Contraddico quanto scritto ieri solo per un motivo. Oggi. Trentasei anni fa. Dunque, ricevo e pubblico.
Il 2 settembre ricorre il 36esimo anniversario della scomparsa dei giornalisti Graziella De Palo e Italo Toni a Beirut. Scomparsi nel vero senso della parola, in quanto sulla loro sorte nulla di certo si sa, e i loro corpi non sono mai stati fatti ritrovare.
Qui di seguito descriviamo gli ultimi sviluppi:
Il 30 Settembre 2014 i familiari di Graziella sono stati ricevuti dal Presidente del COPASIR, senatore Giacomo Stucchi. Il 10 Novembre 2014 l’ex-deputato Enzo Raisi è stato ricevuto ufficiosamente dall’ex Direttore del DIS (Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza), ambasciatore Giampiero Massolo. Sia il senatore Stucchi che l’ambasciatore Massolo hanno espresso il timore che il disvelamento di questo segreto di Stato, che va a coprire i rapporti segreti con il terrorismo palestinese degli anni ’80, possa ripercuotersi negativamente sulla situazione odierna, nonostante sia ormai scaduto nell’agosto del 2014.
I due rappresentanti delle Istituzioni ci hanno fatto chiaramente capire che, con la minaccia del terrorismo dell’ISIS nei confronti dell’Occidente, ammettere un patto scellerato proprio con il terrorismo di allora, getterebbe grave discredito sulle Istituzioni italiane.
A nostro parere l’ammissione di questo doppio gioco nei confronti dei Paesi del Patto Atlantico, condotto dall’Italia tra gli anni ’70 e ’90 del secolo scorso, crea molto scompiglio tra chi dovrebbe fare chiarezza. Ciò potrebbe dimostrare che se trattativa ci fu negli anni ’70 con il terrorismo, è ragionevole pensare che lo Stato possa essere nuovamente sceso a compromessi con una trattativa tra Stato e mafia, logica conseguenza di un modo deviato e opportunistico di intendere la politica.
A questo proposito, il fratello di Graziella, Giancarlo De Palo, anche lui giornalista, ha scritto qualche tempo fa al Presidente del Consiglio Matteo Renzi un appello sul quotidiano web Libero Reporter e supportato da una petizione Avast, in cui non chiede “di rompere questo muro così ingiusto e prevaricatore nei confronti dei nostri diritti civili, ben consapevole del primato, in questo caso, della tutela della sicurezza nazionale” ma “l’immediato rimpatrio e restituzione di quel che resta di quei poveri corpi, affinché ci sia consentito di svolgere quel precetto di misericordia che consiste nel seppellire degnamente i propri defunti, e che c’è stato finora negato nonostante lo strapotere italiano sul piccolo Libano.”
Le medesime richieste sono state portate avanti, a febbraio 2015, all’atto dell’insediamento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in una lettera-appello a lui inviata, in cui domandiamo al Presidente “il fattivo impegno affinché la verità storica sulla sorte di Graziella ed Italo possa essere finalmente conosciuta da tutti. Non chiediamo la riapertura di indagini giudiziarie o di commissioni d’inchiesta, che si sono arenate di fronte al segreto di Stato, quanto almeno poter riavere i poveri resti”.
Un ultimo appello, indirizzato al presidente del Consiglio Matteo Renzi, che ha visto come primo firmatario il giudice Rosario Priore, è caduto nel vuoto.
Le Istituzioni continuano a tacere e nessuno si degna di darci la benchè minima risposta….
Noi familiari, per mantenere vivo il ricordo dei nostri cari e fare memoria delle vittime innocenti del terrorismo, chiediamo agli organi di stampa di farsi partecipi della nostra battaglia, in nome della verità, della giustizia e della pacifica convivenza tra le culture e le religioni di tutti i popoli.
I familiari di Graziella De Palo e Italo Toni