GLI STUDENTI? IN PELLEGRINAGGIO

Arriva nella mia casella una mail da un liceo. Forse un’insegnante, una dirigente, forse un’alunna, o una mamma. Poco importa. Di fatto, racconta di un’iniziativa del Ministero dell’Istruzione che, insieme  all’Ufficio scolastico regionale della Regione Lazio, ha organizzato una   giornata per l’orientamento degli studenti delle classi quinte di tutta la  Regione Lazio.
Cosa avviene nella giornata medesima? Per gli interessati, la scheda è qui (dovete aprire i file di “Oggi scelgo io”).  I dettagli, alla scrivente:
“Vorrei illustrarvi una serie di particolari non secondari dell’iniziativa in  questione:
1) All’incontro, finanziato da quel Ministero che ha prodotto la cosiddetta  Riforma Gelmini, con tagli e disastri all’Istruzione pubblica, sono  invitate  le Università pubbliche e…quelle private (Università Pontificie  Romane)!
2) Questo finanziamento non è poca cosa, visto che gli studenti partecipanti, provenienti da tutto il Lazio,  saranno 5000!  Verrà  loro offerto lo spostamento in pullman, gadget e il pranzo.(Stiamo  parlando di 100 pulmann e 5000 pranzi, più i gadget)
3) Non è finita qui: perché i pullman? Perché il luogo  dell’incontro è  lontano da tutto: il Santuario del Divino Amore!
4)  Anche il luogo dove si svolgerà il Convegno ne sottolinea l’intento:  perché sia stato scelto proprio il santuario del Divino Amore è scritto chiaramente nella Circolare ministeriale inviata ai Presidi.  Cito  testualmente: “il Santuario del Divino Amore è meta tradizionale di pellegrinaggi che si svolgono soprattutto di notte.  Oggi come ieri, il  Santuario si offre a tutti – cattolici e di altra religione, credenti e non credenti, italiani e stranieri, tutti cittadini e pellegrini di Roma – come il traguardo di un viaggio notturno, passaggio umano denso di difficoltà ma che si conclude nella luce del mattino. Il pellegrinaggio, lungo cammino attraverso la notte, è evocativo di un messaggio simbolico peri nostri giovani: la vita che viviamo e che costruiamo incontra momenti di buio e sforzo, soprattutto quando si affrontano scelte importanti, e la  paura e l’incertezza si confrontano con il desiderio.  Sono momenti che ci accomunano tutti nella ricerca interiore delle soluzioni, in un percorso di progressiva consapevolezza che ci consente di “sfondare la notte”   nella  luminosità del giorno che nasce.”
5) Per finire: gli studenti verranno poi allietati da un musical della Star Rose Academy (Accademia di spettacolo fondata dalle Suore Orsoline) e infine  potranno finalmente assistere alla messa celebrata dal Rettore della Pontificia Università Lateranense.
Cattolici e non:  non vi sembra un gravissimo (e costosissimo) affronto alla concezione dell’Istruzione pubblica e laica?
Possibile che dobbiamo offrire  su un piatto d’argento una tale pubblicità alle Università private e  cattoliche, soprattutto in un momento in cui  la nostra Istruzione pubblica  statale è stata colpita così duramente?
Possibile che dobbiamo pagare tutto  ciò, quando nelle scuole si “tira  avanti” a fatica perché manca l’essenziale per il funzionamento?
Vi prego di diffondere e proporre qualche azione politica significativa  (un’interrogazione parlamentare?)”
Fine della mail. Inizio delle domande. Una, su tutte.  D’accordo le indagini sulla scarsa attitudine alla lettura degli italiani, d’accordo l’appello del sottosegretario ai Beni Culturali a…se stesso (più soldi alle biblioteche, diceva ieri Giro).  Ma un paese che tratta così la scuola, quale credibilità ha quando parla di cultura?

30 pensieri su “GLI STUDENTI? IN PELLEGRINAGGIO

  1. Terribile – Si dovrebbe boicottare alla grande. E comunque al di la delle considerazioni sulla pubblicità e sulla credibilità alla cultura – a me sta cosa, tutti insieme al santuario mi sa tanto de fascismo vecchia maniera.
    Non è per dire, il santuario sarà anche per tutti, ma se una persona non è cattolica ed è rispettosa della religione cattolica, quando c’è la messa se ne deve uscire. Se si voleva fare una cosa davvero per tutti, non doveva esserci il rito alla fine.

