INQUIETUDINI

Ho avuto
un ricordo quando, leggendo il giustamente misurato articolo di Carlo Bonini sulla vicenda di Rignano, sono arrivata a
questa frase e alla citazione di un certo giornale:

“Pedofilia. La parola apre le
cronache dell’edizione del 13 ottobre del "Corriere di Viterbo" e una volta esaurito il giornale se ne
volantinano le fotocopie”.

Il
ricordo è diventato ancora più chiaro più avanti, leggendo la dichiarazione di una madre:

"Della pedofilia non sapevo
nulla. Mi sono messa a studiare. Ho scaricato da internet 2.500 file di
interesse. E ne ho selezionati 600. Ho cominciato a trovare analogie con altri
casi. E dopo che la preside della scuola mi aveva detto che "A Rignano
sarebbe finita come a Brescia, con tante assoluzioni", ho preso contatto
con l’Associazione Prometeo. Ho studiato i processi di Brescia per i fatti
degli asili Abba e Serelli. Ho capito quali errori non dovevamo ripetere. Ho
scoperto cos’è "l’abuso rituale" e il ruolo delle donne. Cosa il
"satanismo"".

Ecco. Non
potrei in nessun caso prendere posizione su questo -comunque terribile-
episodio.

Ma il
ricordo ha confermato il personale desiderio di cautela con cui andrebbero
maneggiati nomi e storie. Queste soprattutto.

(Il ricordo si riferisce a questo caso, che con il satanismo aveva
molto a che fare).

Aggiornamento e corollario (lungo).
Nel 1997 Luther Blissett scrisse un libro "maledetto": si chiamava "Lasciate che i bimbi-Pedofilia: un pretesto per la caccia alle streghe". In questa intervista a Carmilla ne parla Antonella Beccaria, a sua volta autrice, per Stampa Alternativa, di Processo a Satana, liberamente scaricabile dal suo blog. Quel libro, per inciso, contribuì a far uscire di prigione persone innocenti. Bene. Nel secondo capitolo, viene ricostruito in dettaglio il caso McMartin, che fu oggetto di un documentario di Oliver Stone, Indictment:The McMartin Trial. Ritengo di doverne postare almeno una parte, tanto per capire di cosa stiamo parlando.

Il caso McMartin
Il processo più sensazionale fu quello contro i proprietari e gli insegnanti
della scuola materna McMartin di Manhattan Beach, California. Fu il più lungo
processo penale della storia statunitense (6 anni, dal 1983 al 1989), oltreché
il più costoso ($15.000.000 spesi dallo stato di California), e si concluse con
la piena assoluzione degli imputati.
La McMartin Pre-School era di proprietà di Peggy Buckey e di sua madre,
Virginia McMartin. Ray Buckey (25 anni) figlio di Peggy, lavorava alla scuola
come assistente part-time. Il 12 agosto 1983 la trentenne Judy Johnson,
introversa ex-studentessa di teologia, si rivolse alla polizia dicendo che suo
figlio Matthew di due anni era stato molestato a scuola da Ray Buckey.
Incredibilmente, benché non ci fossero segni di violenza fisica né conferme da
parte di altri bambini, Ray fu arrestato il 2 settembre, e la sua casa
perquisita in cerca di prove e/o di materiale pornografico. Non fu trovato
niente, Ray negò con forza ogni accusa e venne rilasciato.
Il capo della polizia di Manhattan Beach fomentò il panico spedendo una lettera
"strettamente riservata" a circa 200 genitori di alunni ed ex-alunni
della McMartin. Nella lettera si riteneva "possibile" che Ray,
"fingendo di misurare la loro temperatura", avesse sottoposto i
bambini a "sesso orale, palpazioni dell’area genitale e delle natiche,
sodomia". I genitori erano invitati a cercare conferma interrogando i
bambini.
Più tardi, centinaia di bambini furono esaminati dal CII, Children’s
Institute International.
Entro la primavera 1984, a 360 di essi venne
diagnosticato un trauma psicologico da subite violenze sessuali.
Una TV locale affiliata all’ABC venne a sapere della cosa, e trasmise un
servizio su un possibile collegamento tra la scuola e giri di pornografia
infantile e di "industria del sesso" nei paraggi di Los Angeles.
L’intera città, in primis i genitori delle presunte vittime, fu presa
dall’isteria: i bambini furono sottoposti a pressioni continue da parte dei
genitori e del CII, e ricompensati se davano le risposte "giuste" a
domande sempre più subdole e capziose. Ne venne fuori che erano stati stuprati;
che erano stati costretti a partecipare a film pornografici e a farsi
fotografare; che avevano assistito alla mutilazione e all’uccisione di animali;
che erano stati costretti a partecipare a rituali satanici, compreso l’omicidio
rituale di bambini dei quali Ray aveva bevuto il sangue e bruciati i cadaveri;
che avevano visto partecipare ai riti noti attori come Chuck Norris e uomini
politici; che erano stati chiusi in una bara e calati in una fossa; che erano
stati molestati in un mercato e in un autolavaggio; che erano stati costretti a
guardare mentre Ray Buckey uccideva una testuggine piantandole un coltello nel
guscio, dimostrazione di cosa sarebbe successo loro se avessero parlato; che
erano stati portati in aereo a Palm Springs, violentati e riportati indietro;
che erano stati portati in tunnels sotto la scuola e violentati (non fu mai
trovato alcun tunnel); che avevano visto streghe volare.
Per ciascun interrogatorio lo Stato di California (e quindi i contribuenti)
pagò al CII 455 dollari. Poiché furono esaminati più di 400 bambini, la cifra
totale è di quasi cinque miliardi di lire, soldi che finirono per buona parte
nelle tasche dei dirigenti e operatori dell’istituto.
Oltre a Ray, vennero arrestati anche Peggy Buckey, Virginia McMartin e quattro
insegnanti. Nel 1986, poco prima del primo processo, un sondaggio presso i
residenti nella contea di Los Angeles mostrò che il 90% dei potenziali giurati
riteneva Ray e Peggy colpevoli. Gli avvocati difensori chiesero che il processo
si svolgesse in un’altra contea, ma il giudice rifiutò.
(…) Più tardi Judy Johnson dichiarò di
avere poteri divini, e le venne diagnosticata un’acuta paranoia schizofrenica.
Dopo la perdita della potestà su Matthew e una convalescenza in clinica, morì
di cirrosi epatica, a pochi giorni dall’inizio del processo.

