INQUIETUDINI

Ho avuto
un ricordo quando, leggendo il giustamente misurato articolo di Carlo Bonini sulla vicenda di Rignano, sono arrivata a
questa frase e alla citazione di un certo giornale:

“Pedofilia. La parola apre le
cronache dell’edizione del 13 ottobre del "Corriere di Viterbo" e una volta esaurito il giornale se ne
volantinano le fotocopie”.

Il
ricordo è diventato ancora più chiaro più avanti, leggendo la dichiarazione di una madre:

"Della pedofilia non sapevo
nulla. Mi sono messa a studiare. Ho scaricato da internet 2.500 file di
interesse. E ne ho selezionati 600. Ho cominciato a trovare analogie con altri
casi. E dopo che la preside della scuola mi aveva detto che "A Rignano
sarebbe finita come a Brescia, con tante assoluzioni", ho preso contatto
con l’Associazione Prometeo. Ho studiato i processi di Brescia per i fatti
degli asili Abba e Serelli. Ho capito quali errori non dovevamo ripetere. Ho
scoperto cos’è "l’abuso rituale" e il ruolo delle donne. Cosa il
"satanismo"".

Ecco. Non
potrei in nessun caso prendere posizione su questo -comunque terribile-
episodio.

Ma il
ricordo ha confermato il personale desiderio di cautela con cui andrebbero
maneggiati nomi e storie. Queste soprattutto.

(Il ricordo si riferisce a questo caso, che con il satanismo aveva
molto a che fare).

Aggiornamento e corollario (lungo).
Nel 1997 Luther Blissett scrisse un libro "maledetto": si chiamava "Lasciate che i bimbi-Pedofilia: un pretesto per la caccia alle streghe". In questa intervista a Carmilla ne parla Antonella Beccaria, a sua volta autrice, per Stampa Alternativa, di Processo a Satana, liberamente scaricabile dal suo blog. Quel libro, per inciso, contribuì a far uscire di prigione persone innocenti. Bene. Nel secondo capitolo, viene ricostruito in dettaglio il caso McMartin, che fu oggetto di un documentario di Oliver Stone, Indictment:The McMartin Trial. Ritengo di doverne postare almeno una parte, tanto per capire di cosa stiamo parlando.

