IO LEGGO, NON SONO MIGLIORE DEGLI ALTRI MA TROVO LE PAROLE

Qualcuno dirà che è andata benissimo, altri diranno insomma, qualcuno prenderà le distanze, altri chiederanno, euforici, un bis. Su #ioleggoperché nutrivo e nutro i dubbi antichi, quelli che mi portano a diffidare non da oggi del sottotesto: chi legge è migliore di chi non legge. Certo, qualche passo avanti rispetto allo spot televisivo degli anni Novanta dove il non lettore era rappresentato come un palestrato in grado solo di grugnire, o quasi, si è fatto. Resta però quel “noi che leggiamo” che schiaccia chi alla lettura (di un libro, sottolineamolo, perché si legge moltissimo “altro”, di questi tempi) non è interessato.
Non siate disfattisti, si è grosso modo replicato in queste settimane a chi, da lettore o scrittore, avanzava le proprie perplessità.
Non lo siamo, non lo sono. Mi limito a mostrarvi quali, a mio modesto parere, sono le corde che forse toccano un non lettore.
Ricordate questo spot?
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Lo realizzò Spike Lee per Telecom, nel 2004. Come ricorda qui Giovanna Cosenza, faceva riferimento a un discorso che Gandhi tenne a New Delhi il 2 aprile 1947, e metteva in scena questa fantasia: immaginare che nel 1947 Gandhi avesse a disposizione le tecnologie della comunicazione odierne, dal cellulare alla videoconferenza, e spingere lo spettatore a chiedersi: «Se avesse potuto comunicare così, oggi che mondo sarebbe?».
Uno spot, comunque, bellissimo. Ora, ci si può anche chiedere cosa accadrebbe se un regista sopraffino girasse uno spot dove si dice una cosa semplicissima: leggere non fa diventare buoni, neanche un po’, o Dell’Utri non sarebbe un bibliofilo. Leggere è piacevole, per prima cosa. E per seconda, ma non meno importante, ti fa trovare le parole. Come in questo spot canadese. Bellissimo. Ed efficace. Buone letture a voi.
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Un pensiero su “IO LEGGO, NON SONO MIGLIORE DEGLI ALTRI MA TROVO LE PAROLE

  1. abbiamo aderito
    sono passati di qui circa 15 messaggeri, molti dei quali persone mai conosciute prima, uomini e donne, giovanissimi e non più giovani, un paio di biblioteche con cui collaboriamo
    alcune copie le abbiamo donate a persone entrate in libreria per uno sguardo, altre in un centro diurno psichiatrico dove lavorano persone amiche
    più difficile fare di una liceale con lo zaino pieno una messaggera
    era rimasto un pacchetto di Pennac, ma a scuola non ci è mai arrivato, l’ho ritrovato a sera sul divano di casa
    la maglietta si è aggiunta alla mia collezione
    Buon lavoro Loredana
    Nicoletta

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