ISOLAZIONISTI, VAMPIRI, RAUNCH

Fra le altre cose, la vostra eccetera sta leggendo due
libri. Uno segna il ritorno di Tommaso Labranca al vecchio piglio. Si
chiama Il piccolo isolazionista. Brano:

“…il Piccolo Isolazionista ha uno strano rapporto con il
passato. Lo porta sempre con sé sotto forma di quarant’anni di file musicali
rinchiusi nell’iPod. Si lascia andare alla funzione random che risveglia in
sequela visioni e non sensazioni. Quando il passato deve equivalere a
nostalgia, ci si rimette alle esperienze altrui. Il passato in cui si rifugia
il Piccolo Isolazionista non è mai quello personale, ma quello acquisito nel
supermarket della leggenda”.

Il secondo libro è di Flavio Santi e si chiama L’eterna
notte dei Bosconero
. Sul sito di 24/7 l’intervista al
medesimo.

Ps. Non c’entra niente. Ma nel frattempo ho scoperto- in
ritardo- che a firmare la versione italiana de La pupa e il secchione è la sofisticata Simona Ercolani,
quella di “Sfide”, per intenderci, e del reality manzoniano. Quella che
adesso dichiara: “Come Marilyn Monroe era la pupa
degli anni 60, la Monsè può essere considerata quella del 2000. Evidentemente
ogni periodo storico ha la pupa che si merita”.
Corollario: Qui la cronaca della conferenza stampa
– con citazioni da Platone. Qui una riflessione di Mario Perniola,
che ci sta tutta, sulla raunch culture.

Alas.

8 pensieri su “ISOLAZIONISTI, VAMPIRI, RAUNCH

  1. Ora anche Loredana Lipperini, come Wu Ming, ha imparato che la censura non serve a niente: è una guerra inutile (come tutte le guerre). Molto meglio il dialogo, sempre se si hanno i mezzi per dialogare. Evidentemente questi mezzi mancano anche qui. Ne prendano atto i lettori di Loredana Lipperini.
    Fine della mia missione. Saluti
    Luca Bersi

  2. Non sono mai riuscita ad apprezzare Aldo Nove, mentre Tommaso LaBranca mi è sempre piaciuto, lo seguo tuttora, e sempre propone spunti interessanti.
    Stimo la Ercolani come donna intelligente; non so se dire altrettanto del consorte, quindi la ditta televisiva che hanno messo in piedi da qualche anno non so… mi lascia un pò perplessa.

  3. di Perniola avevo letto “l’arte e la sua ombra” e mi era piaciuto assai, grazie per il puntatore al suo sito!

  4. (reply @ non c’entra niente)
    guardavo una puntata dell’isola dei famosi, e non ho potuto fare a meno di pensare che gli autori avessero scientemente deciso di “realitizzare” lo scontro tra avanguardie dada e cultura pop inserendo Domiziana Giordano, musa di Strehler e aristocratica puzza sotto il naso, in un contesto trash. Mirete: mavaaa, paranoia.
    Sì, ma perché proprio una musa di Strehler e non una con la puzza sotto il naso e basta?

  5. Non solo Strehler, anche Tarkovsky, e molti altri. Ha un CV attoriale di tutto rispetto.
    La cosa più divertente è il cenno a questo misterioso “progetto artistico” che aveva intenzione di portare a termine sull’isola. E’ scritto sulla sua scheda nel sito del reality:
    “Attualmente Domiziana è impegnata in un work in progress segreto ed è sua intenzione portarlo a termine proprio sulle spiagge honduregne.”
    Siccome lei di solito fa net-art e cose del genere, e lavora prevalentemente su supporto digitale, e visto che sull’isola non ci sono computer (o meglio, non li hanno a disposizione i concorrenti), di cosa potrà mai trattarsi?
    Ricordo Domiziana al convegno “Digital is not analog 2001”. Durante la presentazione delle sue opere, alle sue spalle scorrevano immagini del suo portatile, lei cliccava e descriveva. A un certo punto clicca sulla cartella sbagliata e si aprono… foto di Domiziana nuda. Lei sobbalza, cerca di chiudere le immagini, ma è agitata e muove male il mouse, e mentre cerca di rimediare agita un braccio e grida al pubblico: “Non guardate!” A parte l’aspetto buffo dell’episodio, ricordo che mi fece molta tenerezza, perché c’era una persona proveniente da altri percorsi, non poco ingabbiata in questo suo passato da algida attrice di film d’auteur (e per giunta bella), che si buttava in nuove esperienze, forse in modo un po’ naif e arrembante, ma di certo meno intellettualoide della media, e tutti però vedevano solo la biondona.
    Di persona non l’ho trovata per nulla antipatica né sussiegosa. Sull’Isola, per quel poco che ho visto, mi pare le abbiano tirato fuori il peggio del cliché dell’artista alto.

  6. Mi sento un pò meno sola, adesso che vedo che qualcuno getta un occhio all’Isola dei famosi.
    Ho questa devianza da reality, è difficile disintossicarsi…(ma Wild West, no, e’ troppo!)

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