I DUBBI DI TIM

Nell’ultimo numero di Giudizio Universale cinque scrittori stranieri recensiscono l’Italia. Sono molto curiosa di leggere il giudizio di Björn Larsson sulla letteratura. Dalla critica di Tim Parks alla scuola, riporto dieci domande senza (al momento) risposta:
1) Perché, se i voti sono da 1 a 10, gli insegnanti non danno mai né l’1 né il 10?
2) Perché dare tanta importanza all’interrogazione orale, che costringe gli studenti a trascorrere ore di noia ascoltando i due o tre sfortunati del giorno?
3) Perché si assegnano tanti compiti se questi poi non vengono sempre corretti, riconsegnati e spiegati?
4) Perché persino gli insegnanti di educazione fisica ci tengono a far passare la loro lezione come se fosse una disciplina accademica (esame con domande dettagliatissime sulle dimensione del campo di pallacanestro, sport che mia figlia detesta)?
5) Perché gli insegnanti sono quasi interamente donne, mentre tanti presidi sono uomini?
6) Perché non ci sono sanzioni serie per i cattivi comportamenti?
7) Perché le lezioni iniziano così presto la mattina, come se i ragazzi di oggi andassero ancora a dormire al calar del sole?
8 ) Perché all’università è consentito agli studenti rifiutare il voto dell’esame e riprovarci (una pratica sconosciuta nel mondo anglosassone), e perché hanno tante occasioni di rifare l’esame, talvolta fino a sette appelli all’anno?
9) Come mai in Italia si è riusciti a mantenere lo studio del latino e del greco classico come materie obbligatorie nei licei mentre il resto dell’Europa le ha (stupidamente) abbandonate?
10) Perché gli insegnanti sono pagati così poco? E perché, pagati così poco, ci sono ancora oggi tanti ottimi insegnanti nella scuola italiana?

Ps. Comunicazione personale quanto eccezionale: questo blog augura a Paolo e Patrizia, che si sposano questo pomeriggio, tutta la felicità del mondo.

9 pensieri su “I DUBBI DI TIM

  1. Provo a buttare giù delle risposte.
    1. Da non molti anni si è iniziato a dare l’intera gamma dei voti da 1 a 10, e rispetto a prima si vedono nelle pagelle. L’1 ovviamente con meno frequenza, perché è una votazioni ai limiti del ridicolo. I compiti di matematica perfetti prendono tranquillamente 10. Ma cosa voglia dire mettere 10 ad un tema non sempre è unanime;
    2. Non si dà tanta importanza all’interrogazione orale. Ce ne sono 2 a quadrimestre. Vuol dire che ogni due mesi (nel migliore dei casi) uno studente viene interrogato a voce sulla materia. Pratica alquanto sana e stimolante. Se gli altri studenti si annoiano è perché o sono già stati interrogati o perché non sono furbi. La mia docente di greco e latino aveva un metodo eccellente per tenere viva la loro attenzione: ad ogni risposta sbagliata dell’alunno chiedeva al resto della classe;
    3. Non sono “tanti”. Il docente ha sempre la speranza che l’alunno faccia tutta la versione. Se questi non si allena, ma copia o cazzeggia, prima o poi la paga. Ad esempio nell’intervento orale. Nel caso dei compiti scritti in classe, è molto raro che il docente non li corregga;
    4. Mai sentite domande del docente di educazione fisica in tutta la mia carriera scolastica né a me né ad altri. Il problema nostro, semmai, è che le ore siano pochissime e troppo spesso saltate dagli studenti;
    5. Credo siano due problemi diversi. Ma su questo blog la sanno lunga per cui lascio volentieri la palla;
    6. Dipende dai casi. Un ragazzo di 13 anni non può essere mandato in galera o espulso per tre anni dalle scuole…Secondo me in Italia dovrebbe pian piano entrare l’idea che la scuola, diciamo oltre i 15-16 anni, non è poi così obbligatoria. Non si può obbligare un ragazzo a starci controvoglia, rallentando la classe e difatto non imparando niente (sì è un discorso complesso, ma riassumo);
    7. Perché ci sono decine di attività nella giornata e non trovo così male che un ragazzo sia “costretto” durante la settimana ad andare a letto prima di mezzanotte invece che spassarsela tranquillamente fino alle 3;
    8. Cosa giusta secondo me. Posso aver bisogno per i miei studi futuri di un ottimo voto ad un esame e il fatto di essere incappato in una giornata no non dovrebbe avere conseguenze. Rifiuto e ci riprovo. Mai sentiti casi di 7 rifiuti consecutivi di un voto. Al massimo una o due volte. E comunque spesso il docente interpreta il ruolo di arbitro. Volendo ti fa capire che quel voto va accettato. Magari si potrebbe evitare un rifiuto di un voto sopra il 29. Ma quanti studenti, statisticamente, lo fanno?
    9. Perché siamo vecchi. Ma le cose cambieranno. Per me sono stracontento di averle ancora studiate. E mi dispiace per il resto d’Europa;
    10. Gli italiani, si sa, sono brava gente…