Il caso McMartin
Il processo più sensazionale fu quello contro i proprietari e gli insegnanti
della scuola materna McMartin di Manhattan Beach, California. Fu il più lungo
processo penale della storia statunitense (6 anni, dal 1983 al 1989), oltreché
il più costoso ($15.000.000 spesi dallo stato di California), e si concluse con
la piena assoluzione degli imputati.
La McMartin Pre-School era di proprietà di Peggy Buckey e di sua madre,
Virginia McMartin. Ray Buckey (25 anni) figlio di Peggy, lavorava alla scuola
come assistente part-time. Il 12 agosto 1983 la trentenne Judy Johnson,
introversa ex-studentessa di teologia, si rivolse alla polizia dicendo che suo
figlio Matthew di due anni era stato molestato a scuola da Ray Buckey.
Incredibilmente, benché non ci fossero segni di violenza fisica né conferme da
parte di altri bambini, Ray fu arrestato il 2 settembre, e la sua casa
perquisita in cerca di prove e/o di materiale pornografico. Non fu trovato
niente, Ray negò con forza ogni accusa e venne rilasciato.
Il capo della polizia di Manhattan Beach fomentò il panico spedendo una lettera
"strettamente riservata" a circa 200 genitori di alunni ed ex-alunni
della McMartin. Nella lettera si riteneva "possibile" che Ray,
"fingendo di misurare la loro temperatura", avesse sottoposto i
bambini a "sesso orale, palpazioni dell’area genitale e delle natiche,
sodomia". I genitori erano invitati a cercare conferma interrogando i
bambini.
Più tardi, centinaia di bambini furono esaminati dal CII, Children’s
Institute International.
Entro la primavera 1984, a 360 di essi venne
diagnosticato un trauma psicologico da subite violenze sessuali.
Una TV locale affiliata all’ABC venne a sapere della cosa, e trasmise un
servizio su un possibile collegamento tra la scuola e giri di pornografia
infantile e di "industria del sesso" nei paraggi di Los Angeles.
L’intera città, in primis i genitori delle presunte vittime, fu presa
dall’isteria: i bambini furono sottoposti a pressioni continue da parte dei
genitori e del CII, e ricompensati se davano le risposte "giuste" a
domande sempre più subdole e capziose. Ne venne fuori che erano stati stuprati;
che erano stati costretti a partecipare a film pornografici e a farsi
fotografare; che avevano assistito alla mutilazione e all’uccisione di animali;
che erano stati costretti a partecipare a rituali satanici, compreso l’omicidio
rituale di bambini dei quali Ray aveva bevuto il sangue e bruciati i cadaveri;
che avevano visto partecipare ai riti noti attori come Chuck Norris e uomini
politici; che erano stati chiusi in una bara e calati in una fossa; che erano
stati molestati in un mercato e in un autolavaggio; che erano stati costretti a
guardare mentre Ray Buckey uccideva una testuggine piantandole un coltello nel
guscio, dimostrazione di cosa sarebbe successo loro se avessero parlato; che
erano stati portati in aereo a Palm Springs, violentati e riportati indietro;
che erano stati portati in tunnels sotto la scuola e violentati (non fu mai
trovato alcun tunnel); che avevano visto streghe volare.
Per ciascun interrogatorio lo Stato di California (e quindi i contribuenti)
pagò al CII 455 dollari. Poiché furono esaminati più di 400 bambini, la cifra
totale è di quasi cinque miliardi di lire, soldi che finirono per buona parte
nelle tasche dei dirigenti e operatori dell’istituto.
Oltre a Ray, vennero arrestati anche Peggy Buckey, Virginia McMartin e quattro
insegnanti. Nel 1986, poco prima del primo processo, un sondaggio presso i
residenti nella contea di Los Angeles mostrò che il 90% dei potenziali giurati
riteneva Ray e Peggy colpevoli. Gli avvocati difensori chiesero che il processo
si svolgesse in un’altra contea, ma il giudice rifiutò.
(…) Più tardi Judy Johnson dichiarò di
avere poteri divini, e le venne diagnosticata un’acuta paranoia schizofrenica.
Dopo la perdita della potestà su Matthew e una convalescenza in clinica, morì
di cirrosi epatica, a pochi giorni dall’inizio del processo.

La Procura Distrettuale cercò di nascondere alla difesa la documentazione della sua malattia mentale.
Nel frattempo la polizia ispezionò 11 dei luoghi indicati dai bambini, senza
trovare niente. Gruppi di genitori scavarono nel cortile della scuola in cerca
dei famosi tunnels, di ambienti sotterranei e/o di resti di bambini e animali
sacrificati. Trovarono solo la carcassa di una testuggine, ma una perizia
dimostrò che la sabbia trovata all’interno del guscio era diversa da quella
dell’area circostante. Ciò indicava che qualcuno aveva trovato la carcassa in
una spiaggia più distante, e l’aveva sotterrata nel cortile.
Nel marzo 1984, sui 7 imputati si abbattè una gragnuola di capi d’accusa (per
la precisione 208) riguardanti abusi su 40 bambini. Dopo 20 mesi di udienze
preliminari, l’infondatezza del teorema era più che evidente. L’accusa fece
offerte di sconti di pena a ciascun imputato perché testimoniasse contro gli
altri, ma nessuno accettò. In aula vennero prodotte ben poche
"prove": un paio di orecchie di coniglio, candele nere ed un
mantello. Gli avvocati difensori non ebbero difficoltà a provare che tali
oggetti non erano minimamente collegati al caso McMartin.
Nel gennaio 1986 fu eletto il nuovo Procuratore Distrettuale, Ira Reiner, che
fece cadere tutte le accuse contro 5 degli imputati. Restavano solo 52 capi
d’imputazione contro Ray Buckey e 20 contro Peggy Buckey, più un’accusa comune
di associazione a delinquere. Secondo un sondaggio telefonico, il 96% dei
residenti nella contea aveva sentito parlare del caso, il 97% di quanti si
erano fatti un’opinione riteneva Ray Buckey colpevole, mentre "solo"
il 93% pensava lo stesso di Peggy Buckey.
Il 18 gennaio 1990, dopo quasi 3 mesi di udienze e 9 di discussione, la giuria
assolse Peggy Buckey dagli ultimi 13 capi d’accusa e prosciolse Ray per 39 capi
d’accusa su 52, spaccandosi però sui rimanenti (ma con la maggioranza dei
giurati schierata per l’assoluzione). Per questi ultimi Ray fu ri-processato
nell’agosto successivo e assolto una volta per tutte.
Peggy querelò immediatamente il Comune, la Contea, il CII e la ABC. Pochi mesi dopo,
anche Virginia McMartin e altri due imputati intentarono una causa. Questi
tentativi fallirono perché una legge statale e diversi precedenti giuridici
sancivano l’assoluta immunità di enti e associazioni come il CII nel caso
collaborassero con  la Pubblica Accusa.

