o presunti), candelabri a sette braccia, mi sembra un condensato di imbecillità.
    Per via della visione del mondo che coltivo, non è facile che io bestemmi: sarebbe ridicolo insultare chi non esiste. Alla stessa maniera, non vedo l’utilità di vignette contro Maometto: figura di storicità dubbia, appartenente più alla poesia araba che a un universo concreto. Esattamente come Gesù Cristo, residente a Nazareth senza che una Nazareth sia mai esistita. Per non parlare delle panzane del Talmud o dell’Antico Testamento.
    Carmilla non pubblicherà disegni satirici su Maometto. Specie se chi li sollecita è un Adriano Sofri – difensore dell’islamismo se si trattava dell’Iran di Khomeini o della Bosnia di Izetbegovic – diventato crociato anti-islamico sulla scia del suo del suo amicone Giuliano Ferrara. La personalità di Sofri appare scissa: i suoi pezzi sull’opportunità del velo alle donne arabe alcuni li hanno dimenticati, altri no!…
    Tutto ciò per dire: volete una nuova guerra mondiale? Accomodatevi! Attizzate lo scontro di religioni, fingendo che non abbia radici sociali. Scegliete pure l’inesistente (Dio, Yaveh, Allah: altrettanti termini che richiamano il sole, idolo dei primitivi ignari della complessità del cosmo) quale pretesto per fare riemergere l’istinto ferino presente nei geni dell’animale uomo.
    Ma non chiedete a me o a Carmilla di partecipare alla preparazione della guerra futura. Se un aldilà esistesse, in questo momento Woytila (reclamato santo dalle belanti masse cristiane) vi sarebbe in ginocchio sui ceci a chiedere perdono a Jeovah (o a una delle tante varianti del Dio Sole) per il suo fattivo contributo alle guerre civili nella ex Jugoslavia. “Ex” anche grazie a lui e all’Europa portatrice di civiltà (si legga il bel saggio di Zaira T. Lofranco, nel n. 51 della rivista “Giano”).
    Insomma, in questa sede, niente vignette su Maometto, e niente che getti benzina sul fuoco dello “scontro di civiltà”. Peraltro inevitabile, temo. La bandiera del Niente è, da sempre, quella che più trascina.
    Ribadisco che si tratta di opinioni personali. Così un’eventuale denuncia per oltraggio alla religione (si sa, in Italia siamo mostruosamente tolleranti) ricadrà su me solo.

  6. D’accordo con Evangelisti. Contribuire a creare incomprensioni e guerre su una cosa che non esiste. Ma perchè? Invece le case sfitte esistono. Che ci facciano parlare delle vignette per distrarci dalle case? D’accordo anche per Sofri. Meno male che esiste Valerio, va, se no una finisce per sentirsi sempre ‘na stronza!

  7. Il problema è dunque: come far sì che anche l’islam si secolarizzi?
    esattamente come con la chiesa cattolica. a vignette, grasse risate e “mavalà” a profusione.

  8. a Evangelisti magari andrebbe ricordato che se scoppierà la quarta guerra mondiale, sarà per il controllo e la gestione delle risorse energetiche strategiche (destinate a indirizzare sempre più i flussi finanziari globali), non per qualche vignetta satirica, tantomeno per lo scontro di wrestling Dio Vs Allah.

  9. Discussione molto articolata e interessante, mi permetto di segnalare questa intervista
    http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/02_Febbraio/05/oz.shtml
    «Sì alla risata. Contro i fanatici»
    Amos Oz risponde al collega Yehoshua: «Siamo di fronte a un attacco di intolleranza. È un dovere resistere, anche con l’ironia»
    DAL NOSTRO INVIATO
    GERUSALEMME — «Cercano di imporre la sharia in Europa! Assurdo, pensavamo che almeno tra noi occidentali la guerra di religione fosse stata sepolta ben prima del XX secolo, ma ci siamo ritrovati all’alba del XXI come se fossimo ripiombati nell’XI. Una caduta a ritroso nel buio del profondo Medioevo di 900 anni fa». È battagliero Amos Oz. Scrittore, difensore a oltranza della libertà di pensiero, fondatore di «Pace adesso » ai tempi dell’invasione israeliana del Libano nel 1982, non esita a mostrare lo stesso entusiasmo sia per il dialogo con il mondo arabo che nel difendere quella che chiama «la libertà di ironizzare sulle religioni, compresa quella musulmana».
    Lei pubblicherebbe le vignette danesi «incriminate»?
    «Non ci vedo alcun problema. A questo punto dobbiamo stare attenti alle conseguenze della censura. Anche perché tutta questa faccenda non riguarda affatto la santità della religione o la dignità del profeta Maometto. Piuttosto, è un attacco intollerante del fanatismo e della violenza. Siamo tutti vittime di un ultimatum lanciato dai fanatici».
    Un altro scrittore israeliano, Avraham Yehoshua, ha criticato in un’intervista al Corriere la pubblicazione delle vignette in nome della pacifica coesistenza. Cosa risponde?
    «Vorrei chiedere al mio amico Yehoshua se allora vogliamo censurare qui in Israele tutto ciò che urta i sentimenti degli ebrei ortodossi. Ma non è solo una questione di sensibilità religiose, perché ci sono valori sacri al di fuori della fede. Per esempio, per un laico liberale la libertà di parola è santa quanto per un musulmano la figura di Maometto. E ancora, per una femminista il corpo di una donna è sacro e dunque ogni pubblicazione di nudi femminili rappresenta una sorta di sacrilegio. Lo stesso vale per un vegetariano radicale, pronto a contestare la pubblicazione di una foto di una bistecca. Insomma, i fanatici non solo vogliono proteggere i loro santi, ma pretendono di imporre al resto delmondo i loro criteri di santità. È la logica delle dittature, il trionfo dei totalitarismi».
    Dunque niente censure?
    «Se si decidesse di fare un giornale che non offenda nessuno, ci si dovrebbe limitare alle previsioni del tempo. E qualcuno avrebbe sempre da ridire».
    La Santa Sede ha definito le vignette «provocazioni inaccettabili».
    «La storia della crocifissione del Cristo è vista da molti ebrei come semplice provocazione, che ha alimentato un antisemitismo bimillenario. Il fatto che molti ebrei guardino a Gesù come a un semplice uomo figlio di uomini è una provocazione per molti cristiani. E allora, dobbiamo riscrivere il Nuovo Testamento, rivedere i testi rabbinici? Ogni religione rappresenta una provocazione per le altre religioni. La vita è piena di provocazioni, la stessa esistenza dei due sessi è una provocazione. Il modo per affrontare le provocazioni è superarle, non censurarle. Ese qualcuno ride di te, dei tuoi valori, dei tuoi santi, fai lo stesso con lui. Si può rispondere all’ironia con l’ironia».
    La sua non è un’utopia liberale che non esiste? I leader religiosi palestinesi accusano l’Occidente di ipocrisia. Dicono: «Vi arrogate il diritto di ironizzare su Maometto, ma incriminate chi mette in dubbio l’Olocausto».
    «Non è vero. In Israele ci sono centinaia di barzellette sull’Olocausto, un humour nero che apparve sin dal 1945. Io per esempio considero il film di Benigni, “La vita è bella”, una sorta di ridicolizzazione dell’Olocausto. Ma certo non lo metto all’indice».
    Ma chi nega l’Olocausto è perseguibile per legge.
    «La negazione di un crimine è considerata un crimine dalla maggioranza dei codici penali. Invece le vignette danesi non negano un crimine. E non prendono in giro Maometto, ma piuttosto i fanatici che perseguono la violenza in suo nome».
    Lorenzo Cremonesi
    05 febbraio 2006