La Procura Distrettuale cercò di nascondere alla difesa la documentazione della sua malattia mentale.
Nel frattempo la polizia ispezionò 11 dei luoghi indicati dai bambini, senza
trovare niente. Gruppi di genitori scavarono nel cortile della scuola in cerca
dei famosi tunnels, di ambienti sotterranei e/o di resti di bambini e animali
sacrificati. Trovarono solo la carcassa di una testuggine, ma una perizia
dimostrò che la sabbia trovata all’interno del guscio era diversa da quella
dell’area circostante. Ciò indicava che qualcuno aveva trovato la carcassa in
una spiaggia più distante, e l’aveva sotterrata nel cortile.
Nel marzo 1984, sui 7 imputati si abbattè una gragnuola di capi d’accusa (per
la precisione 208) riguardanti abusi su 40 bambini. Dopo 20 mesi di udienze
preliminari, l’infondatezza del teorema era più che evidente. L’accusa fece
offerte di sconti di pena a ciascun imputato perché testimoniasse contro gli
altri, ma nessuno accettò. In aula vennero prodotte ben poche
"prove": un paio di orecchie di coniglio, candele nere ed un
mantello. Gli avvocati difensori non ebbero difficoltà a provare che tali
oggetti non erano minimamente collegati al caso McMartin.
Nel gennaio 1986 fu eletto il nuovo Procuratore Distrettuale, Ira Reiner, che
fece cadere tutte le accuse contro 5 degli imputati. Restavano solo 52 capi
d’imputazione contro Ray Buckey e 20 contro Peggy Buckey, più un’accusa comune
di associazione a delinquere. Secondo un sondaggio telefonico, il 96% dei
residenti nella contea aveva sentito parlare del caso, il 97% di quanti si
erano fatti un’opinione riteneva Ray Buckey colpevole, mentre "solo"
il 93% pensava lo stesso di Peggy Buckey.
Il 18 gennaio 1990, dopo quasi 3 mesi di udienze e 9 di discussione, la giuria
assolse Peggy Buckey dagli ultimi 13 capi d’accusa e prosciolse Ray per 39 capi
d’accusa su 52, spaccandosi però sui rimanenti (ma con la maggioranza dei
giurati schierata per l’assoluzione). Per questi ultimi Ray fu ri-processato
nell’agosto successivo e assolto una volta per tutte.
Peggy querelò immediatamente il Comune, la Contea, il CII e la ABC. Pochi mesi dopo,
anche Virginia McMartin e altri due imputati intentarono una causa. Questi
tentativi fallirono perché una legge statale e diversi precedenti giuridici
sancivano l’assoluta immunità di enti e associazioni come il CII nel caso
collaborassero con  la Pubblica Accusa.

Gli eventi di Manhattan Beach hanno rovinato molte vite.
Centinaia di bambini, oggi teenagers, credono ancora di essere stati stuprati e
seviziati durante grotteschi rituali. Sette adulti sono finiti sul lastrico. La
scuola è stata chiusa e demolita. L’irresponsabilità dei media ha terrorizzato
l’intera regione, e molti casi-fotocopia si sono verificati in Nordamerica e
nel mondo.

L’elemento che, nel caso McMartin e in molti altri analoghi, permise di
rovesciare definitivamente il teorema del SRA fu il fatto che CII,
psicoterapeuti ed "esperti" come la famigerata Kee MacFarlane
avessero l’abitudine di riprendere i propri colloqui/interrogatori coi bambini.
Dai video risultò chiaro che le procedure di MacFarlane & Co. erano scorrette,
vera e propria circonvenzione; i bimbi erano coinvolti in un contorto
psicodramma del quale non capivano le implicazioni, li si faceva giocare con
pupazzi (spesso completi di ogni particolare anatomico) e si chiedeva loro di
rivivere, con la mediazione del gioco, lo stupro rituale che si supponeva
avessero subito. Il gioco era pilotato dagli interroganti a suon di
domande capziose, e le risposte del bimbo dovevano per forza confermare quanto
l’adulto già sospettava. MacFarlane aveva istruito gli interroganti a non
accettare un "no" come risposta
(pare incredibile, ma è tutto
scritto nei saggi e negli articoli di questa pazzoide). Se il bimbo rispondeva
"male", l’adulto doveva insistere perché il bimbo dicesse la
"verità". Immancabilmente, il bimbo finiva per rispondere in modo da
compiacere chi lo interrogava.