Gli eventi di Manhattan Beach hanno rovinato molte vite.
Centinaia di bambini, oggi teenagers, credono ancora di essere stati stuprati e
seviziati durante grotteschi rituali. Sette adulti sono finiti sul lastrico. La
scuola è stata chiusa e demolita. L’irresponsabilità dei media ha terrorizzato
l’intera regione, e molti casi-fotocopia si sono verificati in Nordamerica e
nel mondo.

L’elemento che, nel caso McMartin e in molti altri analoghi, permise di
rovesciare definitivamente il teorema del SRA fu il fatto che CII,
psicoterapeuti ed "esperti" come la famigerata Kee MacFarlane
avessero l’abitudine di riprendere i propri colloqui/interrogatori coi bambini.
Dai video risultò chiaro che le procedure di MacFarlane & Co. erano scorrette,
vera e propria circonvenzione; i bimbi erano coinvolti in un contorto
psicodramma del quale non capivano le implicazioni, li si faceva giocare con
pupazzi (spesso completi di ogni particolare anatomico) e si chiedeva loro di
rivivere, con la mediazione del gioco, lo stupro rituale che si supponeva
avessero subito. Il gioco era pilotato dagli interroganti a suon di
domande capziose, e le risposte del bimbo dovevano per forza confermare quanto
l’adulto già sospettava. MacFarlane aveva istruito gli interroganti a non
accettare un "no" come risposta
(pare incredibile, ma è tutto
scritto nei saggi e negli articoli di questa pazzoide). Se il bimbo rispondeva
"male", l’adulto doveva insistere perché il bimbo dicesse la
"verità". Immancabilmente, il bimbo finiva per rispondere in modo da
compiacere chi lo interrogava.

87 pensieri su “INQUIETUDINI

  1. Detto tra noi, inventare per gioco o per provocazione storie di satanismo e di pedofilia (come se non bastassero quelle vere!) a me pare una emerita stronzata, anche se a firmarla furono i per altri versi meritevoli Luther Blisset.
    Decisamente più nobile, invece, ho trovato la decisione di Eugenio De Medio di socializzare, ormai ultracinquantenne, i suoi ricordi *veri* di ciò che provò nell’essere violentato a sei anni di età. Il suo testo è scaricabile gratuitamente da vibrisselibri.net (tranquilla, nessun fine di lucro, nessuno guadagna nulla).

  2. Sai cosa mi pare una vera stronzata, Lucio? Effettuare ogni santo giorno che Dio manda in terra connessioni fra quanto si afferma qui e quanto si afferma da te o, come in questo caso, si fa su Vibrisselibri di cui ti occupi.
    Non ti fa onore, dal momento che sul tuo blog ci sono post molto interessanti e molto ben scritti. Personalmente li leggo tutti i giorni. Ma ti assicuro che l’autopromozione, fatta in questo modo e soprattutto su questi argomenti, non giova a te per primo.
    Abbi pazienza, ma prima o poi dovevo dirtelo (e, a proposito, quando estrai interi pezzi di commenti da qui per farne un post, sarebbe cortesia – non obbligatoria – linkare la fonte, e non solo citarla. Grazie)

  3. Sapevo che avresti risposto così, ma Eugenio, con cui sono in contatto, sconta ANCORA OGGI quel che passò allora.
    P.S. Anch’io avrei gradito un briciolo di attenzione in più da una come te – sempre pronta a sorreggere chi non ne ha bisogno – quando ci costituimmo per lottare in favore di libri contro ogni logica di profitto.