  2. Lasciare il pubblico senza un centesimo per favorire l’arrembaggio del privato. Questa è ormai, a tutti i livelli, la spudorata linea politica perseguita dal governo attuale. Riporto le parole dell’urbanista Edoardo Salzano nel suo specifico ambito: “Territorio e città sono luogo di conflitti fondamentali per il nostro futuro. C’è chi li usa come materia morta da cui estrarre ricchezza e potere mediante la cementificazione, e c’è chi li vede come luogo dove vivere, abitare, lavorare, conoscere e conoscersi, ammirare, godere, incontrarsi, ricrearsi. Sono interessi in contrasto. Ma i portatori dei primi (privatizzare, mercificare, cementificare) sono pochi e potenti, quelli dei secondi (vivere abitando) sono molti e deboli. Perciò i secondi sono condannati a perdere, se non utilizzano la forza potenziale che deriva loro dall’essere in molti. Come esercitare questa forza? L’unica arma di cui disponiamo è mettere insieme intelligenza e moltitudine. La moltitudine c’è, l’intelligenza è comprendere che solo insieme si vince, e che per farlo oggi occorre utilizzare gli strumenti che ci dà la democrazia, per imperfetta che sia.”
    Qua a Venezia, per esempio, e al Lido di Venezia in particolare, l’arrembaggio dei privati è sempre più scandaloso… il Comune svende tutto a prezzi di saldo. Megadarsena da 2500 posti al posto dell’oasi di San Nicoletto per fare un esempio. Malgrado la “centralità ambientalista” posta a cardine del PAT, Piano di Assetto Territoriale…

  3. La domanda la estenderei anche ai sostenitori “senza se e senza ma” del libero mercato, sorta di pozione magica che presumono capace di risolvere in un colpo solo le inefficienze del controllo pubblico su certe tipologie di beni e servizi (istruzione, sanità ecc.).
    Ammesso e non concesso che la loro idea sia corretta, com’è che qui in Italia tutto quello che viene “liberalizzato” passa di fatto nelle mani di qualche cricca monopolistica preesistente?
    Che senso ha parlare di liberalizzazione se si ha un semplice passaggio di mano dalle istituzioni statali a quelle ecclesiastiche? Dove vanno a finire le garanzie di pluralismo che dovrebbero essere quanto di più sacro ci sia al mondo per un liberale in buona fede?

  4. Chiamiamo un esorcista? Lo mandiamo al ministero… più papisti del papa, più realisti del re. Un non cattolico – facciamo un ateo, un agnostico – per rispetto esce durante una celebrazione religiosa, quindi è ridicolo offrire la messa per tutti. Anche trasformare il pellegrinaggio al divino amore in una metafora del cammino esistenziale mi pare – come minimo e perdonate il francesismo – una solenne sciocchezza. Tanto valeva allestirgli uno week end in cui si impara a camminare sul fuoco, ve li ricordate quando erano l’ultima frontiera del manager? Qualcuno protesta? Napolitano tace? E pensare che lo sventurato sindaco di Seattle lo scorso inverno è dovuto intervenire per dirimere una questione su un albero di Natale in aeroporto!

  5. Si tratta di un’iniziativa ovviamente scandalosa per la quantità di soldi che regala, ancora, alle istituzioni ecclesiastiche, ma c’è anche un altro aspetto che mi preme sottolineare.
    Ormai siamo a un tale livello di deresponsabilizzazione delle istituzioni e del mondo delle imprese che per propiziare la giusta scelta dell’università si propongono le benedizioni agli studenti. Il prossimo passo quale sarà? Un bel ex voto se, una volta che ci si è laureati, si trova lavoro?
    Ci si fa benedire come i marinai prima di affrontare un viaggio transoceanico su un veliero. Come a dire che se non trovi lavoro 1) hai sbagliato tu perché hai scelto in un momento di cattiva predisposizione spirituale 2) sei stato sfigato, perché le dinamiche del mondo del lavoro sono nelle mani di Dio. Follia

  6. cercando di non buttare nel cesso il certosino lavoro dei cosiddetti preti di strada e di tutti coloro che all’interno dell’istituzione ecclesiastica svolgono senza fanatismi il ruolo di ammortizzatori sociali bisogna tenere sempre a mente che la chiesa cattolica,nei suoi ranghi più alti, è viva ma lotta contro l’evoluzione.Anche quando ci farebbe comodo usarla come sponda per i nostri ragionamenti

  7. parlavo di scuola pubblica proprio ieri sera con il compagno di un’amica, ha 35 anni ed è insegnante d’inglese non di ruolo alle scuole medie, mi parlava della sua giornata di oggi, sveglia presto 25 km e arrivo alla prima scuola, un’ora di lezione, poi via di corsa 10 km per arrivare alla seconda scuola 2 ore di lezione e di nuovo alla prima scuola per l’ultima ora, poi si ritorna alla seconda scuola perché c’è una riunione dei docenti e poi 25 km fino a casa, insomma se volevano insegnare ai ragazzi che durante il loro cammino affronteranno “momenti di paura e di incertezza per sfondare la notte” non era necessario organizzare un pellegrinaggio, bastava fargli ascoltare le storie dei loro professori! Più notte buia di così!!