  10. Al volo e di fretta
    Kristian, credo che Evangelisti ti avvia già risposto
    quando parla di: Attizzate lo scontro di religioni, fingendo che non abbia radici sociali. Scegliete pure l’inesistente (Dio, Yaveh, Allah: altrettanti termini che richiamano il sole, idolo dei primitivi ignari della complessità del cosmo) quale pretesto per fare riemergere l’istinto ferino presente nei geni dell’animale uomo.
    Quindi considera lo scontro di religione ‘pretesto’ e il tema ‘religioso’ idem.
    Per quanto riguarda il bombardamento di minigonne direi che siamo sempre in presenza della nostra candida arroganza. Ho fatto in tempo a vivere la coda di una società patriarcale e contadina che poco aveva da invidiare ai precetti islamici (vi ricordo che il ‘delitto d’onore’ che tanto contestiamo a qualche paese arabo noi italiani l’abbiamo abolito nei primi anni ’80, 26 anni fa, più o meno, mica secoli) e a sapere che le cose sono cambiate non di colpo ma per volontà di persone che hanno lottato per ottenerle e prima ancora avevano elaborato il bisogno di averle.
    Evangelisti mette il dito nella piaga della strumentalizzazione in cui oggi si vuole coinvolgere tutti. Questa delle guerre di religione (o scontro di civiltà) è una delle più forti. Si crea artificiosamente il conflitto su basi spesso razzistiche, ‘religiose’ e vili (che nascondono i reali interessi economici, di potere, di petrolio ecc. chiamateli come vi pare), si ottiene una risposta quasi sempre uguale e contraria, si convince la gente che ‘visto che reagiscono così sono nel torto’ e poi si chiede a tutti di schierarsi a favore o contro. Se non si conserva un minimo di lucidità si finisce con il non preoccuparsi più delle cause e dei motivi e si parte lancia in resta schierandosi a malincuore con razzisti e disgraziati che sanno benissimo a che gioco stanno giocando. Noi laici nel loro gioco non abbiamo altro ruolo che quello di pedine da spostare facendo leva sulle cose in cui crediamo e su dilemmi insolubili in cui lo schierarsi (o no) equivale a legittimare i loro sporchi giochi.
    Sembra quasi che, nella nostra fragilità, siamo senza scampo se non un quello di un assordante silenzio, ma anche così non evitiamo di diventare ostaggio del loro dileggio e del loro sottolineare la nostra ‘contraddizione’. Per far fronte abbiamo una vera e sola possibilità che è quella di mettere in chiaro i meccanismi che sottendono le guerre di religione e gli scontri di civiltà (oltre che giochetti analoghi). Solo dicendo (propagandando, parlandone, urlando) che il re è nudo e ne vediamo gli attributi nelle loro dimensioni reali possiamo sperare di non diventare ostaggi e guadagnare un pò di spazio per una laicità non così miserevole come la presente (oltre che mostrare a chi è diventato il ‘nemico’ che da questa parte non sono rimasti solo sanguinari e imbecilli).
    besos

  11. Angela, sono d’accordo sulla teologia delle case sfitte da requisire e sule ingiustizie sociali da sanare. Scegliamo un esercito di santi e iscriviamoci ai conflitti tra religioni con almeno una ‘religione’ di riferimento. Che diamine, mica schierarsi sempre a favore o contro di santi altrui:-)
    Scherzo, ma non su case e ingiustizie.
    besos

  12. Lucio, non sono d’accordo sull’offesa che Evangelisti ha arrecato, come sostieni, all’islam. Qualsiasi religione (cattolica e altre strutturate comprese) si sente offesa a diversi livelli dall’affermazione della non esistenza di Dio. Fatti furbo, non ripiegare tutto alla logica del conflitto di civiltà. Considerando la storia della nostra religione di appartenenza sei benissimo in grado di vedere che attualmente rimpiange di non godere della medesima forza di quella islamica. Non c’è bisogno di ricordare che, se possibile, quella islamica in altri periodi storici è stata molto più tollerante di quella cattolica e ha permesso la vita, negli stati che la praticavano, di comunità come quella ebraica e cristiana non forzandole alla conversione. Non sono una storica, ma se non sbaglio anche ‘eretici’ europei qualche volta riparavano nell’islam per sfuggire ai roghi.
    Come vedi le logiche delle religioni e del loro potere spesso si somigliano (sono identiche)e non è questo che deve sorprenderci, ma piuttosto il fatto che menti abituate a ben altri tipi di ragionamento caschino sempre più spesso dentro le trappole che le supposte (anche in senso medico) guerre di religione spalancano davanti ai loro piedi.
    besos
    p.s. scusate la mia scrittura, vado sempre molto di fretta.