  4. Il povero Lucio, davvero povero, ignora il motivo di quelle “stronzate”. Ignora le ripetute e spaventose inchieste inventate che si sono susseguite nell’arco ormai di svariati decenni da una sponda all’altra dell’atlantico. Ignora l’ormai acclarata, anche dalla magistratura, persecuzione giudiziaria contro i “bambini di satana”, con le medesime orribili accuse di oggi. Ignora tante cose, troppe. Ma ne vuole parlare lo stesso, comunque. Per forza. Perchè se no è censura.Ma, si diceva in un bel film,”che te lo dico a fare?”
    Tempo sprecato. Potete tornare ai vostri perenni “livori in corso”, come quelli della tangenziale di napoli.
    Statemi bene.
    Ciao loredana,un abbraccio.
    wm3

  5. Non ignoro un bel nulla e se considero comunque la vostra iniziativa una stronzata, che aggiunse confusione a confusione, vorrei sentirmi libero di esprimerla. Grazie. O bisogna per forza dire che è tutto oro (di Bologna) quel che riluce?

  6. Lucio: io giudico i contenuti di ogni singolo libro, non le ideologie degli editori. Questo in assoluto e a prescindere dal singolo caso.
    In secondo luogo: non mi sembra che tu possa permetterti di dire che io sostengo chi non ne ha bisogno. Sostengo ciò che ritengo valido, che è tutt’altra faccenda. E non tollero insinuazioni in questo senso.
    In terzo e ultimo luogo: sono fatta male, e l’insistenza, con me, funziona da deterrente. Sempre.

  7. E che cosa ti avrei chiesto, di grazia, che tu mi avresti negato?
    Che io ricordi, solo un’eventuale menzione del libro-testimonianza della Forcolin (di nuovo in favore dei suoi piccoli, che ancora rischiano di essere spediti in Nigeria, pur essendo nati e cresciuti a Venezia), ma lo feci rigorosamente in privato.

  8. Lucio, per favore: quasi in ogni post c’è un tuo commento dove rimandi al tuo blog. E quasi ogni giorno mi segnali in privato cosa hai postato da te.
    Chiudiamola qui, d’accordo?

  9. Ok. Mi pento e mi dolgo con tutto il cuore di averti segnalato, solo segnalato, e in privato, eventuali miei post. Prometto di non peccare mai più.
    Quanto a ciò che dico nei commenti, tu non c’entri nulla. Me ne assumo tutta la responsabilità anti-storica e a-morale. Un abbraccio.

  10. Grazie per l’intromissione, Anghelos. Infatti, quello che mi premeva era cercare di sottolineare che esiste un confine sottilissimo fra gogna e denuncia. E senza voler in alcun modo minimizzare il dramma dei bambini abusati, non è neanche possibile ignorare quante volte l’incubo pedofilia è stato agitato impropriamente…per non parlare di quello del satanismo.

  11. La mia è solo un’impressione, la banale e stupida impressione di uno che di queste cose non capisce nulla. Ma è un’impressione che non mi abbandona. L’impressione netta, quasi inamovibile, che la gogna, per i casi di pedofilia, sia riservata sempre e solo ai piccoli.
    I grandi, che votano, che parlano e sanno parlare, che parlano anche tramite gli avvocati, che sanno gestire i cavilli, che sono importanti. I grandi.
    E i piccoli? Chi si cura dei piccoli?
    Blackajck

  12. No, io mi rivolgevo alla discussione in generale, e a parer mio parlare dell’intelligenza o meno dell’iniziativa dei Blisset sarà sì un fatto collegato all’argomento del post, ma non è, almeno per come l’ho inteso io, l’argomento in sè. A me è sembrato che Loredana avesse inserito il link sui Blisset come approfondimento del discorso, e non come elemento centrale. E in tutti i casi non volevo fare un attacco personale, scusatemi se è sembrato così.

  13. Tranquillo, non è sembrato affatto così, Anghelos: e hai colto perfettamente le mie intenzioni.
    Blackjack: hai ragione. Ma devo inserire un “però”: in moltissimi casi le accuse di pedofilia si sono rivelate false, ma le vite degli accusati sono state comunque distrutte. Personalmente, ho testimonianza di almeno un caso in cui questa insinuazione è stata coscientemente utilizzata per eliminare professionalmente una persona (riuscendoci).
    Inoltre, so quanto le notizie che creano allarme intorno ai bambini siano ghiottissime.
    Le mie non sono certezze. Sono, appunto, inquietudini profonde.