  8. Luca, abituiamoci… a far sentire la nostra voce e il nostro disappunto piuttosto!
    È lunga e difficile la strada per far capire anche ai cattolici quanto tutto ciò sia ingiusto e immorale (secondo me, anche nei confronti di chi ha una fede sincera), ma bisogna insistere, informare e resistere.

  9. Associarmi ad ogni commento di sdegno e insoddisfazione quissù è quasi banale, ma lo faccio. Ora chiedo a tutti, a chi più e meglio di me, per esperienza o altro, ha un’idea di come muoversi: cosa possiamo fare? Boicottare, benissimo. Come? Non possiamo condurre un’iniziativa comune?

  10. dopo l’intervista di Roberto De Mattei, vicepresidente del CNR, a radio maria in cui dice che il terremoto è un castigo di dio (è sul sito de la stampa, diritto di cronaca di Flavia Amabile) non mi stupisco del pellegrinaggio per gli studenti… non mi viene neanche più da ridere… ma non riesco ad abituarmi, se ne devono andare loro dalle loro sedie dorate non noi, precari che portano il caffè a vecchi arroganti e corrotti

  11. De Mattei, lo stesso del convegno a porte chiuse dei creazionisti con “timbro” CNR? Non mi stupisco.
    .
    Sull’iniziativa: boicottare, certo. Ma anche informare, diffondere, documentare se possibile. Ne verrebbe fuori un buon servizio giornalistico.
    Se non erro, non è la prima iniziativa ecclesial-frendly della regione Lazio.

  12. La giornata c’è già stata, il 14 marzo scorso. Se qualcuno ha letto la lettera di accompagnamento della Direzione generale dell’ufficio scolastico regionale del Lazio, avrà notato che si parla di un accordo tra CRUL (Conferenza dei rettori delle università del Lazio) e l’ufficio regionale. Della serie: la giornata la facciamo perché abbiamo fatto questo accordo con le università STATALI, poi però visto che c’eravamo abbiamo invitato anche quelle cattoliche, perché no? E’ così che si amplia il ventaglio di scelte, no?
    Vi prego, qualcuno legga tutta la nota e la commenti.

  13. Domanda retorica: c’era bisogno di questa iniziativa?
    Ma soprattutto perché quei soldi non vengono investiti per qualcosa d’utile, invece che per azioni pubblicitarie che servono solo a sprecare denaro per concludere niente?

  14. Il governo del fare.
    La classe dirigente di questo governo è manifestazione peculiare di gruppuscoli e lobbies che vedono nella spartizione di tutto un normale modo di gestire la cosa pubblica. Questi nello Status Quo ci sguazzano.
    In questa luce vanno visti i piani di Berlusconi con la protezione civile, il desiderio tacito di affidare direttamente gli appalti urgenti a ditte amiche o a ditte favorite, l’aggancio della gelimini con berlusconi e il cepu, o le scuole private.
    Questa è la loro idea di real politik, sanità e scuola frammentate in tante iniziative private più libertà di impresa agli squali e squaletti del mercato e via così.
    Chi non la pensa così è bolscevico e reazionario, per questa gente le cricche sono un dato di fatto, le cricche li hanno resi così, i moratti, i caltagirone, vogliono solo scalare la catena alimentare e accedere al comando, sull’espresso della settimana scorsa si parlava dei rampolli di La Russa (ma ci pensate?), o di Tremonti..
    Questi signori dei soldi hanno inventato il corrotto liberismo senza competizione e senza regole su cui si è sviluppato questo paese negli anni ottanta, speculazioni, mazzette e via così, più sviluppo per gli italiani più soldi per tutti. Se hai la stoffa mangi più degli altri, se no vieni fatto fuori e buonanotte.
    Del resto ce lo ricordiamo bene, quando Berlusconi entrò in politica si diceva, “è vero farà i suoi interessi, ma facendoli farà anche quelli del paese”…
    cari miei, eccovi accontentati, una mensa cafonal-pidduista dove c’è posto per tutti tranne che per la società civile e i principi fondanti di una democrazia liberale.
    Iniziamo a ribellarci smettendo di votare soliti di sempre, votiamo le liste civiche, votiamo le nuove realtà, votiamo che si oppone almeno un pò alle lobbies come la chiesa, le mafie le cooperative delle scalate finanziarie, le caste edili eccetera. In questa democazia sbrindellata l’unica cosa che possiamo fare è usare il voto.
    D.

