INADEMPIENZE

Cosa sapete della CEDAW? Leggete qui, leggete quanto e come le istituzioni italiane hanno disatteso ciò che avevano ratificato e sappiate quanto c’è da fare, e da chiedere, dopo il 13 febbraio.

9 pensieri su “INADEMPIENZE

  1. Ho dato una rapida scorsa alle inadempienze del governo, nella fattispecie nella figura del ministro Carfagna.Se la situazione non fosse tragica ci sarebbe da ridere.L’Italia dovrebbe bandire quelle pubblicità lesive della dignità della donna. E come la mettiamo con la pubblicità che quotidianamente alcuni rappresentanti del nostro governo (ahimé!) ci fanno in tutto il mondo come se fossimo un popolo di escort e clienti?Cosa possiamo aspettarci che pensino i nostri figli, maschi e femmine con questi esempi?

  2. OT sarebbe interessante mettere sul banco degli imputati (in un processo incruento ma efficace,certo)per quanto concerne i fenomeni ben rappresentati da Ruby e le sue sorelle,certe riviste modaiole femminili,testimonial del vuoto fracassone che ha colmato il cervello a troppe donne colte impreparate.Quando avevo vent’anni leggevo con gusto Moda e King,consapevole dei limiti che quelle riviste si portavano dietro.Ma ora sfogliandone alcune che godono un certo seguito viene da chiedersi se gli sponsor non debbano per caso darsi un codice di autoregolamentazione che preveda uno standard minimo di decenza degli articoli che farciscono i supporti cartacei dove gli stessi espongono i propri frutti.Qualcosa che non ci faccia precipitare in un medioevo super-tecnologico e un po fascista insomma,e che non sia troppo distante da una società reale dove una buona maggioranza da tempo regge l’anima coi denti e comincia a perdere la pazienza

  3. Sulla Cedaw sapevo delle raccomandazioni del 2005 ma non del rapporto 2010, grazie per gli aggiornamenti. Certo che leggere le preoccupazioni del Comitato per le nostre condizioni fa quasi tenerezza. Si fa per dire, ovviamente.

  4. sono capitata su questo blog quasi per caso, seguendo come a volte succede la scia di link.
    e l’occhio mi è caduto su “ancora dalla parte delle bambine”.
    sono una ex bambina nata nel 1975 e la mia mamma mi regalò, piccolissima “la storia di rosa confetto” che era un librino della casa editrice “dalla parte delle bambine”.
    lo leggevo e lo rileggevo, capendo solo d’istinto il messaggio (poco) nascosto che aveva in serbo per me e le mie coetanee: rinunciare alla pelle rosa, alle scarpette e alle trine per avere in cambio la libertà di essere “come i maschi”. (e le virgolette sono decisamente d’obbligo).
    l’ho ritrovato una settimana fa, rosa confetto, in una libreria di lucca e me lo sono ricomprato.
    l’ho letto a mio marito, forse con gli stessi occhi di trent’anni fa, ma anche con un po’ di amarezza.
    ho pensato che se un giorno avrò la fortuna di avere una figlia glielo leggerò, le spiegherò cosa ha voluto dire per la nonna e per la mamma avere quel libro fra le mani e che cosa è successo poi.
    io spero solo, se mai questa bimba arriverà, che cresca in un paese diverso da questo, dove le donne vallettano e gli uomini presentano, dove le donne sculettano e gli uomini comandano.

  5. Bene. Ho da poco aiutato una persona ad approfondire per lavoro il discorso ‘parità di genere e sviluppo sostenibile’, trovando tantissimo materiale su questo tema, cosa che non mi aspettavo affatto. Scaricando e analizzando solo alcuni documenti, dal CEDAW in poi, passando per le raccomandazioni ufficiali sul linguaggio non sessista, il codice Polite sui libri di testo, le politiche regionali della UE, protocolli locali, ecc. – ho trovato una cassetta degli attrezzi ben fornita. In realtà tutti i settori della vita associiata, di una comunità, indicano anche nel superamento delle disparità e inuguaglianze l’unico modello di sviluppo sostenibile. Penso che sì, dato che anche le istituzioni oltre al mercato, sono ancora poco ‘friendly’ verso le donne (ma le basi di quel che c’è da fare ci sarebbero) occorre informarsi bene e diffondere. Non crediate che sia ovvio: lavorando a questo documento, in pratica, siamo arrivati a ‘donne e sviluppo sostenibile’ , dopo aver considerato il benessere degli animali, e delle piante…:-(

  6. Grazie, Loredana, tanti aggiornamenti utili per lavorare, a partire da un incontro domani. Per parlare di pubblicità e di norme.
    Ritrovo segnalata una espressione che mi aveva colpita e che per me da sola definisce il rapporto tra la politica italiana e la situazione delle donne, quella di Cicchitto che definisce la vittoria su Bresso “come uno stupro”. Immagino qualcosa di molto piacevole, secondo lui.

  7. Parliamo anche del fatto che la legge che imponeva ai consigli di amministrazione delle aziende un 30% di presenza femminile e’ stata affossata e procrastinata al 2018 (verrebbe da dire che hanno accettato il 2018denza come sca perche’ tanto secondo il Sole24 il mondo finira’ nel 2012…)? E del fatto che questa cosa e’ passata praticamente sotto silenzio?
    (http://archiviostorico.corriere.it/2011/febbraio/17/Quote_rosa_donne_campo_per_co_8_110217040.shtml)
    Credo che ci vorrebbe un altro 13 febbraio solo per questa ragione…

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