  13. Spettatrice, il tuo discorso era già presente nel passo di Brunori da me citato nel post di sabato (quello con le vignette).
    Il problema non è tanto il fondamentalismo ***islamico***, quanto il fondamentalismo tout court (con annesso grido “Dio è con noi”).

  14. spettatrice. certo l’islam è stato più tollerante. hanno inventato un sacco di cose. blablabla. e i neri hanno il ritmo del sangue. blablabla. grande civiltà all’epoca di mehemet II, sicuro.
    qualche secolo fa.
    pensa che sfiga, però: mi tocca vivere nel XXI secolo.

  15. Cara Lisa la mia risposta non era questa e visto che mi sono fatta fraintendere ti posto Vauro e forse leggerai qualcosa di chiaro e comprensibile:
    Il nemico
    La satira non è cosa da virili e coraggiosi soldati ma da allegri e scanzonati disertori
    L’Austriaco dipinto come laido e viscido nelle immagini della propaganda italiana nella guerra del 15-18, poi l’americano negroide e selvaggio in quella tedesca della seconda guerra mondiale, sino all’ebreo arcigno e dal naso adunco della iconografia nazista e fascista. Dove c’è guerra c’è propaganda di guerra. Serve a nobilitare una parte disumanizzando l’altra, a creare e far accettare nel senso comune la terribile categoria del “nemico” che è tale appunto perché disumano e per il quale non si può provare quindi nessun senso di pietà umana.
    La categoria di “nemico” necessita di una forte dose di banalizzazione perché sia introiettata da una grande quantità di persone.
    Sessanta anni di brutale occupazione della Palestina da parte Israeliana, bombardamenti, decine e decine di migliaia di morti in Afghanistan come in Iraq, guerre condotte con il pretesto di un non ben specificato monopolio dei valori di libertà e della democrazia dell’occidente rispetto ai popoli che le subiscono.
    Ma è difficile identificare il “nemico” di queste guerre e quando si provocano tante morti e distruzioni è insufficiente dargli il volto di Bin Laden o del Saddam di turno. Si deve banalizzare, si deve creare una categoria più ampia e più generica, ed ecco “la minaccia islamica”, tanto enfatizzata da quelli stessi media altrettanto solerti nel rimuovere e occultare le stragi, gli orrori della guerra reale.
    Il disegno di un Maometto brutto e barbuto con una bomba pronta ad esplodere al posto del turbante è niente di più e niente di meno della rappresentazione grafica di questa banalità di un luogo comune abilmente costruito ed indotto nell’immaginario collettivo di una opinione pubblica che si vuole convincere della “giustezza” della guerra perché non si opponga ad essa. E’ insomma propaganda bellica consapevolmente o “inconsapevolmente” prodotta e usata perché appunto siamo in guerra. Non centra niente con la libertà di espressione, ne tanto meno con la satira. Banalità, luoghi comuni e satira sono termini inconciliabili.
    La propaganda di guerra è cupa e mortifera, la satira è giuoco e anche scandalo ma perché sbeffeggia la sacralità del potere non certo perché ne sposa i deliri militari ed omicidi.
    Certo non si può vietare la propaganda bellica se non si vietano le guerre. Ma non si può nemmeno stupirsi ed indignarsi se messaggi violenti ottengono e provocano reazioni violente nel “nemico”, tanto più perché per quest’ultimo il “nemico” siamo noi ,“la minaccia Occidentale”, categoria altrettanto banale e generica di quella “islamica” in una assurda ma micidiale logica che non può che perpetrare odio e violenza.
    Allora ai cari opinion maker, politici, giornalisti e addirittura vignettisti che vorrebbero che tutti i giornali pubblicassero i disegni su Maometto per dimostrare quanto siamo liberi ma anche, è sottinteso per mostrare i muscoli della nostra “libertà”, io dico no.
    La satira non è fatta per esibizioni di forza, la satira è fatta per prendere per il sedere, per sgonfiare i muscoli non per mostrarli.
    Insomma non mi arruolo.
    La satira non è cosa da virili e coraggiosi soldati ma da allegri e scanzonati disertori e io voglio continuare ad esserlo.
    Vauro
    besos

  16. cara Lisa mi verrebbe da risponderti con i luoghi comuni che tu prima usavi solo che li modificherei un pò: non tutti i negri hanno il ritmo nel sangue, non tutti gli svizzeri sono capaci di fare orologi, non tutti gli ‘ebrei’ se la fanno con Jeova e quindi non tutti i danesi sono persone miti, gentili e indifferenti allo scontro di civiltà (la destra, e cattiva, esiste anche in Danimarca, prego informarsi). Non so se si tratta di cosa giusta, ma dalle informazioni che ho le vignette sono state pubblicate da un giornale di destra e, permettimi, una delle cose che generalmente (forse in assoluto) manca alla destra è la capacità di satira (intesa come lo sgonfiare i muscoli di Vauro), mentre non è indifferente alla caricatura di denigrazione e propaganda. Però forse qualcuno conosce meglio il giornale che le ha pubblicate e prodotte e ne può parlare.
    Cara Lisa spiegarci le cause, le concatenazioni i significati ci aiuta anche a evitare le reazioni di pancia (tipiche di tutti) e quindi lo sfruttamento delle nostre tensioni a scopi impropri. Poi spero ti sia chiaro che aborro qualsiasi tipo di Religione anche se non intendo fare campagne per lo sradicamnto del sentimento religioso negli umani.
    E spero ti sia pure chiaro che quando dico che perchè la religione si separi dalla politica (lo stato si separi dalla religione) bisogna non solo avere un pò di tempo, ma anche una massa convinta e capillare (una massa critica) che lotta e si espande per raggiungere qualche risultato. Oggi c’è una recessione mondiale in questo senso e la colpa ricade anche nei facili isterismi e nello scollegamento dei ‘laici’ rispetto alla società e ai suoi meccanismi. Se basta un conflitto di vignette per farci schierare, senza a volte appendice critica, con le destre più bieche ciò vuole anche dire che noi non elaboriamo e agiamo con i dovuti distinguo e distacchi.
    con affetto
    besos

