L'ANTICO NEMICO (CIT.)

Giusto oggi, mi scrive uno startupper, o come volete chiamarlo. Insomma, uno che fa startup, e suppongo ci guadagni non poco o aspiri a guadagnarci non poco. Non lo conosco. Mi racconta dei finanziamenti ricevuti, e mi manda un link alla startup medesima, che è volta – e altro non dirò – a mettere in contatto individui. Ancora, e ancora.
Giusto ieri, il Post raccontava di un’altra app per recensire le persone, ideata da una mamma che vuole sapere di chi fidarsi, metti caso che i bambini incappino in una creatura con troppe recensioni negative.
Giusto l’altro ieri, discutevo in treno del Frammento sulle macchine di Marx. E raccontavo al mio interlocutore come i siti dove si cerca e si offre lavoro al ribasso sono una forma di sfruttamento da cui puoi uscire solo diventando a tua volta sfruttatore (con una nuova startup, per esempio).
Continua a mancarmi la consapevolezza generale.
Consapevolezza: costruzione del modo di rapportarsi col mondo.
Non è risolutiva, non basta a se stessa, ovviamente. Però è un primo passo. Invece, mi sembra che si batta sui vetri come falene (magari quelle gigantesche che si trovano in Fantasmi di Dean Koontz- sì, è un romanzo horror).
Direte: e su, e basta, e quanti mugugni, e vediamo le cose in positivo, e quale immedicabile trauma ti porta a vedere tutto nero, e via così. Il punto è che non vedo affatto nero. Penso, anzi, che si stiano formando le premesse per ribaltare un presente che ci immobilizza. Ma bisogna imparare a guardare. Solo questo.

6 pensieri su “L'ANTICO NEMICO (CIT.)

  1. Una sinistra (sì, voglio usare questa parola, a rischio di far storcere il naso a parecchi nuovisti) che sapesse fare il suo mestiere avrebbe oggi a disposizione territori sterminati in cui fiorire. Il malcontento generato da un’idea e una prassi di costruzione europea funzionali solo alla proprietà, e non alle persone; la crescente domanda di giustizia sociale e di redistribuzione dei redditi; l’aggressione ai corpi intermedi della società veicolata (anche) attraverso un uso della tecnologia votato ad estremizzare l’atomizzazione delle comunità e la solitudine di individui resi infinitamente manipolabili e sostituibili; sono tutti temi da rivoluzione, qui e ora. Se la storia insegna qualcosa, è che quando le tensioni si accumulano finiscono per esplodere. Come sempre è avvenuto, il coperchio salterà e sono folli quelli che pensano di poterlo mantenere al suo posto urlando sempre più forte che alternative non ce ne sono. Ci sono sempre, le alternative. E verranno fuori. Purtroppo in modo traumatico, dato che chi (come Tsipras) voleva proporle in modo soft è stato ridotto al silenzio e umiliato.

  2. Un paio di parole al giorno.
    Datore di lavoro: sfruttatore
    Imprenditore: sfruttatore
    Giovane Imprenditore: giovane sfruttatore

  3. Caro MrCellophane, permettimi qualche leggera correzione:
    Datore di lavoro: non pervenuto
    Imprenditore: sfruttatore
    Giovane Imprenditore: potenziale sfruttatore (ma anche -e si spera- no)

  4. Consiglierei a molti di (ri)leggersi La rivolta di Atlante di Ayn Rand.
    Io inizio a essere stanca di chi vuole il posto fisso, l’assicurazione sociale, le ferie pagate, e poi sputa dalla sua tranquillità all’imprenditore che si accolla costi, rischi e insicurezze.
    Equilibrio da entrambe le parti, grazie, perché io conosco molti lavoratori che sfruttano i propri datori di lavoro (che siano imprenditori o meno) facendo (molto) meno del dovuto pretendendo più di ciò che gli spetta.

    1. Mi sembra una semplificazione, cara anonima. Di certo, una semplificazione voluta. Qualcuno ti ha mai spiegato che la tranquillità su cui pontifichi non è tale? Qualcuno ti ha mai spiegato che prima del posto fisso c’è stato il precariato? Qualcuno ti ha mai parlato di capitalismo, grazie?
      Ps. Come non detto. Ho letto i commenti precedenti sui Notav. Mannaggia ai ban che non funzionano.

  5. Le parole ‘Ayn Rand’ e ‘equilibrio’ nella stessa frase mi impressionano.
    E sì, io sono uno dei masochisti che l’ha letto, Atlas Shrugged.

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