87 pensieri su “INQUIETUDINI

  1. Le iniziative di Luther Blisset (riportate in “Lasciate che i bimbi”)hanno avuto l’effetto complessivo di ridicolizzare l’allerta su certi tipi di crimini o derive sataniste. L’effetto complessivo di certe messinscene tardo situazioniste è quello di aumentare il rumore di fondo, e screditare la comunicazione nel suo complesso.
    Ne ho fatta una parodia nel mio ultimo romanzo: te la propongo, Lipperini, perchè ho usato anche un tuo articolo per scrivrerla. Finisce così.
    “La brillante operazione demistificante nei confronti di certa stampa cattolica (quella che vede satanisti ovunque) era rivendicata da un gruppo già noto per analoghi episodi di terrorismo mediatico, compiuti sotto la provocatoria sigla di Egidio Calloni. Ma si, il giocatore del Milan di qualche anno fa, quello che si mangiava gol facilissimi. Geniale identificazione, per chi non ammette centro nè bersaglio privilegiato, come un maestro zen o un cieco nato. Ma non sono ciechi, i Calloni brothers.
    Anzi, per le articolesse di Repubblica, sono gli ultimi sacerdoti della Critica. Il metodo diventato religione. La mandibola di Hegel che mastica in tre tempi, e con la stessa democratica indifferenza fa a pezzi l’aberrazione ideologica e gli ultimi sussulti di vitalità del senso comune. La febbre giacobina li possiede: ricominciare da zero, imponendo alle masse recalcitranti il nichilismo eroico delle Avanguardie!
    E con le macerie del mondo scrivere romanzi cyberpunk.”
    (I 3 giorni all’inferno di Enrico Bonetti, cronista padano, Sironi)

  2. Mi deludi Lipperini: entra nel merito, argomenta sulla sapienza mediatica di Blisset, raccontaci cosa vi siete detti dopo che avete scoperto che “Le Bestie di Satana” non erano l’ennesima montatura clerico-fascista di provincia.

  3. Anche tu mi deludi, Binaghi. Anche se non mi sorprendi.
    Qui si sta riscontrando la solita vecchia storia del dito e della luna: ci sono commentatori che si sentono in diritto di spargere ironie velenose per il solo fatto che quella controinchiesta è stata svolta da scrittori che vi stanno sulle scatole.
    Non è questo il punto: il dossier di Lasciate che i bimbi (CHIUNQUE lo avesse realizzato) è un esempio di giornalismo d’inchiesta e, lo ripeto per l’ennesima volta, ha tirato fuori dalla galera persone innocenti.
    Invece di discutere su questo punto, ti diletti con le avanguardie, il situazionismo e il cyberpunk (tra l’altro, dimostrando di essere molto poco informato sul Luther Blissett Project). Bene. Qui non stiamo parlando di beffe, stiamo parlando di dossier incontrovertibili, che riguardano un caso specifico e le decine di casi-fotocopia che si sono verificati, in America e in Italia.
    (Quanto alle Bestie di Satana, è evidentemente tutt’altra faccenda, non riguarda la pedofilia e non ha niente a che vedere nè con il caso McMartin, nè con Marco Dimitri, nè con i dubbi – sempre più estesi, peraltro- che sta suscitando la vicenda di Rignano).
    Complimenti.

  4. Posso ribadire su dito e luna? Fatte le debite proporzioni, direi che è molto più grande la luna dei casi ***ingiustamente sommersi*** del dito dei casi ***ingiustamente denunciati***. Il rischio delle beffe alla Blissett è di far risultare il contrario. Detto ciò: Viva la Verità, Viva Maria, Viva Gesù.

  5. Non stiamo parlando di beffe. Ho posto il link nella prima parte del post solo per sottolineare un comportamento passato del Corriere di Viterbo.
    Mi pare che, per il resto, sia molto chiaro che stiamo parlando di un libro-inchiesta.

  6. Vorrei solo notare che è triste Lipperini come il tuo post sia a priori più interessato a proteggere i presunti carnefici delle presunte vittime.
    Che il contegno della stampa sarà ignobile non ci sono dubbi, è sempre così. Tuttavia, non credo neanche che insinuare il dubbio sulla testimonianza di bambini solo perché sono bambini sia la disposizione più equa.

  7. Il mio post non intende tutelare nessuno perchè non è in mio potere farlo. E’ semplicemente un invito a riflettere su quanto, in casi che hanno comunque delle similarità con questo, il male sia stato fatto nei confronti dei bambini e degli adulti, insieme.
    Quanto ai dubbi: mi limito a riportare qui quelli espressi all’Ansa, ieri, da Ernesto Caffo, fondatore di Telefono Azzurro. Certo non una persona sospettabile di schierarsi dalla parte degli adulti:
    “Esistono elementi di dubbio. […] L’impressione che accolgo, da quello che so, è che qui ci sono stati spezzoni di informazioni che non hanno portato ad un’ analisi approfondita dei fatti. E’ una storia, come spesso accade, che ha elementi di dubbio. […] E’ uno scenario confuso che a volte può inquinare la realtà. Qui, fra l’altro, c’é un contesto deteriorato dal tempo: qualcosa non ha funzionato, sia nella presa in carico delle testimonianze dei bambini, sia nella rete di intervento”. Se si perde tempo, “si perdono i contorni precisi dei fatti, a volte il reale si confonde, è confuso. Come sempre in questi casi, perciò anche in questo, serve prudenza”. Sono poi necessari “professionisti, in grado di valutare l’ipotesi di abuso e questo va fatto immediatamente. […] Il bambino non ha una memoria che si fissa. La sua mente può essere condizionata da parole, racconti, condivisioni di altri bambini ed adulti. La dimensione reale può essere confusa. In questo caso, c’é addirittura una comunità ed una sofferenza della comunità. Ecco perché le prime testimonianze sono le più concrete ed affidabili. […] Vanno evitati i processi senza elementi in mano. E gli elementi vanno raccolti all’inizio del percorso. Spesso storie insignificanti nascondono drammi mentre altre apparentemente più importanti si rivelano non reali”.

