Sabato ero a Verona, per la premiazione del romanzo vincitore di Scrivere per amore, organizzato dal Club di Giulietta. Ora, se alla parola “amore” associate la valanga di melassa cui soprattutto le lettrici sono sottoposte con crescente cupidigia editoriale negli ultimi dieci anni, siete in errore. Niente paranormal-softporno-newadult, niente sfumature-lietissimi finali-comefaccioasposaremrright. E nemmeno si intende quel tipo di amore romantico (ma fuorviante) cui fa riferimento, per esempio, la brava Oria Gargano nel suo Seduzioni d’amore. Amore come relazione complessa, profonda, in grado di modificare il tempo e l’esistenza.
Infatti, ha vinto La vita privata di Giulia Schucht di Lucia Tancredi: romanzo e non solo biografia, o biografia dove chi narra investiga il verosimile o il non avvenuto, e splendido cono di luce sulla vita di Giulia e del marito Antonio Gramsci. Leggetelo.
Non è finita: perché grazie a Lucia ho conosciuto anche le donne di Ev Casa editrice, che costituiscono la seconda bella storia editoriale in pochi giorni. Perché Ev? Lo spiega Stefania Monteverde:
” Si chiama ev perché ogni racconto è un passaggio e inizio di un cambiamento: è ev-olution. ev non è una sigla da scomporre in pezzi: è un nome in minuscolo, da pronunciarsi tutto d’un fiato, appena un soffio.”
Una casa editrice piccola, che non ha distribuzione per scelta, perché vuole uscire dalle logiche monopolistiche della medesima e tratta direttamente con le librerie. Una casa editrice che pubblica testi di qualità ostinandosi a scegliere la carta più bella, i caratteri tipografici migliori, i colori più sofisticati. Una casa editrice che paga tutti: autori, traduttori, redattori (e non è poco). Avercene, davvero. E auguri.