  17. Cara Spettatrice,
    c’è anche un discorso di PROPORZIONI: una sparuta manciata di vignette (peraltro vecchie di due mesi) su un piccolo giornale danese da un lato, e l’enormità della REAZIONE che sta montando in tutti i paesi islamici, con incendi, distruzioni e assassinii di innocenti.
    Hai voglia tu a minimizzare… il fatto è preoccupante eccome!

  18. Lucio, prima della tua opinione, tu che conosci almeno un danese illustre vuoi per favore dirmi che tipo di giornale è quello che le ha pubblicate e in che tipo di discorso tu le iscriveresti? per intenderci, a tuo avviso, si tratta di satira alla Vauro o di caricatura tipo perfido ebreo à la nazi?
    grazie
    besos

  19. Lucio,
    in ultimo
    anche le pubblicazioni delle macchiette ebraiche nei giornali nazi erano preoccupanti, solo che pochi se ne preoccuparono. Forse a torto, come la storia ci insegna.
    Hai pensato al fatto che magari questi cosiddetti islamici hanno presenti più casi storici di quanti noi si ami ricordare?
    parlo per assurdo, ma con qualche fondo di verità
    besos

  20. Credo opportuno riportare qui un commento di Babsi Jones divenuto post a se stante in Macchianera:
    “L’intero Occidente ha pubblicato le vignette? No. Un giornale svedese e un giornale norvegese hanno pubblicato le vignette. Non mi pare problematico comprendere la differenza fra 2 (due) quotidiani e “l’intero Occidente”. Avrebbe l’intero Occidente pubblicato quelle vignette? Ne dubito. Per milioni di motivi, che includono anche (anche, ma non solo) una “scelta di sensibilità”. Alcuni l’avrebbero fatta: non io, e poi ti spiego il perché. Altri non le avrebbero pubblicate, ad esempio, perché sono mensili che trattano di giardinaggio o perché, come me, semplicemente non gradiscono vignette. Di nessun tipo.
    Perché un pezzo di Occidente adesso difende quelle vignette? Attenzione, sto per introdurre il rivoluzionario concetto che si chiama “causa-effetto”. NON le difende perché le avrebbe pubblicate, le difende perché qualcuno ha attaccato il disegnatore, lo ha minacciato di morte, gli ha hackerato il sito; e poi sono state bruciate delle ambasciate, sono stati minacciati tutti i cittadini di tutto l’Occidente (il riassunto è su Repubblica, continuate da soli a leggere quali geniali reazioni hanno prodotto i discoli “ingiustamente provocati”). E’ stata tirata in causa una cosa che non si chiama “muco nasale” né “vignetta danese”, ma una cosa che si chiama libertà di stampa e di opinione. Davanti a migliaia/milioni di persone che chiedono la testa di un disegnatore danese io dovrei nicchiare e dire: massì, diamogliela. Così stanno buoni. […]
    Esiste una differenza basilare tra “sensibilità” e “diritto”. Se ci sfugge, siamo fritti come dei wanton. Possiamo anche consegnare la Costituzione alle ortiche, ché non ci serve più. La legge è fatta dai giuristi. I giuristi sono dei simpatici signori (si spera) che elaborano molte ipotesi e partoriscono delle norme e dei precetti che tengano conto di una “morale universale”, ovvero: i casi particolari possono rendere la faccenda assai problematica. Io capisco che esistano persone che vengono violentemente colpite da un punto di vista emotivo dall’esistenza dei panda rossi in calore e quindi risentono di choc culturale, però io non posso elaborare una legge ad hoc che proibisca a chicchessia di menzionare le parole: panda, rosso, calore. Perché di questo passo non avremmo delle Costituzioni, ma migliaia di volumi che elencherebbero tutte le fisime, le paranoie, le sottigliezze, le infinitesimali differenze culturali: un’opera demente. Siccome in Danimarca pare che i giuristi la pensino come me, tendono a ragionare per “concetti applicabili universalmente” (temo più o meno ovunque, nei paesi occidentali; per beffa suprema, la Danimarca viene considerato il paese più libero del mondo per quel che concerne la stampa), e siccome in Danimarca la blasfemia non è reato, della “sensibilità” nessuno tiene conto. E fa bene. Perché se non capiamo che differenza c’è fra “sensibilità” e “diritto” possiamo anche lasciar perdere di discutere. […]
    Hai tutto il diritto di incazzarti per la vignetta; hai tutto il diritto di incazzarti (anzi, ne hai di più, ché sono cose ben più drammatiche) per decenni di violenze emarginazione occupazione bombardamenti stupri pregiudizi e quel che segue e che sappiamo. Puoi reagire in dozzine di modi: scrivi, ulula, disegna, rivolgiti a tutti i tribunali, fonda tutte le associazioni che ti pare, incatenati ai palazzi di giustizia. Ma non ti venga in mente di prendere a calci in culo qualcuno, o di cospargere un’ambasciata di benzina, oppure a) dai prova di essere uno che ha commesso un crimine, cioè un criminale b) ti arresto. Tout court. […] Ho detto e scritto che chi ha incendiato le ambasciate è un criminale, e lo ridico senza problemi: spero vengano arrestati. Ho detto e scritto che le teocrazie non sono compatibili con il nostro concetto di democrazia, e lo riscrivo. Ho detto e scritto che l’Islam ha un gravissimo problema di gestione del concetto di “libertà individuale”, e lo riscrivo. E che ritengo il laicismo l’unica soluzione possibile per una pacifica convivenza, e le religioni, tutte, un rincoglionimento neanche tanto progressivo. Lo dico e non ho problemi a dirlo. Quanto al definire l’idea di libertà e la speranza di libertà un atto di narcisismo, beh: non voglio sapere come staremmo, senza questo grazioso vezzo che si chiama diritto di opinione. Mi pare un pochino più importante di un mascara waterproof. Forse ci pare un gioco perché ci è garantito. A differenza di parecchi, io credo che questa “garanzia” non sia eterna, e che vada difesa. Anche a costo di sembrare bambini capricciosi che strillano per potersi scaccolare il naso. Ai tempi del fascismo non sapevano di vivere ai tempi del fascismo, forse le proteste apparivano come bizze adolescenziali, chissà. Non vorrei che, per eccesso di sobrietà e rispetto della sensibilità altrui, fra 25 anni io stia a marcire dentro una galera per aver detto “non sono d’accordo”. Fra gli allarmisti e gli ottimisti siedo fra i primi. Se qualcuno vuole essere ottimista davanti a Beirut in fiamme e/o al fosforo su Falluja, si accomodi pure al circo. Ci sono ancora biglietti per lo spettacolo intitolato “Va tutto bene”.