  8. Ma cos’è questa urgenza di condannare gli indiziati prima del processo?
    Lo chiedo anche a me stesso. Ieri un articolo simile a questo mi ha indotto a reprimere un moto di frettoloso giustizialismo.
    Per fortuna c’è qualcuno che FRENA.

  9. E’ proprio avvilente, tranne rari casi, il livello dei commenti a questo post. Si tirano fuori cose che non c’entrano nulla (Bestie di satana) in nome di un’ignobile voglia di gogna e cappio celata da un’ancora peggiore aura da difensori bloggistici dei bambini.
    Tanto per capirci, i bamibini di rignano sono già, e irrimediabilmente, Vittime. Solo che bisogna capire di chi. Se della ben assortita banda di pedofili ( il benzinaio cingalese, l’autore televisivo, la maestra con 27 anni di insegnamento nella stessa scuola, la direttrice…), oppure di magistrati imbelli e protagonisti, o ancora di genitori e famiglie incapaci e perniciosi.
    Quello che so, per certo, è che l’idea dell’orco nascosto, della banda che trama nel buio, è molto consolatoria, facile. Ci dice che il male è fuori di noi, fuori dalle nostre case, ci rassicura. Dobbiamo solo difenderci dai diavoli nascosti nell’ombra.
    Peccato che tutto ciò contraddica la realtà dei fatti, che ci dice ogni giorno che la terribile verità degli abusi, delle violenze quotidiane su minori e donne riguardi proprio l’interno dei nostri focolari domestici. Per oltre il 90% dei casi.
    Quanto al povero angelini: io l’ho piantata subito, ma tu rimani quello che sei.
    wm3

  10. Ah, perché, pensavi di avermi cambiato la vita?
    P.S. E’ comunque vero che sono povero. Vivo con la mia pensione da insegnante, ma mi accontento. E se continui a dirmi insolenze faccio la spia e lo dico a WM1, che è mio amico, così ti dà un bel cazzotto in un occhio e te la fa vedere lui:-/

  11. Questo post è ripreso dal blog di Massimiliano Frassi, fondatore e presidente dell’assoziazione Prometeo.
    Link: http://massimilianofrassi.splinder.com
    PEDOFILIA + SATANISMO.
    Perchè abbiamo sempre parlato di Satanismo, attirandoci ovviamente da parte
    dei soliti idioti un fiume di critiche?
    Per questo. Un “questo” identico, per certi versi al caso di Rignano…….:
    bimbo croce
    G
    BAMBINA: Che mi ha fatto mangiare la cacca.
    G
    BAMBINA: Da lui (…)
    G
    BAMBINA: Sì.
    G
    BAMBINA: Sì, una volta sola.
    (…)
    G
    BAMBINA: Che mi ha fatto mangiare la cacca, che si è tirato giù le mutande e mi ha fatto leccare il suo sede…e basta.
    (…)
    G
    BAMBINA: Sì.
    G
    BAMBINA: Anche altri bambini.
    (…)
    G
    BAMBINA: Toccavano.
    G
    BAMBINA: Qua e qua (la bambina indica i propri organi genitali).
    G
    BAMBINA: Sì.
    (…)
    “Bambina con un buon livello di comprensione e memoria: l’esame di realtà appare integro nella misura in cui XX non confonde la fantasia con la realtà (….) L’immagine di sé appare compromessa ed emerge un livello precario di autostima, anche se XXX vi oppone una fiera resistenza, mostrando comunque delle buone competenze relazionali e comunicative a sostegno di una parte di Sé più nascosta e fragile.
    (…)
    CONCLUSIONI:
    Pertanto i sottoscritti periti affermano che nei minori……….sono riscontrabili segni sintomatici di pregressi atti di abuso e che le dichiarazioni rese dagli stessi minori sono compatibili con atti subiti di abuso sessuale, fisico e psicologico.
    Nella prima scuola bresciana, quella che ha portato anche a delle condanne in primo e secondo grado, si parlava invece nella test numero 1, la bimba da cui tutto è partito di una croce.
    La bimba chiamava tale croce “la croce di Bombarda” e descriveva strani rituali intorno alla stessa. Addirittura cantava una canzoncina che veniva fatta dire a lei ed alle altre vittime, davanti a tale simbolo.
    Durante il processo la croce di Bombarda finì nel dimenticatoio, poiché qualcuno fece passare l’idea che non esistesse e che fosse un nome sentito dalla minore durante un cartone animato tipo i Pòkemon.
    Questa la descrizione mandatami poco tempo fa sulla reale natura della Croce di Bombarda:
    CROCE DI BOMBARDA – La CROCE DI BOMBARDA veniva usata per dei sacrilegi. E’ una spada rovesciata tipo “croce nera”. Ha sacrificato molti marinai nel 18° secolo durante i riti satanici. Questa croce ha ucciso molte persone e in alcune
    caverne sono stati rinvenuti dei teschi. Chi la usava agiva solo la sera o in luoghi bui per il fastidio della luce.
    E’ un dato di fatto che quando, dopo aver interpellato la F.B.I. di New York facemmo trapelare anche l’idea di una possibile pista satanica, gli attacchi verso di noi aumentarono a dismisura.
    Nota finale per dovere di cronaca: spesso i pedofili che fanno fotografie usano ambientazioni “sataniche” (maschere, croci, etc.) per depistare eventuali indagini ed indirizzarle in una via a senso unico, peggio, a sfondo chiuso, che permette loro di farla franca e di far passare come non crediiblile vittime.

