IL SENATORE BENANDANTE E LE STREGHE.

Quattro volte l’anno, “nelle quattro tempora”, armati di mazze di finocchio, i benandanti combattevano contro streghe e stregoni che brandivano canne di sorgo. Lottavano con lo spirito, perché il corpo veniva lasciato indietro come un sacco vuoto (“invisibilmente con lo spirito et resta il corpo”) e dalla vittoria dell’una o l’altra fazione dipendeva la fertilità della terra o la carestia. Questo era l’unico scopo dei benandanti: “Noi non andiamo a far altro se non a combater… Quando il racolto vien buono… quell’anno è che li benandanti habbian vinto; ma quando li stregoni vincono il raccolto va male”. Per entrare nell’esercito del Bene occorreva nascere con la camicia, e serbare un frammento del sacco amniotico appeso al collo. Senza mai smarrirlo, pena la perdita di ogni potere: niente più battaglie, e niente più processione dei morti (perché i benandanti potevano vederla, e a volte guidarla, e altrove quella sfilata si chiamava caccia selvaggia, o cavalcata dei morti, come ben sa Fred Vargas). E’ avvenuto davvero in anni lontanissimi, è venuto alla luce quando i benandanti friulani vennero inquisiti come eretici, è stato reso noto, infine, grazie al racconto fatto da Carlo Ginzburg in due testi straordinari, “I Benandanti, stregoneria e culti agrari tra Cinquecento e Seicento” e “Storia Notturna. Una decifrazione del Sabba”.
Ginzburg racconta così lo spunto da cui è partito:
«Avevo cominciato un giro degli archivi italiani alla ricerca di processi di stregoneria. E nell’Archivio di Stato di Venezia giocai quella che definii retrospettivamente una roulette veneziana. Entravo la mattina in archivio e chiedevo a caso alcuni fascicoli dal fondo, ricchissimo, del Sant’Uffizio. Un giorno mi imbattei in poche pagine dove un bovaro friulano, Menichino da Latisana, racconta all’inquisitore chi sono i benandanti . Era una parola che non avevo mai incontrato prima: siamo benandanti , diceva Menichino, siamo nati con la camicia, tre volte all’anno ci rechiamo in spirito nel prato di Josafat, a lottare con le streghe e gli stregoni per la fertilità dei campi… Provai un’emozione fortissima. Era – penso oggi – come sbarcare sulla Luna».
Agli studi di Carlo Ginzburg si ispira direttamente la trilogia di Mirta/Luna (“Non mi uccidere”, “Strappami il cuore”, “Ti porterò nel sangue”) scritta da Chiara Palazzolo e pubblicata fra il 2005 e il 2007: vi si contrappongono sopramorti (persone scomparse anzitempo e tornate dalla morte stessa) e appunto benandanti, qui organizzati in una struttura quasi militare. Il capo dei sopramorti, Gottfried, li definisce “i miliziani della paura”: sono coloro che si votano alla distruzione delle anomalie, perché dalla morte non si deve tornare. Chiara mi raccontò, appunto, di essersi imbattuta nei benandanti leggendo “Storia notturna”, “un testo — disse – che considero un vero e proprio vaso di Pandora per chiunque voglia scrivere di fantastico. I benandanti in particolare mi avevano così colpita che ho letto in seguito la bellissima monografia che ha loro dedicato Ginzburg. E quando si è trattato di trovare degli antagonisti ai sopramorti, non c’è stato nemmeno l’imbarazzo della scelta: erano proprio i benandanti, i cacciatori di streghe, stregoni e di anime cattive dei morti”.
In questo caso, lo spunto viene, come detto, rielaborato: “Sulla base della documentazione e delle notizie storiche — raccontava Chiara  – ho ovviamente operato una mutazione letteraria, trasformando i benandanti in una setta che ancora oggi dà la caccia ai sopramorti: un gruppo che ha al suo vertice l’élite dei “battitori”, fisicamente potenti e dotati di capacità telepatiche. Queste capacità, in particolare, costituiscono un sorta di “residuo antropologico” delle capacità soprannaturali dei benandanti tradizionali. Intrecciando verità storica e finzione letteraria, ho anche motivato la trasformazione dei “nuovi” benandanti proprio a partire da quelli “storici”. Ho tessuto cioè una rete di filiazione spuria e rimandi storiografici del tutto immaginaria ma verosimile, che ha il suo cuore nel personaggio della sopramorta Vanna, una contadina friulana vissuta ai primi del Seicento e morta di parto, il cui marito è un benandante”.
Studiare il folklore italiano e trasformarlo in letteratura (Chiara tornò a ispirarsi a Ginzburg raccontando esplicitamente di streghe nel suo ultimo libro, “Nel bosco di Aus”) è faccenda che dovrebbe interessare tutti coloro che scrivono, e che leggono. In particolare, dovrebbe interessare anche coloro che intendano opporsi al delirio di tal Simone Pillon, neosenatore leghista, giunto agli onori delle cronache per aver annunciato un’interrogazione parlamentare contro la stregoneria nelle scuole.  Nei fatti, se solo si fa una piccola ricerca sulla “strega”, la scrittrice Ramona Parenzan, si scopre che la questione non sono le pozioni e i pentacoli (ma davvero?), bensì, con ogni probabilità, i libri che ha scritto, che riguardano tutti e a vario livello i migranti e la loro cultura. Google it!
Quando, nei giorni scorsi, a lungo si è dibattuto sul ruolo della lettura, sugli intellettuali scollati del mondo, sul loro essere un di più, forse si è tralasciato questo particolare: il non conoscere il proprio retroterra, e rivendicarlo, come nel caso del giulivo senatore e dei suoi seguaci, conduce a mostruosità. E gioverebbe capire che i benandanti vivevano nella stessa eresia che imputavano alle loro vittime.