  21. spettatrice, lungi da me fare di tutta l’erba un fascio, ma se permetti i paesi nordici hanno una tradizione libertaria ben più radicata e sentita della nostra (sbaglio o a capo del più forte partito di destra estrema olandese c’era un omosessuale?). figurarsi dei paesi islamici. non mi sogno di dire che la danimarca è il paradiso in terra, perchè non credo nel paradiso nè nelle generalizzazioni. il fatto che le vignette siano state pubblicate da un giornale di destra non ha importanza. non deve averla o si ricomincia con i distinguo. fosse anche una satira fatta da bossi, ha tutto il diritto di farla. non è incitamento all’odio razziale nè religioso. o il pisschrist che cosa dovrebbe essere? le vignette antisemite che girano sui giornali siriani giordani etc ogni giorno sì. non per questo diamo fuoco alle ambasciate. si protesta, civilmente. perchè è di civiltà che si parla, pura e semplice. fosse per me eradicherei le religioni, ma non posso. detto questo: sono pienamente d’accordo con babsi. il rispetto va bene, e deve essere reciproco. e soprattutto in tempo reale. altrimenti se vuoi possiamo fare una belle manifestazione all’ambasciata turca per protestare contro la distruzione del cristo pantocrate in santa sofia. che ne dici?
    come ho letto da qualche parte, c’è il rischio un giorno di dover dire “cavolo, e pensare che milosevic l’aveva capito prima di tutti”.
    sarebbe la fine.

  22. ribadisco i miei straribaditi concetti. Libertà di stampa sì, e posso difendere anche la pubblicazione di mein kampf, ma non chiedetemi, per favore, di non distinguere, anche nello spiegare a un islamico (e anche e soprattutto se gli islamici non lo fanno rispetto alle loro pubblicazioni), che io con le vignette pubblicate non voglio avere a che fare e che nonostante il diritto che ha uno di pubblicarle posso benissimo chiedere che se fasciste e naziste siano condannate al pubblico ludibrio come meritano. Credo che l’acritica salvaguardia del diritto di opinione sia di danno a chiunque e ci renda odiosi agli occhi di quei popoli che si sentono vilipesi. Pubblicate le merde che volete, ma lasciate a chi non vuole sguazzare nel merdaio di dire a voce alta che puzzano e che pure gli autori non sono tanto puliti.
    Lo dico adesso: quelle vignette svedesi posso stare su un giornale (ne hanno diritto), ma puzzano di morte e di fascismo e non importa che siano dirette contro l’islam o contro l’ammazzacaffè.
    Ricordo poi a tutti che noi oggi difendiamo i borghezi e le merde destrorse perchè il nostro diritto lo prevede e loro costantemente ce lo ricordano, ma che dobbiamo avere ben presente che in caso di Loro leggi potremmo tranquillamente evaporare dai comignoli (per legge) e farli felici.
    Smettiamola, vi prego, di prendere parte per un frainteso senso del diritto alla tifoseria del conflitto di civiltà. Cerchiamo dialogo, spazi, confronto là dove possibile e con le forme possibili e anche con tutte le paure che da entrambe le parti coltiviamo.
    Non credete sia possibile?
    anch’io avevo dei dubbi sino a quando sono andata a un incontro di femministe italiane e di donne arabe e ho visto due ragazzi mediorientali. Ho subito pensato che fossero lì a controllare il loro pollaio di donne (della merda in testa ne ho pure io, che credete?) e invece quando uno di loro ha parlato si è dichiarato d’accordo su molte più libertà di quanto le donne avessero fatto presenti e ha ricordato la difficoltà di fare discorsi simili in un paese come il Marocco (non tra i peggiori per le nostre opinioni occidentali) per la difficoltà (mentale prima ancora che legislativa) di quasi tutti a separare i precetti religiosi dalle leggi ‘civili’ (non un problema di DNA, ma una condizione umanissima e storicamente stratificata). Mi colpiva perchè in lui non c’era astio per la sua terra che doveva stargli stretta, ne esaltazione per le cosidette libertà occidentali. C’era analisi, consapevolezza e una specie di malinconia e ho pensato che è da persone come loro che sono partite molte delle battaglie di cui noi oggi (e fino a quando non sappiamo) godiamo qualche frutto. So di apparire retorica, ma se mi fossi limitata alla prima impressione sarei andata via con tutti i miei pregiudizi di merda. Fortunatamente sono testona e….insisto.
    besos