  12. Binaghi scrive:
    «Le iniziative di Luther Blisset (riportate in “Lasciate che i bimbi”)hanno avuto l’effetto complessivo di ridicolizzare l’allerta su certi tipi di crimini o derive sataniste»
    Al contrario, Binaghi: a ridicolizzare l’allerta (ecc. ecc.) sono stati, nel’ordine, la setta cattofondamentalistica che ha montato il caso contro marco Dimitri, spedendo un innocente in galera per oltre un anno, rovinandogli definitivamente la vita e causandogli danni psicofisici dai quali non si è tutt’ora ripreso; la psicologa che ha disegnato di sua mano il disegno attribuito al bambino presunto-seviziato; la magistrata che ha preso per buono un disegno fatto da un’adulta come opera di un bambino di 3 anni; l’esorcista che ha esorcizzato il bambino, perché non si sa mai; la stampa locale, a partire dal resto del Carlino, che nel giro di pochi anni ha pr tre volte montato casi inesistenti contro le stesse persone, sbattendo nomi e foto in prima pagina.
    Poi, con tua buona pace, poiché siamo in democrazia, uno è libero di adorare gli dei che crede (o di non adorarne alcuno), satana compreso, purché non si violino le leggi: e se si violano, si va in galera, dal satanista all’esorcista alla psicologa, per quel che mi riguarda.

  13. Chiunque abbia visitato il sito di Marco Dimitri avrà visto che i suoi danni psicofisici risalgano a ben prima del processo, ma non è di questo che si tratta e certo nessuno qui vuole che qualcuno sia condannato per crimini che non ha commesso.
    Il punto è un altro, ed è il motrivo per cui sono intervenuto: la comunicazione. Ribadisco che l’effetto complessivo della strategia mediatica di Luther Blisset è stato screditare in generale un certo tipo di accuse, e questo post della Lipperini è recidivo. Infatti non si limita a mostrare le ambiguità di questa vicenda di Rignano, ma documenta casi risoltisi in bufale, lasciando intendere che spesso e probabilmente anche in questo caso la cosa finirà nello stesso modo. Questo non è fare cronaca o contro-informazione ma teoria e pedagogia (o contro pedagogia) dei media. Non mi piace.
    Posso dirlo?

  14. Non capisco, si continua a discutere del caso dei Bambini di Satana e non si parla di pedofilia, se non invocando la teoria del linciaggio mediatico a carico dei ‘poveri’ sospettati.
    Basterebbe poco per andare a vedere qualche numero e rendersi conto della drammaticità del fenomeno; basterebbe un salto nel sito della Polizia dedicato al tema [www.bambiniscomparsi.it] e, con un briciolo di pazienza e di metodo, informarsi.
    Questi sono alcuni dei dati presentati alla recente apertura dell’anno giudiziario e sarebbe stato interessante se qualche giornalista, invece di ammorbarci con le solite beghe politiche, li avesse riportati.
    Eccone alcuni:
    1) aumento del 30% dei casi accertati di abusi su minori
    2) 3800 minori scomparsi dal 2004 a marzo 2007; e il 20% non è mai ritrovato
    3) la chicca finale: la percentuale dei FALSI ABUSI su minori è dello 0,5% rispetto ai casi denunciati.
    SOLO lo 0,5%!
    Ma siamo in un paese libero e questi numeri non fanno vendere e, soprattutto, danno fastidio al nostro buon cuore.
    Blackjack

  15. Come vedi, lo stai dicendo. Ma non hai capito assolutamente nulla nè del senso del post nè del caso McMartin. Che non è “un caso risoltosi in bufala”, ma il frutto di un’isteria prima individuale e rapidamente diffusasi ad una collettività, che ha fatto vittime sia fra i bambini che fra gli adulti. Pesantemente.
    Se il caso di Rignano dovesse rivelarsi analogo al caso McMartin, COMUNQUE ci sarebbero delle persone (grandi e piccole) gravemente danneggiate: ma, sempre se così fosse, degli innocenti verrebbero scagionati da accuse terribili.
    Questa è teoria? E’ pedagogia?
    O è l’invito, attraverso FATTI, rivolto ai media mainstream, quelli cartacei e televisivi, affinchè scavino in una vicenda che sta mostrando, ora dopo ora, aspetti quanto meno di dubbia interpretazione?
    Comunque sia, Binaghi: tu sei liberissimo di non farti piacere nulla di quello che è stato scritto qui. Altrettanto libera la sottoscritta di farsi piacere molto meno quelli che stanno alla finestra, elargendo sentenze pressappochiste e che denotano una lettura superficiale persino di un semplice post. Magari, nel contempo, prendendo appunti per inserire l’episodio nel prossimo romanzo che lo lancerà nel firmamento dei nuovi-scrittori-che-avanzano.
    Guarda un po’.

