IL CIELO E' COLOR CRAUTI

Ieri sera ho postato su Facebook la notizia di un ennesimo stop alla presenza di Michela Marzano per parlare del suo libro, questa volta a Salò. Mi ha colpito il commento di una giovane donna, dottorata in filosofia politica, come si legge sulla sua bacheca, che sosteneva che le teorie del gender vanno insegnate a partire dai 13 anni e non alle elementari.
Così, mi sono chiesta come sia possibile che questa giovane donna, colta e preparata, sia convinta che a scuola si insegnino le teorie del gender, o i cosiddetti gender studies che sono tutt’altra faccenda e che, semmai, sono materia di corsi universitari (quando ci sono). Mi sono chiesta come sia possibile che si continui a confondere i (pochi) corsi (volontari) di educazione sentimentale, affettiva, sessuale, che in altri paesi di Europa si fanno, in modalità ovviamente diversificate a seconda dell’età, dagli anni Cinquanta, con “le teorie del gender”.
Viviamo in una società dove l’informazione è insieme eccessiva e semplificata. Dove se qualcuno dice “il cielo è color crauti”, ci saranno altri che ripeteranno che il cielo è effettivamente color crauti, e magari altri ancora che sosterranno che è frutto di un complotto, quel colore là, e altri ancora che finiranno col dire che è per colpa di quelli che hanno dipinto il cielo del colore dei crauti che la loro vita non va bene, che i colleghi li schifano, i loro libri vengono ignorati (sto assistendo a tripli salti carpiati avvitati, in questi giorni, da parte di chi sostiene che se il mondo editoriale li ignora la responsabilità è del mio eteronimo, che evidentemente è più potente di Voldemort), il gatto soffia quando li vede.
Basta pochissimo per informarsi, davvero. Leggere libri, cercare con pazienza in rete senza fermarsi al primo sito indicizzato o amico, cercare di “sporgersi verso gli altri”, come diceva ieri un’amica scrittrice. Credo che manchi la voglia, però. Credo che sia confortevole restare convinti che se la nostra vita non ci soddisfa la responsabilità sia sempre e unicamente di un complotto ai nostri danni. E quel che fa rabbia è che nel passato di questo paese i complotti veri ci sono stati, ma quelli non ci interessano più.
Detto questo, da questo pomeriggio a domenica sono, con una bella fetta di Radio3, a Perugia, dove trasmetteremo nell’ambito di UmbriaLibri. Domani il blog non sarà aggiornato, sabato compio 59 anni e mi piace l’idea, ci si ritrova lunedì. Il cielo, a proposito, è sempre più blu.

11 pensieri su “IL CIELO E' COLOR CRAUTI

  1. I suoi articoli sono sempre interessanti e stimolanti.
    Ma vorrei chiedere una cosa: non è umiliante che questi articoli appaiano tra un modello tacco tredici, un fontinta che ‘illumina il viso’, e un must di profumi o altre piacevolezze, che vanno bene, ma che non vedo perché debbano gremire le riviste cosiddette ‘femminili’? A me danno molto fastidio. Forse esagero?
    Grazie.
    silvana possenti

  2. Nella capitale morale – non oggi sia chiaro – ma capita che il cielo sia color dei crauti in un telefilm tedesco anni settanta con un Klaus Kualcuno che li rimesta abacchiato dopo aver assunto i wurstel prima di lasciare il bar e decidersi a passare dalla ex moglie xchè è il suo finesettimana con la bimba diafana che fa fatica a chiamarlo papà.
    Forse non ci sporgiamo verso gli altri perchè siamo nel familismo amorale che qualcuno ha tirato in ballo in qualche commento precedente ad altro post. Villaggio globale come un qualsiasi paesino di montagna degli anni di Elvis e dei primi esperimenti RAI con Enzo Tortora che magari nei finesettimana era a qualche processione a commentare quanto era pittoresca la coda di persone dietro al santo. Mm.