  14. a me ha fatto orrore l’articolo di bonini (o era d’avanzo? boh) quattro colonne su croci rovesciate, bambine deflorate (che solo a scriverlo mi viene da vomitare) e via così. poi le ultime otto righe (leggi otto) smontano tutto. niente prove, niente perizie, niente di niente.
    chi porta la legna per il falò?

  15. Cara Loredana,
    condivido pienamente le tue inquietudini.
    Ecco la mia posizione.
    La notizia di un’indagine su un presunto caso di pedofilia si trasforma in processo e automatica condanna. Questo è vero.
    Bisogna attendere. E fare silenzio.
    Però una volta accertate colpe e colpevoli bisogna colpire duro, con forza, applicando il codice penale in maniera rigida. Si potrebbe aprire un dibattito (ma sarebbe riservato agli addetti ai lavori) se la magistratura applica davvero in maniera rigida il codice penale o se non sia necessario persino un intervento del legislatore per operare dei “ritocchi” normativi.
    In ogni caso: Giù le mani dai bambini!
    Piccola nota a margine: ogni volta che la polemica prevale sui contenuti (e ogni volta che si va “off topic”) si inibisce la crescita vera del dibattito.

  16. A me fa soprattutto orrore l’***ampiezza*** della diffusione del fenomeno, di cui è sicuramente difficilissimo produrre prove concrete. Si pensi a quanti tranquilli babbi occidentali, italiani compresi, praticano senza ombra di scrupolo il cosiddetto turismo sessuale – lontano dalla patria, nei tropicali bambinifici del Terzo Mondo – abusando di piccolini e piccoline magari della stessa età dei loro figli.
    Spero solo di parlare per sentito dire, o per la suggestione di false inchieste montate apposta per suscitare scalpore.

  17. Per far capire di cosa si sta parlando, e per cercare di far passare un concetto (i bambini vanno tutelati, evidentemente: ma innescando, come in alcuni casi è avvenuto, un clima di caccia alle streghe, non solo non li si tutela affatto, ma si distruggono le loro e le altrui vite) ho ampliato il post.
    Non sto, sia chiaro, fornendo alcun giudizio sulla vicenda di Rignano. Sto fornendo dati. Aggiungo, qui, un solo caso, ben noto in Italia: quello di Miriam Schillaci.
    Copio e incollo da L’avvenire:
    ” Non dimenticheremo mai gli occhi stralunati di Lanfranco Schillaci, tranquillo professore di matematica, il giorno in cui – era il 23 aprile 1989 – di colpo divenne un mostro: giorni prima aveva portato la sua piccola, 2 anni, al pronto soccorso perché perdeva sangue. Violenza sessuale, era stata la diagnosi di medici frettolosi. Mostro, era stata la sentenza immediata sulle prime pagine dei giornali. Teratoma sacro-coccigeo, cioè un cancro al retto, era la verità.
    Ma nel frattempo quel padre era diventato un pedofilo, la sua Miriam gli era stata strappata dal tribunale dei minori e data in affido perché i genitori non potessero vederla, e il branco (vicini di casa, conoscenti, i soliti che l’avevano detto, loro…) già raccontava di comportamenti sospetti…
    Il 5 maggio mea culpa di medici, giornalisti, vicini di casa e giudici minorili, “nessun abuso, trattasi di tumore”: per quei genitori non più mostri iniziava un nuovo calvario. Il 3 giugno Miriam morì: «Sono qui a chiedervi perdono per le ingiuste sofferenze che la terrena limitatezza delle attività dello Stato vi ha così crudelmente inferto», disse a Maria e Lanfranco il presidente Cossiga, ma ormai il pubblico ludibrio, la forca di piazza, l’accusa più infamante che esista – pedofilia – li aveva annientati. “

  18. Sarebbe davvero cosa buona almeno aspettare l’esito delle indagini e del processo prima di ungere gli strumenti di tortura. Tanto più nel caso di sconosciuti Carneadi che, non avendo dalla loro illustri avvocati – e non solo nel senso stretto della professione –, diventano spesso capo espiatorio di tutti i mali della società.
    Si fosse trattato di personaggi illustri – il caso Savoia pare illuminante -, pur leggendo le quasi inequivocabili “ammissioni di colpa” nelle intercettazioni (altro terreno minato), il numero dei difensori sarebbe sterminato.
    Il problema è che l’opinione pubblica è influenzata (vogliamo dire guidata?) dalla stampa che con i pesci piccoli sembra sparare alzo zero, con i grandi, mette avanti non solo le mani, ma tutti i “se”, i “ma”, i dibattiti e i cambi di fronte.

