LEGGENDA UN CORNO

E’ come se Francis Ford Coppola avesse preso Cuore di tenebra e ne avesse tratto un film razzista.
E’ come se  Peter Jackson avesse trasformato gli elfi de Il signore degli anelli in cinici adoratori del progresso.
Mi sto sforzando di trovare altri paragoni, ma è difficile: perchè  il tradimento perpetrato dal filmone con Will Smith verso il  romanzo di Richard Matheson  lascia senza parole. Io sono leggenda è uno dei grandissimi libri del Novecento, a cui la definizione di horror-e-basta sta sinceramente stretta: è una storia di solitudine e di declino, ed è una riflessione, straordinaria per gli anni Cinquanta, su quanto sia relativo il concetto di mostro. Ed è quest’ultima la tematica di fondo, che diviene evidente nelle ultime pagine.
Ora, Matheson è stato già frainteso in precedenza, come scrive  Valerio Evangelisti nella postfazione alla riedizione italiana del romanzo, nel 2003:
“Prendiamo adesso Io sono leggenda. Ha avuto due trasposizioni cinematografiche, con L’ultimo uomo sulla terra di Ubaldo Ragona (1964) e con 1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra di Boris Segal (1971). Il primo è fedelissimo al romanzo, il secondo non lo è affatto. Ma entrambi tradiscono Matheson su un punto fondamentale: trasportano la crudele vicenda di Robert Neville dal suo villaggio natale a una metropoli. In questo modo la tragedia collettiva finisce per sovrastare, e prevaricare, il lento insinuarsi dell’orrore nella quotidianità, il suo divenire quotidianità a sua volta. E’ un sistema di certezze familiari quello che si incrina nel romanzo, e in tanti racconti di Matheson. Dove esisteva qualcosa di sicuro, ora si infrange al tocco e apre un vuoto che nasconde l’atroce o l’inesplicabile. Regalando al protagonista, in Io sono leggenda più che altrove, un costante presagio di sconfitta e di morte che finisce con l’essere la dominante della sua vita”.
Il tradimento, dunque, è cosa vecchia. Ma in questa ipercelebrata versione, che trasforma il romanzo in un banalissimo Armageddon dei poveri con annesso supereroe, fa davvero rabbia.
La vostra eccetera è uscita dal cinema, ieri,  con una gran voglia di farsi rimborsare il biglietto: non mi capitava da  un bel pezzo.
Ps. In compenso mi sono consolata con parecchie letture. Vi dico presto.

17 pensieri su “LEGGENDA UN CORNO

  1. Io il film in questione non l’ho visto, ma ho visto parte del make of, mi ha dato l’idea dell’ennesimo film catastrofico ambientato a New York, inniettato a forza di un’aria da film vissuto, colto, per distinguarsi da tutti gli altri.
    Invece ho visto “Into The Wild” che è un film stupendo. Non mi capitava da tempo di stare a guardare tutti i titoli di coda , incantato dal film, con il desiderio di non uscire più da quelle atmosfere.

  2. Anch’io non l’ho visto, mi è bastato chiedere a chi era già stato al cinema come veniva giustificato l’ “Io sono leggenda” del titolo. Quando mi hanno risposto che il protagonista “era leggenda” perché salvava il mondo, ho deciso di starmene a casa: il mio cuore non avrebbe retto a vedere sminuito il capolavoro di Matheson…

  3. Un vero scempio, in effetti. Soprattutto la terribile parte finale che stravolge i contenuti del libro. C’era, ahinoi, da aspettarselo!

  4. Io purtroppo l’ho visto e confermo, più che un tradimento è uno stravolgimento, come già in passato “Io, Robot” (stesso protagonista) rispetto ai racconti Asimoviani cui era (nominalmente) ispirato.
    D’altronde lo stesso Will Smith ammette di non aver mai letto il romanzo, ma forse anche se l’avesse fatto avrebbe accettato la parte senza discussioni.
    E dire che Matheson è stato anche uno sceneggiatore quotato, a Hollywood.