  3. Sì, certo. Ma lei come la vede questa cosa?
    La domanda era questa: è mai possibile che le riviste femminili debbano pagare sempre questo ticket alla pubblicità?
    silvana possenti

  4. Mi vien da rispondere a Silvana molto provocatoriamente: è la libertà di disporre del proprio corpo e di farlo fruttare, bellezza! Ovvero il grande cortocircuito della (pur necessaria) cultura femminista…

  5. Mi scusi, Luca Perilli, ma la cultura femminista non ha mai detto di far fruttare il proprio corpo. Disporre del proprio corpo è un’altra cosa. Che cosa orribile…
    silvaba possenti

  6. A sostegno della giovane dottorata di faisbuc considerata qui poco più di una deficiente credulona, penso si possa dire con sufficiente certezza che Essa ( la filosofa) non pensa che i bambini di tre anni siano obbligati a sorbirsi i gender studies universitari in lingua originale, ma più semplicemente che con “teoria del gender” s i intenda una pedagogia che a quelle teorie si ispira. Così tutte le donne e gli uomini ( e sono tantissimi) che si oppongono alla “teoria del gender” nelle scuole, sono persone magari anche nemmeno laureate, ma che comunque si oppongono a questo tipo di educazione “gender” per i propri figli. Un educazione “ riassumo io) di tipo dissociativo e confusionario, confusionario specie per i più piccoli, perché ispirata al distacco tra il dato biologicosessuale e l’identità di genere, tra procreazione e sessualità, Dove si separano anche il padre e la madre , che diventano figure indefinite slavate intercambiabili : padre o madre può essere chiunque basta che ti dia affetto e sostegno. E invece non è così.
    Comunque l’importante sarebbe poter parlare e confrontarsi. Ora la povera Marzano ha visto rifiutare la promozione del suo ultimo libro nei locali che avrebbero essere dovuti gentilmente offerti dalla provincia e dal comune, e per questo ce ne soffriamo grandemente . Ma almeno lei ha potuto presentarlo alla nazionale radio tre culturale in pompa magna. Nell’attesa che alla radio vengano presentati anche libri di qualcuno che sull’argomento ha idee diverse (tipo le mie), invito tutti ad andare ad ascoltarsi il pdocast dell’intervista, perché a proposito di ascolto e confronto , nella discussione chi si opponeva al Bene offerto dalla Marzano era un invasato che vede il Maligno dappertutto, e poi sia la Marzano che l’intervistatore, a sostegno delle suddette “teorie del gender” hanno cominciato un florilegio interminabile di citazioni dai testi sacri: Vai con la bibbia, i Profeti, e poi il Vangelo, si, e poi il cardinale Martini si, dammi di più ed ecco allora San paolo in persona con la spada , che più che a radio tre sembrava di essere in sintonia con la nostra dolcissima Radio Maria.
    ciao,k.

  7. @Silvana: il mio era un commento volutamente ironico e provocatorio, so benissimo che la cultura femminista non ha mai detto di far fruttare il proprio corpo! Il problema è che purtroppo invece è passato esattamente questo messaggio e una parte di colpa (temo grossa) ce l’abbiamo proprio noi laici e le donne stesse.
    @k: l’inesistente teoria del gender sta al nazismo e ai suoi abili e potenti propagandisti come la quasi coeva, nascente psicologia sta al suo serissimo inventore e ai suoi altrettanto seri studiosi. Educare al genere significa semplicemente educare al rispetto vero del maschile e del femminile in tutte le sue espressioni possibili. Significa non ridurre la sessualità umana a una mera questione genitale (del tipo “chiave e serratura”, per capirci…) ma capirne e accoglierne la meravigliosa complessità. Da parte degli “anti-gender” ho sentito invece solo sofisticatissimi ma potenti discorsi di odio e di discriminazione travestiti da “libertà di espressione” e da “protezione dell’infanzia”: Dio scampi e liberi dai protettori di bambini professionisti, nella migliore delle ipotesi proteggono solo i propri pregiudizi di adulti, nella peggiore violentano (almeno) l’innocenza dei loro infanti. Senza contare che, essendo “gender” la traduzione del termine inglese “genere”, essere “contro il gender” significherebbe essere contro il maschile e il femminile, ovvero contro l’umanità tout court. Il che, ascoltando i violenti discorsi di Amato&soci, risulta persino plausibile. Un consiglio: torna pure ad ascoltare Radio Maria, è immensamente più rassicurante per chi -come te- fa una fatica boia ad accettare la stupefacente complessità della sessualità umana. Un po’ come quando, in altri tempi, gli stessi ambienti si scagliarono contro Copernico e Galileo che mettevano in discussione le comode apparenze tradizionali: anche allora ebbero il “popolo” dalla loro parte; la storia si ripete, ahinoi.

