Cose che ho imparato o ricordato a Ventotene. L’importanza di discutere, dal vivo, di narrazione e letteratura, ma anche di briscola e di teatro. L’importanza di essere in un’isola. L’importanza di conoscere un libraio come Fabio Masi. L’ importanza di conoscere Salvatore, che racconta la storia del carcere di Santo Stefano. L’importanza di non prendersela quando i turisti si fanno fotografare dietro le sbarre delle celle di Santo Stefano. L’importanza di avere tempo. L’importanza di potersi prendere quel tempo per scrivere. L’importanza di scrivere qualcosa che si ama e che viene amato. L’importanza di poter uscire dal ruolo che si ritiene di avere o che ti è stato dato. L’importanza di avere, o scoprire di avere, o scoprire di poter avere, degli amici. L’importanza di sentirsi il vento fra i capelli in una notte di luna piena.
Cose che ho reimparato tornando a Roma. L’importanza di mettersi alle spalle tutto questo. Post regolari da domani, ben trovati.
Il carcere di Santo Stefano è un panopticon, e i turisti che si fanno fotografare sembrano presagio e allegoria dell’evoluzione della rete.
Bentornata 🙂
E’ proprio così. 🙂 Bentrovato, Valberici!
c’è isola e isola(quella che spero di lasciare presto il grande Salvatore Satta del “giorno del giudizio” la definì “dalla tristezza demoniaca.E sarebbe potuto essere peggio:
https://www.youtube.com/watch?v=bQYo-P2oi2w