  23. Cara Spettatrice,
    le spiegazioni che chiedi a me te le dà il direttore del giornale incriminato qui:
    http://www.jp.dk/meninger/
    ncartikel:aid=3527646
    “On 30 September last year, Morgenavisen Jyllands-Posten published 12 different cartoonists’ idea of what the Prophet Mohammed might have looked like. The initiative was taken as part of an ongoing public debate on freedom of expression, a freedom much cherished in Denmark.
    In our opinion, the 12 drawings were sober. They were not intended to be offensive, nor were they at variance with Danish law, but they have indisputably offended many Muslims for which we apologize…
    Maybe because of culturally based misunderstandings, the initiative to publish the 12 drawings has been interpreted as a campaign against Muslims in Denmark and the rest of the world.
    I must categorically dismiss such an interpretation. Because of the very fact that we are strong proponents of the freedom of religion and because we respect the right of any human being to practise his or her religion, offending anybody on the grounds of their religious beliefs is unthinkable to us.
    That this happened was, consequently, unintentional.”

  24. Lucio, non rispondi sul tipo di Giornale, per intenderci, cosa pubblica e quale politica persegue normalmente quel Giornale?
    grazie
    ps. sai che bello se un’iniziativa del genere partisse da un giornalino di forza nuova 🙂

  25. Tutti ormai sanno che è un giornale di destra, ma la destra danese è pur sempre a sinistra di molta nostra sinistra:-/
    Resta il fatto che incendiare ambasciate per così poco(l’ambasciata DEVE essere considerata un luogo SACRO e INVIOLABILE per tutti i paesi che ACCETTANO VOLONTARIAMENTE DI OSPITARNE)è una reazione che merita anche la tua condanna.

  26. Sono d’accordo Lucio: non si bruciano le ambasciate, ma di questi tempi è difficile convincere qualsiasi persona di religione islamica, e non solo, che invece è legittimo bruciare Falluja o Gaza o …(sono infinite) e senza neppure mostrare tutto lo sdegno che si mostra per una mostra canina andata a male.
    Siamo solerti a batterci per la nostra libertà di stampa, ma non altrettanto solerti a protestare per un paio di stermini al giorno e questo non passa inosservato neanche ai credenti in Maometto (che non sono scemi). Sorry, forse dobbiamo cercare di metterci una pezza, di protestare almeno in modo imparziale 🙂
    Che poi il giornale di destra sia meglio di certa sinistra italiana direi che, in troppi casi, ci vuole poco, ma che la matrice di merda resta e tutti gli effetti collaterali pure.
    besos
    ps. comunque grazie, per oggi chiudo

  27. C’è da dire che in certi paesi se non bruciano le ambasciate fanno il tiro al bersaglio sugli elicotteri del nemico. Quindi, potendo, noi occidentali, invece di pensare solo alla libertà del nostro caro Occidente, dovremmo cercare per quel che possiamo di placare gli animi di là da loro, e magari accenderli di qua, chiedendo che gli interventi siano fatti per moderare gli animi, in nome del bene comune (che significA IO MOLLO QUESTO, E TU MOLLI QUELLO, NON SOLO: MOLLA TUTTO TU, PERCHE’ SEI SCURO E NON HAI IL CONDIZIONATORE D’ARIA!). Perchè bisogna spingere perchè ci ascoltino di qua? Ma perchè di qua, nel nostro caro occidente il diritto (visto che l’abbiamo elaborato noi) ha qualche speranza di venire applicato. Dove si fa il tiro al bersaglio sugli elicotteri è un po’ più difficile. Perchè? Perchè si dà il caso che non esista il Diritto, ma i diritti (nel senso di diversi ordinamenti giuridici, e ognuno di essi rispecchia di solito gli usi e i costumi del paese che li pratica). Il dire “Fermo buono lì, e attieniti al mio Diritto!”, O “Fermo buono lì che ti sfotto un pochettino!”, farebbe incazzare anche un angelo. Figuriamoci gente che come si sa, qualche volta mangia
    piccante! le Costituzioni dei paesi occidentali sono frutto delle nsotre rivoluzioni. Perchè altri paesi (ancora) dovrebbero desiderare il nostro diritto? Perchè dovrebbero ammirarlo? Giuro che non lo capisco. Non difendo chi brucia le ambasciate. Non mi piacciono i loro tappetini, ma i loro ragionamenti li capisco, anche se non li condivido. Credo che bisognerebbe ascoltarli, invece di sfotterli. Oppure sfotterli, e se si incazzano, chiedere scusa, e dire, “Non avevo intenzione di offendere, è che da noi in occidente è così!”. Qui si dice, “Io ti sfotto, e se ti ribelli non sei democratico! perchè esiste un diritto, che è il diritto nostro, che Ci assicura, a noi occidentali…”. Ecco, se una a un discorso così, mi risponde, “Ma va a cagare!”, la capisco e chiedo scusa.

  28. La libertà di stampa e di opinione anche se a noi sembrano concetti di ‘diritto naturale’ sono concetti giuridici storicamente determinati. io capisco che siano comodi, ma prima di ‘imporli’ con la forza, (opponendo forza a forza) vale la pena di far capire la comodità che comporta l’usare pratiche e concetti che a noi (ripeto) sembrano connaturati all’individuo, ma – è importante – non lo sono.

  29. angela, la danimarca è QUI da noi, non lì da loro. ognuno poi in casa sua può decidere di crepare di che morte vuole. vogliono la sharia? la tengano. basta però che non piangano miseria. dopo, dico.