  16. Il commento qui sopra è rivolto a Valter Binaghi. Quanto a Black Jack, che ci rivolge con ardore l’invito ad informarci, mi sembra il primo a non farlo, o non aver letto con esattezza nè la ricostruzione del caso americano, nè i link riportati nel post.

  17. “Questo non è fare cronaca o contro-informazione ma teoria e pedagogia (o contro pedagogia) dei media.”
    Ma non mi pare che questo post si proponga di fare la cronaca degli avvenimenti, né che questo sia un blog di contro-informazione. L’indagine è ancora agli inizi, quindi è inutile fare previsioni di innocenza o colpevolezza, ma quello che si può vedere (o almeno quel che ho visto io) è che nei primi due giorni i titoli di giornali e tg strillavano il nuovo caso di pedofilia e satanismo, oggi nei telegiornali si parlava di dubbi. Ora, a prescindere da quali saranno le conclusioni dell’inchiesta, questo modo di fare informazione mi sembra in tutti i casi sbagliato ed inutile.

  18. Lipperini, non capisco l’ardore, ma mi adeguo. Rimane il dato di fatto che, numeri ufficiali delle Procure, SOLO lo 0,5% degli abusi denunciati sono FALSI ABUSI.
    Del resto è già stato detto tutto. Persino troppo.
    Blackjack

  19. Lipperini, io scrivo romanzi che si chiamano romanzi. Tu e i tuoi amici cinesi invece proponete una metacritica della cronaca che è un romanzo illuministico e che spacciate per controinformazione. Infatti wm3 si è precipitato a stigmatizzare la famiglia, sentina di ogni vizio, seguono preti pedofili ecc.
    Se ti dispiace la polemica la pianto subito, ma a me invece interessava litigare un po’ su questa questione (non di Rignano, di cui sappiamo troppo poco e quello che trapela mi pare francamente un’enormità, poco credibile), ma sul carattere romanzesco della cronaca che, qui hai ragione, è proprio uno dei miei pallini.
    A me il tuo blog piace un sacco, ci vengo da un po’ e ci ho trovato molte cose interessanti.
    Se non ti dispiace uno poco allineato ci ritorno.

  20. – IL G
    Poi avrei voluto trovare le parole giuste per comunicare, motivare e giustificare la rabbia e lo sgomento provati durante quella lettura ma non ci riesco.
    Per non sbagliare copio/incollo dal Messaggero un pezzo che a sua volta contiene pezzi dell’ordinanza:
    “Nel capitolo – riscontri medici-, (i giudici) spiegano che uno di loro (dei bambini) è aggressivo in casa perché geloso del fratellino minore e parla malvolentieri della scuola; che un altro ha un’infezione intestinale; un’altra ancora le emorroidi; un quarto ha avuto un’erezione – non congrua alla visita – quando la psicologa gli ha sollecitato i genitali; “. Vi risparmio il resto, ma se, ripeto se, l’ordinanza parla di sollecitazioni genitali che provocano erezioni, possiamo negare che questo bambino sia stato “manipolato” da un adulto?
    Mi pare innegabile, ha ragione il gip, tutto torna, pagine e titoloni. Ci sono le molestie, e ci sono gli arresti, il cerchio si chiude.
    Quello che non riesco a spiegarmi è come possano quelle sei persone finite in galera in base ad un’ordinanza così netta, e i loro avvocati, e la giunta comunale, e tutto il paese continuare a negare le molestie? Credono davvero che quel riscontro medico non sia sufficiente a far incolpare sei persone? O, credono che sia sufficiente al massimo per una? Magari per incolpare lo stessa che lo ha effettuato?
    Non riesco a darmi pace, scusate lo squilibrio e perdonatemi.

  21. Per Wu Ming 3.
    Tu scrivi: “Quello che so, per certo, è che l’idea dell’orco nascosto, della banda che trama nel buio, è molto consolatoria, facile. Ci dice che il male è fuori di noi, fuori dalle nostre case, ci rassicura. Dobbiamo solo difenderci dai diavoli nascosti nell’ombra.
    Peccato che tutto ciò contraddica la realtà dei fatti, che ci dice ogni giorno che la terribile verità degli abusi, delle violenze quotidiane su minori e donne riguardi proprio l’interno dei nostri focolari domestici. Per oltre il 90% dei casi.”
    Non se quello che hai scritto è riferito al mio commento. In ogni caso, quando ho commentato facendo riferimento alle storie dell’uomo nero, dell’orco cattivo e a quella originale di Cappuccetto Rosso, l’ho fatto solo per evidenziare che (purtroppo) la tendenza a scaricare le nostre paure sui bambini è “storia vecchia”.
    Solo questo.
    So benissimo che, ahimé, la maggior parte delle violenze e degli abusi si consumano all’interno delle famiglie. Questa è la vera piaga.
    Insisto però a sottolineare (pure) che – paura o non paura – i bambini devono essere vigilati. Con occhi aperti (e mente libera, avevo aggiunto in un precedente commento). Non ci credo che su questo punto non sia (non siate) d’accordo.
    Ciao.