  19. a proposito di pedofilia, vi informo che c’è un poeta italiano che scrive in un suo poema “bimbi generosi dai ventri sgualciti” o qualcosa del genere. Non male, eh?

  20. Va da sé che giustizia e media dovrebbero andarci con i piedi di piombo, in ogni campo e non solo in quello della pedofilia (numerosissimi i casi di condananati a morte, appunto in America, di cui si è scoperta troppo tardi l’innocenza) ma secondo me è più controproducente abbassare che innalzare l’allarme, ovvero instillare – rispetto al fenomeno – il dubbio permamente “saranno le solite panzane sparate dai giornali. D’accordissimo sul fatto che non si debba sbattere il mostro in prima pagina senza averne le prove, ma fatte le debite proporzioni, direi che sono molti di più i casi ingiustamente sommersi di quelli ingiustamente denunciati.
    Sempre su Carmilla, anche un bel pezzo su chi, come e quando si decise in Vaticano di sottrarre i pedofili alla magistratura: http://www.carmillaonline.com/archives/2007/04/002204.html#002204

  21. a meno di cento metri da dove scrivo abitano i genitori dei protagonisti di un caso speculare a quello di Miriam Schillaci,ma senza la tragica conclusione a fare da riprova.La verità processuale è sfociata a prescindere in una doppia tragedia in quanto giocoforza permane il dubbio che il processo sia stato adeguatamente corretto,vuoi per il talento di qualche leguleio,vuoi perchè magari si spera che l’oblio eviti ripercussioni nel futuro delle piccole vittime che forse non parlandone più ed evitando la reiterazione delle sevizie possono,si spera,dimenticare l’orrore.Ma è una vicenda molto complessa e per giudicarla bisognerebbe aggiungere che in mezzo c’era una storia di separazione tra i genitori della vittima per cui ci si può sentire autorizzati a pensare che del fango sia stato tirato nel meccanismo della verità al fine di impadronirsi(per puro spirito di contraddizione,temo)del povero bottino in un gioco perverso senza vincitori nè vinti

  22. Loredana hai fatto benissimo a integrare il post.
    Io ancora una volta ti dico che condivido in toto le tue inquietudini.
    Un clima da caccia alle streghe è di per sé nocivo, non c’è dubbio. E’ forte il rischio che un sistema mediatico sensazionalista, di fatto, condanni ancor prima che si possa far luce sulla verità.
    Certo, l’idea poi di una condanna “vera” errata, ingiusta, frutto di distorsioni interne agli stessi “meccanismi d’indagine”, fa rabbrividire. L’idea che una persona, innocente, possa essere accusata e poi condannata per pedofilia è raccapricciante. (Una sorta di inferno in terra).
    E l’idea di un padre accusato, ingiustamente ed erroneamente, di aver compiuto abusi sessuali nei confronti di un proprio figlio genera sensazioni di puro orrore. (Una sorta di inferno degli inferni).
    Rimane l’inquietudine, Loredana. Sì, rimane.
    Facciamo bene a parlarne, a ragionarci sopra, a stigmatizzare gli eccessi, a evidenziare i rischi.
    Ma poi?
    Cosa dovremmo fare, Loredana?
    Alla fine mi viene da pensare che sia giusto far prevalere sull’inquietudine, e qui sono d’accordo con Lucio, l’esigenza di guardare (e salvaguardare) i nostri bambini con occhi attenti.
    Occhi attenti e mente libera.

  23. Sono assolutamente d’accordo con quanto dice Loredana nell’ultimo commento. Guardiamola proprio dalla parte dei bambini: va bene tenere alta la guardia sulla pedofilia; ma se le testimonianze dei piccoli vengono manipolate e distorte per corrispondere alle aspettative isteriche degli adulti attorno a loro, non credete che i bambini coinvolti per primi ne subiscano un danno, e gravissimo? Non ho elementi per giudicare il caso specifico, come non li ha nessuno di noi. E allora non sarebbe meglio attendere prima di sparare a zero sui presunti colpevoli?