  15. Ma li dovrà accompagnare qualcuno, ‘sti ragazzi, qualche insegnante. E possibile che gli insegnanti non si rifiutino, in nome della laicità della scuola pubblica, della libertà dell’insegnamento? Per quanto tempo ancora noi insegnanti continueremo a piegare la testa ad ogni “riforma” del ministro di turno? Ma già, questa è un’altra storia. O no?

  16. Alcuni dati che vi faranno inorridire:
    1. In tutti gli istituti che non sono liceo classico o scientifico sono diminuite le ore di italiano nel numero di 4 mensili.
    2. In quasi tutte le scuole le fotocopie sono razionate. Es: 1000 l’anno, un prof di inglese ha sei classi alla media di 25 alunni per classe ne usa 150 solo per le prove d’ingresso di settembre (e se una verifica richiedesse 2 fogli?). E tutti gli altri compiti in classe? e se volesse usare materiale da fotocopiare al di fuori del libro di testo? Fate voi i conti.
    3. I corsi di recupero finanziati dallo stato sono circa il 10-15% dell’effettiva necessità (che si constata durante le assemblee di istituto e le collegiali).
    4. Meno della metà delle scuole ha una biblioteca e meno di un quarto un/a bibliotecario/a.
    5. Costo libri di testo carico delle famiglie: meglio non aprire questo triste capitolo.
    6. Inesistenza di laboratori linguistici (non meravigliamoci se siamo gli europei che parlano meno e peggio l’inglese).
    Alla luce di questo e altro, come si può pensare che la parola cultura possa affascinare?

  17. Secondo me qualsiasi contro-iniziativa rischia di rivelarsi sterile (non inutile, sia chiaro, ma sterile), se non fa i conti con le tre ragioni fondamentali su cui si fonda lo strapotere della Chiesa cattolica: (1) radicamento culturale; (2) alleanza strategica (e quindi rigorosamente bipartisan) con la classe politica; (3) scarsa efficacia delle (poche) alternative prodotte dalla società civile su una base veramente laica.
    La prima ragione sta venendo meno, ma poi neppure tanto: se diminuisce il numero di praticanti, il cristianesimo e il cattolicesimo sono penetrati nel tessuto sociale in modo profondo, e svolgono per giunta una funzione “identitaria” coltivata in modo sistematico da non poche forze politiche.
    La seconda ragione richiederebbe una classe politica finalmente capace di scrollarsi di dosso l’influenza vaticana. In due parole: campa cavallo…
    La terza ragione… beh, lì ci sarebbe il margine per lavorare e fare davvero qualcosa. Ma finché le energie si concentrano altrove, è difficile che nasca una reale alternativa, estranea alla solita, vecchia dialettica fra stato, parti sociali e Chiesa.
    Insomma: facendo due calcoli, forse il pessimismo di Luca non è poi così infondato, ahimé.

  18. Poi sarei curiosa di sapere chi saranno o sono stati i 5000 prescelti per partecipare a tale meraviglioso evento. Ho come il presentimento che si tratti di studenti provenienti da cattoliche private.
    E, per quanto di un evento del genere sia troppo anche averne uno, mi chiedo con che criterio il Ministero decida di finanziare un evento del genere in una sola regione italiana, riversando quindi una serie di fondi in più da una parte, in un momento in cui piange miseria anche per fare le fotocopie agli studenti.

  19. ed ecco:
    IL CNR CONTRO IL SUO VICEPRESIDENTE
    http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=124&ID_articolo=1199&ID_sezione=274&sezione=
    credo che De Mattei non abbia i titoli di studio adatti alla carica che ricopre, molto semplicemente, come gran parte dei dirigenti che sono di nomina politica e che non conoscono il settore che dirigono…. siamo governati da un ceto politico di ignoranti e mafiosi, o lobbisti, cmq parassiti

  20. Credo semplicemente che sia una delle tante, troppe, vergogne che noi italiani stiamo subendo in questo periodo…ma soprattutto una beffa alla Scuola Pubblica che giorno dopo giorno lotta per mantenersi in vita!

  21. Da qualche anno chi insegna in una quinta sa a cosa va incontro: un mercato che assume la forma dell’orientamento.
    Gli allievi non sono mai in classe: università italiane e non, pubbliche e private, società private a vario titolo, industrie e associazioni dilaniano a brandelli la scuola pubblica, gettandone i pezzi a destra e a manca.
    Pertanto non mi stupisce l’iniziativa di cui si parla nel post.
    Che siano le orsoline, le università cattoliche, le società private o i medesimi docenti della scuola pubblica poco importa.
    Lo scandalo è nell’avere trasformato la scuola in mercato, che abbisogna di visibilità mediatica. In quanto tale, vale la legge del migliore offerente.

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