3 pensieri su “IL SENATORE BENANDANTE E LE STREGHE.

  1. Una notizia curiosa questa, molto adatta al retroterra e al folklore dei social. agli sterili scontri tra i colti progressisti e i soliti oscurantisti ignoranti che addirittura, ah ah arrivano a riesumare la caccia alle streghe, la stregoneria.. .
    Un punto di vista diverso, potrebbe venire fuori ragionando sul giro d’affari che ancora oggi ( nel 2018) ruota intorno alla magia. Si calcola che circa 14 milioni di italiani ( più degli elettori 5stelle!) si rivolgano a maghi streghe e santoni . una spesa di circa 8 miliardi proprio per ottenere amuleti e pozioni del tutto simili a quelli regalati ai bambini della scuola di brescia. Insomma , a partire da questi dati non stupisce che ci sia chi prende sul serio queste pozioni e forse, ripensandoci, anche “streghe scrittrici e varie direzioni scolastiche farebbero bene a muoversi con più cautela.
    ciao,k.

  2. Il tuo commento è in attesa di approvazione.
    Una notizia curiosa questa, molto adatta al retroterra e al folklore dei social. agli sterili scontri tra i colti progressisti e i soliti oscurantisti ignoranti che addirittura, ah ah arrivano a riesumare la caccia alle streghe, la stregoneria.. .
    Un punto di vista diverso, potrebbe venire fuori ragionando sul giro d’affari che ancora oggi ( nel 2018) ruota intorno alla magia. Si calcola che circa 14 milioni di italiani ( più degli elettori 5stelle!) si rivolgano a maghi streghe e santoni . una spesa di circa 8 miliardi proprio per ottenere amuleti e pozioni del tutto simili a quelli regalati ai bambini della scuola di brescia. Insomma , a partire da questi dati non stupisce che ci sia chi prende sul serio queste pozioni e forse, ripensandoci, anche “streghe scrittrici e varie direzioni scolastiche farebbero bene a muoversi con più cautela.
    ciao,k.

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