  24. I bambini violati mandano segnali di disagio abbastanza evidenti, diceva Maria Rita Parsi un paio di sere fa in tivù. Il genitore attento deve saperli cogliere. Ma anche prima che certi fatti accadano, deve saper vigilare con discrezione sulle persone cui affida il proprio bimbo. Purtroppo gran parte delle violenze avvengono all’interno delle famiglie stesse. E il difficile è tutto lì e in quei casi a poco serve l’invito della Lipperini a salvaguardare la prole dalla nostra paura, soprattutto se riferita a una madre che si accorga di aver sposato un violentatore dei propri figli. Vorrei vedere lei!

  25. Robert Darnton, nel saggio “I contadini raccontano fiabe” (in Il grande massacro dei gatti) – uno dei masimi storici viventi – ha dimostrato come dietro la fiaba di Cappuccetto Rosso (che in origine non aveva alcun cappuccio, e non si salvava affatto) si adombra una storia di stupri familiari tramandati oralmente nel corso della cosiddetta “storia immobile” (dal XIV al XVIII secolo, più o meno). Questo per dire che la violenza ai bambini non è un prodotto della modernità: moderno è il fatto che se ne parli, e che sia cresciuta una sensibilità avversa a tali pratiche sessuali. Di tale sensibilità fa parte, purtroppo, il corollario (o è un residuo irrisolto del passato?) pruriginoso, che spinge a vedere stupratori di bambini un po’ ovunque, soprattutto dove ci sono devianti dalla norma: come gli omosessuali (cos’altro voleva far intendere Fini col suo veto ai maestri omosessuali?), satanisti o presunti tali, come i Bambini di Satana, che non hanno violentato né il bambino né la ragazza che li accusò, come è emerso dal processo, e come lo Stato (cioè tutti noi, perdonate la demagogia fiscale, con le nostre tasse) ha dovuto riconoscere risarcendoli per l’ingiusta detenzione. Ma il bambino sottoposto a “regolare” esorcismo da parte di un uomo di Chiesa chiamato dai suoi genitori invasati con l’appoggio di una setta fondamentalista cattolica, chi lo risarcirà del trauma subito?

  26. Certo Loredana. I nostri bambini vanno salvaguardati dalle nostre paure. I bambini che crescono nella paura subiscono un’altra forma di violenza e non potranno mai crescere bene.
    Ma una cosa è “tentare” (uso le virgolette perché – credimi – non è facile; e qui ti parlo in quanto padre di due bimbe molto piccole) di non trasmettere le proprie paure, un’altra e far slittare questo tentativo nella superficialità o nella disattenzione.
    E’ un problema spinoso, spinosissimo, quello che sollevi, cara Loredana.
    Eppure la questione è antica.
    Per quanto riguarda il discorso “bambini e paura”, del resto, già i padri dei nostri padri raccontavano le storie dell’uomo nero e dell’orco cattivo.
    E anche certe favole e fiabe tradizionali sono state improntate, in fondo, con l’intento di mettere in guardia i bambini. Nella versione originale di Cappuccetto Rosso, per esempio, se non ricordo male (non vorrei scrivere una cavolata) la protagonista viene mangiata dal lupo e… punto. La storia finisce lì.
    Tornando a noi mi pare però che la tua inquietudine derivasse non tanto dalla possibile paura trasmessa ai bambini, quanto dal rischio di vedere innocenti vittime di condanne mediatiche (o addirittura reali) a causa di una società ansiosa e angosciata che troppo spesso finisce con l’indire “caccie alle streghe”.

  27. Caro il mio anonimo, il genitore istruito da certi esperti televisivi non soltanto, per come la vedo io, rischia di non vedere affatto gli eventuali segnali reali, ma rischia di travisare parecchio. Questo, se non fosse chiaro, non significa negare che le violenze esistano (come, purtroppo, è sempre stato), che avvengano soprattutto in famiglia e che vada fatto di tutto per fermarle.
    Ma una cosa è un caso effettivo di violenza. Un’altra è l’isteria collettiva sulla pedofilia. E il “vorrei vedere lei” te lo puoi ampiamente risparmiare, grazie. Ho due figli.