  22. Binaghi, che tu faccia dell’umorismo tra le personali credenze e l’ambientazione del sito di Dimitri e l’anoressia, l’incapacità relazionale (con pesanti effetti sulle possibilità di lavoro) e l’insicurezza a livelli quasi patologici causatagli dalle persecuzioni a mezzo stampa e dalla lunga detenzione carceraria ti pone allo stesso livello di quei negazionisti che ironizzano sull’effetto dimagrante dei campi di concentramento.

  23. Sei fantastico, girolamo.
    Le “personali credenze” di Dimitri e l’ambientazione del suo sito, ti farebbero lo stesso effetto se a frequentarlo fosse uno dei tuoi figli?
    Dimitri qui non era in questione ma una certa tattica di spettacolarizzazione che è stata usata e controusata.
    A proposito di dita e di luna.

  24. Sarei più preoccupato se mia figlia (o una mia alunna, com’è capitato, facendo ricerche) capitasse su uno di quei siti tipo totustuus o kattoliko, nel quale ti raccontano bellamente che il genocidio degli indios è una leggenda nera e che il dato positivo è che nel giro di una generazione il 90% degli indios è stato evangelizzato.
    Ciò che evidentemente a te sfugge è che un innocente ha perso lavoro e salute solo perché a certi signori, sulla base dei propri fanatismi religiosi, non stanno bene le sue creenze e si ritengono in dovere di impedirgli di vivere, anche costuendo false prove. Se non è inquisizione, cos’è?

  25. Girolamo, non ti affannare.
    Non ci arrivano. Hanno altro da fare. Sono troppo impegnati a difendere i bambini, a snidare i mostri dalle sentine dove si nascondono. Noi, che invece godiamo nel vederli massacrati, i bambini, abbiamo il tempo di occuparci degli altri.
    wm3

  26. Luca De Meo, mio piccino, un giorno capirai che esistono anche le mezze misure: mi pare sia stato ampiamente riconosciuto da quasi tutti i commentatori il fatto che da un lato occorre e va garantita ogni prudenza, dall’altro non si deve esagerare con l’understatement. Che la gente propenda a credere che la pedofilia sia un’invenzione dei media non serve a nessuno. Anche il fatto che la maggior parte delle violenze accadano in famiglia è stato ammesso da tutti.

  27. Caro Angeletti,
    non mi sembrava che cautela e misura popolassero buona parte dei commenti, in particolare i primi. Piuttosto vi scorgevo voglia di cappio e di irrisione delle posizioni altrui, peraltro con un livello di argometazioni e conoscenza che definire approssimativo è atto di puro amore per il dialogo. Adesso vedo che questa prudenza viene attribuita a tutti e addirittura entra a far parte delle premesse. Meglio così.
    Poi, per inciso, e per chiudere: ho quasi 43 anni, un giorno capirai anche tu che si può rimanere coglioni fino a 90 anni. Me compreso.
    wm3

  28. circa dieci anni fa,come un duo redivivo Cassady-Kerouac(ma non così riuscito)con l’amico G. stavamo godendoci il sole marzolino delle 15 dentro la sua opel verde-merda in una strada di periferia disgraziatamente troppo vicina alla strada dove un portavalori transitava spesso.Importanti,Patriottici,Agenti_di_Pubblica_Sicurezza sbucarono dal nulla nella convinzione di prevenire il nostro sanguinoso piano criminale circondando il carro e obbligandoci a seguirli in_questura dove fummo trattenuti in sedi separate per ore tre.Cercarono di farci cadere in ogni contraddizione anche con trucchetti stantii e poco ortodossi.Fortunatamente la nostra buona coscienza di quella volta li convinse a desistere lasciandoci andare trattenendosi un mare di riserve tutto per loro.Senza scuse

  29. Sarà che non è capitato a me, ma sapere che esistono dei benemeriti patriottici agenti di PS che tutelano la coesistenza civile, dopo tutto, mi rassicura. Saranno degli emeriti rompicoglioni, ma almeno con loro se sei innocente hai qualche speranza di cavartela. Con la stampa no.

