LE PAROLE DI LUCA RASTELLO

Ci sono tante parole da spendere sulla scomparsa di Luca Rastello, scrittore, giornalista, e soprattutto e in tutto uomo di coraggio e mai, per alcun motivo, di lobby. Scelgo una delle sue risposte all’intervista di Silvia Padrini (qui l’integrale) dopo l’uscita di Binario morto, scritto con Andrea De Benedetti. Se quel che resta di noi sono le parole scritte, che le parole si diffondano. Con tristezza, commentarium, ecco il testo.
Durante il viaggio tutti due ci siamo sorpresi di molte cose, ad esempio dello scoprire come una narrazione avesse sostituito completamente la realtà. Devo dire però che l’itinerario delle sorprese comincia dopo il viaggio: è stato impressionante nell’elaborare, raccontare e presentare il libro maturare una coscienza intorno alla dimensione e alla spudoratezza della menzogna che c’è sulla vicenda dell’alta velocità e sul corridoio 5, costruita dal discorso politico e mediatico. Questa la grande sorpresa. Una sorpresa contingente è, invece, andare alla stazione di Trieste per comprare un biglietto del treno per Lubiana, tranquillissimi: siamo nel cuore d’Europa nel terzo millennio e ci stanno raccontando che stanno preparando un grande corridoio ferroviario che sostituirà le linee tradizionali (presupponendo che ci siano le linee tradizionali). Alla stazione di Trieste non vediamo sul tabellone nessun treno per Lubiana e all’ufficio informazioni ci dicono che da dicembre 2011 non si va più a Lubiana, è stata tagliata la linea ferroviaria. Si va in corriera, si cambia due volte. Ma la sorpresa che nasce dopo… Faccio ancora fatica a parlare di menzogna, tanto è spudorata la menzogna quando vedo il direttore dell’osservatorio governativo sulla TAV Virano che in una conferenza pubblica dichiara che la Spagna sta scavando il tunnel sotto il mediterraneo da Algeri al Marocco. Questa è una cosa per cui qualunque spagnolo gli riderebbe semplicemente in faccia. La Spagna è in crisi economica verticale e le due cause fondamentali della crisi sono la bolla speculativa e le grandi opere, in particolare quelle per l’alta velocità ferroviaria, che registra un passivo senza pari. Allora la grande disillusione è tornare qui, dopo un viaggio di 3500 chilometri, tornare al centro, a Torino, e scoprire che l’Europa contemporanea, super informata, interconnessa, l’Europa dell’ipertrofia della comunicazione è convinta che tutto si può verificare, e quindi che non verifica più nulla. Se una notizia viene data, siccome è facile verificarla non la si verifica più. E noi ci troviamo nelle condizioni dell’europeo del medioevo che trovava le relazioni di viaggio di viaggiatori che erano stati in oriente che potevano raccontare qualunque cosa, racconti fantastici. Scopriamo con questo viaggio che né un giornalista né un politico si fa lo scrupolo di fare una telefonata o di compiere anche solo pochi chilometri da Torino per verificare alcuni assunti. Esempio di narrazione: mettendo insieme qualche titolo di giornale, Il sole 24ore un mese fa diceva che se si realizza il tunnel, le merci italiane si connetteranno al sistema logistico ad alta velocità francese. È interessante come notizia perché presuppone che esista un sistema logistico ad alta velocità e che ce ne sia uno in Francia. Non c’è bisogno di viaggiare molto o di fare – come abbiamo fatto noi – interviste con grandi esperti di logistica, perché poi abbiamo scoperto che qualunque ferroviere lo sa. Non esiste un solo luogo al mondo, in tutto il mondo, in cui le merci viaggino a una velocità superiore ai novanta chilometri orari. Il sistema merci non può permettersi velocità superiori, il sistema merci più efficiente al mondo è quello statunitense, limite massimo settanta chilometri all’ora. Non solo, ma i vagoni merci – anche lenti – non sono compatibili con le ferrovie ad alta velocità, quindi ci viene raccontata una clamorosa bugia. Mi ricordo l’espressione del presidente della camera di commercio di Algesiras che ci guarda come due deficienti: “di che cosa stiamo parlando?”. E noi: “di merci ad alta velocità”. “Di merci o di alta velocità? Perché sono due argomenti incompatibili.” Da li in poi abbiamo disceso tutta la catena e scoperto che anche l’ultimo dei capi-movimento di una stazione di provincia sa questa cosa. Abbiamo impiegato un anno ad ammettere con noi stessi che un politico e un giornalista che si suppongono onesti possano raccontare delle storie che sono false e che sarebbero verificabili con un viaggio fino a Brescia o con una telefonata alla stazione. Anche a Torino ci raccontano un sacco di bugie spudoratissime come quella che l’alta velocità viene fatta per liberare il paesaggio dall’asfalto. Invece basterebbe andare lungo la Torino-Milano che è esistente, interessante ed efficiente. Ma i dati sono dati e la realizzazione della linea ha comportato la stesura di 3,8 chilometri di asfalto tra strade d’accesso, scavalchi e strade di servizio. Perciò l’alta velocità aumenta l’asfalto nelle regioni che attraversa. La relazione è un chilometro a quattro. Per vedere questo basta prendere la macchina e andare a Chivasso. Ma nessuno lo fa. Questa è la grande sorpresa.

6 pensieri su “LE PAROLE DI LUCA RASTELLO

  1. Come stupirsi di quel che riporti di Rastello (ciao e tante grazie Luca Rastello) sulla tav? Se la parola contraria viene sistematicamente indagata, chi ha (avrà) interesse a indagare?

  2. Di Luca Rastello ricordo con piacere un paio di romanzi e alcune cose che scrisse sui Balcani. Non quelle sul Corridoio 8, a torto indicato come una delle ragioni ultime delle guerre balcaniche. Ottimo giornalista, ottimo romanziere, non sempre lucido sui corridoi est-ovet, siano essi il 5 della TAV o l’8 del fantomatico oleodotto Ambo, che sarebbe dovuto essere la causa scatenante di guerre all’inizio degli anni 90 del secolo passato e la cui costruzione non è ancora iniziata nello stancamente corrente 2015

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