  2. Carino questo post! Sono però curiosa di sapere il giudizio di Larsson che adoro! Loredana ce lo posti?
    Confesso che all’esame di terza media mi ero preparata un argomento di educazione fisica: nuoto e sport acquatici! 🙂
    Un mio amico ha ripetuto analisi 2 per 5 volte in un anno ma non perché rifiutasse ma perché si trovava sempre nell’80% statistico-regolare di bocciati. In quarta liceo al primo quadrimestre ho avuto 10 in matematica 🙂
    i compiti li ho sempre trovati tanti….avrei preferito stare più ore a scuola ma avere meno da fare il pomeriggio
    ciao ciao
    liza

  3. #7:
    Forse perchè già intorno alle 11:30 un cervello normale non riconosce la destra dalla sinistra?
    Io farei la domanda opposta: quasi tutti lavorano tutto il giorno. Ci siamo mai chiesti, in 8 ore supposte di lavoro, per quante, effettivamente, siamo produttivi?
    Io non più di 4, e tutte prima delle 11…

  4. 10) Se chiedessimo al ministro Brunetta, potrebbe rispondere così: “sono pagati poco perché così spingiamo a fare gli insegnanti solo coloro che hanno una profonda vocazione. In realtà c’è ancora una fetta di professori mediocri che sono stati attratti dal posto fisso, ma provvederemo a scoraggiarli.”
    (E comunque, smettiamola di supporre che a paghe più alte corrispondono maggiori competenze reali! Che ragionamento INFONDATO!)

  5. 10) Un responsabile sindacale, con cui parlai molto tempo fa, imputava i bassi salari al fatto che, essendo le insegnanti prevalentemente donne (cfr. punto 5) il loro stipendio era, in genere, la seconda entrata nel bilancio familiare, dopo quello del “capofamiglia” (ovviamente “maschio”), e dunque voce importante ma non fondamentale, comunque non così determinante da mobilitare serie battaglie per l’adeguato riconoscimento economico.
    Convenni.
    Oggi i tempi sono molto cambiati, infatti c’è chi pensa a sistemare per bene le cose: maestre, possiamo dormire tranquille! Soprattutto possiamo dormire.

  6. Rispondo a un paio di dubbi:
    7: uno dei grandi misteri della mia vita, a dieci anni dalla fine del liceo, è come diavolo abbia fatto per diversi anni a sopravvivere quando alle 8 mi capitava di essere a tradurre dal latino o a risolvere integrali (per non parlare del correre). Poi dipende, c’è chi appena sveglio è fresco come una rosa e chi ha bisogno di un po’ di tempo per riprendere contatto con la realtà (io ad esempio inizio a ricordarmi come mi chiamo più o meno alla stessa ora in cui il cervello di Torgul smette di essere produttivo).

  7. 1) Di 10 ne avevo presi, quando la testa mi funzionava ancora. 1 mai.
    2) Forse dovrebbe essere trasformata in un momento di dialogo e non in una inquisizione: utilissimo saper ascoltare gli altri
    3) Perché non esiste un sistema di valutazione dei docenti ed è un mezzo comodo per tenere il controllo
    4) Perché non sempre si può studiare solo ciò che piace e lo sport è importante tanto quanto il resto
    5) Perché gli stipendi degli insegnanti sono più bassi di quelli dei presidi
    6) Perché gli insegnanti e i presidi sono diventati dei cacasotto
    7) Perché è una buona cosa se vanno a dormire prima: le ore dormite prima della mezzanotte sono molto più riposanti di quelle dormite dopo
    8) Perché abbiamo un’università di merda
    9) Perché siamo convinti di essere più intelligenti degli altri e abbiamo riempito le liste di collocamento di laureati in lettere e aspiranti scrittori/poeti/giornalisti frustrati
    10) Perché siamo un paese del cavolo e non abbiamo ancora capito che il nostro futuro dipende dalla scuola. Che gli insegnanti ottimi siano tanti, a fronte della mia scarsa esperienza con i figli, mi pare un eccesso di ottimismo.
    Blackjack.

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