  5. Mi stupisco che vi stupiate. Il cinema è il mezzo espressivo (o l’arte se preferite) più retrogado di questi tempi e la sua industria è in coma. Si prendono libri “di sicuro successo” e rimpinzandoli di effetti speciali si crea un prodotto medio per un utente medio (come lo intendono loro).
    Credete che gli freghi molto a questi di Matheson qui semplicemente ci hanno visto dvd, t-shirt, mostriciattoli e gadget vari, oltre ai popcorn, da vendere…

  6. Sono uscita dal cinema, ieri, con una gran voglia di farmi rimborsare il biglietto: non mi capitava da un bel pezzo.
    Ero, anche, incavolata nera.

  7. Condivido in pieno la tua incazzatura.
    Questo film “Io sono leggenda” è una cagata pazzesca.
    E non solo perché capovolge vergognosamente in stile teocon l’autentico significato dello stupendo romanzo di Matheson.
    E’ fallimentare anche come semplice zombie movie.
    Ho provato a dirlo su Carmilla

  8. Ho visto solo i classici provini (si chiamano ancora così?), e mi sono bastati per capire che:
    – il film era una boiata;
    – il libro (che, ammetto candidamente, non conoscevo) doveva essere eccezionale.
    Mi fa piacere leggere le conferme dei bloggers.
    In tema di “ultimi umani” sulla terra, ritengo ancora insuperato tra le mie letture “La Parete” della Marlene Haushofer (ed. e/o), forse perché non vi sono catastrofi ma solo una inspiegabile e metaforica parete che separa la protagonista (sola) dal resto del mondo (vuoto).

  9. Non condivido l’indignazione o il fastidio.
    Il libro è una cosa, il film un’altra e tra l’altro la maggioranza di quelli che vanno al cinema non hanno letto e non leggeranno mai il libro.
    Si tratta di due opere del tutto diverse e di un pubblico altrettanto diverso.
    Nella storia di cinema e del teatro è pieno di rifacimenti che prendono solo spunto dall’originale per fare qualcosa di diverso.
    Insomma, per essere sincero mi pare di leggere commenti intellettualistici ad una cosa che è palesemente e volutamente commerciale: e non è una colpa.
    Se si vuole altro si va a vedere altro.

  10. A volte non riesco a capire come mai chi legge libri poi voglia rivedere trasposto sul grande schermo (dagli americani poi……) il libro appunto sceneggiato, per filo e per segno. Qui credo che tutti si abbia ragione sia detrattori che elogiatori. Il cinema americano se la sta passando proprio male visto che omai gli sceneggiatori finalmente hanno capito che le case cinematografiche non puntano più sulla storia ma sulla completa compiuterizzazione della pellicola e gli attori hanno capito che i prossimi a sparire saranno loro. Cinema e letteratura credo vadano a braccetto in quanto arte ma non credo possano una attingere all’altra senza stravolgere il significato originale. Comunque gusti son gusti quindi scusate la mia “intrusione”
    ciao

  11. Daniele niente contro il cinema commerciale. Solo che ce ne è uno fatto bene, quello che manda avanti l’industria del cinema (perché il cinema è un’industria) ed un altro fatto male, quello che sottovaluta il suo pubblico. Chi di noi intellettuali (quelli che guardano rarissimi film bulgari con sottotitoli in svedese…) cerca in questi film non è solo ed esclusivamente arte ma semplicemente un bel lavoro e questo “Leggenda” non sembra esserlo.

  12. Daniele,
    come ho detto, trovo il film avvilente anche a prescindere dal cialtronesco stravolgimento del testo originale che compie.
    Lo trovo fallimentare anche come intrattenimento commerciale.
    Qui non c’è nessun “purismo intellettualoide”, c’è la schietta incazzatura di chi ha visto un’ ottima storia riscritta in modo pessimo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna in alto