I POSTATORI DEL TEMPO PERDUTO: PERCHE' E' GRAVE DIFFONDERE NOTIZIE VECCHIE DI NOVE ANNI

Succede grosso modo una volta l’anno. A volte in buonissima fede, altre volte con l’intento preciso di raccattare like, perché in effetti la notizia li raccatta.
La notizia è vera: nel 2012, Ken Loach rifiutò il premio del Torino Film Festival con queste motivazioni:
«C’è un grave problema, ossia la questione dell’esternalizzazione dei servizi che vengono svolti dai lavoratori con i salari più bassi. Come sempre, il motivo è il risparmio di denaro e la ditta che ottiene l’appalto riduce di conseguenza i salari e taglia il personale. È una ricetta destinata ad alimentare i conflitti. Il fatto che ciò avvenga in tutta Europa non rende questa pratica accettabile (…) ATorino  sono stati esternalizzati alla Cooperativa Rear i servizi di pulizia e sicurezza del Museo Nazionale del Cinema (MNC). Dopo un taglio degli stipendi i lavoratori hanno denunciato intimidazioni e maltrattamenti. Diverse persone sono state licenziate. I lavoratori più malpagati, quelli più vulnerabili, hanno quindi perso il posto di lavoro per essersi opposti a un taglio salariale. Ovviamente è difficile per noi districarci tra i dettagli di una disputa che si svolge in un altro Paese, con pratiche lavorative diverse dalle nostre, ma ciò non significa che i principi non siano chiari. In questa situazione, l’organizzazione che appalta i servizi non può chiudere gli occhi, ma deve assumersi la responsabilità delle persone che lavorano per lei, anche se queste sono impiegate da una ditta esterna. Mi aspetterei che il Museo, in questo caso, dialogasse con i lavoratori e i loro sindacati, garantisse la riassunzione dei lavoratori licenziati e ripensasse la propria politica di esternalizzazione. Non è giusto che i più poveri debbano pagare il prezzo di una crisi economica di cui non sono responsabili».
Tutto sacrosanto. Però la notizia è di quasi dieci anni fa. Esattamente come la morte di Doris Lessing non è avvenuta ieri, o una settimana fa. La morte di Lessing è un’altra di quelle notizie che su Facebook riemergono come appena accadute, insieme a Ken Loach. E ci sarebbe da chiedersi perché. Non possiamo certo scrivere, suppongo, che è morto David Bowie perché in moltissimi ricordano esattamente la data e forse cosa stavano facendo quando lo hanno saputo. Di Lessing ci si dimentica, così come ci si dimentica di quella presa di posizione di Loach, per scambiarla ogni volta per nuova.
Ora, la faccenda singolare riguarda le reazioni di chi pubblica queste notizie quando si fa notare che andrebbero contestualizzate: non dicono, accidenti, è vero, bisogna pur ricordare che tutto questo è avvenuto anni fa. Si arrabbiano. Dicono: beh, ma la notizia è sempre attuale. Beh, ma il capitalismo è ancora qui. Beh, ma vale la pena ricordare Doris Lessing.
Certo che sì. Il problema, e grosso, è che quando non contestualizzi un’informazione rischi di annullarla. Rischi di contribuire a quell’eterno presente in cui ci muoviamo, per cui Loach è intrappolato in quel bug temporale a ripetere sempre le stesse frasi, e Lessing muore ogni volta, come nel più spaventoso dei racconti gotici.
Di più: decontestualizzare significa diffondere false notizie. Ma come!, dicono i postatori del tempo perduto, Lessing è morta davvero e Loach ha davvero rifiutato il premio. Certo. Ma non oggi. E oggi forse Loach direbbe altro, chissà. Certamente, a nessuno di voi piacerebbe che quanto ha detto e fatto nove anni fa venisse raccontato come storia di un minuto fa.
Infine. A forza di voltarci indietro come l’angelo della storia, magari ci dimentichiamo di quel che avviene adesso. Mi piacerebbe sapere quanti fra i postatori del tempo perduto hanno diffuso una notizia che è invece dei nostri giorni.  Per esempio, che domani a Padova ci sarà un’iniziativa a favore dei lavoratori di Grafica Veneta.
Ricordate, suppongo. Turni di 12 ore giornalieri sette giorni su sette per i lavoratori pakistani dell’azienda esterna, BM service, a cui Grafica Veneta aveva appaltato l’imballaggio dei libri stampati. Per cifre ridicole. I lavoratori stessi intimiditi, minacciati, legati e lasciati in strada, e ben che andava costretti a vivere in 20 in uno stesso appartamento. Caporalato. Liquidato con parole sprezzanti da Fabio Franceschi di Grafica Veneta:”“Ma li ha visti? “ , dice Franceschi al giornalista de la Stampa, “avevano la mascherina in faccia per calunniarci e le braccia aperte dietro”. Anche il fatto che vivessero in venti in una casa dove pagavano 120 euro a testa a BM Services (a fronte di un affitto di 800 euro) viene negato. Anzi, secondo Franceschi vivevano “neanche male” visto che secondo lui “loro sono un po’ così, pulizia e bellezza non è che facciano parte della loro cultura”.
E ancora: “Negli ultimi due mesi, avendo deliberato di non rivolgerci più a cooperative o presunte tali, abbiamo assunto direttamente 60 addetti. Tutti veneti: abbiamo deciso che d’ora in avanti faremo esclusivamente così”. E ancora: “I grandi ci hanno testimoniato solidarietà. Maurizio Maggiani e qualche mezzo scrittore hanno avuto il cattivo gusto di usare la nostra difficoltà per provare a vendere qualche copia in più di libri mediocri”).Bene, anzi malissimo. Comunque, lo scorso 17 novembre c’è stata una manifestazione di solidarietà per i lavoratori, e venerdì ci sarà una serata organizzata da Fiom Cgil Padova e Adl Cobas Padova-Bassa Padovana, dal vivo al Piccolo Teatro Don Bosco in via Asolo 2 a Padova, con raccolta fondi con contributo minimo solidale di 10 euro a testa.
Quando diffondiamo come nuova una notizia di ieri facciamo parecchi torti: uno di quei torti riguarda l’oscuramento di quello che avviene oggi, perfettamente nello spirito delle dichiarazioni di Ken Loach. Almeno, proviamo a guardare il presente, per un po’.

Un pensiero su “I POSTATORI DEL TEMPO PERDUTO: PERCHE' E' GRAVE DIFFONDERE NOTIZIE VECCHIE DI NOVE ANNI

  1. Mi ero persa questo bell’articolo sui postatori del tempo perduto. L’ho letto solo adesso. Posso farti i complimenti anche a distanza di due mesi?❤️

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