  8. A proposito, Loredana: Costanza Miriano & soci difensori della (loro) libertà di parola hanno espresso una qualche solidarietà a Michela Marzano? No, vero? Strano! La prossima volta “non ti curar di loro, ma guarda e passa”!…
    E tantissimi, sinceri auguri di buon compleanno: la tua conversazione di oggi con Cantarella e Nucci è stata illuminante per spiegare da dove vengono certe idee di maschile e di femminile.

  9. Oltre a radio Maria ascolto anche la radio3, e mi dispiace rilevare come quest’ultima su molti argomenti abbia atteggiamento piuttosto settario, ( simile a quello di radio maria), difficile ascoltare idee diverse da quelle della Marzano. Nel caso viene fatto con un buonevolo misto tra commiserazione e il disprezzo, ( poveretti). E questo è sbagliato, in ogni senso.
    Qui sul blog tempo fa, è apparso un altro articolo ( ritorno al passato) dove l’autore prospettava un espulsione dalle scuole delle famiglie che si oppongono all’educazione gender, te fratello Luca nel commento definivi queste famiglie con metafore come “cancro e metastasi”. Questo incattivirsi del dibattito è abbastanza preoccupante, anche per questo la “moratoria” proposta dalla filosofa di facebuk qui sopra potrebbe essere un idea da non scartare del tutto, in fondo anche la Lipperini, ricordava che lei pur avendo studiato dalle suore, è diventata una meravigliosa satanassa, per cui davvero potremmo provare tutti ad avere un po’ più di tolleranza.

  10. Caro k., la pace si costruisce in due. L’incattivimento c’è sempre stato nei convegni di Amato&co. fin dall’inizio, semplicemente ora c’è una parte di società che non ci sta più a subìre il gioco furbetto di chi strepita per la libertà di espressione e di educazione solo per sé, salvo tacere accuratamente quando riguarda chi non la pensa come lui (o i suoi figli).
    Quanto al settarismo, esso non riguarda certo Michela Marzano e chi la pensa come lei: nel modello di società proposto da lei, dalla sen.Fedeli e da chi non ha problemi con gli studi e l’educazione di genere, c’è spazio e rispetto PER TUTTI; nel modello di Amato, Miriano, Adinolfi, Giovanardi e parti di chiesa e politica conniventi c’è una visione della società esclusiva ed ESCLUDENTE.
    Constatato questo, fine del dibattito (ammesso che ci sia mai stato, visto che chi si è inventato la teoria del gender non si è mai voluto confrontare con nessuno).
    P.S.: La revoca dell’orribile iniziativa del 4 Dicembre in cui alcuni genitori cattolici metteranno i loro figli contro tutti gli altri nelle scuole, potrebbe essere un buon segnale. Ma dubito che lo vedremo. Anche perché sia chiaro che è onere morale di chi ha aizzato l’odio senza mai rivedere le proprie posizioni abbassare per primo i toni. Tranquillo: non accadrà, e su questo si misurerà la malafede degli “antigender”. Nella mia Regione si stanno moltiplicando i convegni di Amato, Adinolfi, Movimento per la Vita. Per fortuna, però, anche le iniziative laiche. Perché siamo stufi di subìre le paranoie di chi ha grossi problemi con se stesso e con la propria sessualità mettendo in mezzo dio e chi ci crede serenamente; perché siamo stufi di chi mente e procura allarmi infondati.

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