  30. No, non ho finito queste due cose meritano.
    da Georgia un servizio su Borghezio difensore della libertà di parola. Se non avete la pazienza di leggerlo limitatevi alla foto e notate alla base del palco la scritta ‘forza nuova’ su fondo azzurro rasserenante, come l’organizzazione che le sta dietro e che si è sempre distinta per le campagne a favore della libertà di stampa :-)oltre che per altre emerite e lodevoli iniziative (sigh)
    http://georgiamada.
    splinder.com/post
    /7087300#comment
    un intervento lucido e che aiuta a ricostruire la storia di queste sturiellet lo trovate quì insieme a vauro e a qualche altro articolo.
    buona lettura
    http://www.peacereporter.
    net/dettaglio_articolo.
    php?idc=0&idart=4616
    besos e ‘notte (sono distrutta, vado a nanna)

  31. spettatrice spero sia colpa del sonno: qualcuno ha detto che borghezio è diventato paladino della libertà di stampa??????????
    fai la nanna, và.

  32. Lisa, la ‘morale universale’ è un concetto occidentale coniato in un preciso momento storico. non appartiene all’essere umano.
    ripeto, noi occidentali abbiamo elaborato concetti giuridici che dovrebbero (pensa al diritto di proprietà!) essere comodi per tutti. e in qualche modo lo sono (pensa alla libertà di stampa, al diritto di opinione!). ma per ‘imporli’ bisogna prima farli accettare. farli praticare. se tu imponi il marron glassè a uno che per la sua religione non lo può mangiare, quello te lo sputa in faccia e non perchè sia costituzionalmente una merda. non esiste la BONTA’ del marron glassè. Così è per il diritto. un po’ più complicato, certo, più affascinante anche. più elaborato. ma ci sono anche dei libri in cui i diversi diritti sono contenuti.

  33. uffa! va bene va bene, avete ragione che vi devo dire? sto solo sottolienando che nessuno ha buttato dannunziani volantini alla mecca con vignette blasfeme. sono state poubblicate in danimarca cinque mesi fa. tradotto: Io mangiavo marron glassè e loro sono venuti a togliermeli di bocca. più chiaro così?

  34. ah, dimenticavo: morale universale. okay. la prossima volta che vedo gino strada glielo dico. guarda che lì se sanguinano son contenti, che vai a ricucirli a fare? il dolore è relativo! la dignità umana è relativa! la libertà di parola anche! vorrai mica fare il gico di borghezio? suvvia gino lascia perdere vai a toccà’e’femmene.
    scommetti che se andiamo da mister colt, mister o-petrolio-o-muerte, mister cluster-bomb ragionano così anche loro?
    – “figliola devi sapere che da quelle parti non è come da noi, mica soffrono quando li bombardiamo. come dici? i dittatori? ma bendetta ragazza, quella gente non è capace di autoregolamentarsi e poi guardali, ballano, cantano, tu gli dai una vignetta e loro fanno i falò e saltano scuola….

  35. Angela, Borghezio stesso si è eletto a paladino di codesta libertà (per lui la preferita da sempre, immagino) 🙂
    besos

  36. Lisa,
    mi dispiace, non volevo dirtelo, ma se non lo faccio non dormo.
    Il campanello d’allarme mi è scattato quando hai scritto che non pensavi i danesi come persone interessate al conflitto di civiltà e questo campanello adesso che parli di ‘loro che amano soffrire’ di ‘loro che godono a sanguinare’ ecc. sta diventando una campana. Per delicatezza lascio a te immaginare perchè mi senta rintronata da tanti din don. Se proprio ci tieni però potrei anche spiegartelo così come pure Gino Strada, credo.
    besos e….se hai bisogno di spiegazioni aspetta a domani.