  28. Ehi, non sapevo fossi anche mamma (e di due figli). Complimenti!
    Poi mi spieghi come riesci a organizzarti per fare tutte le cose che fai! Della serie “salti mortali” immagino.
    (sono andato “off topic”. scusa).

  29. sempre molto d’accordo con le parole dei wm e con quelle della lipperini.Detto ciò leggo che il gip,che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare,scrive che “non è dubitabile la credibilità delle dichiarazioni dei bambini sottoposti a violenza”. Ci sono molte cose strane effettivamente in questa vicenda: da una parte il fatto che per una volta non ci sia stata fuga di notizie (per lo meno sui grandi giornali) dall’altra l’articolo di bonini avanza una serie di interrogativi: perchè il magistrato ha lasciato che i bambini fossero ascoltati solo da una sua assistente e nemmeno dagli inquirenti? E nonostante ciò è sulle dichiarazioni dei bimbi che si basano gli arresti. L’ordinanza del gip è tremendamente dettagliata anche se le accuse di satanismo sono incredibili.Una delle maestre avrebbe detto agli alunni che “gesù è cattivo e il diavolo è buono”. Strano,molto strano. Verrebbe da non crederci per salvarsi dall’orrore.Vediamo che succede.
    saluti
    m.fv.

  30. Lipperini, vanno benissimo tutti i però e i distinguo di questo mondo, solo continua a rimanermi la ‘strana’ sensazione che non sempre sia attribuito, alle parole dei Bambini, il peso che meritano.
    I Bambini non organizzano fiaccolate di sostegno, non rilasciano interviste, non pagano avvocati di grido, non hanno nessuno pronto a sostenere che “sono brave persone, li conosco da una vita e non farebbero mai una cosa simile”.
    I Bambini hanno anche il ‘difetto’ di credere ai grandi, mentre i grandi raramente possiedono il ‘pregio’ di credere ai Bambini. Sono solo Bambini.
    Blackjack

  31. sul rischio di farsi “i film” Henry James ci ha scritto la sua cosa migliore.E i film può farseli chiunque,dalla migliore delle madri al GIP più equilibrato.Specie quando è in gioco la vita di un innocente

  32. Anghelos, in questa brutta storia, le iniziative di Luther Blissett (con 2 t)come il libro sulla pedofilia, ma anche il filmato/beffa della messa nera a Viterbo, programmato da Paolo Liguori come lo scoop dell’anno su Italia 1 nel ’97, stanno a dimostrare la superficialità (sono troppo buono lo so) di molti operatori dei media e le enormi potenzialità (ancora sfruttabili) della controinformazione. Quanto agli attacchi personali vedrai che a volte possono fare anche molto bene.

  33. Ah sì. I finti mongoloidi di youtube. I finti first men on the moon. Le finte recensioni. Fiction e faction. Tutto un gran calderone. Che bello. Tanto chi è nella merda ci resta. E la controinformazione può diventare un gioco molto divertente, che sia fatto con una sola t o con due.

  34. Tanto è vero, signor anonimo dai molti pseudonimi, che “dalla merda”, grazie alla controinformazione, alcune persone sono state tirate fuori, evitando di scontare- da innocenti- anni di prigione.
    Per certi commentatori basterebbe la semplice “informazione”, senza il “contro”. Il basic, insomma. Certo, per acquisire le informazioni suddette, occorre anche un cervello funzionante..

  35. Noi orchi siamo pericolosi, ma non tocchiamo i bambini. Ho letto tutti i commenti, uno mi ha colpito più degli altri, il poeta che usa quell’espressione “ventri sgualciti di bimbi generosi”, o simili. Ho letto quel poema, anzi l’ho sentito recitato dal poeta stesso (mi pare si chiami Picca) al teatro di Tor Bella Monaca a Roma l’anno scorso, e rimasi molto colpito da quel verso… Non pensate che anche la poesia – per quanto marginale da noi – possa essere perniciosa e debba porsi un problema etico?

  36. Il commento sotto il tuo, cancellato, sì. E Kapo risparmiatelo, grazie: sono sinceramente stufa di veder adombrare risentimenti personali, idiozie e quant’altro dietro la parola “democrazia”. Ok?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna in alto