  30. Ricordo che qualche tempo fa Umberto Eco scriveva (semplificando come suo solito per rendersi il più possibile comprensibile) che se da una parte il ruolo dell’intellettuale è di intervenire quando sta accadendo qualcosa e nessuno se ne accorge, dall’altra non ha senso intervenire se del problema sono coscienti tutti. In quel caso è meglio che l’intellettuale non ingombri inutilmente pagine di giornale per dire cose che pensa anche il suo portinaio.
    Ora, a mio avviso, quando il collettivo Luther Blissett intervenne sulla vicenda di Dimitri, fece bene a farlo, e proprio per le ragioni suddette: stava accadendo qualcosa di grave e andava segnalato. Il rimbrotto (di Binaghi) al collettivo di aver al contempo ridicolizzato l’allerta su certi tipi di crimini è pertinente ma non mi convince del tutto, e se così fosse pazienza, salvare un innocente ha sempre il suo prezzo, come l’anno di carcere, gli undici mesi d’esilio e i temila franchi di ammenda pagati da Zola dopo il “j’accuse” (oltre alla sospensione dalla Legion d’Onore, gli insulti, le aggressioni e il linciaggio).
    Piuttosto, proseguendo sulla stessa falsariga di Eco, c’è da chiedersi se sia il caso di proseguire nella campagna ogni qual volta scoppi un caso di pedofilia o se ormai tutti siano coscienti del problema relativo al rischio di una caccia alle streghe. Il pericolo, ad insistere eccessivamente nella campagna, è proprio quello paventato da Binaghi, ossia la tendenza a delegittimare l’accusa e a trasformare in bufala ogni notizia di pedofilia.
    Direi che a giudicare dai discorsi che capita ancora di sentire sull’autobus, il desiderio di cappio al di là di prove provate è ancora forte e ben radicato. Lo so, trarre leggi generali dai discorsi che capita di sentire sull’autobus è un po’ azzardato, me ne rendo conto, ma mi sento di rischiare, e dico che se Lipperini, o chi per essa, allorché un caso di pedofilia finisce sulle prime pagine dei (tele)giornali, ci allerta scrivendo ‘Badate che in questi anni, su vicende simili, abbiamo preso grossi abbagli, rischiando di mandare in galera degli innocenti’, compie ancora un ragionevole atto di prudenza a garanzia di tutti.

  31. Aggiungo stralci dell’articolo di Massimo Ammaniti su Repubblica di oggi:
    “A questo proposito, ma sono sicuro che i magistrati che stanno indagando e i periti che hanno effettuato le valutazioni lo abbiano tenuto presente, i bambini di pochi anni non forniscono versioni esplicite di quello che è successo e pertanto domande dirette non solo non ci aiutano a ricostruire i fatti, ma rischiano addirittura di indurre nel bambino risposte in un certo senso speculari alle aspettative dello psicologo. È più utile osservare e raccogliere indizi indiretti, comportamenti impliciti dei bambini che ci segnalano uno stato traumatico, anche se non ci sono segni specifici che ci confermino l´abuso. Per fare un esempio, è frequente che i bambini abusati presentino delle difficoltà di attaccamento, dal 50 all´80% dei casi, che tuttavia sono presenti anche quando la madre soffra di depressione o ci siano conflitti familiari.”
    “Solo negli anni sessanta il pediatra Kempe fece riemergere l´esistenza della sindrome del bambino battuto (battered child syndrome) che determina gravi conseguenze fisiche e psicologiche. Da allora la conoscenza scientifica dell´abuso si è ampliata e contestualmente si è creato un clima sociale diverso, più attento alle difficoltà delle famiglie e dei bambini. Sono stati anche creati centri e programmi per aiutare famiglie violente e bambini in difficoltà, anche perché nell´80% dei casi l´abuso si verifica all´interno della propria famiglia e pertanto è ancora più traumatico.
    Se questo cambiamento di atteggiamento è stato senz´altro positivo, a volte si è creato un clima eccessivamente allarmistico che ha creato conseguenze ugualmente negative. Genitori sospettati di abuso per manifestazioni irrilevanti del bambino, ad esempio un´infezione vaginale di una bambina ha fatto scattare una segnalazione alla Procura oppure dei disegni di organi sessuali da parte di un bambino ha gettato una famiglia in un tunnel senza ritorno. In qualche caso, come successe qualche anno fa a Biella, il padre e i nonni sospettati di abuso si suicidarono lasciando tutti interdetti e dubbiosi su come erano veramente andati i fatti. Non va dimenticato che anche nelle separazioni coniugali può succedere che si denunci l´altro coniuge di aver abusato sessualmente dei figli in modo da metterlo in difficoltà ed ottenere l´affidamento dei figli.
    Vorrei che fosse chiaro, l´abuso dei bambini è un gravissimo fenomeno sociale che occorre affrontare adeguatamente, non minimizzandolo e neppure amplificandolo, in quanto può comportare ulteriori distorsioni e sofferenze. Occorre molta prudenza e soprattutto grande professionalità da parte di tutti, della stampa e della televisione, dei professionisti del settore, dei giudici e delle forze di polizia che indagano, sapendo che ci si muove su un terreno scivoloso in cui si può essere travolti dalle reazioni collettive. È inevitabile che l´abuso sui bambini generi reazioni emotive estreme non solo in chi ne sia coinvolto direttamente, ma anche in quanti ne vengano a conoscenza attraverso i canali di comunicazione e questo può interferire grandemente con il giudizio sociale. Per ritornare alle vicende di Rignano Flaminio vi è un´opinione pubblica giustamente allarmata, dobbiamo sì salvaguardare in primo luogo i bambini ma anche le persone sospettate perché non siano travolti da una bufera di emozionalità negativa che interferirebbe con la correttezza delle indagini.”

  32. Se posso permettermi vorrei postare un paio di link. Preciso che ciò che leggerete è accaduto nella città in cui risiedo. Ad oggi nessuno ha smentito questa notizia.Qualcuno l’ha ridimensionata ma nessun quotidiano o telegiornale ha provveduto a correggere quelle che secondo me sono notizie che rovinano l’esistenza delle persone.I bambini vanno protetti sempre questo è certo ma permettetemi di dire che in questo caso chi andava protetto era un povero uomo a cui nessuno a chiesto almeno scusa.
    http://riccardomarioghia.splinder.com/archive/2006-09
    http://www.asaps.it/showpage.php?id=10304

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