  37. Lisa, piccola sintesi, tanto ormai il sonno me lo scordo:
    scusami spettatrice, ma io i danesi non ce li vedo proprio come propugnatori di scontri fra civiltà…
    ****************
    cara Lisa mi verrebbe da risponderti con i luoghi comuni che tu prima usavi solo che li modificherei un pò: non tutti i negri hanno il ritmo nel sangue, non tutti gli svizzeri sono capaci di fare orologi, non tutti gli ‘ebrei’ se la fanno con Jeova e quindi non tutti i danesi sono persone miti, gentili e indifferenti allo scontro di civiltà (la destra, e cattiva, esiste anche in Danimarca, prego informarsi).
    *****************
    spettatrice, lungi da me fare di tutta l’erba un fascio, ma se permetti i paesi nordici hanno una tradizione libertaria ben più radicata e sentita della nostra (sbaglio o a capo del più forte partito di destra estrema olandese c’era un omosessuale?).
    *****************
    – guarda che lì se sanguinano son contenti, che vai a ricucirli a fare
    la danimarca è QUI da noi, non lì da loro. ognuno poi in casa sua può decidere di crepare di che morte vuole. vogliono la sharia? la tengano. basta però che non piangano miseria. dopo, dico
    *****************
    Che dire, la mia prima reazione è stata di scivere qualcosa di semiserio, un vero papiro (l’ho scritto, ma ve lo risparmio), poi ho pensato che non era possibile che un* pensasse a un popolo (un raggruppamento umano geograficamente dislocato anche se biondo e con gli occhi azzurri) come o bello o libertario o antipatico o criminale o gobbo ‘Tutto (o in massima parte)’ e sono andata a cercare la prima smentita in un giornale libertario: umanità nova
    Nei paesi europei ci sono raggruppamenti politici come Forza Nuova, Movimento sociale “Fiamma tricolore” di Rauti in Italia, la NPD in Germania, il partito nazionalsocialista in Danimarca, che vanno certamente definiti neofascisti o neonazisti (in riferimento alle due esperienze storiche che hanno marcato l’Italia oppure l’area germanofona). ecc
    http://www.ecn.org/uenne
    /archivio/archivio2001
    /un12/art1552.html
    questo perchè non volevo ricordare (andare in un passato lontanissimo e da cui siamo sicuramente immuni perchè libertari) che degli olandesi (altrimenti libertari) denunciarono Anna, e chissà quanti altri che non hanno lasciato diari, alle ss (non sempre per denaro, la simpatia non era esclusa).
    Per sotrarre invece un pò di mondo islamico alla condanna del ‘Loro amano soffrire’, Loro che si facciano i cazzi loro a casa loro (noi mai che a casa loro abbiamo messo armi o truppe o regimi coloniali -presenti, passati e futuri- o fosforo bianco nei loro affari), Loro che sono poco meno che (….e quì mi fermo perchè rischio di metterti in bocca parole che non hai scritto), dicevo, per difendere quelli che mi sembra tu giudichi indifendibili, mi sono avvalsa di un pezzo dell’articolo pubblicato su Peacereporter (che credo abbia qualcosa a che fare con un certo Strada):
    è la parte che inizia dopo la parentesi su come è nato il caso vignette:
    ……..Nei governi islamici, la situazione non sembra molto chiara. Chiunque sia stato in paesi come la Siria, sa molto bene che il regime ha un controllo più che capillare della vita pubblica. E’ pensabile che un gruppo di fanatici dia l’assalto a due ambasciate europee più o meno indisturbato. Anche in questo senso pare quasi che la tensione non sia sgradita a una serie di governi che, di fronte a pressanti problemi sociali, preferisce veder dirottata la rabbia dei suoi cittadini verso i prodotti danesi.
    Un passo indietro. Il problema quindi sembra, più che lo scontro di civiltà o la libertà di espressione, gli interessi che si stanno mettendo in moto dietro agli scalmanati incendiari. Anche perché, riflettendoci bene, si scopre che, se c’è una cultura che ha una tradizione millenaria di satira, è proprio quella araba e islamica. Senza tornare alla notte dei tempi, basta pensare alla generazione di arabi e islamici che proprio nei fumetti ha trovato la sua voce ‘contro’. Marjane Satrapi, per citare la più famosa, con il suo Persepolis è riuscita a dire sulla società iraniana e sulle sue contraddizioni più di migliaia di reportage occidentali. Il vignettista palestinese Emad Hajjaj, che pubblica le sue tavole sul quotidiano in lingua araba Asharq al-Awsat, edito a Londra, fustiga in egual misura George W. Bush e Hosni Mubarak. Shujaat Ali, il vignettista principe di al-Jazeera, che presenta le sue tavole montate come un cartone animato, mette in ridicolo la casa regnante saudita e le bugie dei governi occidentali con la stessa identica energia. Fanno satira appunto, attenti a muoversi in un campo minato. Tutti quelli che oggi invocano la libertà di stampa dovrebbero probabilmente impegnarsi di più a sostenere artisti come questi, che si confrontano con regimi pronti a tutto per mettere a tacere le opposizioni interne e con leader che in molti casi sono buoni amici di quell’Occidente che oggi si mobilita contro il fondamentalismo. Ma non si sconfigge il fondamentalismo dando voce e visibilità solo ai fondamentalisti e appoggiando i governi che usano i fondamentalisti per reprimere la voglia di libertà dei loro popoli. Sarebbe bello oggi, in questo clima surreale della guerra dei fumetti, vedere le piazze dei paesi islamici e occidentali riempirsi di gente che va a manifestare per Naji al-Ali, il vignettista che fu assassinato nel 1987 a Londra perché accusava Arafat e i suoi uomini di corruzione. Aveva creato un personaggio, un bimbo disegnato sempre di spalle, vestito di qualche straccio. Lo aveva chiamato Handala, come un’erba cattiva che non muore mai. L’erba del dissenso che, se anche la bruci, rinasce ostinata. Handala guardava e denunciava nello stesso modo i crimini del governo israeliano e la corruzione del Fatah, mettendo in rilievo l’impotenza dei popoli che vengono usati come strumenti. Al-Ali non c’è più, ma è bello immaginare cosa disegnerebbe oggi: Handala a mani giunte dietro la schiena mentre guarda impotente i fondamentalisti incendiari e gli islamofobici europei che urlano sempre più forte della gente comune.
    http://www.peacereporter.net
    /dettaglio_articolo.php?idc=
    0&idart=4616
    Perchè ti ho risposto così? e tu che ruolo hai? ma quello che vuoi mia cara, dal canto mio ti consiglio di continuare a mantenere quello di vestale della libertarietà danese (o nordica) è molto fine e …direi, ariano.
    Besos e ‘notte

  38. fammi capire: se dico che il nord europa ha una tradizione di libertà mi dai dell’ariana. cavolo, hai ragione. sono alti, biondi… tutti nazisti! acc.. dovevo pensarci prima. però risolvimi un’altra questione: anche i russi sono alti e biondi, però loro sono buoni, giusto? e poi la razzista sono io, perchè mi stai dando della razzista, giusto?
    okay, hai vinto tu, metterò nel cesso la mia copia del capitale, l’amata luxemburg, e mi iscriverò a forza nuova.
    e poi la sinistra non capisce come mai è antipatica, mah…
    you wrote: Anche perché, riflettendoci bene, si scopre che, se c’è una cultura che ha una tradizione millenaria di satira, è proprio quella araba e islamica.
    rido adesso o aspetto?
    @loredana: cara loredana torno a lurkare, mi ritiro, ne ho le scatoline piene di maestrine e cogioncelli. il blog è strumento utile solo se si rispettano le idee altrui, e cioè se si legge ciò che l’altro ha scritto. si legge tutto, intendo. quindi, scusami, ma proprio non ce la faccio.
    ps
    vestale della libertà danese. bella. immagino sia fiera di te stessa per la battuta. anche perchè la vestale della libertà islamica rischia di girare col burka.

  39. la cosa assurda è che hai attaccato alla cazzo pezzi di mie mail senza badare al contesto. ma la terza elementare ce l’hai? o lavori per l’ufficio stampa di bondi?

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