LEGGERE L'ULTIMA RIGA

Un paio di cose che leggerò: per esempio il prossimo Avoledo, per esempio la prossima antologia Minimum Fax (su cui forse avrò qualcosa da dire, ma dopo).
Un paio di cose che mi hanno fatto sorridere: l’Avvelenatissima di Sandrone e Le richieste ravvicinate del terzo tipo postate da Biondillo.
Un paio di cose su cui bisognerebbe muoversi, anzi una soprattutto: qui.

4 pensieri su “LEGGERE L'ULTIMA RIGA

  1. “A Milano l’auspicio del cardinale Camillo Ruini è …diventato una realtà («Forse, dopo 30 anni, bisognerebbe aggiornare la legge 194 (…) — ha detto il 31 dicembre il vicario del Papa per la diocesi di Roma”.
    E pensare che pochi giorni prima Magdi Allam, sempre sul Corriere, in un editoriale su “islam e democrazia” diceva che “La storia … ci insegna che i Paesi musulmani si sono avvicinati … all’esercizio della democrazia… con la separazione sostanziale della sfera religiosa da quella secolare. Perché il nodo principale risiede … nella pretesa dell’integralismo e dell’estremismo islamico di definire religiosamente ogni minimo dettaglio del vissuto e della quotidianità delle persone”
    Ma Ruini lo sa cos’è la democrazia?

  2. Capisco che Ruini è il bersaglio grosso (va bene anche per chi ha una mira un po’ scarsa) ma forse il punto vero è questo:
    “Diventa inammissibile procedere all’aborto a un’età del feto nella quale egli potrebbe vivere anche da solo”
    Ce la prendiamo anche coi progressi della medicina, o no?

  3. cara lipperini,
    che dire? leggo l’articolo del corriere in questione e mi domando quante donne ci siano tra le persone che hanno preso queste decisioni – sia chiaro, non penso che basti essere femmina per essere femminista, però sarei curiosa di sapere se tra loro vi sia qualche ‘isterica’ nel senso letterale del termine, cioè uterina, che sa cosa sono le mestruazioni e immagina tutto quello che può esserci dietro l’espressione ‘gravidanza indesiderata’ o ‘aborto terapeutico’ quando vengono vissuti sulla propria pelle (e nel proprio utero)…
    E poi – che carini – dicono che lo fanno per la donna. Eh sì, suona proprio bene: “la necessità di aborto terapeutico deve essere certificata da almeno due medici ginecologi e firmata dal primario […]. È un modo per dare più sicurezza alla donna che si può confrontare con uno staff”. E quanti di lor signori (lor signore?) hanno anche un qualche rudimento di comunicazione per poter fornire oltre alle doverose informazioni anche gli strumenti perché “la donna” possa fare la propria scelta consapevole, senza essere manipolata o nel migliore dei casi abbandonata?
    Insomma, comunque la si metta, la questione è rimasta ancora la stessa di quando si scendeva in piazza per il diritto all’autodeterminazione: determinare la propria esistenza, appunto, le proprie scelte, il modo in cui realizzare i propri desideri, senza padri-padroni-mariti-compagni-preti-medici (il sesso è casuale, qui si parla soprattutto di ruoli) che ti prendessero in carico e ti amministrassero come una “minus habens”.
    Da ripensare non è il diritto all’aborto assistito e gratuito, ma l’applicazione della legge 194 per tutto ciò che riguarda i consultori famigliari, gli ambulatori, la prevenzione, l’educazione sanitaria E sessuale.
    E se facessimo una controrivoluzione? Non so, dare il via libera alla presenza di movimenti per la vita se e solo se danno la disponibilità a parlare di tutti i mezzi di contraccezione nelle scuole – o qualcosa del genere.
    Cercherò di procurarmi al più presto ‘Ancora dalle parte delle bambine’ – ma comunque grazie per averlo scritto

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